Capitolo Sette

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"Il cielo sparso di nuvole bianche che contrastano con il blu della notte è lo splendido scenario che accompagna i giardini Lancaster del grande albergo al centro che si estende proprio accanto all'Hyde Park. È una serata di beneficenza per il volontariato in Kenya".

"È stato meraviglioso ascoltare le esperienze di vita di quei volontari. Giovani e adulti che dedicano la loro vita a donare sorrisi, cibo e soprattutto la vita a chi non può. Mi commuovo ascoltando quanto l'aiuto ha permesso di creare scuole, ospedali e un motivo per sopravvivere a migliaia di bambini. Il lavoro è lungo ancora e il tragitto sembra essere tortuoso ma loro non demordono, anzi. Sono ben motivati a riuscire nelle loro missioni".

"Nonostante Alexander mi abbia quasi costretto a posare il denaro in borsa, non ho accettato. Avevo messo da parte dei buoni risparmi e anche se non sono all'altezza dei grandi imprenditori che mi circondano, sento, che può essere un modo per dare un contributo. Per riuscire anche nel mio piccolo a donare qualcosa di grande".

"Mi allontano dall'enorme ampolla di vetro posta sul tavolo per le donazioni dopo averci messo il mio assegno. Non ho letto nessuna delle cifre ma si può ben immaginare che molti abbiano donato milioni se non di più a questa fondazione. Tra l'altro una delle più rinomate e sicure dell'intero Regno Unito. Principalmente perché spesso dona anche la famiglia reale ma soprattutto per la licenza che il principe William delegò di firmare proprio per aiutare il Kenya. E in Inghilterra si sa, se lo fa un reale, allora lo si fa tutti".

"Ho lasciato i capelli sciolti e ondulati scendere sulle linee morbide dello chiffon del mio abito. Lungo e avvitato senza spalline e sfumato con i colori del blu e del viola simili a un'aurora boreale nel più scuro dei cieli. Lo adoro, accompagnato da una borsa nera uguale alle scarpe e da orecchini di diamante che scivolano lunghi dalle orecchie giocando tra i capelli e i movimenti. Nessun trucco pesante, sfumature nude e un bel rossetto rosa. Niente sfarzi, non mi sembrava il caso e poi, Alexander ci teneva che indossassi quest'abito. È stato uno dei suoi bellissimi regali ma non ne avevo ancora avuta l'opportunità".

"I camerieri si preparano per servire al buffet che stuzzica i sensi con i mille odori che si mischiano tra loro. Dai migliori piatti inglesi fino alla cucina francese, un trionfo di gusti. Arrivo al tavolo assegnatoci e lui è lì. Giacca a doppiopetto rigorosamente nera con camicia bianca, senza cravatta, pantalone abbinato e stivaletti inglesi. Il sorriso smagliante quando saluta delle persone e gli stringe la mano. Quei ciuffetti ribelli che si posano sulla sua fronte e lo sguardo intrigante, misterioso, unico che lo ha sempre accompagnato dal primo momento in cui incrociai quelle iridi di ghiaccio".

<<Mi stai ammirando?>>. Abbassa lo sguardo sull'orologio mormorando con malizia la domanda.

<<Un po'... è proibito?>>. Lo stuzzico.

<<Affatto my lady ma solo se dopo posso portarla nelle mie stanze>>. Sussurra al mio orecchio lasciando rabbrividire la mia pelle.

"Lo amo... ".


<<Non si scaldi subito my lord. Infondo siamo solo alla cena>>. Gli faccio un occhiolino mentre mi stringe a sé lasciando che solo un millimetro divida le nostre labbra.

<<Mi sei mancata>>. Mi dice più come una confessione che altro.

"Mi sento sciogliere quando una parte di sé, quella che io conosco per davvero si mostra. Ho sempre paura, in un certo senso che lui possa allontanarsi da me. In realtà lo fa, ogni volta che lascia che un muro si estenda davanti a noi senza confini. Quando il suo vampirismo s'impadronisce della sua risolutezza e delle volte in cui l'amore che proviamo e tutto quello che abbiamo combattuto passa in secondo piano".

