Capitolo Quarantanove

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"Una serata indimenticabile, non potrei descriverla in maniera differente. Lo yacht, Londra di notte, la sua compagnia. A volte penso, a quanto certi istanti siano dati per scontati nonostante ciò che ha attraversato la nostra vita insieme. Saperlo accanto a me è qualcosa di cui non riesco più a fare a meno. Eppure, quante volte la sua compagnia è stata, per me, quasi un'abitudine?".


"Ci crogioliamo nell'idea che quello che abbiamo ci appartiene, ma basta un soffio per portarlo via. Un po' com'è accaduto in questo tempo, dal primo istante in cui ci siamo conosciuti".

"Alexander, lui è nel mio cuore da sempre. Il modo in cui mi sento quando sono con lui, la bellezza dei momenti che mi dedica. Avrei potuto immaginare mille serate insieme, ma questa è sicuramente una di quelle che porterò sempre nei miei ricordi. Descriverla sarebbe come in un romanzo: la percezione del dettaglio, la meraviglia dell'immaginazione di un profumo, di un pensiero. Tutto qui, adesso, che rimarrà nel mio cuore".

"C'è un solo ed unico tormento dentro di me, legato al mio stato di salute. Non so' realmente, se quello che mi sta accadendo e ciò che penso, ciò di cui ho sentito l'esigenza di parlare con mio padre e non ho voglia di scoprirlo. Temo, un po', per qualsiasi cosa. La sua reazione, quello che voglio che accada, il tempo che trascorre adesso. Non voglio preoccuparmene, non oggi".

<<Qualcosa non va?>>. Mi domanda, l'alba è ormai scomparsa dal cielo.

<<No, è tutto perfetto>>. Gli sorrido, accarezzandogli la fronte. Qualche ciuffetto di capelli, mi cade tra le dita.
Qui, rivolto verso di me, nel letto in cui siamo stati questa notte.

"La mia visione del mondo".

<<Dobbiamo ritornare alla vita di tutti i giorni, Kate o preferisci rimanere su questo yacht?>>. Fa un mezzo sorriso.

<<Con te, rimarrei>>. Lo avvicino a me, stampandogli un bacio sulle labbra. <<Sono sicura che Alexander Smith, non ha ideato la serata precedente per nulla. Che cosa stai nascondendo?>>. Mi acciglio.

<<Partirò Kate, per un paio di settimane>>. Dice, con tono calmo.

<<Dove andrai?>>.

<<Ho un progetto di lavoro a Chicago che devo terminare. Fra due giorni sarò lì, questo tempo insieme mi serviva>>. Le sue mani mi sfiorano il viso.

<<Un paio di settimane? La presenza del tuo avvocato non è necessaria?>>. Domando con malizia.

<<No, è un incontro informale con un altro capo d'azienda. La mia compagnia, per lui, non deve trasparire ancora che si tratta di affari>>. Pronuncia sulle mie labbra, serio.

<<Va bene signor Smith, la attenderò su questo yacht allora>>. Sorrido divertita.

<<Te lo lascerò volentieri, se vorrai. Ma dovrai indossare qualcosa, in questo tempo lontani>>. Si scosta, guardandomi dritta negli occhi.

<<Qualche oggetto magico, per tenermi lontana dai vampiri?>>.

Di che cosa sta parlando? Mi domando, curiosa.

<<Non resterò mica qui, sarebbe bello ma c'è tanto lavoro in azienda>>. Lo osservo, mentre si alza e si avvicina all'armadio. Lo apre, guardando per alcuni minuti il suo contenuto e poi, si volta verso di me.

<<Allora avrai tempo di indossarlo a lavoro>>. Continua, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio mi seguono.

<<Di che cosa parli?>>. Alzo un sopracciglio, sempre più perplessa.

<<Katherine Davis, una cosa che mi hai insegnato quando ti ho conosciuta è stato il tempo. Riavvolgere il tempo, costruire del tempo, fermare il tempo. Mi hai insegnato a comprendere che non c'è mai fine a un tempo, neanche per perdonare i propri errori, ma soprattutto, mi hai insegnato che non voglio più nessun tempo, che non sia con te>>. Si siede sul letto, di fronte a me, nella sua tuta grigia. I capelli scompigliati dalla notte e il viso marcato dal suo mezzo sorriso. I suoi occhi mi osservano, senza indugiare un secondo, quando dal taschino della tuta sfila qualcosa.

<<Alexander...>>. Solo questo riesco a pronunciare, quando davanti ai miei occhi ritrovo un anello. Un diamante incastonato nell'oro bianco, che luccica incessantemente. Prende la mia mano sinistra con delicatezza, accarezzandola con le sue dita.

