Chapter 33 - La Fuga

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Come mi aveva detto Dwight, trovai l'auto sulla parte posteriore del quartier generale dei Salvatori. Dopo aver controllato che non ci fossero altre armi, feci salire Gregory sul posto anteriore vicino al guidatore, mentre io mi accomodai dietro al volante.
"Scusa, ma quanti anni hai?" Mi chiese, guardandomi con occhi preoccupati e sgranati.
"Diciotto, perché?" Gli ribattei, voltando il viso nella sua direzione.
"Ma sai almeno guidare?" Cominciava ad infastidirmi, infatti mi domandai se non fosse il caso di fargli perdere i sensi e lasciarlo da qualche parte, aspettando che la natura faccesse il suo corso in seguito.
"Mi hanno dato un po' di lezioni." Mi limitai a rispondere, per poi accendere la macchina, togliere il freno a mano e schiacciare sull'acceleratore; per fortuna aveva il cambio automatico, almeno non avrei dovuto pensare alla frizione. Nel momento esatto in cui sfondai la recinzione, un boato esplose da dove Negan e Simon stavano combattendo, sovrastando il nostro suono e facilitandoci così la fuga; con molta probabilità uno dei due sfidanti stava prevalendo sull'altro, segnando la fine imminente del combattimento. Viaggiammo per qualche minuto avvolti dal silenzio, gli sguardi rivolti sull'esterno; conoscevo la strada che avrei dovuto percorrere, bastava seguire la strada per giungere ad Hiltop, ma preferii lo stesso rimanere nel bosco per evitare il rischio di esporgerci troppo. A frantumare il dolce e tranquillo silenzio che si era  fu Gregory, che mi chiese: "Ti fidi davvero di Dwight?" Il suo era un tono accusatorio, come se fidarmi di lui fosse considerato un reato.
"Ha dato prova di meritarsela." Gli risposi secca, non degnandolo neanche di uno sguardo.
"E che cosa avrebbe fatto?" La sua curiosità iniziava ad innervosirmi; con la coda dell'occhio vidi che mi stava osservando, cercando di capire come avrei reagito. In poche parole, mi stava studiando, cercando un punto debole dove colpirmi.
"Più volte ha avuto l'occasione di uccidermi o farmi del male, eppure mi ha solo che aiutato, fino a quando non mi ha fatto fuggire." Gli spiegai, tentando di mantenere l'attenzione sulla strada per non tirargli un pugno. "E poi, è passato dalla parte di Rick, l'ha dimostrato più volte." Aggiunsi, stringendo le mani sul volante fino a farmi male quando vidi un sorriso allargarsi sul suo viso disastrato dalle rughe.
"E se non avesse mai tradito Negan? In fondo, ha salvato molte vite, specialmente quella di Gavin." La sua risata si propagò per tutto il veicolo quando sul mio volto comparve un'espressione sorpresa e sconvolta, con una scintilla di terrore. "Ah, giusto, Gavin è tuo padre." Sottolineò quella parola come se gli desse gusto farlo.
"Questo vorrebbe dire, dunque, che dovrei essere dalla parte di Negan solo perché ha salvato mio padre." Nonostante dire la verità mi bruciasse la gola come acido, la sputai fuori nel modo più tranquillo possibile, fallendo miseramente mel mio intento.
"Dwight si è unito a Negan perché ha salvato sua moglie e la sorella di lei; chi ti dice che non sia ancora dalla sua parte?" Mi stuzzicò, accomodandosi sul sedile come ad assaporare una vittoria già conquistata prima della fine.
"Le persone cambiano." Avevo cominciato a parlare a denti stretti, mentre la presa forte sul volante mi aveva quasi fatto perdere la sensibilità alle dita. "Ognuno può decidere di farlo, basta avere la voglia e le motivazioni per farlo."
"Le persone non cambiano." Ribattè, ridendo quasi eccitato a quella sua affermazione. "Se sei nato un pezzo di merda rimarrai tale, se sei una persona ingenua il mondo ti schiaccerà fino ad ucciderti. Ma se le persone si alleano, potranno combattere il mondo." Solo in quel momento capii le sue vere intenzioni: mi aveva svuotato, fatta sentire impotente e dubbiosa verso le mie stesse certezze solo per distruggermi, modellarmi e plasmarmi come nuova alleata nei suoi confronti, tutto per i suoi infidi scopi. Fermai la macchina di botto, rischiando di farlo volare fuori dal parabrezza, infatti salirono delle proteste e lamentele da parte sua. Presi delle manette che Dwight mi aveva dato segretamente e agganciai il polso di Gregory al sedile su cui era seduto; all'inizio non avevo capito a che cosa mi sarebbero servite, ma appena Dwight mi aveva parlato di Gregory, avevo intuito che servissero per lui.
"Ehy! Ma che stai facendo?!" Mi domandò allarmato, cercando invano di liberarsi.
"Mi assicuro che non scappi appena arriveremo ad Hiltop." Gli risposi alzando un angolo della bocca in un sorriso divertito, premendo il piede sull'acceleratore e ripartendo alla volta di Hiltop; non aprì più bocca per il resto del viaggio. Quando giungemmo finalmente ad Hiltop, scesi dalla macchina e mi avvicinai al cancello, alzando le mani di fronte alle guardie armate che mi stavano già puntando. Rivelai la mia identità, mentre una delle due scendeva dalla torre di vedetta e andava ad avvertire qualcuno, di sicuro Maggie. Non ci volle molto prima che le grandi porte di legno si aprissero, rivelando un gruppetto di persone dietro ad esse: Maggie e Daryl si trovavano di fronte, mentre quest'ultimo rilasciava un sospiro di sollievo e mi correva incontro, abbracciandomi; mi stritolò in un modo che quasi mi tolse il respiro, ma la sua risata sollevata mi riempii il cuore di gioia. Decisi che gli avrei informati dopo di Gregory, che si trovava ancora in auto. Maggie mi abbracciò per seconda, stringendomi con meno potenza di Daryl e permettendo ad una sola lacrima di attraversarle le guance; anche se non ci conosciavamo da molto, mi aveva confidato di ricordarle la sorella ormai morta, Beth, che aveva sacrificato la sua vita per trasmettere un po' di bene in questo mondo disastrato. Rimasero semplicemente a guardarmi Rick, Michonne -con Judith in braccio- ed Enid, ma c'era solo una persona che avevo in mente. Quando i nostri sguardi si incontrarono, non riuscii più a trattenermi: gli corsi incontro, allungai le braccia e gliele allacciai intorno al collo, cercando il suo conforto; nonostante la sorpresa, Carl ricambiò subito quel mio gesto impulsivo, circondandomi il corpo con le sue braccia e premendo il viso nell'incavo del mio collo.
"Ti perdono." Gli sussurrai all'orecchio, sentendomi finalmente di nuovo a casa.

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