PICTURE TO BURN

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-So watch me strike a match
On all my wasted time
As far as I'm concerned you're
Just another picture to burn
There's no time for tears
I'm just sitting here planning my revenge-
Picture to burn, Taylor Swift

Il legno della porta è po' vecchiotto e questa cigola pesantemente quando la si muove, un po' vintage sì, ma questa barriera antiquata custodisce il mio piccolo mondo.

Una stanzetta accogliente, decorata con una carta da parati arancione, su una parete c’è un mobile, che funge da libreria stracolmo di libri, che incornicia una piccola scrivania, con tanto di sedia girevole, lo spazio sul tavolo è quasi totalmente occupato dal mio materiale fotografico.
Nell’angolo c’è un puff su cui posso rilassarmi, con visuale su un vecchio baule, dove tengo un po' di cianfrusaglie.

Adoro questo posto, qui posso davvero essere me stessa!

Camera mia non mi è mai piaciuta, perché mia sorella fin da piccola aveva l’ossessione di rubarmi le cose, non si fermava neanche davanti ad una porta chiusa a chiave, visto che, da piccola, nostro cugino le ha insegnato come scassinare una serratura con due forcine.

Sì esatto, Erin è così quando vuole qualcosa se lo prende, non le importa minimamente se danneggia qualcosa… o qualcuno.

Ad ogni modo al contrario della mia camera, la quale non mi permetteva di avere privacy a causa della serratura tradizionale, il nostro caro vecchio capanno da giardino, dotato di porta con catenaccio è stato convertito da me in “Stanza segreta di Just”. Qui tengo tutte le cose che mi piace tenere più private, come i miei libri; i vecchi oggetti a cui sono troppo affezionata per sbarazzarmene; le mie foto, infatti quando faccio quelle tradizionali questa stanza si trasforma in una camera oscura perfetta, visto che non ci sono finestre.

Ma più di tutto questo stanza custodisce ritagli della mia anima.

Lo sguardo scivola sulla libreria lì accanto, non ho bisogno di cercare, so perfettamente dove si trova ciò che voglio. Seleziono con cura il grande raccoglitore marrone e torno a sedermi sul pavimento di fronte alla lavagna. La scritta di stoffa dorata: “La vita di Just” risalta al contatto col mio palmo, mentre con una carezza scaccio la polvere che vi si era depositata sopra. Apro sulla primissima pagina e vengo intercettata dagli occhietti vispi della neonata più bella del mondo che dalla sua culla in ospedale fissava l’obiettivo. Al polso un braccialetto con su scritto Justine.
In queste pagine c’è tutta la mia vita, dal primissimo giorno, prima con le foto che mi sono state scattate, più recentemente con quelle scattate da me.
Infatti le ultime pagine, più che miei ritratti sono scatti di gruppo o addirittura foto singole dei miei amici e principalmente… di lui.

Immagino non sia difficile credere che quella dedicata a lui è la sezione più curata, stracolma di immagini di noi due che ci baciamo e ci abbracciamo che si alternano a quelle che come soggetto hanno unicamente lui, la sua bellezza messa ancora più in risalto dal mio straordinario talento. Sbatto il pugno contro il foglio, facendo sì che il segno delle mie nocche rimanga impresso sulla sua faccia di plastica, poi prendo in mano quello stesso foglietto e con un colpo secco lo straccio in due metà decapitando il modello. Una piccola soddisfazione!

Torno su quella che per il momento è l’ultima pagina, che custodisce quella che una volta era la mia foto preferita: quella del mio ventesimo compleanno, il giugno scorso. Dove io sono al centro della scena, con il mio bel vestito bianco lucido seduta di fronte alla mia torta con le candeline che brillano come due piccoli fuochi d’artificio illuminando sia il mio viso che i sette invitati dietro di me: i due laterali li definirei più degli imbucati, visto che a sinistra c’è Vincent Allen, il migliore amico di Graham, mi sta sulle palle, ma l’avevo invitato per far contento quel figlio di puttana con cui stavo.

Al lato destro invece abbiamo una delle ragazze più belle della contea: Hanna Bailey, la conosco fin da quando eravamo bambine è vero, ma non abbiamo mai avuto un’amicizia molto stretta, nonostante mi stia molto simpatica. Quella sera era lì perché è tipo l’unica persona sulla faccia della terra che sopporta quella stronza di Erin e, visto che allora la consideravo ancora mia sorella e non volevo che si sentisse sola, ho fatto venire anche la sua amichetta.

Più ci si avvicina al centro più è forte il mio legame con le persone che occupano quello spazio. Vicino ad Hanna infatti ci sono Shell ed Elly strette l’una all’altra che sorridono all’obiettivo, sfoggiando tutta la bellezza che sono consapevoli di avere.

Affianco a Vince invece c’è James, che fissa la macchina pronta a scattare: “Sei sempre stato migliore come fotografo che come modello JJ!”. Il mio dito scivola istintivamente sul suo viso. Mi soffermo a guardarlo, è molto bello con i suoi lineamenti pronunciati perfetti, la t-shirt che lascia intravedere un fisico niente male, muscoli ben definiti, ma non pompati, i cappelli biondo cenere e gli occhioni azzurri… eppure c’è qualcosa che non lo rende fotogenico, in questa particolare occasione, credo che sia la sua espressione, che è scocciata, è teso, quasi irritato dalla persona che ha accanto. E come dargli torto!

Infatti dietro di me esattamente nel cuore dell’immagine ci sono le persone che erano più vicine al mio di cuore: mia sorella e quello che era il mio ragazzo, entrambi tengono una mano sulla mia sedia e con l’altra invece si avvolgono rispettivamente i fianchi. Sorridono tutti e due, ma non all’obiettivo, i loro volti sono rivolti l’uno all’altra e i loro occhi brillano, mentre si guardano.
Si frequentavano già allora? O forse era stato proprio in quel momento che tra loro era scattato qualcosa? Il giorno del mio compleanno, proprio lì alle mie spalle!

E loro? Loro che erano ai lati, che circondavano quei due, che li avevano sottocchio da ogni angolazione, avevano capito qualcosa? Sapevano qualcosa che mi hanno tenuto nascosto? Sì! Devono avere più informazioni di me, per forza.
Io ero innamorata e mi fidavo di entrambi, quindi sono stata cieca, ma loro guardavano tutto oggettivamente. Né Erin, né tanto meno Graham si possono definire dei geni, quindi dubito fortemente che l’abbiano fatta a tutti. Devo solo scoprire chi sa cosa!

Posiziono la foto al centro della scrivania: il mio punto di partenza, i mei amici, i miei sospettati. Esco e lo scricchiolio della porta mi saluta, mi augura buona fortuna per la mia caccia… volevo dire ricerca!

Devo dire che non ho molti commenti su questo capitolo, sto cercando di farvi entrare un po' nel mondo di Just attraverso la sua storia e le sue passioni. Intanto cerco disperatamente di creare un atmosfera con un po' di suspance.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa protagonista nei commenti.

Non vi preoccupate dal prossimo capitolo iniziamo con le vere indagini.

Alla prossima 🧡🍁❤️

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