Prologo

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Affondai i piedi nell'erba bagnata dalla rugiada, adoravo questa sensazione, era il mio piccolo momento di libertà, ultimamente ne avevo così pochi! Inspirai l'aria fresca e pulita della sera come fosse la prima e l'ultima volta che avrei goduto di tale privilegio. Strano! Mi avevano appena fatto dono di una vita nuova e duratura e mi sentivo come se tutto dovesse finire da un momento all'altro. Mi sistemai meglio sulla panchina poggiando le braccia all'indietro e alzando il viso a incontrare la mia complice in queste fughe solitarie, era semplicemente stupenda, potevo sentire come mi rinvigoriva; da sempre avevo avuto un legame particolare con la natura ma da quella fatidica sera si era amplificato, come tutto il resto d'altronde. I raggi penetravano la mia pelle regalandomi nuova energia e alimentando la fonte del mio potere. Il giardino era immerso nel silenzio, nessuno a disturbare la quiete di questo momento, sentivo il fruscio dell'acqua del fiume che attraversava il bosco poco distante e qualche animale di passaggio; se avessi avuto il potere di fermare il tempo, questo sarebbe stato il momento perfetto, sarei rimasta lì per sempre, e per sempre era da poco diventato per me un tempo veramente lungo. La mia vita era talmente cambiata che ancora non ero riuscita a ritrovare me stessa, la "me" di prima, quella che amava, gioiva ed era spensierata. Perché a me? Non potevo fare a meno di chiedermelo e di arrivare sempre alla stessa conclusione: era colpa delle mie origini.

Lo sentii arrivare ancora prima che parlasse, la sua energia non poteva essere ignorata, saturava lo spazio attorno a sé, ma anche se ero più che consapevole della sua presenza rimasi impassibile, almeno in apparenza, perché il mio turbamento interiore diceva ben altro.

‹‹Mia signora!››

‹‹Ha un fascino tutto suo non trova?›› seguì un attimo di silenzio, supposi stessi decidendo se lasciarsi coinvolgere in questa conversazione.

‹‹Sì, ce l'ha.››

‹‹Potrei stare qui per ore a guardarla.››

‹‹Posso capire esattamente come si sente, ci si potrebbe innamorare.›› sentivo i suoi occhi accarezzare la mia figura come se a farlo fossero le sue mani, un pensiero che mi riscaldò il cuore, ma alquanto sconveniente, avevo l'impressione che non stessimo parlando dello stesso tema. Girai la testa quel tanto che bastava per intravedere la sua figura, era pochi metri dietro di me con la sua postura rigida, immerso in un gioco di luce e ombra creato dalla notte che lo rendeva ancora più imponente, i suoi occhi erano oro liquido che sconfiggevano l'oscurità e proprio come la prima volta che lo guardai ne restai ammaliata.

‹‹Scusa per la mia mancanza di formalità guardiano, non aspettavo compagnia.›› dissi riferendomi ai miei piedi scalzi e al vestito da notte.

‹‹Qualsiasi formalità rovinerebbe la perfezione di questa immagine›› lo guardai aspettando una spiegazione o che ritrattasse, ero diventata agli occhi di tutti una dea, intoccabile, non esistevo più io e il pensiero mi rattristava, ma lui non lo fece, non ritirò le sue parole ‹‹lei è un tutt'uno con la natura, lei è la natura stessa, riesco a vedere come tutto attorno si piega al suo cospetto, non lo vede?›› quelli come lui erano esseri particolari ne ero sempre stata affascinata, ora ne avevo un assaggio della loro essenza ma non riuscivo comunque a capire cosa vedeva lui in quel momento di così sorprendente, io mi sentivo uno scherzo della natura, anzi contro natura.

‹‹Non ci riesco, non riesco a vedere più nulla senza sentire questo peso opprimente al petto.›› non sapevo perché mi stavo aprendo con lui, da quando mia madre era morta andavo da Petra la mia consigliera per trovare conforto e in questo momento avevo scelto di parlare con lui che era una parte del problema e neanche lo sapeva.

Fece un passo avanti uscendo dalla penombra e il mio cuore smise di battere, succedeva sempre quando mi era vicino, ed ero sicura che lui poteva rendersene conto. Fece il giro della panchina fino a mettersi di fronte a me, azzerando completamente la distanza, ero in balìa del suo incantesimo e pensare che quella in grado di farli ero io. Mi prese il mento tra le dita e la mia pelle si ricoprì di brividi, mi alzò il viso per guardarmi negli occhi ed ecco il mio universo entrare in collisione con quello nascosto nel suo sguardo, si abbassò piano, dandomi il tempo di capire cosa stava per succedere, di sottrarmi, ma non ne avevo la forza, era sbagliato e contro qualsiasi regola ma sarei rimasta lì a vivere il bello e sarei stata pronta ad affrontare il brutto.

‹‹Mia signora›› fece una pausa assaporando il momento ‹‹Alana.›› era la prima volta che pronunciava il mio nome e mai suono era stato così dolce ‹‹So che ora non lo vedi, ma sei l'unica cosa giusta in tutto quello che ci circonda.›› disse in un sospiro prima di toccare le mie labbra con il polpastrello seguendone il contorno per poi sostituirlo con le sue labbra morbide, calde, fu un tocco delicato che mi scosse nel profondo, ma poi approfondì il contatto ed io non potei fare nient'altro se non seguire i suoi movimenti come fosse una danza, non c'era fretta o irruenza era semplicemente perfetto tutto tornava al proprio posto. Ero esattamente dove dovevo essere e con chi dovevo essere, le mie mani andarono ai suoi capelli, morivo dalla voglia d'intrecciarvi le mie dita. Mi fece alzare in piedi tirandomi a sé e alzandomi di qualche centimetro da terra... volavo.

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