Mi allunghi una mano sorridendo, che io, puntualmente, rifiuto scappando e allontanandomi. Ai miei occhi siamo due poli opposti, un paio di rette parallele destinate a non incontrarsi mai.

Così in alto perché io non possa essere all'altezza, eppure, al medesimo istante, così vicino a quella sensibilità che cerco negli altri. Un tipo di emotività sviluppatasi in seguito a momenti ardui, un'empatia creatasi grazie a una rielaborazione e voglia di migliorare se stessi.

Sei e non sei quello che dimostri, troppo profondo perché gli altri vedano oltre la superficie spessa.

Fuggo perché di fronte a te mi sento piccola, ingenua, completamente vulnerabile. Emozioni sciocche e insensate per uno sguardo esterno, eppure così forti per me.

Ho paura di te, di chi sei, di cosa mostri agli altri, delle sensazioni che provochi in me.

Il formicolio allo stomaco quando vedo il tuo sorriso.

Il vuoto al cuore solamente con la tua presenza.

Per questo tendo a evitarti, spingere via, scappare da una situazione in cui ogni cosa sembra perdere valore, scomparire. Mi sembra di essere in grado di vedere cosa nascondi dietro alla figura che ti sei costruito, all'impegno che ci hai messo per raggiungere il riscatto che desideravi tanto.

Per certi versi mi assomigli, tuttavia le differenze sembrano il doppio e maggiori rispetto alle similitudini.

Ho paura, eppure qualcosa mi attrae, una forza straniera.