OUT OF THE WOOD

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-Looking at it nowIt all seems so simpleWe were lying on your couchI remember
You took a Polaroid of us
Then discovered(Then discovered)
The rest of the world was black and white
But we were in screaming colorAnd I remember thinking
Are we out of the woods yet?Are we out of the woods yet?Are we out of the woods yet?Are we out of the woods?
Are we in the clear yet?Are we in the clear yet?Are we in the clear yet?In the clear yet, good-

Taylor Swift , Out of the wood

4 ANNI PRIMA

Adoro il fatto che nella nostra sfida anche il terreno di gioco cambi ogni volta e oggi JJ mi ha portata nel bosco dietro la città. È il 15 novembre, mi stringo nel cappotto perché le temperature stamattina sono precipitate, ma devo dire che l'atmosfera non mi dispiace è quel fresco non troppo umido, che ti sveglia e ti fa sentire vivo. O forse è solo la compagnia che ho a rendere questa scomoda condizione più che sopportabile!

Arriviamo nella pianura in cima alla collina, poco prima dell'entrata del bosco, dove ancora non ci sono alberi e l'altezza fornisce una maestosa visione della città dall'alto, mi fermo a guardare il panorama come amo fare da quando ero piccola. Afferrò la macchina fotografica e scatto la prima foto. Una folata di vento mi colpisce sul viso sparpagliando i miei capelli all'aria, mentre io provo in tutti i modi a sistemarmi le ciocche dietro le orecchie, per evitare di avere un aspetto orribile. Tentativo inutile, infatti quando il vento cessa, mi ritrovo la testa avvolta dai capelli arruffati.

È fantastico, ho l'opportunità di passare il pomeriggio con un bellissimo ragazzo a cui sto dietro da sempre e devo farlo coi capelli che sembrano la criniera di un leone, fuggito dallo zoo, durante un tornado!

JJ mi richiama chiedendomi di sbrigarmi, io mi sistemo come posso e lo raggiungo. Ci incamminiamo insieme lungo il sentiero contornato da entrambi i lati da un tappeto rosso di foglie secche, con sfumature gialle e marroni e riparato dal vento da una fitta barriera di rami, che nonostante l'abbondante fogliame già caduto a terra, sfoggiano ancora numerose foglie colorate. L'accecante luce del primo pomeriggio autunnale si attenua, man mano che ci addentriamo sempre più nel bosco. Arriviamo alla quercia delle mille radici, così gli abitanti di Wood Valley chiamano l'albero più bello del bosco: una piccola quercia antica, con un'intricata rete di radici che emerge dal terreno, fin da piccoli lo usavamo come per orientarci, quando venivamo a giocare a nascondino qui e anche oggi sarà il nostro punto di ritrovo a fine gara.

Dobbiamo tornare qui fra mezz'ora con le dieci polaroid che sottoporremmo allo spietato giudizio di Elly. Dopo un agguerrito "E che vinca il migliore!" James, si addentra ancora di più nel bosco, io invece rimango ferma qui vicino alla quercia, che scelgo come soggetto per la seconda polaroid. L'ho sempre trovata molto aesthetic, un simbolo inconfondibile di questa stagione!

Decido di fare sia un primo piano, che uno zoom sulle sue caratteristiche radici, poi mi volto e immortalo anche il sentiero con gli alberi ad incorniciarlo. Da uno degli alberi ai lati uno scoiattolo scende correndo per inseguire una ghianda che rotola.

È perfetto ho praticamente vinto: Elly adora gli animaletti!

Seguo la piccola bestiola, fino a quando non raggiunge il suo piccolo tesoro, fortunatamente non si è accorto di me o in caso contrario ama essere fotografato visto che se ne sta fermo a rosicchiare la ghianda creando una scena perfetta da ritrarre.

