Capitolo Dodici

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<<Katherine>>. Apro gli occhi di scatto, ritrovando Alexander davanti a me.

"Gli stringo un polso tra le dita, cercandolo. Sono stanca, il sonno non s'impadronisce più del mio corpo e la fame... quella fame è incessante dentro di me. Si alza in piedi, avvicinandosi alla scrivania della stanza. Prende la chiave delle manette e poi, ritorna da me. In silenzio, mi libera il polso e mi aiuta a rimettermi in piedi".

"Non mi guarda o, almeno, mi rendo conto che non lo fa più come prima. Un dolore forte, si propaga nel mio corpo, mi fa stringere le labbra e, senza che possa nemmeno rendermene conto, sento le lacrime scivolare via dagli occhi in maniera sommessa, Quasi incapace di poter anche solo fare un respiro meno silenzioso".

<<Le tue emozioni adesso sono ampliate, qualsiasi cosa tu penserai. Finché non imparerai a dominarti, avrà il controllo su di te>>. Spiega lui.

<<Alexander... ti prego>>. Mi stringo al suo collo, piangendo sulla sua spalla.

"Le sue mani mi sfiorano i capelli mentre mi lascia andare a quelle che sono le mie emozioni. Non è paura né rabbia, adesso è solo dolore. Sento la sua anima chiudersi in se stessa, il suo amore rifugiarsi in un antro oscuro del suo cuore e il silenzio piombare su di noi, come il freddo degli inverni più rigidi. Perché non voleva ciò per me, non desiderava vedermi diventare come lui e questo complica ogni cosa".

"Questo dolore profondo è il pensiero di vederlo andare via. Di ripudiare ciò che sono e l'amore che abbiamo tanto desiderato, che abbiamo guadagnato dopotutto ciò che abbiamo vissuto. Ed io mi sento molto ferita da ciò che la vita mi ha riservato".

"Da questa sofferenza che mi sta strappando dall'amore che desidero. Da ciò che ho combattuto a lungo e che sembrava finalmente appartenermi... appartenerci, ad Alexander e me. A noi che abbiamo camminato lungo questo sentiero così difficile solo per poterci amare".

<<Io ho... ho bisogno di sapere che mi ami Alexander, che non mi lascerai andare... adesso>>. Mormoro la mia confessione, alzando lo sguardo verso di lui.

<<Non ti lascerò andare>>. Sfiora la mia fronte con le sue labbra, posando un bacio delicato quasi inavvertibile.

"Respiro a fatica perché queste emozioni mi tolgono completamente le energie. Mi allontano leggermente da lui e riesco a notare perfettamente la sua espressione marcata. Fredda come i ghiacciai più profondi dell'oceano, come il buio della notte e l'oblio che la descrive".

"Si allontana dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Cerco di percepire i suoi movimenti adesso che riesco a sentire qualsiasi cosa come se fosse davanti a me. I suoi passi vanno nella stanza accanto, una delle tante che appartiene alla villa, se non sbaglio proprio nell'ufficio di Arthur. Poco dopo ritorna dove sono e con sé ha un uomo di circa trent'anni in uno stato alterato, probabilmente dovuto a qualche droga. Lo getta sul divano mentre l'uomo si lascia cadere completamente, poco coscienzioso di ciò che sta accadendo intorno a lui".

<<Ecco la tua preda>>. Dice Alexander, mi volto verso di lui perplessa.

<<Che cosa vuoi dire? Che cosa dovrei fare?>>. Gli domando con agitazione.

<<Non preoccuparti, non dovrai ucciderlo. Io sono qui e ti aiuterò a controllarti. Dovrai bere sangue da lui, è un rituale obbligatorio. Il primo stadio del vampirismo ha bisogno di bere sangue. Il tuo nuovo corpo lo desidera per riuscire a ritrovare le energie necessarie a sviluppare i sensi. Non puoi non farlo, altrimenti morirai>>. Mi osserva con i suoi occhi azzurri e parlando con serietà.

<<Io... io non ne sono capace. Prima avevo voglia di farlo ma... adesso, non... >>. Balbetto, incerta di ogni cosa.

<<Kate, basta che isoli ogni cosa. Pensa al sangue che scorre nelle sue vene, il cuore che pulsa dentro di lui, concentrati su questo>>. S'avvicina mormorando queste parole.

<<No, non posso. È drogato, non vedi?>>. Mi volto di scatto, spaventata dalla situazione.

<<Ci sono posti in cui alcune persone accettano di essere morsi dai vampiri. Di diventare loro nutrimento ma non sempre si ha la forza di farlo, quindi si ricorre a questi metodi... come drogarsi>>. Si porta una mano alla bocca e mi parla accigliato, con austerità.