"Le sue labbra sfiorano le mie in un delicato e casto bacio che non mi lascia sazia e mi muove attraverso una danza in cui sento di cadere perennemente nel lato buio. Perché so' che ogni fibra del mio corpo vuole che tra me e lui ci sia sempre questa sintonia primordiale, quel contatto che muove i nostri sensi, ma la ragione mi provoca e mi dimostra che adesso non basta".

"Non basta più credere che l'amore risolva ogni cosa perché non è così se nessuno dei due vuole che lo sia. Se nessuno dei due combatte per vincere anche i propri sbagli, se nessuno dei due accompagna la mano dell'altro verso il viaggio".

<<Non è tutto come prima>>. Stringo gli occhi dicendo ciò che penso.

"Il silenzio è la sua risposta. Apro gli occhi osservandolo di fronte a me. Mi accarezza la guancia abbozzando meno di mezzo sorriso e disegnando con i suoi occhi la mia figura".

<<Lo so Katherine>>. Dice ma siamo interrotti dal microfono che fa un rumore stridulo.

"Una donna di circa cinquant'anni in un bellissimo vestito argentato sale sul palco. È una stilista di abiti per matrimoni che ha contribuito notevolmente al gala di beneficenza dell'anno precedente. Comincia a parlare per attirare l'attenzione di tutti dicendo i soliti convenevoli. Apre il buffet invitando tutti ad assaggiare il prosecco e poi, a sederci per la cena".

"Una cameriera mi porge un bicchiere di vino bianco e quando mi giro intorno, vedo che Alexander non è più vicino a me. La terrazza di marmo è il luogo in cui si è spostato. Stringo l'abito tra le dita cominciando a camminare verso di lui che è voltato a guardare le stelle in cielo proprio quelle che sembrano scomparire ogni volta che un'ombra piomba davanti a loro".

<<Dovresti assaggiarlo è buonissimo>>. Richiamo la sua attenzione parlando del vino.

<<Non ne ho voglia>>. Mette le mani in tasca.

<<Alexander io ti amo>>. Dico con decisione, mi lancia uno sguardo serio scostandosi poi, davanti a me.

<<È così, lo è sempre anche quando mi ferisci, ma vorrei che tu capissi che non basta ciò che c'è tra noi se vogliamo un futuro. Dobbiamo comprenderci, dobbiamo viverci ma sopra ogni cosa tu devi lasciarmi entrare in questo mondo, il tuo che hai voluto tanto tenere lontano da me, ma è sempre più vicino. Mi fai sentire inadatta, anche se non sono le tue parole o i tuoi modi a farlo ma semplicemente quello che siamo davvero. Tu vampiro ed io umana Alexander>>.

<<Lo sento, lo vedo e lo percepisco da quello che siamo diventati adesso. Prima non avevamo idea di quello che c'era oltre l'amore. Ci stavamo vivendo e la minaccia di Maryanne era reale ma ora siamo noi il presente che dobbiamo affrontare e non possiamo farlo pensando che basti comportarsi come se tutto ciò non esistesse perché non è così. Io esisto, come te, anche se ho meno tempo per rendermene conto>>. Continuo dicendo tutto quello che sento.

<<Ed io continuo ad amarti e spero che tu capirai che questo sentimento non andrà mai via da me Alexander. Io continuerò a farlo anche quando sarò cenere>>. Stringo la borsa trattenendo la malinconia nelle parole.

"Perché ci penso continuamente e forse, proprio per questo motivo sento l'esigenza di vivere con lui in questo modo".

"So' di non avere l'eternità avanti per dargli la sicurezza di cui ha bisogno, per amarlo come faccio ogni istante ma anzi, solo un soffio di vento alla volta prima del giorno in cui questo sarà solo un ricordo della sua vita".