Una volta ottenuto il mio scatto inizio a ripercorrere i miei passi, non mi sono allontanata molto durante la mia corsa, infatti la quercia ricompare quasi subito nel mio campo visivo e io la fisso come se fosse il faro nel buio che deve guidarmi a casa. A un certo punto però, una sagoma nera si avvicina al grande albero, deve essere per forza James, cavoli è stato veloce, l'appuntamento è fra dieci minuti!

"James!" lo richiamo: "Sei stato veloce!". Sono ancora distante e non riesco a mettere a fuoco bene i suoi lineamenti, ma mi sembra che sia rivolto nella mia direzione, quindi suppongo che mi abbia notata, solo che lui non mi risponde e al contrario quando ormai la sua immagine comincia a diventare più chiara inizia a correre in direzione dell'uscita del bosco.

"James, ma dove cavolo vai? Aspettami!" senza pensarci inizio a correre più velocemente che posso per raggiungerlo. Non punto più al sentiero, ma lo seguo in parallelo tra gli alberi. Ma che cavolo gli è preso? Tengo lo sguardo fisso sul sentiero alla mia sinistra, dove diversi passi più avanti la sagoma sta oltrepassando il confine del bosco. Ho intenzione di raggiungerlo e di pretendere spiegazioni, quindi accelero il passo, quando però d'improvviso sento mancarmi la terra sotto i piedi, precipito, il buio.

...

Qualcosa mi solletica il naso e grazie a questo piccolo stimolo riesco a risvegliarmi. Quando riapro li occhi la prima cosa che vedo e uno spicchietto di cielo che emerge dall'intreccio dei rami, poi mi tasto il naso e realizzo che quel fastidio era dovuto ad una foglia rossa che mi è caduta in mezzo al viso. Mi guardo intorno e realizzo di essere sdraiata infondo a una buca, circondata da polvere e foglie secche.

"Just! Just! Dove sei?" E' James, è tornato a prendermi, allora gli importa di me! "JJ! Sono qua giù!". "Just!" Non è più una chiamata, l'intonazione della sua voce non è più tesa, mi ha sentito ed è sollevato per avermi trovata. Sento un forte calpestio, sta correndo e infatti dopo pochi secondi lo vedo sporgersi dal ciglio della buca. "Just! Stai bene?" il suo tono assume di nuovo quella nota spaventata che aveva quando mi cercava e i nei suoi occhi c'è una paura che non ho mai visto prima.

Ha un'espressione così buffa e carina, non resisto cerco a tastoni la mia polaroid sperando che non si sia rovinata troppo nella caduta, la posiziono davanti agli occhi e scatto prima che lui possa realizzare cosa sto facendo e spostarsi. "Meravigliosamente!" sorrido e rispondo alla sua domanda iniziale, mentre sventolo la polaroid appena scattata.

"Fanculo!" impreca vedendo la sua foto: "E io che mi preoccupavo per te!".

"Ah sì? Allora perché te ne stavi andando lasciandomi qui?" lo incalzo.

La sua fronte si corruga e nei suoi occhi posso vedere la confusione: "Non capisco di che parli, perché dovrei abbandonarti qui?".

Ora quella confusa sono io: "Ma se non eri tu, allora chi c'era alla quercia che è scappato, quando sono arrivata?". "Non ne ho idea, ma ci penseremo dopo, ora tu devi uscire da qui. C'è la fai a muoverti?". "Sì, penso di sì!" infatti, anche se un po' dolorante riesco prima a sollevarmi sui gomiti e a sedermi e poi ad alzarmi in piedi.

La buca non è molto profonda, circa un metro e settanta cinque, giusto qualche centimetro più di me, il problema però è che una caviglia mi fa malissimo, non penso che sia rotta, perché non mi faceva male quando ero sdraiata, però ora che devo poggiarvi il peso sopra non riesco a reggermi in piedi.

"Just, tutto ok?" mi domanda lui, notando la mia espressione distorta. "No!" rispondo con molta sincerità, fare la dura è completamente inutile in questo momento: "Ho preso una brutta storta alla caviglia!". "Vuoi una mano?" "Se non è chiedere troppo!" rispondo innervosita dal dolore e dalla stupidità della sua domanda.