<<La droga non ti farà niente. Ora che sei un vampiro, ciò che altera gli essere umani non può avere effetti su di te. La fame da cibo, l'alcol, le droghe... anzi, gli libererai il sangue in fretta>>.

<<Vuoi dire... vuoi dire che lui si è drogato per essere morso da un vampiro?>>. Domando ancora.

"Annuisce, spiegandomi che è proprio lì in cui ha trovato molte sue prede. La mia mente è confusa da milioni di domande che mi attanagliano e mi bloccano, al pensiero di fare una cosa del genere. Nutrirmi? Come posso aver solo pensato prima di correre verso quelle due cameriere? Come posso fare una cosa del genere? Bere sangue da un mio stesso simile, permettere che ciò accada".

<<Tu non sei più umana e ne hai bisogno se non vuoi morire. Ed io adesso, non ho alcuna intenzione di vederti morta>>. Mi prende un braccio parlandomi a un soffio dalle labbra.

<<Pensa al suo sangue, al desiderio che hai di volerlo fare. Ti aiuterò Katherine, andrà bene>>. Mi lascia il braccio respirando quelle parole con calma.

"Mi volto verso quell'uomo in uno stato di incoscienza. Mi concentro, serrando le labbra e le dita delle mani. Ogni suono a me percettibile diventa muto. Ogni cosa che posso vedere, si annebbia dal desiderio e ascolto il suo cuore palpitare forte, il sangue scorrere nelle vene e quelle del collo pulsare ritmicamente".

"Chiudo gli occhi d'istinto mentre sento i miei canini cambiare forma, diventare taglienti e pronti a stringere la carne sotto la loro presa. Gli occhi cambiare, la vista alterarsi in una forma unica capace di mostrarmi quasi l'invisibile. Avanzo lentamente verso quell'uomo ritrovandolo in pochissimo a pochi centimetri da me. Il suo respiro è forte e pungente, il suo collo è steso mentre seduto, ha la testa sprofondata sulla spalliera del divano e la sua vena giugulare batte, pronta e invitante alla mia fame insaziabile".

"Apro la bocca, leccandomi le labbra e concentrandomi su ciò che sto per fare. Mi sento trasportare dalla sete, dalla voglia di sangue inarcandomi verso di lui e sfiorando quel collo con le mani, pochi secondi ancora mentre fremo e do libero spazio ai miei istinti primordiali, che ora mi appartengono".

"Faccio uno scatto e, sentendo gemere quel corpo dal dolore, i miei canini si fiondano sul suo collo. La prima percezione che ho è sublime. Mi sento come se stessi bevendo da una fonte paradisiaca, come se ciò che scorresse lungo la mia gola fosse il nettare divino. Il peccato più grande, la brama più incessante e il piacere della sazietà più intenso. Infilo ancora di più i canini nella carne, lui geme ancora ma a me non importa".

"Potrebbe anche morire, sotto questa presa ma io ne voglio di più. Voglio scorrere ancora il sangue dentro di me. Voglio questa vitalità che immediatamente s'impadronisce di questa mia immortalità. Questa vita che io scelgo, che voglio, cui io appartengo, ed essa a me perché sono forte, unica, bella, padrona di ogni cosa e soprattutto padrona di me stessa".

<<Fermati Katherine, fermati>>. La voce di Alexander distoglie i miei pensieri.

"Si avvicina di scatto mettendosi quasi tra me e quell'uomo. I miei canini stringono più forte e il sangue cola sul collo della vittima, sui miei abiti e tra le mie labbra ancora insoddisfatte e affamate. Ne ho bisogno, davvero e non può lasciare che questo finisca adesso".

<<Lo ucciderai Katherine, non può farcela>>. Il tono di Alexander è nervoso, mi prende il collo con una mano e mi stringe quasi soffocandomi.

"Infilo le unghie nel divano, stringendo i denti e prendendo ancora quel nettare meraviglioso da quel corpo inerme. Mi controlla, mi sana e mi dà ciò di cui ho bisogno".

<<Katherine, smettila>>. Urla Alexander ma lo ignoro completamente.

"La sua stretta mi preme sulla gola e in pochi secondi senza accorgermene mi strappa via dalla mia preda, gettandomi a terra con forza. Sento il pavimento tremare ancora sotto il mio corpo, mi guardo le mani ormai, tornate al mio colorito naturale e respiro con le energie che mi caricano. Mi alzo in piedi correndo verso il sangue che ancora scorre dal collo di quell'uomo ma Alexander mi placca, stringendo le mie braccia e gettandomi nel muro, stretta tra la presa delle sue mani che mi alzano dal pavimento e mi tengono per il collo".

