6. Delusion

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Katsuki si svegliò che era ancora notte, il cuore gli martellava nel petto. L'eccitazione e l'aspettativa di rivedere Izuku lo avevano tenuto sveglio per buona parte della notte. Avevano condiviso i loro pensieri e la promessa di una immersione insieme aveva reso l'attesa quasi insopportabile. Si vestì in fretta, indossando la sua muta e raccogliendo la sua attrezzatura da immersione. Era determinato a raggiungere Izuku.

Guidò fino alla spiaggia, il rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia era un suono familiare e rassicurante. Il cielo era ancora scuro, con solo un accenno di rosa e arancio all'orizzonte, segno che il sole stava per sorgere. Katsuki si fermò un momento, respirando profondamente l'aria salmastra e lasciando che la brezza marina scompigliasse i suoi capelli biondi.

Con cautela salì sugli scogli, raggiungendo un punto dove l'acqua sembrava piuttosto profonda e sicura. Indossó le bombole e si calò piano in acqua, lasciandosi scivolare nell'oceano, nuotando con forza per contrastare le onde, verso il largo, guardandosi attorno prima di inserire il boccaglio e calarsi la maschera sugli occhi. Le valvole erano regolate e il mare era relativamente calmo, le onde dolci e invitanti che lo cullavano come in un abbraccio. Quando raggiunse un punto abbastanza lontano dagli scogli, si fermò, e si immersa, azionando una piccola torcia subacquea che aveva ancorata a uno spallaccio delle bombole.

Passarono i minuti. Katsuki guardava l'acqua con attenzione, cercando un segno, un movimento, qualcosa che gli indicasse che Izuku era vicino. Ma l'oceano rimaneva tranquillo, i suoi movimenti lenti e regolari mentre scendeva di più e di avvicinava al fondale. L'alba avanzava, il cielo diventava sempre più chiaro e il sole cominciava a spuntare sopra l'orizzonte, ma di Izuku nessuna traccia.

Un senso di frustrazione e delusione cominciò a farsi strada nel cuore di Katsuki. "Forse è solo in ritardo." si disse, cercando di scacciare la preoccupazione. Decise di aspettare ancora un po', girando quasi in tondo, le bolle d'ossigeno che sfuggivano dalle sue labbra e si arrotolavano su se stesse, perdendosi nella corrente, gli occhi che vagavano febbrili attorno a lui.

Dopo circa una mezz'ora , però, l'agitazione cominciò a prendere il sopravvento. "Dove diavolo sei, Izuku?" mormorò tra sé e sé, stringendo il boccaglio tra i denti con impazienza. Continuò a guardare intorno, ma il mare era sempre silenzioso e vuoto. Katsuki cominciava a sentirsi stupido per aver creduto che Izuku si sarebbe presentato. "Forse è davvero successo qualcosa..." pensò, un nodo di preoccupazione che si stringeva nel suo petto.

Alla fine, rassegnato, Katsuki decise di tornare in superficie, verso gli scogli, e poi a riva. Con un ultimo sguardo al mare, iniziò a camminare verso la spiaggia, il cuore pesante. Forse Izuku aveva avuto un imprevisto, forse non poteva più venire... o forse non voleva più vederlo. Questa ultima possibilità lo colpì come un pugno nello stomaco. Perché Izuku avrebbe fatto una cosa del genere dopo tutto quello che avevano condiviso?

Ma Katsuki non era uno che si arrendeva facilmente. Nei giorni successivi, tornò più volte nello stesso punto, alla stessa ora, sperando di vedere di nuovo Izuku. Ogni volta il risultato era lo stesso: l'oceano calmo e silenzioso, senza traccia del tritone dai capelli verdi. Ogni giorno la sua frustrazione cresceva, trasformandosi in un misto di rabbia e dolore. Che fine aveva fatto Izuku? E perché lo stava evitando?

Dopo una settimana di tentativi senza successo, Katsuki si ritrovò sulla spiaggia, fissando l'oceano con uno sguardo torvo. Si sentiva tradito, come se Izuku gli avesse fatto credere in qualcosa di speciale solo per poi svanire nel nulla. Aveva lasciato che le sue difese si abbassassero, aveva aperto il suo cuore... e ora si sentiva un idiota per averlo fatto.

«Stupido, stupido, stupido!», borbottò tra sé e sé, calciando una conchiglia che rotolò sulla sabbia, fino a scomparire tra le onde. Il mare continuava a infrangersi placidamente, indifferente alla sua rabbia e alla sua delusione.

Perché Izuku era scomparso? Katsuki non riusciva a trovare una risposta. Ma ogni giorno che passava senza vederlo, il suo cuore si faceva più pesante, e la sua determinazione cominciava a vacillare.

Seduto sulla sabbia, Katsuki si chinò in avanti, appoggiando la testa sulle ginocchia. Per la prima volta in molti anni, si sentì veramente solo. Aveva cercato di trovare una connessione, qualcosa di reale e profondo, e ora gli sembrava che tutto gli fosse stato strappato via senza motivo.

Un'ondata di disperazione lo travolse, e non riuscì a trattenere le lacrime che cominciarono a scendere silenziosamente lungo le sue guance. Sentiva un dolore sordo nel petto, una ferita che sembrava non voler guarire. «Izuku... dove sei?», sussurrò, la voce spezzata dal singhiozzo.

Non c'era risposta. Solo il rumore delle onde e il vento che soffiava leggero sulla spiaggia deserta.

Katsuki rimase lì, a piangere in silenzio, chiedendosi se avrebbe mai rivisto Izuku o se quella connessione che avevano condiviso fosse destinata a rimanere solo un ricordo doloroso.

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