PARTE I

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"E per favore, potresti smettere di parlare attraverso un braccialetto? È imbarazzante!"
Nel momento in cui mi voltai per uscire, il mago comparse, seppur in forma eterea e sfuocata.

"Fermo! Non è così semplice..."
"Non è per niente semplice! Adesso lei, la belva, si sveglierà dopo sette anni!"
"Questo l'hai detto tu!"

Tolsi la mano dalla maniglia della porta che stavo per aprire e lo guardai confuso. "Tu mi hai risposto..."
"Più o meno..."
Incrociai le braccia al petto spazientito. "Ma ti devo regalare una vocale e qualche consonante per farti spiegare dove caspita si trova?!"

"La tua ironia è fuori luogo, terrestre! Lei è rimasta nel suo tempo, mentre tu, come avrai capito, nonostante la tua pochezza intellettuale, sei nel futuro di sette anni!"

"Eh beh, certo! Perché tu, sei più permaloso di una scimmia e ti sei voluto per forza vendicare di qualche mia uscita poco felice, seppur giustificata dagli eventi!"

Il mago mi guardava senza proferir parola. La sua immagine traballante era scossa da continui movimenti in cui scompariva alla mia vista, per riapparire dopo pochi secondi.

"Quindi? Riportami indietro allora!"
"È una magia dispendiosa. Dovrai aspettare un giorno prima che possa farla di nuovo!"

Un mugolio di sofferenza fuoriuscì dalla mia gola. Un giorno uccel di bosco, senza nemmeno avvertirla. Si sarebbe trasformata in un misto tra Sherlock Holmes e Liam Nielsen nel film "Io ti troverò". Avrebbe coinvolto le sue amiche del Club del Libro, costringendole a cercarmi fino alla Kamkacia, se necessario! Probabilmente avrebbe allertato anche la Farnesina, solo per il gusto di insultarmi in mondo visione appena mi avesse ritrovato.

Nel frattempo sentivo delle urla provenire dal salotto. Dato l'orario, la partita doveva essere finita e nel peggiore dei modi. Da fuori, sentivo l'inno dell'Inter riecheggiare per le strade.

"E nel frattempo io cosa..."
"Devi stare nascosto ed evitare di incontrarla in questo tempo, dove c'è un TU reale, presente!"

Scossi leggermente la testa, ancora più confuso.
"Come sei duro, terrestre! Se incontri te stesso, accadrebbe un collasso globulare... mitocondriale... subat..."

Mentre borbottava meditabondo in evidente difficoltà terminologica, si materializzò tra le mani un opuscolo con l'effige di Ritorno al futuro.
"Temporale! Non mi veniva il termine tecnico!" affermò convinto, picchiettando con il dito su una delle pagine. Mi guardò soddisfatto, annuendo a sé stesso in segno di autostima.

"A parte che non ho nessuna intenzione di incontrare Ines nel futuro, ed è già un miracolo se in questo futuro, io sia ancora vivo..."

"In realtà lei ti vuole b..."
"E non mi interrompere! Mi spieghi dove dovrei nascondermi?! Me ne sto rintanato in bagno di una casa che nemmeno conosco, per un giorno intero?"

"Sei veramente duro!"
"Io sarò duro, ma te sei stronzo!" ormai gli urlavo in preda a un misto tra panico e ira, incurante se qualcuno potesse sentirmi.

"Guardati, terrestre dalla imbarazzante calotta cranica!"
"Sì, mi guardo e cos..."
Mi osservai le mani e in contemporanea mi resi conto che vedevo anche il pavimento sotto. Feci lo stesso con le braccia, con lo stesso risultato. Quando mi affacciai allo specchio, l'unica cosa che vidi fu il muro dietro di me.

"Sono..."
"Duro!"
Gli lanciai un'occhiataccia. "Invisibile!"
"Più o meno..."

Continuavo a rimirarmi stupito, ignorando il Mago che seguitava a parlare senza sosta.
"Capisci, adesso?"
"Cosa?"
"Non mi hai ascoltato!"

"No! E sai perché?" lo additai minaccioso, sfiorando l'immagine del suo volto con l'indice. "Perché a causa tua, ciò che succederà nel passato – presente, si ripercuoterà come una mannaia di dimensioni epocali su di me, nel futuro! Quindi, ciò che è successo ieri, mentre io sono..."

