Capitolo Quarantadue

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* Vi invito a leggere il capitolo con la canzone in alto, buona lettura*


"Gli scarponi sprofondano nella neve alta, passo dopo passo, fatica dopo fatica. Il sangue ci disseta ma non ci ridesta dalla stanchezza che sentiamo nei nostri corpi da vampiri. Qui, i nostri poteri sovrannaturali non funzionano e più ci avviciniamo, più mi sembra di perdere le mie forze".

"Alexander ci traccia la strada, camminando davanti a noi, guardingo e deciso verso la meta. Allison è dietro di lui, io la seguo e Arthur dietro di me fa da guardia come attento osservatore. Sento il fiato corto della bionda vampira, affaticata dall'impresa. Ancora adesso, nonostante siano passati giorni dalla nostra partenza, non riesco a fidarmi di lei. Non credo alle sue parole di completa dedizione nei confronti del mio ritorno da umana, né della sua grande lealtà verso di noi. Aver sentito da Alexander i dubbi che ha verso Allison, mi ha messo ancora di più in guardia. Non sono l'unica a pensarla in questo modo e ciò mi fa ancora di più immaginare, che niente di ciò che pensavo su di lei fosse falso".

"L'altra notte, quando ci siamo accampati, abbiamo segnato la strada da seguire e quando Allison ed io siamo rimaste da sole, mi ha parlato ancora una volta di ciò che le è accaduto nella sua vita. Della minaccia di Maryanne che l'ha costretta a separarsi per sempre da Alexander e di quando era stata soggiogata da Sirikit, il vampiro che l'aveva aiutata, a far del male alle persone che le stavano a cuore. I suoi occhi si erano riempiti di lacrime e con la voce delicata, aveva detto che non avrebbe mai dimenticato ciò che le avevano fatto. Voleva prima di tutto risolvere con noi e in seguito, far giustizia. Mi ha spinto ancora una volta a pensare bene se prendere la cura per me oppure dare la chance ad Alexander, di ritornare umano".

"Nonostante la sua insistente pretesa, che chiaramente dimostra quanto lei sia ancora innamorata di lui, ho cominciato a pensarci molto più spesso da quando siamo qui. Ci stiamo avvicinando, è lecito che io prenda una decisione che sia nel più breve tempo possibile, eppure non so' ancora se acconsentire alla sua richiesta oppure ritornare umana come Alexander desidera per me. A volte ho come la sensazione di sbagliare, in entrambi i casi. In altre ho paura che una mia decisione presa in maniera affrettata possa rivelarsi negativa per un motivo o per un altro. Insomma, se lui tornasse umano, realmente perdonerebbe la mia scelta? Se questo ci allontanasse per sempre, potrebbe essere il motivo dell'insistenza di Allison?".

<<Fermiamoci per favore, ho bisogno di nutrirmi>>. Urla Allison. Attirando l'attenzione di tutti.

<<Mancano poche miglia per accamparci, ripartiremo dopo l'alba. Non possiamo fermarci adesso>>. Si volta Alexander, prendendo la situazione sotto comando.

<<Se ha necessità di nutrirsi signorina Allison, può farlo anche senza fermarsi>>. Risponde prontamente Arthur, pronto a cercare nello zaino le nostre scorte di sangue.

<<No, attenderò. Grazie>>. Sorride lei, sistemando una ciocca bionda come l'oro, tra i capelli.

<<Tu non sei stanca Katherine?>>. Domanda lei, improvvisamente.

<<Ce la faccio>>. Accenno un breve sorriso, continuando a camminare e passandole davanti.

"Quando i primi raggi di sole cominciano a riflettere nel cielo azzurro, in mezzo alle distese bianche di neve e al vento gelido che mi taglia la pelle dal freddo, siamo quasi arrivati al punto scelto da Alexander per accamparci. Il riposo, anche se non lo desideriamo, sta arrivando e fermarsi è d'obbligo. Una piccola grotta, riparata dal vento, è lì il punto in cui ci fermiamo. Prendiamo un po' di legnetti portati nello zaino e accendiamo un fuoco. Sembra così strano, un fuoco che riusciamo a sentire e che ci fa sentire di meno il gelido freddo che ci circonda. Alexander si avvicina, sfiorando leggermente il fuoco con le dita. Le fiamme riflettono nei suoi occhi mentre lui sente quel caldo, accarezzargli la pelle".

<<Signorina Davis, le ho preparato un angolo per riposare. Vada pure>>. M'indica Arthur, porgendomi una sacca di sangue.

<<Grazie Arthur>>. Rispondo, ricevendo un piccolo cenno con il capo da parte sua.

