Capitolo 16 "Attacco"

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Da quando Taehyung e Yoongi lasciarono il Regno Oscuro trascorsero alcuni giorni.

Jimin e Jungkook parlavano poco tra di loro, si scrutavano tanto e le scosse che provano entrambi divennero più frequenti, più intense quando per una cosa o per un'altra si sfioravano.

Si erano perfino abituati ai loro lunghi silenzi, non li faceva sentire a disagio, provano piacere anche semplicemente sentendo la presenza dell'opposto.

L'angelo era stata presentato ai fratelli di Jimin, non si volevano però intromettere, sapevano già che loro due avrebbero dato una svolta a tutto, era una cosa che percepivano.

Tutto sommato stava andando bene la convivenza, ma qualcosa sarebbe cambiato a breve.

Solitamente i demoni si tenevano distante dal castello,ma qualcuno si era accorto del dirupo che si era creato.

Sarebbe passato inosservato se l'aria del Regno Oscuro non fosse cambiata all'improvviso, esattamente da quando era approdato l'intruso di cui la popolazione ne era all'oscuro.

L'aria si era intensificata maggiormente durante la breve permanenza della coppia di angeli.

Quel cambiamento aveva portato alcuni demoni a cercare di capire a cosa fosse dovuto tutto ciò.

Si erano spinti fino al confine e lì avevano costato quel dirupo, avvisarono subito l'intera popolazione di demoni.

Erano tutti allarmati, temevano che fosse arrivata la loro fine,sapevano già di chi era la colpa.

La colpa era di quella famiglia maledetta, stavolta non avrebbero lasciato correre, stavolta erano decisi ad estirpare l'intera famiglia o almeno tentare ad ogni costo anche a costo della vita.

Loro avevano scelto di servire i loro genitori, i figli però non erano dei buoni successori, soprattutto il figlio minore, visto la loro scomparsa e l'odio che provavano per la loro prole non avevano nessun ostacolo che gli impedisse di agire come volevano.

Di per sé i demoni comuni erano dotati di forza soprannaturale, velocità e i più capaci di possessione, quella richiedeva un'elevata concentrazione per non finire intrappolati nel corpo di chi si stava possedendo.

I poteri che però aveva usato Jimin non li possedeva nessuno, almeno in quel regno tutt'ora non c'era nessuno ad averli.

In passato le leggende narravano che chi nasceva diverso poteva avere poteri aggiuntivi.

Per quanto fossero rari quando i demoni avevano visto Jimin non avevano potuto non pensare a quelle leggende. 

Per loro quel demone poteva essere la loro condanna, ma in quel momento avevano pensato che se dovevano morire almeno avrebbero deciso loro quando.

Si presentarono davanti al castello, iniziarono ad urlare ed inveire contro le mura.

Estirparono le rose nere, le gettarono a terra, le calpestarono con odio.

Tutta la famiglia di Jimin uscì con una calma quasi fastidiosa.

Guardarono le loro amate rosse fatte in mille pezzi, a fatica trattennero un'accenno di rabbia.

Ci fu un attimo di silenzio, di titubanza da parte dei demoni quando si palesò tutta la famiglia compreso Jimin.

Quando videro però chi aveva al suo fianco le urla ripresero.

"COME AVETE POTUTO PORTARE QUELL'ESSERE NELLA NOSTRA TERRA".

Inveì urlando un demone puntando il dito contro Jungkook.

"AVETE CAUSATO VOI IL DISTACCO, CI FARETE MORIRE".

Urlò un'altro demone.

"Ahahaha ma perché vi interessa tanto del distacco. Infine non è un bene?".

Disse ghignando Jimin guardando quegli esseri che riteneva feccia.

Quella domanda aveva senso, infine nessuno di loro si era mai avvicinato al confine o bramava per attraversarlo.

Quella rabbia era sfociata perché era stata trattenuta troppo a lungo, avevano usato il dirupo come scusa.

Nessun demone rispose a quella domanda, ora erano determinati a distruggere chi avevano davanti, attaccarono allo stesso tempo gettandosi contro i diversi membri della famiglia.

Pur essendo superiori in quantità numerica non riuscivano a scalfire nessuno di loro, era già tanto che gli sfioravano prima di essere scaraventati a distanza di diversi metri.

Quella guerra era alquanto ridicola per la famiglia, loro erano nel pieno delle loro energie mentre gli opposti erano quasi al limite delle loro forze.

L'unica cosa degna di nota era la determinazione con la quale continuavano ad insistere in quell'impresa.

Uno di loro aveva puntato Jungkook come vittima, la cosa venne notata subito da Jimin che si parò davanti a lui dando le spalle al nemico.

L'angelo vide alle spalle di Jimin un demone che tirò fuori dalla schiena un pugnale, si stava dirigendo verso di loro, avrebbe colpito il suo scudo.

Dentro di lui scattò qualcosa, lo stesso senso di protezione che aveva provato il demone.

I suoi occhi all'improvviso divennero neri come la pece, sentì uno strano flusso che stava risalendo lungo le sue corde vocali.

Focalizzò lo sguardo solo su di lui, come se già sapesse usare quel potere che si stava facendo spazio dentro di sé.

Aprì la bocca e un'onda sonora colpì solo ed esclusivamente il corpo del demone che stava per colpire Jimin.

Venne scaraventato mentri più in là creando un solco sulla terra quando atterrò al suolo.

Il tutto fece rimanere increduli tutti i presenti, ma ormai troppo presi da ciò che avevamo intrapreso continuarono la loro sfida.

Molti di loro finirono per essere gettati nel dirupo finendo chissà dove.

Quelli che rimasero in vita o feriti si arresero, si inchinarono davanti alla potenza della famiglia per salvarsi.

Quando la famiglia rientrò nel castello si complimentarono con Jungkook.

"Angelo, wow, il nostro fratellino ha trovato uno alla sua altezza, forse di più".

Disse Hobi ghignando guardando prima Jungkook e poi Jimin.

"Il nostro fratellino è stato protetto da un'angelo".

Disse ridacchiando Jin.

"Molto spiritoso".

Disse acidamente Jimin guardandolo.

"Guarda che se non la smetti ti manda contro l'angelo".

Disse ghignando Nam contro a Jin.

Jungkook scoppiò a ridere guardando i fratelli battibeccare nel soggiorno mentre erano seduti sul divano.

Tutti si voltarono a guardarlo, era sempre stato taciturno e sentirlo ridere gli aveva spiazzati.

Soprattutto perché lo stava facendo di gusto, non sfuggì nemmeno il sorriso che spuntò sulle labbra di Jimin quando udì la sua risata. 

Erano due esseri in apparenza così diversi ma sembravano molto più simili di quanto pensassero.

Avevano ombra e luce, oscurità e purezza, amore e odio, un dosaggio maledettamente perfetto, come se dentro di loro bilanciassero entrambe le cose per poter attingere in una di essa al momento del bisogno.





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