Temporeggiai un attimo, in quanto stavo perdendo il filo del discorso temporale. Il mago intervenne subitaneo in mio soccorso.
"... nell'oggi... "
"Ecco appunto! Si ripercuoterà nel futuro anteriore..."

L'ologramma iniziò a sobbalzare al ritmo dei singulti di ridarella, che stavano avendo il sopravvento sulla sua eterea compostezza.
"Più che anteriore, con tua moglie, direi posteriore... il tuo!"

"Già, molto, ma molto divertente!"
"Adesso, sai come ci si sente a essere presi per il culo..."

Sbuffai. Sentivo che stavo per diventare preda di un fastidioso senso di agitazione, in quanto tutte le conseguenze e i possibili risvolti che sarebbero successi a causa di quella situazione, si stavano materializzando spietati, nella mia mente. E non c'era nemmeno un'opzione, lontanamente positiva, che ne sarebbe derivata. Fissai il Mago, conscio del mio sguardo implorante.

"Ti rendi conto che lasciare Ines un giorno a cercarmi per la città, la trasformerà in una specie di Alien affamato di vendetta? E di ciò che accadrà quando mi farai tornare?!"

"Si!" la sua espressione di malcelata soddisfazione, non lasciava adito a nessun dubbio, riguardo alla goduria al limite dell'orgasmo ancestrale che ostentava verso il mio stato di disperazione.

"E tutto perché si un permaloso di m... "
Mi trattenni dall'insultarlo ulteriormente, cercando di non vanificare le poche speranze che mi erano rimaste. "Possiamo almeno uscire dal bagno? Prima che qualcuno entri e ci caghi di fronte, per favore?!"

"Faremo di meglio, terrestre dalle sinapsi arrugginite. Verrai di nuovo con me..."
"No! No no e no! Io con te non ci torno!"

"... e osserverai Ines nel suo presente, nelle sue azioni quotidiane, nell'attesa di ritornare."

Non ebbi il tempo di controbattere. Lo spazio attorno scomparve, senza nemmeno lasciarmi la possibilità di tirare lo sciacquone. Avrebbe trovato un bel regalino, il proprietario di casa!

Adesso, con il Mago compiaciuto al mio fianco, nella sua dimensione, osservavo il presente, il mio presente, dove... non ero presente! Sì, ho detto presente per tre volte consecutive, con quest'ultima quattro! Non è un refuso, è un rafforzativo! Mi stavo rafforzando nella convinzione che non ne sarei uscito vivo! Poi, il mio stato emotivo, raggiunse il picco della più profonda umiliazione quando vidi arrivare, con espressioni sfacciatamente sorridenti, il nano e l'elfo, per assistere allo spettacolo.

————-
Ines si ridestò, voltandosi lentamente verso il lato opposto del letto matrimoniale, per controllare se il ribaldo fosse tornato dai gozzovigliamenti della partita. Oltre a essere vuoto, il letto era anche intatto, dalla sua parte. Gli occhi si fecero a fessura e, con un grugnito di disapprovazione, si alzò dal letto.

"Scommetto che quando è tornato, è andato in bagno a pisciare e si è addormentato in piedi con la testa appoggiata sul muro." Borbottò tra sé, scuotendo la testa con disappunto. Spalancò la porta con un'espressione che ricordava il più sadico Jack Nicholson in "Shining", ma lo trovò vuoto e intonso.

"Dove..."
Lo sguardo divenne animalesco, i canini si allungarono come quelli di uno Smilodonte, gli occhi iniziarono a saettare da un lato all'altro della casa. Decise di tenere le luci spente. Ovunque fosse, in qualsiasi pertugio si fosse nascosto, non l'avrebbe vista arrivare. Severa, ma giusta!

"Cavolo..."
Le pupille erano ormai diventate tizzoni ardenti, alla ricerca del soggetto del desiderio da incenerire. La "ragazza incendiaria" di Sthepen King, al suo confronto, era una bidella in pensione. Era appena passata alla modalità "visione notturna", e si immaginava i propri capelli ondulati e mossi, trasformarsi nelle treccine rasta di Predator.

