Epilogo

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Al termine degli esami il castello di Hogwarts si trasformava. Solo in quel momento gli studenti si rendevano conto che l'estate era ormai giunta: il sole, alto nel cielo, illuminava le cime degli alberi, verdi come non mai; le Higlands scozzesi risplendevano di luce propria; il lago nero diveniva il principale luogo di ritrovo in cui sostare all'ombra del grande albero o in cui trovare refrigerio in una giornata afosa alquanto atipica per il clima inglese.

Rose osservava i suoi compagni chiacchierare, finalmente spensierati, dalla Torre di Astronomia, ancora l'unico luogo in cui poteva trovare un po' di pace, e poteva udire le loro risate sguaiate fin lassù. Erano fortunati a non essere stati coinvolti nel grande caso diplomatico che era scoppiato a Hogwarts. Lei ne era uscita apparentemente illesa, ad eccezione di un paio di lividi e qualche graffio che non voleva rimarginarsi, ma il segno delle percosse era impresso nella sua mente e lo riviveva ogni qual volta chiudeva gli occhi.

Scorpius doveva stare anche peggio di lei, ma era più bravo a nasconderlo. In pubblico cercavano di contenersi, di minimizzare il loro coinvolgimento, anche se in realtà erano quasi rimasti vittime di quello psicopatico razzista. Quando erano soli, rifugiati tra le solide rocce della Torre, si permettevano di essere vulnerabili, a volte anche semplicemente stando sdraiati in silenzio mentre qualche lacrima scendeva dagli angoli dei loro occhi, illuminandoli di dolore per ciò a cui erano stati sottoposti e gratitudine per essere sopravvissuti entrambi.

Invece quel pomeriggio ne stavano parlando, d'altronde farlo era necessario per entrambi, per lasciarsi tutto alle spalle. Ricordare ogni dolore ed ogni emozione si sarebbe rivelato indispensabile per controllarsi in futuro, pubblicamente, quando avrebbero dovuto rendere conto alla comunità magica, lontani dalle mura protettive di Hogwarts.

«Quindi era davvero Seline che piangeva nel bagno ad Halloween» soffiò a un certo punto Rose, riflettendo su ogni istante incerto che aveva caratterizzato quell'anno e soffermandosi su quel particolare del ballo di Halloween che aveva sottovalutato.

«Io ancora non capisco come tu abbia fatto a riconoscerla, sembrava un'altra persona con la maschera» si lasciò sfuggire il ragazzo, senza rendersi conto della cruciale informazione che aveva appena rivelato.

«E tu come fai a sapere...» rifletté la Rossa, sbattendo ripetutamente le palpebre per capacitarsi di ciò che il cervello le stava suggerendo. Non era da sola quella sera, il cavaliere misterioso, che aveva creduto essere Colin per tutto quel tempo, l'aveva trovata insieme a Seline nel bagno del piano terra.

«Sei...» azzardò incerta, tirandosi a sedere sui gomiti.

Scorpius era accanto a lei, ancora sdraiato con gli occhi chiusi. I capelli chiari gli ricadevano in ciuffi leggeri sulla fronte e sugli occhi, che teneva chiusi per proteggerli dalla luce. Le labbra erano arcuate in un sorriso leggero ma malizioso.

«Il ragazzo di Halloween» terminò per lei dopo essersi tirato a sedere a sua volta, facendole l'occhiolino. Ora la osservava da sotto i ciuffi che leggeri gli cadevano sugli occhi e che provvedeva immediatamente a spostare.

«Ma come facevi a sapere che io ero lei?» domandò, non riuscendo nemmeno a formulare correttamente la frase tanta era la fretta di conoscere la risposta. Non aveva molto senso in realtà, ma Scorpius parve afferrare il concetto.

Era troppo stranita dalla situazione per rendersi conto di ciò che il ragazzo le stava rivelando. Aveva odiato sua cugina, accusandola tacitamente di averle rubato il ragazzo, ragazzo che in realtà non aveva mai visto e che si era rivelato non essere il suo cavaliere misterioso; dunque, l'unica colpevole era lei, troppo sciocca per rendersi conto che ciò che aveva ardentemente desiderato l'aveva avuto dinanzi agli occhi per tutto l'anno.

«Segreto» ammiccò lui, sollevando le sopracciglia in modo eloquente.

Rose lo osservò con gli occhi ridotti a due fessure, avvicinandosi guardinga al fine di estorcergli qualche informazione. Finì praticamente seduta su di lui quando Scorpius le afferrò le braccia per attirarla a sé, facendo cozzare i loro petti.

«Profumi di inchiostro» rivelò infine, suggellando quella confessione con l'ennesimo bacio.

Fine

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