<<Non pensare che sia il tuo essere umana o il mio essere vampiro a creare dei problemi tra noi, in passato non è stato così>>. Si avvicina trattenendo un filo di rabbia nelle sue parole.

<<Allora cos'è? Alexander accettalo. È esattamente questo ma prima non avevamo tempo per pensare a che cosa non andasse bene nel nostro rapporto. Era tutto già complicato di per sé>>. Gli rispondo con tono affranto.

<<Che cosa vuoi fare allora?>>. Si acciglia stringendo i polsi.

<<Io? Io niente, io ho già fatto abbastanza. È da te che voglio vedere qualcosa>>. Dico a tono.

<<Katherine che cosa non riesci a capire? Non c'è niente che io possa fare, sto semplicemente cercando di tenerti al di fuori di quello che finora mi ha rovinato la vita e stava per rovinare anche la tua>>. Mi prende per un polso camminando per allontanarci un po'.

<<E credi che abbia funzionato finora? No, però ti ho trovato con un'altra donna nel tuo ufficio. A parlare con lei dopo aver scoperto da te che hai bevuto il suo sangue e che continui a farlo su altre donne! Era un discorso chiuso per me, molti mesi fa sei tu che hai riaperto la ferita>>. Mi arrabbio mentre lui cammina avanti e indietro con una mano sulla bocca.

<<Non è facile, ti ho spiegato che sto cercando di fare del mio meglio. Che il sangue è... >>. Stringe un pugno davanti a sé dandomi poi, le spalle con un lungo sospiro.

<<Io farò del mio meglio per restarti sempre accanto e darti la forza di cui hai bisogno>>. Mormoro consapevole di non avere nessun effetto adesso su di lui.

"È nervoso, agitato mentre le sue mani si stringono violentemente al collo. Non si volta verso di me, non mi parla, non fa nulla per farmi entrare nel suo cuore e lo comprendo, nonostante tutto. Siamo così difficili, abbiamo passato così tante cose e quando ci rendiamo conto della realtà che ci circonda, capiamo che forse, c'era molto di più dietro ad ogni cosa. Ed io, ora più che mai so' che quest'amore è difficile quanto vero e impossibile da dimenticare per me".

"Perché non ne avrei il coraggio e il solo pensiero mi lascia morire dentro quanto la paura che adesso mi pervade. La stessa paura di non sentirmi mai abbastanza sua, per appartenergli davvero come invece io vorrei che lui appartenesse a me. Anche se, non nascondo, di aver più volte pensato che non sia del tutto così".

"Stringo l'abito tra le dita dirigendomi verso la folla. È inutile che io rimanga qui a guardare le sue spalle mentre i suoi pensieri diventano l'unica arma che possiede per difendersi, per farlo da me. Nonostante non avrò mai il coraggio di fargli del male, come lui fa a me".

<<Katherine>>. La sua voce irrompe nel silenzio.

"Non mi volto ma mi fermo di scatto, sperando con tutto il mio cuore di sentire molto di più. I battiti accelerano e percepisco che lui lo sente. Lui ha anche la più minima idea di ciò che mi fa, di quello che è per me ed io mi sento sempre sul palmo della sua mano, nuda nei sentimenti".

<<Io ho scelto di amarti andando contro tutto quello che poteva separarci. Ti ho fatto del male e te ne continuo a fare, anche se mi sono ripromesso di essere un uomo prima di ogni altra cosa e di proteggerti da questo mondo oscuro che mi pervade. So' che non è semplice per te e ti chiedo di ricominciare dai momenti belli che abbiamo passato mentre io ricomincerò da me stesso>>.

"Le sue parole danzano alle mie orecchie facendo battere ancora più forte il mio cuore. Sento, di aver desiderato con tutta me stessa quelle parole e di aver ritrovato dentro di me, la forza per dirgli di sì. Mi volto con un sorriso vero e gli accarezzo una guancia a quel tocco, che mi fa rabbrividire l'anima. Chiudo gli occhi mentre le sue mani mi stringono la schiena facendo sì che i nostri corpi si trovino, che il mio battito si poggi al suo petto mentre un bacio di promessa diventa quello che mi fa ancora sperare e desiderare, di vivere".