<<Calmati, la disciplina determina la forza. La sazietà non è possibile. Non lo sarai mai, nemmeno se bevessi sangue da mille persone in una sola giornata. Non puoi farlo Kate, è questa la condanna dei vampiri, avere fame sempre... non come gli umani che si saziano anche con un tozzo di pane. Smettila di rincorrere il sangue. Smettila e lascia vivere quell'uomo che è già in fin di vita>>. Mi fissa, con occhi vitrei, urlando davanti al mio viso la verità.

<<Alexander... non posso, è ciò che voglio>>. Mi lecco le labbra, ancora sporche.

<<No, non è ciò che voi. È ciò che tu permetti di fare al tuo corpo, alle tue sensazioni. Le devi vincere Katherine, altrimenti dovrai dire addio a tutto. Al tuo lavoro, alla tua famiglia, a camminare per strada con gli esseri umani, dovrai andare via da qualsiasi cosa. Perché per la società e per ciò che sei davanti a Dio, tu sei un mostro... un essere abominevole>>. Lascia la presa facendomi cadere sulle ginocchia.

"Calmo le mie emozioni percependo le sue parole che rimbombano ancora nei miei pensieri. Gli occhi ritornano alla vista normale, i canini si allineano alla dentatura ed io getto lo sguardo su quell'uomo cui ho bevuto il sangue. Respira a fatica, completamente sporco e senza riuscire ad aprire gli occhi più di qualche secondo. Alexander gli si avvicina, con un fazzoletto gli ripulisce il sangue dal viso e dal collo poi, lo mette in piedi e lo soggioga a dimenticare ciò che è accaduto, uscendo dal retro e gli ordina di mangiare molto".

"Senza pronunciare una parola e con movimenti statici, l'uomo esce dalla stanza e fa ciò che gli è stato ordinato da Alexander. Mi alzo in piedi e mi osservo allo specchio che lascia di me una nuova immagine che prima non conoscevo e che finora non avevo ancora visto in queste sembianze".

"Ho il viso, gli abiti e le mani sporche di sangue. I capelli appiccicosi che rimandano a quell'odore ferroso. Le pupille dilatate e il mio sguardo sono qualcosa di nuovo. Non lo riesco a comprendere perfettamente, quasi credo di potermi perdere in me stessa. Di non essere più la vecchia Katherine e che una parte di me, una parte che io possiedo non la conosca affatto".

<<ll tuo fascino aumenterà, non che tu non lo possedessi prima, sarà solo più evidente, come la pelle più splendente, gli occhi intensi e le labbra di un rosso più acceso. È questo ciò che fa il cambiamento>>. Alexander mi parla, questa volta il suo tono è tranquillo.

<<Sono... diversa>>. Mi avvicino allo specchio, sfiorando con le dita la mia immagine all'altezza del viso.

<<Sei una vampira Katherine, su questo abbiamo molto da lavorare>>. Si avvicina tenendo tra le mani un fazzoletto di seta bagnato. Poggia una mano sulla mia spalla, invitandomi a voltarmi.

"Mi sfiora il viso, strofinando con delicatezza per rimuovere le tracce di ciò che è accaduto pochi minuti prima. Abbasso lo sguardo imbarazzata dal momento e dal modo in cui i suoi gesti riescono comunque a farmi sentire vulnerabile".

"Deglutisco a fatica. Sono confusa da ciò che mi sta accadendo e credo, almeno, che sia dovuto sempre ai sentimenti e alle emozioni che s'intensificano ogni volta che ci penso. Osservo il suo viso serio, le labbra sigillate, gli zigomi marcati e quegli occhi intensi che scavano da soli nei miei pensieri".

<<Alexander, io non riesco più a percepire che cosa stai pensando>>. Mi acciglio.

<<Perché quello che possedevi era un legame tra umana e vampiro. Adesso che non lo sei più questo legame non esiste. Possiamo percepirci come vampiri, sentire le stesse cose e leggere i nostri pensieri come fece con me Arthur, quando mi mostrò i tuoi incubi. Ricordi?>>. Schiude le labbra pronunciando la sua risposta lentamente.

"Annuisco e mi limito a sfiorare la sua mano. La cerco e lui la intreccia alla mia, la tiene stretta e quell'unico gesto, mi mostra ciò che mi fa sentire sempre la vecchia Katherine. La sua protezione, il suo amore, la voglia di restare accanto a me. L'unico motivo per cui tutto questo è accettabile, dopotutto".