"È..."
Già, è... voce del verbo essere, indicativo presente e testimone futuro di ciò che sarebbe successo. Dal naso, iniziò a fuoriuscire uno sbuffo irregolare ma cadenzato d'aria, violento come quello dei geyser islandesi. Un ferro da stiro del cinquantasei, con caldaia a vapore alimentata da carbon fossile, avrebbe prodotto una quantità minore di umidità nell'aria.

"Quel..."
I passi si fecero più pesanti. Intenzionalmente, più pesanti. La doveva sentire! Doveva percepire la sua sagoma demoniaca in avvicinamento, decisa e inesorabile, scandita nel ritmo, come il motivetto della colonna sonora de "Lo squalo". Più vicina... sempre più vicina! Le mancava solo la pinna caudale sulla schiena e le branchie.

"Coglione!"
Un grugnito fuoriuscì dalla gola. Una smorfia maligna le deformò le labbra. Era in attesa ormai, pronta a scattare sulla preda, velenosa come un cobra incazzato del Nord America. Stava pensando di colpirlo con qualche mossa da Wrestler professionista. Da qualche parte, aveva sempre la parrucca di Hulk Hogan che indossava sempre da piccola per bullizzare i maschietti che la importunavano.

Non era né in sala, né nelle altre stanze della casa. Aveva... osato... non tornare a casa... senza dire niente! E tutto per una partita di calcio, dove ventidue esseri mono neuronici correvano dietro un pallone.

L'ultima volta che aveva osato farle un affronto del genere, trovò ad attenderlo in giardino una cuccia di legno come giaciglio per la notte. E fu fortunato che rinunciò all'idea di comprare anche un Alano adulto, solo per il gusto di farcelo coabitare.

Stavolta avrebbe pagato con l'astinenza! Intesa in tutte le sue sfaccettature, da quella alcolica a quella fisica. Per quanto la riguardava, poteva appendere il suo coso in macchina sua, come un Arbre Magique.

"Vedrai dove te le pongo le zucchine del tuo amato orto, appena avrai il coraggio di ripresentarti!" sbottò, incamminandosi verso la camera per vestirsi e uscire.

—————

POV (Mago, Paolo, Elfo, Nano, spettatori nell'altra dimensione)

"Che caratterino..."
"Che ferocia inusitata..."
"Che intraprendenza..."

"Che teste a testicolo che siete!" sbottai contro i tre simpaticoni che si crogiolavano beati sulle loro sedie, mentre io assistevo inquieto e in piedi all'avvicinarsi del mio destino. I bastardi si stavano gustando, senza alcun riguardo nei miei confronti, la scena di Ines all'interno della casa.

"Meglio del Grande Fratello VIP!" il mago, visibilmente, era il più compiaciuto dei tre.

Il nano mi cinse la vita con un gesto affettuoso. Lo guardai con sospetto.
"Alle spalle non ci arrivo... Comunque, fossi in te, appena torni, mi preoccuperei di far sparire le zucchine. Se dimenticate sulla pianta, tendono a raggiungere dimensioni ragguardevoli..."

"Hi hi hi hi hi hi" Il Mago era ripartito nuovamente sghignazzando tutto l'alfabeto delle vocali.

"Dai, Paolo" continuò il nano "Fai come me, prendila con filosofia!"
Dalla bisaccia tirò fuori un tomo, il cui titolo inciso in bella grafia sulla copertina riportava la dicitura "Il pensiero di Platone".

"Leggi quella roba lì, te?" indicai con un cenno della testa il libro.
"No! Mi serve come spessore per la seduta della sedia o quando vado a fare lo Yoga mattutino con l'elfo. Sai, la schiena... devo tenere la giusta postura."

Mi voltai verso la visione sulla Terra, nel momento in cui Ines usciva di casa sbatacchiando la porta. Le vibrazioni, si propagarono su tutta la superficie in muratura. Nell'arco di due isolati, la fauna volatile spiccò il volo verso l'alto, in un fruscio di piume e foglie, spaventata dal rumore. L'erba del pratino, dava la sensazione di spostarsi di lato al suo passaggio, come la biblica acqua fece con Mosè. La caccia, era iniziata!

"Meglio che al cinema!" esclamò soddisfatto l'elfo, poi si rivolse verso di me.
"Sicuro di voler tornare, amico?"

Gocce di freddo sudore, mi scesero a rivoli sulle guance, facendosi carico di tutto il terrore che stava prendendo il sopravvento alla vista di quelle immagini.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro