Capitolo 3: Un po' di rabbia

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Torno a casa con due sacchetti di toast che basteranno per qualche giorno. Salendo le scale del condominio abbandonato mi rendo conto del fatto di avere un groppo in gola. Mi rendo conto di non volere che Jeff sia già sveglio.

Forse non lo dovevo fare. Insomma, avrei dovuto aspettare che si svegliasse invece di obbedire al mio capriccio. Sospiro, cercando in tutti i modi di far smettere il mio stomaco di rivoltarsi su sé stesso a causa dell'ansia. Del resto, gli sto facendo un favore, no?

Sarà contento... no?

Quando mi trovo davanti alla porta mi fermo. Sento solo silenzio oltre di essa, ed il groppo sulla mia gola non accenna a svanire. Mi mordo un labbro, per poi dirmi che non posso stare qui per sempre.

Non voglio che sia deluso da me. Che si arrabbi con me.

Non appena apro, vedo la stanza vuota. Jeff deve essere ancora a letto. Per forza, non può essere altrimenti. Appoggio i sacchetti a terra, mentre il mio cuore inizia a calmarsi. Ora va tutto bene.

Faccio appena in tempo a prendere il toast che vorrei mangiare che sento una voce, e il sangue pare gelarsi nelle mie vene.

" Madge... piccola Madge, sei tornata?"

Resto impietrita, immobile. Poi vedo il viso di Jeff spuntare dalla nostra stanza, perennemente sorridente. Mi guarda con le sue minuscole pupille, e poi si avvicina, mentre le sue scarpe scricchiolano sul pavimento, con passo pesante.

" La mia piccola Madge mi ha lasciato da solo... sai che questo mi rende molto triste, vero?"

Abbasso la testa, non voglio guardarlo. Non voglio vedere la rabbia nei suoi occhi. Si avvicina e sento il suo respiro su di me, pesante.

Resto zitta, con alcune ciocche di capelli che calano sul mio viso mentre guardo a terra, tenendo gli occhi spalancati.

Madge è cattiva, Madge è tanto cattiva.

" N-non c'era più cibo, s-sono andata a..."

"Non rispondere!" esclama lui, e sento arrivare il primo schiaffo, forte, che risuona per la stanza "Credi di poterlo fare?"

Il mio viso resta girato da una parte, mentre mi mordo un labbro.

"Tu non puoi uscire senza di me. Mi fai preoccupare, Madge. Mi fai molto preoccupare, capisci?" sento un suo dito intrufolarsi sotto il mio mento, e vengo costretta a guardarlo negli occhi. Nei suoi giganteschi occhi quasi bianchi. È difficile riconoscere un sentimento sul suo viso sfigurato.

" Madge, mi fai tanto spaventare, non mi deludere ancora. Io ti amo, non posso lasciare che ti accada qualcosa. E non posso lasciare che tu faccia cazzate."

Mi lascia un bacio sulle labbra, che si sono spezzate in seguito al suo schiaffo, dopo avermi parlato in modo improvvisamente dolce. Posso sentire il sapore del sangue, ora.

Si allontana con un passo all'indietro, ed io resto ferma, con il dolore che ancora si espande lungo il mio viso.

Sei cattiva Madge, non lo vedi? Lo hai deluso, non si può fidare di te. Dovrebbe trovare qualcuno di più fedele, di molto più fedele. Tu sei solo un'inutile ragazzina.

Davvero mi chiedo come abbia potuto volere te, razza di stupida. Vorrei davvero prendermi a pugni in faccia, ora.

" Mi dispiace tanto... " dico, restando in piedi, dritta al mio posto " Davvero, mi dispiace tanto..."

Sento le mie spalle venire scosse da forti singhiozzi.

Non posso comportarmi così. Lui non mi amerà più se faccio così. Mi dirà che non vado più bene e sarà la verità. Se andassi bene lui non dovrebbe punirmi. E invece sbaglio sempre, sbaglio sempre.

Anche lui ha sbagliato a scegliere me, e non qualcun altro.

Poi, mi abbraccia. All'improvviso, e io non posso che gioirne.

Nonostante la schifezza che sono e le cose sbagliate che faccio, mi abbraccia.

"Imparerai, Madge " mi dice lui, sussurrando al mio orecchio " Ora smetti di piangere. Ti farò imparare. Non vorrai certo che io rovini ancora il tuo viso? Neppure io lo voglio"

Mi stringo a lui.

Non deve essere triste per colpa mia, non posso permettermelo. Devo migliorarmi, e lui diventerà felice di me.

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