James ridacchia, si siede sul ciglio e si lascia cadere nella buca, solo che una volta atterrato scivola su delle foglie bagnate e finisce anche lui sdraiato sul fondo della fossa. "James ti sei fatto male?" saltello nella sua direzione e cerco di aiutarlo ad alzarsi. "Solo nell'orgoglio!" in un momento però è di nuovo in piedi: "Ora forza usciamo da qui!" mi prende per la vita e mi solleva fuori fino all'altezza del seno, da lì incrocio le braccia e mi aggrappo all'erba, poi sollevo la gamba sana fino al ciglio e grazie a un a piccola spinta da parte di JJ riesco a rotolare fuori dalla voragine.

Una volta in cima è il mio turno aiutare lui ad uscire, fortunatamente è più atletico di me, afferra la mia mano, ma fa quasi tutto il lavoro da solo e in pochi secondi, con la stessa tecnica è fuori anche lui.

Ci ritroviamo a seduti vicini, a pochi centimetri l'uno dall'altra, a guardare la misteriosa cavità del terreno. "Il terreno è sprofondato all'improvviso, com'è possibile?" farfuglio confusa. "E' una trappola che i cacciatori usano per catturare gli animali di grossa taglia come i cinghiali, si scava una fossa vi si stende un telo sopra e lo si ricopre di terriccio e foglie, però è strano in questo bosco non ci sono questo tipo di animali e in più questo genere di trappole non è del tutto legale."

"Sembra più la fossa di una bara!" esclamo istintivamente, senza smettere di fissare il vuoto.

La mano di James mi avvolge la guancia in una carezza, invitandomi a distogliere lo sguardo da quella scena inquietante, per concentrarmi su di lui: "Non devi avere paura, ci sarò sempre io qui a proteggerti!" promette puntando i suoi occhi nei miei.

"Lo so!" sussurro sorridendo.

La mano sulla mia guancia scivola fino ad agganciarsi al mio fianco, provocandomi una leggera scia di brividi, mentre l'altra mi afferra un polso e si avvolge il mio braccio attorno al collo, per poi sollevarmi in piedi. "Ad ogni modo ora torniamo a casa!" "Come di già?" protesto.

"Sì, hai preso una brutta storta e poi non mi piace l'idea di lasciarti girare nel bosco se ci sono dei cacciatori non in regola nei dintorni. E comunque non ti è bastata questa bella disavventura oggi?".

"Touché!". Scoppiamo a ridere e ci allontaniamo abbracciati.

...

James mi aiuta a sedermi sul divano di casa sua, mentre Elly avvicina uno sgabello su cui posso stendere il piede. Li ringrazio molto, ma per mia fortuna la caviglia si è già sgonfiata e nel tragitto macchina-sofà sono riuscita ad appoggiarla senza troppa sofferenza. I due fratelli però non sentono storie e mi costringono a rimanere seduta comoda, mentre lei porta dalla cucina tre tazze di cioccolata calda e lui prepara il nostro solito gioco.

Una volta che le polaroid sono tutte disposte sul tavolo, JJ invita sua sorella a giudicare. Ho praticamente la vittoria in tasca, tra lo scatto dello scoiattolo e quella di suo fratello con l'espressione terrorizzata sono certa di vincere e sono fiera di me, perché nonostante l'inconveniente ho portato a casa tutti e dieci gli scatti.

Eppure più guardo il tavolo più mi sembra che ci sia qualcosa di strano, inclino un po' la testa e realizzo che le foto sono disposte in quattro file da cinque, il problema è che nell'ultima fila ci sono solo quattro polaroid, ne manca una, ce ne sono solo 19 sul tavolo!

Ma ripeto io ho completato tutti gli scatti e James ha avuto più tempo di me, possibile che non sia riuscito a finire?

