51 - Saluti Forzati

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Hilary

Il profumo della notte precedente è ancora indelebile sulla mia pelle.

Il primo pensiero appena apro gli occhi è chiedermi se tutto questo è successo davvero o l'ho solo sognato.

Brad giace al mio fianco, riposa beato tenendomi una mano sul ventre.

Riguardo il mio corpo nudo tra le sue braccia e si, è successo davvero.
Ho fatto l'amore con lui ed è stato più che magnifico.

Anche il dolore non conta nulla, non ha alcuna importanza.
L'ho scordato immediatamente, lasciando spazio al desiderio di lui.

Fuori è ancora buio, di tanto in tanto odo delle auto sfrecciare nella piccola via di fronte a casa e nulla più.
Il silenzio di questi posto delle volte fa paura, per chi come me è abituata alla frenesia della città.

Sposto delicatamente il braccio di Brad dal mio corpo per liberarmi, non vorrei svegliarlo, ma devo andare via.
Purtroppo sapevamo entrambi che non sarei potuta restare oltre la notte, non posso permettermi assenze a scuola ora che siamo così vicini ai risultati dei test.
Inoltre Anthony non mi farebbe perdere un altra giornata dal market, è un uomo permissivo, ma il lavoro è lavoro e io non posso dargli torto.
È un impegno per me irrevocabile.

Raccolgo da terra tutti i miei indumenti e inizio a vestirmi, so che non ho molto tempo e il viaggio che mi aspetta è lungo, specie per le code che troverò alle porte della città.

Brad al mio fianco mugugna qualcosa.

"Stai già andando via?" mi chiede con un occhio ancora chiuso e le mani sul viso.

"Si, è tardi e dovrò guidare molto. Torni in città insieme a me?" sono speranzosa che non mi lasci andare da sola.

"No Hilary... Sai già com'è la situazione. Resto qui ancora per un po', non me la sento di affrontare Larry, o Marshall..."

Lo capisco, ma nel mio egoismo speravo che dopo la scarsa notte avesse desiderio di stare con me, come io desidero non dovermi dividere ancora da lui.

"D'accordo, non credo che dopo il lavoro tornerò qui... È troppo pesante e devo studiare, spero che tu capisca..."

Brad si mette a sedere.
Il suo torso nudo ha come il potere di chiamarmi a se e permettermi di stringerci in un abbraccio.

"Certo che lo capisco. Infatti non te lo avrei mai chiesto... Tra qualche giorno torno in città, te lo prometto. Ho solo bisogno di chiarire le idee.
Ti giuro che non ti lascio sola..."

Con quelle parole mi convinco.
Indosso il cappotto, mi do un'occhiata veloce allo specchio.
Mi pento di non aver portato il correttore, ho due occhiaie bestiali.
Non importa, avrò tempo di riposare più tardi.

Questa notte è valsa tutte le occhiaie del mondo e anche di più.

Brad si alza per cercare i suoi boxer nel disastro di vestiti ammassati sul pavimento freddo della casa.
Ho ancora qualche riserva a guardare il suo corpo nudo, inevitabilmente mi sento imbarazzata.
Mi volto dall'altra parte fingendo di cercare qualcosa nella sacca.

"Allora.. È ora di andare" mi dice lui posandomi delicatamente una mano sul viso e trascinandomi verso di lui.
Mi accoccolo tra le sue braccia, nella speranza che questo momento non finisca mai.

"Si. Ti scrivo un SMS quando sono a scuola, poi te ne scriverò altri 100 per ricordarti che ti amo..."

Brad mi prende le mani e mi bacia.
Nessuno dei due si sta preoccupando del futuro ora, ci siamo fatti la promessa di essere insieme anche se distanti.

"Ti amo Hilary, guida piano e se hai bisogno per qualsiasi cosa chiamami e io torno immediatamente in città..."

Ci scambiamo qualche tenero bacio prima che io imbocchi il vialetto e dia gas alla mia auto, che dopo un paio di tentativi prende finalmente la strada di casa.
Brad mi saluta con la mano, riesco a vederlo dallo specchietto retrovisore fino a che prendendo la via principale, lascio definitamente la tenuta.

Questo distacco forzato non mi fa sentire bene, ma d'altronde ci siamo fatti una promessa e niente stavolta potrà allontanarci.

Lungo la strada per il ritorno mi accorgo che il mio stomaco vuoto brontola come un vecchio bisbetico.
Mi ricordo di aver intravisto un bar venendo la sera precedente, spero solo che sia aperto a quest'ora da lupi.

Qualche chilometro più avanti, noto l'insegna luminosa e delle auto parcheggiate.

Caffè arrivo.

Lascio la mia povera utilitaria accanto ad un auto molto lussuosa e mi dirigo verso la porta del locale, valutandone la clientela.
Non mi sembra ci siano facce strane, per cui decido di entrare.

Mi accoglie una ragazza poco più vecchia di me, con un bellissimo sorriso di denti bianchi e una cascata di boccoli biondi.
Mi chiede cosa voglio ordinare, scambiamo due parole di circostanza sul tempo e mi siedo al bancone in attesa del mio doppio caffè con latte e un muffin ai mirtilli.

Mi voglio trattare bene, sennò sono certa che sverrò alla guida.

Dopo una prima valutazione, devo dire che questo piccolo bar è davvero un bel posticino.
La ragazza che serve è davvero carina, la clientela è a posto, i colori vivaci alle pareti danno il buongiorno ai visitatori, l'odore delle caffettiere esposte mi ricordano vecchi film americani anni 80.
Mi sembra di sentire l'odore di casa mia, nonostante sia così lontana ancora.

Sto per andarmene, quando una voce che non conosco sembra essere rivolta nella mia direzione.

"Ehi! Ma tu non sei quella ragazza che è venuta qualche tempo fa al grill restaurant?"

Mi volto, ci metto un po' a riconoscere quel viso.
Penso e ripenso, poi mi ricordo del cameriere in quel locale dove Brad era stato geloso.
È sicuramente lui.
Sono una frana con le fisionomie.

"Ciao! Si sono io, ma come mi hai riconosciuta?" sono sorpresa, tra mille visitatori e turisti ogni giorno, lui ricorda proprio me.

"Beh sai, ho una buona memoria. Poi ho visto il tuo ragazzo al locale ieri, ho fatto uno più uno..cosa ci fai qui così presto?"

Vorrei che si facesse un po' i fatti suoi, ma non voglio essere scortese.

"Torno in città, sono di New York... " gli comunico senza scendere nei dettagli.

"Ah wow, deve essere bello vivere a New York! Credo che mi trasferirò li tra qualche mese se verrò accettato alla NY University!"

Mi rendo conto che mi sto trattenendo un po' troppo in chiacchiere.
È un ragazzo gentile e a modo, ma non ho tempo.
Le lezioni iniziano tra poco più di due ore e io sono ancora qui.

"Mi piacerebbe restare a parlare con te, ma devo proprio andare. Ci si vede al college allora!!"

Lo saluto con cortesia e mi avvio verso la porta, ma quel ragazzo non molla la presa.

"Io sono Andrew comunque! Piacere di averti conosciuta!" urla.
Un signore che legge il giornale alza la testa e ci guarda con rimprovero.

"Io sono Hilary, piacere mio!!"

Lascio definitamente il locale e riprendo il mio viaggio.

Quando arrivo a scuola noto che tutti sono già in classe, questo significa che sono ovviamente in ritardo.
Lascio l'auto nel parcheggio e corro su per le scale, stando attenta a non inciampare.
Arrivo trafelata e accaldata davanti all'aula di biologia, Maggie è già al suo posto e David è lì con lei.

Finalmente è tornata a scuola.
Osservandola da lontano mi rendo conto di quanto sia cresciuta, di quanto tutta questa faccenda l'abbia fatta diventare più donna.
Mi siedo alla suo fianco e le do un bacio.

"Bentornata amica mia!" le sussurro.
Maggie sorride e anche David è felice che sia qui.

"Come sta Larry?" chiede David sfogliando il libro di biologia.

"Molto meglio, grazie. Domani inizia la fisioterapia. Speriamo che possa recuperare qualcosa..."

Abbassa il capo, non sa nemmeno lei in cosa può sperare davvero.

"Hai trovato Brad?" mi chiede poco dopo, il prof è appena entrato in aula e ci invita a fare silenzio.

Decido di non dire nulla della scorsa notte.

"No, non mi risponde e non so dove sia.. Tornerà comunque, ha troppe cose qui.."

Ed è vero, ma solo io so a cosa mi sto riferendo.

"Ho fatto solo due test per le ammissioni al college.. Ma ho ricevuto già le risposte. Hai guardato la tua posta ultimamente?"

Ero troppo presa da Brad per ricordarmi del college.
Ormai le risposte dovrebbero già essere arrivate, ma non ho pensato molto al mio futuro universitario.

Temo quelle lettere.
Una parte di me vorrebbe andarsene ancora, una parte di me vorrebbe restare a New York.

Il mio futuro ora è chiuso in una busta bianca.

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