<<Non andrai via da qui. Almeno non subito. Hai me, io posso darti una mano a controllare i tuoi nuovi sensi, la forza che possiedi e la fame di sangue, principalmente. T'insegnerò ciò che so' io e ti renderò capace di poter stare a contatto con gli esseri umani. Katherine, dovrai collaborare... essere convinta di volerlo fare altrimenti, i tuoi istinti selvaggi, il tuo modo di vedere l'essere umano come una preda sotto la tua presa ti coinvolgerà sempre. Ti dominerà>>. Passeggia per la camera puntando uno sguardo fulmineo su di me.

<<Lo voglio... voglio essere forte ma... Alexander, sono sicura che non ci sia nessun altro vampiro capace di potermi insegnare a padroneggiare il mio corpo, le mie doti... ma sul sangue? Sul serio, come puoi insegnare a me la capacità di non cedere quando tu, hai rifiutato di berlo da me e mi hai nascosto sempre, di prenderlo da altre donne?>>. Mi avvicino a lui, stringendo gli occhi nella sua stessa espressione.

<<Chi è capace di essere insegnato, insegna agli altri>>. Risponde senza mezzi termini.

<<Io imparerò, perché questa vita mi permette di restare con te. Voglio essere migliore, prima ho desiderato che quell'uomo morisse pur di bere il suo sangue. In questo momento, mi accorgo che non sarei mai capace di farlo>>. Confesso, girando lo sguardo quando parlo della scena precedente.

<<Perché quando brami il sangue sei una vampira, quando pensi e dai spazio alle emozioni sei Katherine>>. Mormora, sfiorando il mio mento con le dita e voltandomi verso di lui.

<<Ce la farai>>. Dice, posando un lieve bacio sulle mie labbra.

"Il mio cuore, se potesse sussultare o se sentisse ancora quel movimento in sé... se vivesse del suo ritmo, della vitalità che l'ha sempre reso, la parte più bella e intensa che possediamo quando si tratta di emozioni, di amore ora e solo ora, avrebbe perso uno dei suoi battiti. Lui, come ha sempre fatto dentro di me, come ha sempre permesso che accadesse quando i nostri occhi si sono incrociati, quando le mani si sono sfiorate e la pelle ha accettato i brividi come attimi di sublimità, in cui i sentimenti sono i nostri veri istinti".

<<Con te, in questa nuova vita. In quest'amore che adesso ci unirà in eterno. Alexander, tu non saresti potuto diventare umano ma io potevo diventare vampira. Non so' come sia accaduto ma so' che nel mio cuore l'ho sempre desiderato. Magari, non ne parlavo direttamente ma in me sapevo che volevo diventare come te>>. Sfioro la sua guancia, parlandogli con la mia più vera sincerità.

<<No, tu sarai meglio di me Katherine. Non è ciò che avrei voluto per te, non era quello che mi ero ripromesso ma troverò chi sia stato a trasformarti e non vivrà ancora a lungo>>. Dice serrando i pugni e marcando gli zigomi.

<<Come? Oltre quel messaggio che ti hanno inviato... che cosa puoi fare? È qualcuno che ti conosce, che sa chi siamo... ma chi?>>. Poggio le mani sulle sue spalle, preoccupata dal suo risentimento.

<<Quando sarai abbastanza forte allora potrò utilizzare il legame che hai con il tuo creatore. Non posso sapere chi è e se un giorno deciderà di chiamarti... ma io, t'insegnerò a trovarlo e a strappare l'influenza che potrebbe usare su di te>>.









Spazio autrice
Buona domenica dolci vampiri, allora perdonatemi si, lo so... per non aver pubblicato ieri ma con i problemi di connessione tutti diventa più difficile. Insomma che cosa posso aggiungere? Sembra proprio che adesso ci troviamo in una situazione particolare e non vi sembra quasi, che si siano capovolti i ruoli? Che adesso sia Alexander ad essere di vitale importanza per Katherine come, nel primo romanzo, lei ha aiutato lui a fare qualche passo per cambiare? Beh, questo me lo direte voi con le stelline, nei super commenti che lasciate e per dare la nostra opinione su questo capitolo e sulla storia fino ad ora. Io vi aspetto e come sempre vi ringrazio di cuore perché siamo sempre qui, insieme e voi siete il traguardo più bello che potessi raggiungere.

Spero davvero di cuore che la storia vi stia piacendo, io vi aspetto!
Grazie a voi,
Tantissimi abbracci


R. E. Meyers

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