<<Sì, Alexander>>. Mormoro sulle sue labbra.

<<Mi concedi di scappare via da qui e portarti a cena?>>. Fa un mezzo sorriso mentre i suoi occhi mi guardano.

<<No, non possiamo. È beneficenza e sappiamo entrambi che vogliono che tu ci sia, dopo andremo a casa mia. Ho una bottiglia di champagne che devi assolutamente bere>>. Gli stringo la giacca.

"Annuisce sorridendomi, mi prende la mano e ci avviamo verso il buffet. Incontriamo vari uomini e donne che Alexander saluta cordialmente presentandomeli come imprenditori, appaltatori, avvocati, medici e così via. Persone facoltose con molto denaro e che sicuramente non hanno perso occasione di sfoggiarlo alla raccolta. Ci deliziamo di un po' di musica dell'orchestra della serata mentre il tempo scorre in questa meravigliosa notte londinese".

"E nonsolo per le stelle che sembrano finalmente aver trovato il loro cielo ma ancheper la riconciliazione che mi ha dato la consapevolezza che l'amore risolveogni cosa se a guidare la nave ci sono le nostre due mani".

"La musica cambia in un lento suonato dalle note vibranti dei violinisti.Alexander mi guarda prendendo la mia mano e posandoci un breve bacio a filo dilabbra. Gli sorrido con occhi sognanti prima che l'atmosfera che ci circonda siainterrotta".

<<Alexander?>>. Una voce familiare domanda alle nostre spalle.

<<Henry?>>. Si volta lui abbozzando un sorriso.

<<Henry?>>. Chiedo anch'io perplessa.

"È il detective, come fa a conoscere Alexander? E che ci fa qui?".

<<Oh mio Dio, è una vita>>. Sorride Henry abbracciando Alexanderche contraccambia subito.

<<È vero Henry, come stai?>>. Domanda lui dando una pacca sullaspalla al detective.

<<Bene ma aspetta quindi tu sei il fidanzato di Katherine?>>.M'indica prima che entrambi posino lo sguardo su di me.

<<Io credo di essermi persa qualcosa>>.Mi acciglio.

<<Sìma voi due come vi conoscete?>>. Domanda Alexander.

<<Scotland Yard, io sono l'avvocato di un accusato nel suo caso>>.Rispondo subito.

<<Già, caso difficile>>. Risponde Henry sistemandosi la cravattasotto l'occhio vigile di Alexander.

<<E invece voi due come vi conoscete?>>. Domando a mia volta.

<<Ci siamo incontrati in passato, grazie al suo lavoro>>. DiceAlexander sibillino.

"Non potevo mai immaginare di ritrovarmi in una situazione del genere. Non dicerto per il detective bensì perché non ho ancora parlato ad Alexander del casoche è in atto e del mio ruolo come avvocato. Non conosce niente e sono sicurache questo lo innervosirà parecchio".

<<Questa è una bellissima canzone. Sono l'orchestra del Drury LaneTheatre li seguo da sempre>>. Commenta Henry rompendo il silenzio.

<<Come mai anche tu qui?>>. Domando accigliata.

"È più forte di me".

<<Beneficenza. In pratica Scotland Yard mi ci ha quasi costretto. Moltefacce importati del distretto ci sarebbero andate, la presenza del loro primodetective è stata fondamentale. In fondo, non mi dispiace, è una bella seratapoi, ho incontrato un vecchio amico>>. Sorride mestamente il detective.

<<Ne sono felice Henry, soprattutto per quanto sia stato importante iltuo appoggio in passato>>. Alexander gli porge la mano a mo' di saluto.

<<Non devi dirlo anzi. Beh, senza voler sembrare inopportuno... Alexandervorrei chiederti se posso invitare Katherine a ballare questa canzone?>>.Fa lui con tono tranquillo.