"Allison fuori dalla grotta, osserva il paesaggio innevato. Meraviglioso, senza eguali anche se il silenzio ci circonda e la strada verso l'arrivo sembra ancora lontana. La fame non mi appartiene, non adesso, tranne la stanchezza alle gambe e il desiderio di voler dormire, quasi come se fossi umana. Mi volto, rendendomi conto che Alexander non c'è e che Allison non è più davanti all'entrata della grotta".

"Sistemo il pellicciotto sulle spalle, mettendo il cappuccio e arrancando ancora tra la neve esco. Mi guardo intorno, quando li vedo. Un po' più distanti, su una specie di spaccatura della roccia che dà idea di aver formato una balconata, su cui è possibile osservare le grandi montagne. Faccio piccoli passi silenziosi, sistemandomi dietro ad un cumulo di neve e rocce. Cerco di concentrarmi il più possibile, senza farmi avvertire da loro ma ascoltando ciò che si dicono".

<<Sembra che stiamo per raggiungere la cura>>. Dice lei, sorridendogli.

<<Non siamo molto distanti, se partiamo subito dopo l'alba, arriveremo affaticati ma senza perdere altro tempo>>. Risponde lui, prontamente.

<<Sono felice di potervi aiutare, non c'è nient'altro che desideravo>>. Abbassa lo sguardo Allison. <<Eccetto una cosa>>. Continua.

<<Quale sarebbe?>>. Chiede Alexander.

<<Convincerti a prendere la cura al posto di Katherine>>. Gli accarezza una spalla con la mano, guardandolo dritto negli occhi.

<<Che cosa?>>. Mormoro a bassa voce, rendendomi conto del rischio.

"In silenzio Katherine, resta in silenzio!".

<<Io? La cura? Non potrei neanche se volessi. Non sono un vampiro puro, ho commesso omicidi per fame, per difendermi, ho perso il controllo, anche l'umanità e poi l'ho riacquistata. Katherine è la vampira giusta, ha la possibilità di rivivere la sua vita>>. Si acciglia, parlando d'un fiato verso la donna dai capelli biondi.

<<Basterebbe solo attendere il momento in cui Ophelya la consegnerà. La prenderò io da lei e tu potrai berla e ritornare finalmente umano>>. Allison prende la sua mano, stringendola forte mentre le parole sicure, escono dalla sua bocca.

<<Vorresti che io la rubassi>>. Si acciglia Alexander.

<<Tu la meriti, non hai mai voluto essere un vampiro. Per Katherine è qualcosa di completamente naturale, la sua umanità non è mai eclissata dalla sua trasformazione. Tu volevi questo, dai tempi in cui ci siamo innamorati>>. Dice. <<Non lo ricordi? Quanto ti ho aiutato ad accettare il cambiamento, quando sei diventato esattamente ciò che sei adesso? Perché continuare a vivere così, se avessi la possibilità finalmente, di vivere come un essere umano?>>. Gli accarezza il viso con una mano, guardandolo dritto negli occhi.

"Sento qualcosa, alla bocca dello stomaco che si stringe sempre di più quando le mani di Allison, sfiorano Alexander".

<<Quando la consegnerà Ophelya?>>. Mormora lui.

<<Sì, la prenderò io per te>>. Conferma Allison, con un sorriso mesto sulle labbra. Scivola tra le sue braccia mentre lui la tiene, per non farla cadere.

<<L'alba>>. Dice Alexander.

<<Sì, si sta avvicinando>>. Sussurra lei, quasi senza forze.

<<Il sonno dei morti>>. Pronuncia lui ma i raggi del sole compaiono e il buio s'impadronisce di noi.

"Mi risveglio, il sole è ormai alto nel cielo e la neve ricopre i miei abiti e i miei capelli. Sono sola, esattamente dove stavo ascoltando la conversazione di Allison con Alexander. Mi alzo in piedi frettolosamente, sperando che loro non siano già rientrati e che non mi abbiano visto. Mi nascondo dietro la roccia, notando ancora i loro corpi assonati distesi sulla neve. Mi avvio a passo felpato verso la grotta entrandoci nel modo più silenzioso possibile".

<<Signorina Davis>>. Arthur è già sveglio.

<<Arthur, sono uscita e purtroppo non ho fatto in tempo a ritornare alla grotta>>. Sorrido mestamente.

<<A controllare il signor Alexander e la signorina Allison?>>. Mormora l'uomo. <<Sono troppo sfacciato>>.

<<No, è così. Volevo sapere ma non dirlo ad Alexander, questo renderebbe solo tutto più difficile>>. Confesso, sedendomi vicino al fuoco e sistemando al meglio i capelli.

<<Non lo farei mai signorina Davis>>. Mi sorride, sistemando la legna del fuoco.