<<Tu sei la mia rosa senza tempo. Meriti di essere considerata come tale. Katherine Davis, vuoi sposare un vecchio di duecento anni?>>. Mi domanda, con un filo di voce e con un'espressione nuova sul viso.

"Lo vedo, i suoi occhi azzurri che sfumano in un blu intenso. Il mezzo sorriso si apre, il volto ha un'espressione di pace interiore.
È Alexander, in un modo che non ho mai visto. La felicità che attende, la preoccupazione della risposta. Ed ecco qui, il momento in cui – il tempo – cessa di esistere per me.
Sta davvero accadendo, sta chiedendo la mia mano. Alexander Smith, mi vuole al suo fianco, vuole che diventi sua moglie".

<<Alexander... sì, assolutamente sì>>. Pronuncio, ma non faccio neanche in tempo a parlare quando mi prende per i capelli, baciandomi con trasporto. La passione ci guida, infila l'anello al mio dito e mi guarda.

"Ride, lo sta facendo per davvero".

<<Tu hai ideato tutto questo, per chiedermi di sposarti?>>. Mi guardo intorno, trascinata dal suo entusiasmo.

<<Volevo chiedertelo ieri sera, ma sarebbe stato alquanto prevedibile. Volevo sorprenderti>>.

<<Tu lo fai, sempre>>. Lo trascino sul letto con me, continuando a baciarlo.

"La sua pelle morbida che incontra la mia, l'adrenalina che si riversa nelle nostre vene. Il modo in cui desidero quest'uomo, che mi consuma. Sono qui, la mia vita è qualcosa che non riesco a descrivere".

"Quante volte si parla del fare l'amore, come se due corpi si unissero in uno solo? Io ho imparato a percepire un senso nuovo di appartenenza. Mi sono sentita realmente sua, quando il mio sangue è colato per la prima volta nella sua bocca: quando si è fidato di me. Lì ho compreso che qualcosa era cambiato tra noi, che non saremmo più stati gli stessi, anche se la vita per un motivo o l'altro ci avrebbe ancora diviso".

"I nostri corpi, quando si incontrano e bruciano sotto quest'intensità, non li sento uniti. Sento che si abbandonano, l'uno all'altro, in una forma unica, nostra e di avvenente appartenenza".

<<Riuscirai a sopravvivere a queste settimane di distanza?>>. Mi prende in giro mentre accarezza i miei capelli.

<<Posso sopravvivere, adesso sto per diventare tua moglie>>. Gli mostro la mano, con l'anello. <<Grazie>>. Pronuncio.

<<Di che cosa?>>. Mi domanda lui.

<<Di avermi concesso di entrare nella tua vita. È stata una decisione che non nego, a volte mi ha fatto barcollare, ma non ho mai pensato di rinunciarci>>. Pronuncio, guardandolo in viso.

<<Ogni volta che ti ho allontanata, l'ho fatto solo per salvaguardare la tua incolumità. Questo creava solo altri problemi, rinunciare a qualcosa non sempre è semplice>>. Dice.

<<Mi ha fatto più male vederti andare via, di quello che abbiamo passato da quando ho scoperto che sei un vampiro>>. Rispondo. <<A proposito di questo, vorrei che tu prendessi finalmente in considerazione la mia richiesta>>.

"Si alza, lasciandomi ancora a letto. Raggiunge l'oblò guardando la distesa di mare al fuori del panfilo. Passano alcuni secondi poi, raggiunge lentamente la stanza da bagno. Riesco a sentire lo scorrere dell'acqua sotto la doccia.
So' perfettamente, di aver spezzato la pace che stavamo vivendo fino a pochi secondi fa, ma questo è un argomento che va affrontato definitivamente".

"Voglio essere sua moglie, restare al suo fianco ma da umana, tutto ciò, fin quando potrà accadere? Qualsiasi cosa che mi circonda è un pericolo imminente.
Lui non può proteggermi da ogni cosa. Abbiamo affrontato troppo, ho pianto e sono morta. Non è giusto che la sua dedizione all'umanità sia anche la mia. Non voglio questa vita, se devo pensare ogni giorno, di poterlo perdere".

"Ritorna in camera, spogliandosi dell'accappatoio e indossando giacca e pantaloni puliti, rigorosamente stirati. Qualche ciuffetto di capelli gli ricopre la fronte, i suoi occhi non incrociano il mio sguardo. Mi alzo, in preda alla frenesia dei pensieri, indossando la mia vestaglia di seta. Lo volto con il viso, costringendolo a guardarmi dritta negli occhi. Ora, voglio la mia risposta".

<<Non ti è sufficiente mai nulla, vero?>>. Sbotta, accigliato.

<<No, perché non è da umana che voglio vivere la mia vita insieme con te>>. Il tono è serio.