"Mi volto subito lanciando uno sguardo ad Alexander. No, no... mimo con lelabbra. Non voglio ballare tanto meno con lui. Cerco di trasmettergli questomio rifiuto come pensiero ma non fa nulla. Mostra un mezzo sorriso e prende lamia mano".

<<Se lei vuole>>. Commenta Alexander.

"E ora? Se rifiutassi, mi troverei a disagio con lui sia in questa situazionesia sul lavoro ed io ho bisogno del detective in questo caso. Sospiro facendoun sorriso mesto e annuendo con la testa. Alexander scioglie la mia mano cheprende subito Henry invitandomi a seguirlo in mezzo alla pista dove molte coppiedanzando tranquille sulle note di quella melodia lenta e struggente delviolino".

"La sua mano destra si stringe alla mia schiena mentre io mi volto versoAlexander che ci osserva senza battere ciglio con le mani in tasca e le labbraserrate in un'espressione seria quanto nervosa. Poggio la mano sinistra sullasua spalla mentre l'altra sul palmo della sua cominciando a danzare. Un passoindietro e uno avanti mentre la melodia si accende e i violini risuonanoinsieme al pianoforte".

<<Che cosa stai facendo?>>. Domando a Henry alzando lo sguardo sudi lui.

"I suoi occhi si spalancano perplesso dalla mia domanda, nonostante tutto devoammettere che non riesco proprio a pensare a lui come una minaccia nel miorapporto con Alexander. È dolce, sempre e non mi ha mai messo in difficoltà maqualcosa in me, nell'orgoglio mi dice di domandare, di cercare la sua rispostache non arriva subito mentre continuiamo a danzare guardandoci".

<<Che cosa intendi dire Kate?>>. Mormora con un filo di voce senzatogliere lo sguardo dal mio.

<<Che cosa vuoi fare in questo modo? Che cosa vuoi ottenere dame?>>. Sussurro con enfasi.

"La musica si accende e noi ci fermiamo al centro della sala ancora con le maniunite come se stessimo ballando noi e la musica fosse finita. Il suo sguardo siaddolora mentre continua a seguire le mie iridi!.

"C'è qualcosa in me che non milascia andare via. Io dovrei lasciarlo andare, tornare da Alexander ma sentocome se ci fosse di più, qualcosa che io dovrei sapere e non solo in lui... maanche in me".

<<Non ho secondi fini. Volevo solo danzare con te Katherine...>>.Sussurra anche lui, avvicinando le sue labbra al mio orecchio.

<<Non farei mai nulla che non fosse il tuo cuore a desiderare>>.Continua, questa volta allontanando definitivamente il suo corpo dal mio.

"Lascia la mia mano mentre io rimango lì ancora con occhi sbarrati e il fiatocorto. Il mio cuore batte all'impazzata e quando riesco a riprendermi, miaccorgo che è andato via e cammina verso l'uscita dei giardini. Mi avviolontano dalle persone che danzano dove Alexander è ancora in attesa del mioarrivo, nella stessa posizione. Mi avvicino sistemando l'abito a terra e mirendo conto che sul suo viso è stampata un'espressione indecifrabile. Rabbia,disgusto? Delusione. Le labbra serrate marcano gli zigomi mentre le sue ditastringono così le tasche dei pantaloni sgualcendole".

<<Alexander...>>. Dico poggiando le mani sul suo petto ma lui siscosta senza sfiorare la mia pelle.

<<Ce ne andiamo>>. Il suo sguardo glaciale mi ordina di seguirlomentre va via superando le persone senza salutarle.

"Abbasso lo sguardo cercando di evitare di sentirmi così in imbarazzo. Nei confrontidelle persone che ci guardano andare via di fretta e mormorano sotto vocequanto per Alexander che, invece, non mi lascia neanche il tempo di seguirlo.Arrivo fuori il grande Lancaster Hotel senza trovarlo".