A rispondere alla mia domanda ci pensa Elly, infatti mentre sta ancora esaminando le foto con aria divertita e meravigliata, la sua espressione si acciglia, perché il suo sguardo viene catturato da qualcosa vicino a lei. Allunga una mano e fruga nella tasca dello zaino del fratello. "Helen ferma, ma che fai!" James cerca di fermala palesemente irritato dall'invasione della sua privacy. "E questa cos'è?" domanda lei tirandone fuori un quadratino di plastica colorato e lucido: la polaroid mancante!

Ritrae una ragazza di profilo che guarda ammaliata il panorama bellissimo che ha davanti, i suoi capelli sono sparsi all'aria scompigliati dal vento, resi rossicci dai riflessi della luce, mentre lei si sistema una ciocca dietro l'orecchio e un leggero sorriso impreziosisce il suo volto. Sono io! Oggi prima di entrare nel bosco, ma non mi ero minimamente accorta che mi avesse scattato questa foto. È meravigliosa, bellissima, una foto rubata, ma scattata con attenzione, dall'inquadratura migliore: è riuscito a cogliere un attimo di bellezza in quella scena quasi ridicola.

"Tu hai iniziato la sfida prima di entrare nel bosco immortalando il paesaggio e io dovevo contrattaccare!" si giustifica. "Allora perché non l'hai messa sul tavolo insieme alle altre?" lo incalza la sorella. "Perché non me ne sono accorto!" si mette sulla difensiva, senza accorgersi che le sue gote si sono palesemente tinte di rosso, cosa che inevitabilmente fa bruciare anche le mie. "Beh, ti stavi auto-sabotando allora, perché hai vinto tu! questa foto è senza dubbio la più bella!" lui non esulta come faccio io di solito, rimane calmo e fa oscillare il suo sguardo da sua sorella a me, in attesa di una mia reazione.

"Elly!" esclamo indignata. "Scusa, lo scoiattolo era adorabile e la polaroid di mio fratello che sembra aver visto un fantasma verrà incorniciata e usata per ricattarlo a vita, ma Just questo scatto è bellissimo! E tu sei una modella incredibile!". "Confermo!" esclama di getto James. Il mio sguardo e quello della sorella saettano su di lui facendogli realizzare quanto ha appena detto, si schiarisce la gola: "Sì, io vado un attimo di là a mangiarmi quelle patatine fritte che Elly adora per festeggiare!".

Sua sorella protesta, ma lui si alza e sparisce in cucina. Gli occhi maliziosi di lei tornano su di me. "Che c'è?". "Niente, pensavo solo che magari come premio potresti andare di là da lui e dargli un bacio!" dice alzandosi dal sofà. "Cosa?! Sei pazza non posso andare là e..." "Fa come vuoi!" dice mentre si dirige verso le scale: "Ma solo per la cronaca, io ora me ne vado di sopra, quindi se cambiassi idea..." inizia a salire le scale. "Non lo farò!" le rispondo, ma lei è già sparita nel corridoio del piano di sopra.

Sono rimasta sola, in piedi in mezzo al salone come una stupida. I miei occhi scivolano in direzione della cucina e i miei piedi si muovono in direzione della porta. Quando realizzo cosa sto facendo sono già nell'altra stanza, che però è vuota: James non c'è.

Com'è possibile? Ho capito che era in imbarazzo, ma scappare dalla finestra per così poco mi sembra esagerato!

Però c'è una luce dietro una colonna che attira la mia attenzione, giro l'angolo che porta a quella che è la piccola lavanderia di casa Rivers, una stanzetta in cui ci sono solo una lavatrice, un'asciugatrice e uno scaffale con dei prodotti per le pulizie, ma il vero spettacolo è un altro: James in piedi di fronte agli elettrodomestici senza maglietta.

La sua schiena sembra scolpita, i dorsali sono visibili, ma non pompati e le spalle non sono esageratamente larghe, ma nonostante ciò la sua struttura è comunque robusta. È perfettamente proporzionato, è proprio bello!

"Just!". Maledizione!

