Malessere

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Ogni tanto capita, negli esseri umani maggiormente sensibili e di buon cuore, che una sorta di "malessere li colpisca".

Inizia all'altezza del cuore, per poi diffondersi in tutto il corpo. Una mano di tenebre avvolge l'organo palpitante, stringendolo con un pezzo di filo spinato. Esso è spremuto fino all'ultima goccia di vita, lasciandolo completamente privo di ogni possibilità di ribellione.

Un buco nero si preoccupa di raccogliere ogni cosa persa, in maniera tale che non venga impiegato in alcun modo. Lo cattura e tiene stretto a sé, nutrendosene insieme alla figura d'ombra.

Esternamente non si nota nulla, sono gli effetti collaterali i campanelli d'allarme.

Si ha voglia di piangere, perché ci si sente rotti all'interno, ma nessuna lacrima osa posarsi sul viso contratto. Le labbra si socchiudono, come se volessero dire qualcosa, senza, tuttavia, proferire una singola parola. Lo stomaco si stringe, arrivi addirittura a non mangiare più perché il cibo diventa non necessario, e la mente diventa un turbinio di pensieri, un tornado che distrugge ogni cosa positiva che c'è.

Le braccia dell'essere d'ombra ti avvolgono come una coperta, assorbendo tutto il calore che possiedi. Il gelo ti entra nelle ossa e porta con sé brividi che invadono la schiena.

L'unico desiderio che provi è quello di liberarti, anche se comprendi fin da subito che non puoi farlo. Vorresti piangere ma non ce la fai. Vorresti scaldarti ma ti è impossibile, il calore esce rapidamente e facilmente tanto quanto entra. Niente ti può aiutare.

Eppure non molli, cerchi di andare avanti facendo finta di nulla. Hai una persona che ha bisogno di te al momento, troppo debole per poter sopportare entrambi sulle sue spalle. Non puoi arrenderti, devi andare avanti a combattere per lei.

Per questo motivo ti siedi, facendo dei respiro profondi. Come ti hanno già detto, devi trovare un modo per superare tutto da sola almeno una volta ogni tanto. L'essere umano è debole e fragile per definizione, ogni tanto le cadute sono normali.

Tenti di calmarti, cercando un modo per far passare ogni cosa. Hai due soluzioni: farti del male fisico o piangere. La prima la escludi. Ne sei uscito da un bel po' ormai, non puoi buttare ogni fatica nel bidone dell'immondizia.

Tenti di liberarti attraverso le lacrime. Ti serve qualcosa che ti faccia piangere indipendentemente dalla situazione. Il problema è che si tratta della risposta più difficile e dolorosa da affrontare.

Se ferendoti risolvi con un paio di tagli in pochi secondi, piangendo attraversi l'inferno mentale. Qualsiasi pensiero negativo possa esistere nella tua testa, infatti, viene a galla in quel preciso momento. Nel contempo che le lacrime ti liberano esteriormente, liberando il cuore dalla mano di tenebre e il corpo dalle braccia d'ombra, il tuo cervello processa migliaia di pensieri al secondo.

Tutti gli scenari sono i peggiori, le sensazioni altrettanto tangibili.

Un uragano ti graffia la scatola cranica dall'interno, tagliandoti profondamente nell'anima. Se prima si preoccupava solo di eliminare la parte positiva, ora vuole distruggerti.

Il tempo è soggettivo, lo si capisce da soli quando ogni cosa passa. Anche il "malessere" se ne andrà, per poi tornare ancora. L'importante è impararlo a combattere.

In qualche modo.

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