<<Kate, abbiamo rischiato tanto quando abbiamo raggiunto Ophelya. Non c'è altra cura, non c'è nulla che possiamo fare per tornare indietro>>.

<<Non voglio tornare indietro, non lo vorrò mai>>. Dico ancora.

<<Un giorno dovremmo scappare da Londra, creare una vita da un'altra parte. Dovrai rinunciare a vedere le persone che ami, perché tu resterai sempre così giovane, non c'è altro modo>>.

<<Non m'importa>>.

<<Come non t'importa, puoi smetterla di essere così infantile?>>.

<<Puoi smettere di essere così egoista? L'umanità è qualcosa che volevi tu Alexander, non è mai stata una mia scelta>>. Rispondo, la rabbia invade le mie parole. <<Vuoi vivermi? Fa che sia naturale fra noi>>.

<<È immorale, non è egoismo>>.

<<È immorale accondiscendere a una mia richiesta? Allora non sono io la donna che dovresti sposare>>. Sfilo l'anello dal dito, poggiandolo nelle sue mani.

<<Che cosa stai facendo? Questo adesso sta diventando un ricatto>>. Mi fulmina con lo sguardo.

<<No, sto prendendo una posizione. Non voglio sposarti pensando che un giorno io non sarò al tuo fianco e che tu continuerai a vivere. Preferisco averti nella mia vita come compagno, da umana ma fin quando potrò esserlo anch'io, per te>>. Mi allontano, per rivestirmi.

<<Stai rinunciando a tutto questo solamente perché vuoi diventare un vampiro? Non credi di esagerare?>>. Mi afferra per un braccio, voltandomi verso di lui.

<<Credo che la mia volontà, non sarà mai accettata da te se non è simile alla tua>>.

<<Kate, una volta vampira dovrai fare i conti per sempre con la sete di sangue. Non è una vita, l'immortalità>>. Sospira, scivolando le dita sulla mia guancia in una delicata carezza.

<<Non è vita, se questa mi porterà lontano da te. Lo abbiamo già vissuto, più e più volte. Adesso, voglio solo che non riaccada>>.

<<Ne sei proprio sicura?>>.

<<È tutto ciò che desidero, Alexander>>. Incontro il suo sguardo, senza smettere di perdermi dentro i suoi occhi.

"Non riuscirei neanche a descrivere, l'emozione che ho provato dentro di me poco fa. Il pensiero, che dopo tutto questo tempo ma anche le vicissitudini che abbiamo dovuto affrontare insieme, Alexander desidera che io diventi sua moglie, che prenda il suo Cognome, che le nostre vite si uniscano in un legame sacro anche davanti alla legge. È il capolinea dei sentimenti, il momento nel quale finisce l'imprevedibilità e comincia la vita vera, insieme. L'unico punto cardine che crea preoccupazione dentro di me, è il pensiero di essere e rimanere per lui, solo una traccia. Quando non esisterò più, sarò dimenticata per un'altra vita senza di me".

<<Se ciò ti rende felice, lo farò>>. La sua espressione diventa gelida, la voce è persuasa. Ha scelto, è quello che volevo.

<<Alexander, grazie. Grazie!>>. Incrocio le braccia intorno al suo collo, baciandolo sulle labbra.

"Il momento in cui tutto si placa, dove ogni tormento finisce e vola via è questo: quando ci congiungiamo nella bellezza e nella passione di un bacio. Ci siamo incontrati in una strada piena di insidie, come le spine che formano il gambo, prima di raggiungere l'apice della felicità, la delicatezza dei petali della rosa".

<<Katherine Davis, tu mi rendi pazzo>>. Fa un mezzo sorriso, scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<Ti ho già amato Alexander, adesso voglio che sia in eterno>>. Sussurro, a un soffio dal suo viso.

"Non voglio più che qualcosa possa dividerci, non voglio lasciare che l'età decida per noi".

<<Hai sempre avuto questa volontà di essere vampira, quello ti ha reso così forte. Capace di resistere anche alla tentazione del sangue>>.

<<Per questo, è la scelta giusta>>. Rispondo, ma una sensazione strana comincia a diffondersi dentro di me. Lo stomaco entra in subbuglio e la stanchezza aumenta.

<<Qualcosa non va?>>. Domanda Alexander, facendomi accomodare su una poltrona.

<<Che cos'è quest'odore fastidioso?>>. Chiedo a mia volta, davvero disturbata.

<<Il mio profumo, lo conosci da anni>>.

<<Giusto, sì... ma ora da fastidio>>.

"Lo penso davvero poi, mi rendo conto. Era proprio necessario dirlo adesso? Allora il mio sospetto è fondato. Non ci sono dubbi, è davvero come pensavo, non posso smettere di pensarci.
Ho cercato di attendere, di esserne sicura ma cos'altro potrebbe causare tutto ciò se non quello che credo? Ne ho parlato con mio padre, ho lasciato spazio a me stessa di pensare. Ciò cambia radicalmente tutto e non so' se siamo pronti".