Lui rimane lì, mi guarda, ma il suo viso non è in imbarazzo come il mio, anzi al contrario direi che c'è un sorrisetto malizioso sul suo volto, come se la situazione non gli dispiacesse. E se vogliamo essere sinceri, non dispiace anche a me!

"E così fai il bucato?" esordisco e, non so con che coraggio, faccio un passo avanti e mi avvicino a lui, invece che andarmene. "Sì, sai oggi mi sono rotolato un po' nel fango e se mia madre vede questo disastro mi uccide!" "No, ma se dici così mi sento in colpa, infondo è per aiutare me se sei caduto in quel fosso! Da qua lo faccio io e domani te lo riporto!" "No, primo non c'è problema e secondo se fai il bucato come Elly non ci tengo!". Alzo un sopracciglio perplessa: "Perché?". "Perché due anni fa Helen ha litigato con i nostri genitori perché le dicevano che lei non contribuiva mai in casa e che non sapeva fare niente, quindi lei ha voluto dimostrare il contrario e ha fatto il bucato a tutta la famiglia. Beh fatto sta che alla fine le mie camice andavano al suo orsacchiotto!". Voglio bene ad Elly, ma non riesco a trattenere una grande risata: "Quindi immagino che come premio non mi obbligherai a farti il bucato!". "Assolutamente no, sono molto geloso dei miei vestiti!". Non riesco a smettere di ridere, inclino leggermente il viso per guardarlo meglio e vedo che lui ricambia lo sguardo con altrettanta intensità.

"A parte gli scherzi devo farti i complimenti, la foto che mi hai scattato era davvero bellissima, considerando come ero ridotta due secondi dopo, hai avuto proprio un tempismo impeccabile!". "Non era bellissimo lo scatto, ma la modella con il suo incantevole sorriso e i suoi meravigliosi capelli." Fa un improvviso passo avanti nella mia direzione, io sussulto sul posto, ma non indietreggio. "Ho sempre pensato che ti starebbero bene i capelli rossi, insomma sei meravigliosa anche con il colore marrone, ma secondo me un rosso-arancione ti metterebbe più in risalto il viso!" allunga una mano e mi sistema una ciocca dietro i capelli, esattamente come faccio io nella sua polaroid.

I suoi occhi blu fissi nei miei. "Non mi hai ancora detto cosa vuoi come premio, JJ?". "Non lo so ancora, devo pensarci un po'!" è la sua risposta, ma i suoi occhi fissi su di me suggeriscono che la verità è un'alta. Non so se sia il suo sguardo magnetico o la sue voce profonda a farmi venire i brividi. "Tua sorella in effetti mi ha dato un suggerimento" sussurro maliziosa. "Sentiamo di che si tratta?" chiede in tono di sfida.

La magia del momento fa sparire qualunque tipo di inibizione e mi concede tutto il coraggio necessario per annullare le distanze e posare le mie labbra sulle sue. Non ho nemmeno il tempo per avere dubbi sulla mia mossa, che la lingua di James fa pressione sui miei denti affinché la lascino entrare per andare a caccia della mia, trasformando quello che era nato come un timido bacio, in uno intenso e appassionato. Con un braccio mi circonda la vita e mi stringe a se, mentre l'altra mano all'inizio mi accarezza la guancia, per poi scendere a sfiorarmi il seno e percorrere tutta la lunghezza dei miei fianchi. Io dal canto mio massaggio intensamente la sua schiena, sentendo i suoi dorsali delinearsi sotto i miei palmi. Fa un passo in avanti facendo sbattere i miei glutei contro la lavatrice, l'impatto fa sì che le mie gambe si divarichino leggermente e lui ne approfitta per inserirci in mezzo la sua, stimolando così il mio inguine.

Non riesco a trattenere un leggero gemito e sono costretta a interrompere il bacio per riprendere fiato. Intanto le sue mani si avventano sui bottoncini della mia camicetta sbottonandoli di fretta, non aspetta neanche di arrivare infondo, che si fionda sulla mia scollatura, mentre ancora sta giocherellando con gli ultimi bottoni. Affondo le mani nei suoi capelli, beandomi di questo piacere. "Oh, JJ!" gemo piano.