"Partiremo non appena saremo pronti e il luogo di sepoltura dei vampiri non è più tanto distante da noi. Più saliamo sulla montagna, più ci allontaniamo dai luoghi sicuri, da quelli degli uomini, per avvicinarci al pericolo e a un posto completamente abbandonato al sovrannaturale. Ho il timore che lì saremo indifesi e in balia di qualsiasi cosa".

<<Andiamo>>. La voce di Alexander interrompe i miei pensieri.

<<Un ultimo sforzo>>. Sorride Allison, poggiandomi una mano sulla spalla.

"Deglutisco lentamente e con fatica, quando la rabbia comincia a pervadere la mia mente. Avrà davvero convinto Alexander a prendere la cura? Sta di fatto che nessuno dei due ha voluto dirmelo, neanche lui ha voluto tenermi informato quasi come se fossi una minaccia per il suo ritorno da umano. Se è ciò che realmente desidera, io mi sacrificherò per lui, anche se ciò significasse rimanere per sempre vampira. Non ho mai rinnegato questa mia nuova natura ma non sono neanche voluta diventare così per mia scelta. Ho accettato questa vita perché per me restare accanto ad Alexander è più importante che qualsiasi altra cosa. Adesso perché lui non ha pensato a ciò che sono io per lui? Perché mi ha nascosto questa scelta?".

"Io non gli impedirei mai di essere felice".

<<Siamo pronti?>>. Domanda Alexander.

<<Sì>>. Rispondiamo in coro, mettendoci in piedi con le nostre cose per ricominciare il percorso.

"Se è ciò che vuole, per me può ritornare umano al posto mio. Questo gli darà la possibilità di avere la vita che ha sempre desiderato ma tra di noi? Tutto quello che abbiamo vissuto finora, è sempre stato tormentato, ancora oggi, che ci siamo ritrovati. Niente è più lo stesso e se accetterà la cura, che cosa cambierà ancora fra noi?".

<<Alexander>>. Gli prendo un polso, facendolo voltare verso di me.

<<Ehi>>. Mi sorride dolcemente, accarezzandomi il viso con una mano.

<<Devo parlarti>>. Gli dico. Guarda Allison e Arthur, facendogli cenno di continuare a camminare. Quando sono abbastanza distanti, lo osservo prima di lasciare che un sospiro corra via dalla mia bocca.

<<Che cosa c'è?>>. Mi domanda dolcemente.

<<Io volevo dirti che ti amo. Volevo che tu lo sapessi Alexander, volevo che tu sapessi che nonostante tutto ciò che ci è accaduto, quello che adesso siamo o non siamo, al di là di ogni cosa che accadrà io ti amo. Ti amerò per sempre, sei l'unica cosa che abbia mai desiderato>>. Stringo il collo della sua pelliccia tra le dita, avvicinando la mia bocca alla sua e i miei occhi a tenere il suo sguardo.

<<Non amerò mai nessuno come amo te>>. Sigillo le parole con un bacio lento e delicato.

"Gli accarezzo le labbra con le mie, perdendomi nella bellissima sensazione di essere sulla sua bocca. Si avvinghia con le mani alla mia schiena, avvicinando i nostri corpi e continuando a danzare insieme con me, attraverso questo bacio unico. Le mie mani corrono sulle sue guance, attraversando gli zigomi, il collo e poi, i capelli che emanano quel bellissimo profumo di cera che lo contraddistingue. Non penso a nient'altro, non ho nient'altro nella mente se non lui, l'amore della mia vita. L'uomo che mi ha fatto rinascere".

<<Ti amo anch'io, Katherine Davis>>. Sussurra, staccandosi da me pian piano.

"Non finisce neanche di pronunciare quelle parole, quando mi ritrovo con la schiena tra la neve, lui che copre la visuale che ho del cielo blu e la sua bocca di nuovo sulla mia, le sue mani che mi disegnano e il desiderio che ci prende come un fiume in piena. Dimentico ogni cosa, lasciandomi travolgere ancora una volta da ciò che provo per lui. Ci abbandoniamo, sulle distese bianche e gelide lontani da ogni cosa".

"La neve non è più così fredda".

"Il cielo non è più così azzurro".

"Il mondo non è più così povero d'amore".


"Mi sorride, sfiorandomi con le dita la pelle del viso. Restiamo qualche minuto a guardarci, nel silenzio che ci circonda".

<<Dobbiamo andare adesso>>. Mormora, baciandomi sulle labbra.

<<Sei preoccupato, di ciò che potrà accadere arrivati alla cura?>>. Gli domando.

<<Un po', ma andrà bene>>. Accenna un mezzo sorriso. <<Non può sempre andare male>>. Ridacchia.

<<Non è mai andata male>>. Lo avvicino a me, baciandolo, prima di alzarci.