<<Katherine, che cosa succede?>>. Mi domanda ancora Alexander, questa volta accigliato. Serra le labbra, con i suoi occhi azzurro ghiaccio che mi penetrano nell'anima.

Mi metto impiedi, senza indugiare e lo guardo a mia volta. Non abbasso lo sguardo, lo tendo dritto su di lui e delicatamente poggio una mano sul ventre.

"Credo che non ci sia altro modo, di dimostrarlo". I miei pensieri lo raggiungono, la sorpresa diventa l'unica emozione riconoscibile sul suo volto.

<<Sei incinta?>>. Mormora, l'espressione non cambia.

<<Credo di sì>>. Rispondo, senza indugiare un secondo.

<<Kate, ma è... diventerò padre?>>. I suoi occhi luccicano, un sorriso gli si forma sulle labbra. Porta le mani al viso, le scivola fra i capelli, camminando nella cabina.

<<Katherine, non so' cosa dire>>. Mi guarda, è spaesato.

"Alexander Smith spaesato da qualcuno che ancora non esiste".

<<Volevo esserne sicura, andare dal medico ma...>>. Mi abbraccia forte, senza farmi finire di parlare.

<<Katherine Davis, grazie a te sono l'uomo più felice al mondo>>. Mormora al mio orecchio, prima di baciarmi.

<<Alexander, sul serio? Non è troppo, non era nei nostri piani>>.

<<Lo è, stiamo costruendo la nostra famiglia>>. Il tono è serio, il suo volto mi trasmette solo sicurezza e protezione.

"La nostra famiglia".

"Sono spaventata, non so' cosa significhi e finora ho procrastinato sperando di sbagliarmi. A un tratto, ogni preoccupazione svanisce e la sua voce mi tranquillizza. È vero, questa sarà la nostra famiglia, ma non vorrei che tutto ciò fosse più grande di me, ancora una volta capace di schiacciarmi. Sono forte, mi sento diversa, ma davanti alla natura, in tutta la sua potenza, che cosa sarò mai io, se non debole?".

"Che cosa sarà questo bambino alla sua nascita?".

<<Lo so cosa stai pensando, ma non c'è possibilità di conoscere prima se sarà come me o come te>>. Dice, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.

<<Ho paura, non voglio che debba soffrire. Questo mondo non è pronto a comprendere>>.

<<Non sarà mai solo, in qualsiasi caso. Arthur ha visto i suoi figli crescere con la stessa preoccupazione e si sono rivelati umani. Se fosse accaduto dopo, non ci sarebbe stato alcun dubbio>>. Risponde lui, intrecciando le sue mani alle mie.

<<Dopo la mia trasformazione, intendi?>>. Domando, ma subito la sua risposta arriva. Sì, sarebbe nato vampiro e in quel caso, non ci sarebbe stato nulla da fare.

Non so' se realmente sta accadendo, dentro di me. Non sono neanche sicura che sia la scelta giusta, ma chi sono io per impormi al destino? Ha incrociato le nostre vite per portarci qui, oggi. Non c'è modo di sapere, ma potrò essere forte abbastanza da fronteggiare la situazione ed essere la madre di un mezzosangue".

<<Ti amo Kate, andrà tutto bene. Vi proteggerò>>. Una sua mano scivola sul mio ventre, insieme con la mia.

"Lo guardo negli occhi, emozionata e fiera. L'uomo che ho accanto lo è, in ogni sua piccola ruga d'espressione e in ogni suo pensiero. Mi rendo conto che questa gioia immensa, porta con sé diversi timori ma pieni di entusiasmo. Non c'è bellezza più grande, di contemplare la nascita della vita".

<<Ti amo anch'io Alexander Smith, è giunto il momento di vivere la nostra vita>>.

<<Presto ti trasformerò>>.

<<Sei sicuro? Anche se c'è una vita dentro di me?>>. Gli domando, perplessa.

<<Sì, ma non potrai morire>>. Risponde, il suo volto e serio e i suoi occhi s'irrigidiscono.

<<Che cosa intendi dire?>>.

<<La tua trasformazione avverrà completamente viva, ogni parte di te rimarrà indenne. Fin quando, non sarà completata la trasformazione con il mio sangue. È già accaduto, anche in passato>>.

<<E il bambino, non ne risentirà?>>.

<<Se c'è, è nato già da un corpo umano. Nulla di lui sarà alterato>>.

<<Alexander, ne sei sicuro?>>.

<<Sì, ma non sarà semplice. Kate, proverai un grande dolore>>.

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