Lui si rialza. Inizio a tremare dall'emozione come mai in vita mia, questo è il momento in cui mi invita a continuare in camera!

Solo che invece di prendermi la mano e condurmi via si allontana con uno scatto dandomi la schiena: "Maledizione! Ma cosa cavolo sto facendo!" sbatte il pugno contro il muro.

Io rimango li ferma, mezza nuda contro la lavatrice a guardarlo confusa. Lui si volta leggermente e si accorge delle mie condizioni. "Just, perdonami, ti scongiuro, io non so veramente cosa mi sia preso io...".

"Ma io volevo stare con te!" sussurro come una bambina intimorita. Il suo sguardo è più che dispiaciuto, totalmente affranto direi, si riavvicina e mi prende il viso tra le mani. Io strofino le guance contro i suoi palmi, cercando di trasformare in una carezza quel gesto che so benissimo voler essere un tentativo di consolazione.

"Anche io vorrei passare la notte con te Just! Sei una ragazza fantastica e affascinante!". "E allora..." "Ma sei comunque una ragazzina, hai appena sedici anni e poi sei cresciuta con me, devi capirmi è difficile non vederti come una sorellina!" sento il cuore frantumarsi in mille pezzi, gli occhi si riempiono di lacrime, che non faccio nemmeno lo sforzo di trattenere.

"No, non fare così Just!" passa i suoi pollici lungo le mie guance per tagliare la strada alle lacrime. "Non c'è niente che non vada in te, ok, è solo che...". "E' solo che tu non vuoi!" urlo, spingendolo via con forza.

Lui si allontana, mi lascia il mio spazio e non insiste, se ne sta lì muto a guardare mentre mi riallaccio la camicetta, senza riuscire a trattenere lacrime e singhiozzi.

"Invidio il ragazzo che potrà stare con te! Davvero!" esclama quando sto per voltare l'angolo.

Io mi fermo un secondo, ma non ho voglia di commentare, nemmeno di volarmi, per questo prendo e me ne vado.

OGGI

Le cose non sono più state le stesse è innegabile, però io ho comunque cercato di mostrarmi forte e matura, in grado di stare in sua compagnia senza dare di matto, senza sofferenza (o per lo meno senza mostrare la mia sofferenza). Gli ho mostrato che quella che aveva definito una ragazzina, in realtà è una donna determinata, che non si butta ai piedi di nessuno!

Nonostante tutto siamo riusciti comunque a mantenere un certo rapporto d'amicizia e non abbiamo mai evitato di uscire insieme al nostro gruppo. Però è questo il motivo per cui continuo a ripetere a Elly che io e lui non potremo essere mai più che amici, perché suo fratello non ha mai voluto lasciarsi andare con quella ragazzina. rimango comunque grata a JJ per i consigli sulle foto e sui capelli (rossi da allora). Sarebbe stato bello!



Ciao a tutti, sono ancora viva! Scusate il ritardo, ma tra le feste e l'accumulo di verifiche pre-vacanza sono stata sommersa dagli impegni.

Comunque spero di essermi fatta perdonare, perché comunque questo capitolo è molto lungo (tre volte uno normale). E devo dire che mi sono sbizzarrita col romance e ho provato a metterci dentro anche un po' di spicy leggero. Spero vi piaccia, perché ribadisco che il romance non è proprio il mio genere, quindi spero comunque di aver reso il capitolo abbastanza interessante.

P.S. Io non sono assolutamente contro le relazioni con age-gap, anche perché fra JJ e Just non ci sono neanche 4 anni di differenza. Infatti il problema più grande per lui è il fatto che comunque la vede come una sorellina e quindi fa fatica a pensare a lei come una possibile partner.

Ad ogni modo ci vediamo presto, alla prossima

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