"Ci rimettiamo in marcia, seguendo la strada già prefissata. Lo seguo, quanto mi è possibile, con il passo. Davanti a noi, si disegna una figura poco distante. Non riesco a mettere a fuoco, ma continuiamo ad avvicinarci mentre quell'ombra rimane ferma. Alexander mi fulmina con lo sguardo, facendomi capire di mantenere gli occhi aperti. Sospiro, mirando sempre davanti a me, rimanendo coperta dalle sue spalle forti".

<<Vampiri in cerca della cura, non è vero?>>. Quando ci avviciniamo, queste sono le parole che ci rivolge. Un vampiro, sicuramente, a braccia incrociate e non poco lontano dalla nostra età, almeno dai tratti estetici.

<<Chi sei?>>. Fa Alexander, bloccandomi con un braccio dietro di lui.

<<La faccio breve morto che cammina, dammi la ragazza e finiamola qui>>. Minaccia avvicinandosi, le sue parole ci fanno irrigidire ma neanche il tempo di rendermene conto, Alexander gli va incontro cominciando una lotta con il vampiro davanti a noi.

"Rimango ferma, a bocca aperta, osservando ogni loro movimento. Schiva, schiva, attacca... è ciò che penso. I nostri corpi non hanno la potenza di sempre, la nostra trasformazione qui vale ben poco ma questo non sembra scalfire Alexander. L'uomo si destreggia bene, lui fa lo stesso ma non basta. Alexander è scaraventato a terra con un pugno, rotolando sulla neve".

<<Alexander... >>. Urlo avvicinandomi, il volto coperto di sangue.

<<Vieni ragazzina>>. Fa l'uomo.

<<Lasciami stare>>. Gli urlo contro con violenza.

<<Ho detto andiamo>>. Mi afferra per un braccio, tirandomi in piedi verso di lui.

<<Ho detto lasciami stare>>. M'infiammo, gli occhi diventano di sangue e in pochi secondi la mia mano chiusa a pugno, si scaraventa sul suo viso con tutta la mia rabbia.

"Lo stendo in un secondo, facendolo rotolare sulla neve per metri. Ritorno normale, il respiro pesante ma le forze cedono. Cado sulle mie ginocchia cercando di riprendermi".

<<Kate>>. Alexander si avvicina, prendendomi per le braccia.

<<Stai bene?>>. Gli chiedo.

<<Tu come stai?>>. Si preoccupa.

<<Va tutto bene, dobbiamo andare via. Non credo resterà lì ancora per molto>>. Corriamo, senza guardaci indietro ma cercando le ultime energie che possediamo per arrivare alla cura.

<<Dove eravate?>>. Domanda Allison, appena ci vede raggiungerli.

<<Un vampiro ci ha attaccato, voleva che gli consegnassi Katherine>>.

<<Hanno saputo che stiamo per raggiungere la cura, dobbiamo sbrigarci... ma soprattutto proteggerla. È preziosa, è una possibilità per chiunque>>. Pronuncia Allison con serietà.

<<Ma noi siamo già arrivati>>. Rispondo, senza togliere lo sguardo da ciò che si trova davanti a me.

<<Di che cosa parli?>>. Mi chiede lei. Le indico davanti a me, facendo voltare tutti i presenti.

Le statue imponenti di bronzo scuro, sono quelle dei vampiri della leggenda che proteggono una grotta che sembra levigata nei minimi dettagli. Nera come il carbone che si estende nell'insenatura della cima della montagna, siamo sui seimila metri dalla terra.

"Gli ultimi passi, quelli che ci separano dalla cura. Cammino per prima, avvicinandomi a una delle due state, la sfioro con le dita appena mi ritrovo all'entrata della grotta. Gli altri attendono i miei passi prima di varcare la soglia. La attraverso e mi sento travolgere da una scarica in tutto il corpo, tanto da farmi voltare nell'osservare gli altri. Alexander, Allison e Arthur entrano nella grotta subito dopo di me".

<<Ci ha tolto i poteri, provate a trasformarvi>>. Dice Allison ma non ci riusciamo, nessuno controlla la trasformazione.

<<Che cosa siamo adesso?>> Le domando, un po' preoccupata.

<<Nell'intermedio>>. Risponde Alexander, serio in volto. <<Senza trasformazione e senza umanità, una fase del vampirismo>>. Spiega, mettendosi davanti a tutti e percorrendo la strada.

<<Andiamo a prendere la cura>>. I suoi occhi si stringono con decisione.

"Ci siamo ormai".

<<Siete arrivati>>. Sentiamo una voce di donna, rimbombare tra le pareti.

<<Ophelya>>. Pronuncio ad alta voce.

<<Voi vampiri che avete attraversato le porte di Ramanga e Calliope, conoscete la loro storia?>>.





*Nota autrice

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci stiamo avvicinando sempre di più al finale. Che cosa ne pesante?

Grazie come sempre, del vostro supporto.

R. E. Meyers

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