"Mi volto cercando ilportiere che è occupato con degli arrivi quando una brusca frenata fa un rumorestridulo sull'asfalto. Si ferma davanti all'albergo senza guardarmi e sottol'odore acre delle gomme dell'auto".

"Entro in macchina allacciando la cintura quando l'auto parte violentementecorrendo sulle strade londinesi. Se ci vogliono venti minuti per ritornare aKings Road noi ce ne mettiamo dieci mentre mi stringo con le dita al sediolinoimpaurita dal suo guidare in maniera sprovveduta. Più volte gli chiedo diandare più piano ma non mi ascolta seguendo solo la strada, senza guardarmi esolo sotto i rumori delle vie che percorriamo. Frena davanti casa mialasciando il motore acceso, sospiro perché almeno sono arrivata sana e salva emi slaccio la cintura".

<<Vorrei che mi spiegassi che cosa ti è successo>>. Gli dicovoltandomi verso di lui.

<<Scendi dall'auto Katherine>>. Urla con rabbia.

<<Alexander ma che cosa ti prende? È possibile che un momento prima cisiamo riconciliati e un secondo dopo tu mi tratti in questo modo? Che cosa stasuccedendo?>>. Gli domando nervosamente.

<<Dovresti spiegarmelo tu che cosa succede cazzo! Ma non capisci? Iosento quello che dici, io percepisco le tue emozioni, io vedo ognicosa>>. Si volta verso di me indicandosi.

<<E con questo? Certo che lo so>>. Urlo ancora.

<<Il ballo con il detective>>. Urla a sua volta.

"Serro le labbra, lasciando un momento per riordinare i pensieri ma suaespressione è rabbia pura. Gli occhi azzurri sono diventati rossi e il suorespiro aumenta nonostante il suo corpo non reagisca come il mio".

<<Non ho fatto nulla Alexander, so' che puoi sentire e non ho niente danasconderti. Gli ho solo chiesto quali sono le sue intenzioni, il fatto cheabbia voluto ballare con me... e, non voglio che lui fraintenda. Stiamolavorando insieme, stiamo cercando di trovare la soluzione a quel caso, anchese non dovrebbe interessarmi e lui non dovrebbe di certo collaborare con me.Non te ne ho parlato perché non ci siamo visti, non ne ho avuto l'opportunità.Ti prego...>>. Gli prendo una mano e la stringo tra le mie mentre luiguarda di fronte a sé.

<<Non dubitare del mio amore...>>. Continuo, si volta verso di mementre i suoi occhi sono ritornati azzurri.

<<E della tua fiducia?>>. Mi domanda con freddezza.

<<E di quella che io dovrei avere nei tuoi confronti?>>. Domandolasciandolo con un'espressione sorpresa.

<<Buonanotte Alexander>>. Gli do' un bacio sulla guancia ed escodall'auto.

"Non piangere, non piangere... non farlo Katherine. Insomma ma che cosa stasuccedendo nella mia vita? Sono esausta da questa situazione. Non è colpa mia,io avevo bisogno di chiedere a Henry quali fossero le sue intenzioni perché nonvoglio che il nostro rapporto professionale ne risenta. Non voglio che sicreino false idee e soprattutto non desidero per niente che Alexander possacredere che ci sia qualcosa di diverso tra noi".

"Avevo una sensazione forte, come se qualcosa mi trasportasse verso di lui, achiedergli quale fosse la natura delle sue azioni e perché verso di me. Nonnego che incontrare il suo sguardo mi abbia suscitato qualcosa ma niente inconfronto a quello che provo per Alexander. Verso di lui, verso Henry hosentito semplicemente di potermi fidare".

"Poggio il cappotto sul divano, con le chiavi e la borsa. Tolgo le scarpe chemi stanno davvero uccidendo e vado nella mia stanza. Ho bisogno di una belladormita, non pensare e distrarmi da questa routine. Abbasso la chiusuradell'abito voltandomi verso lo specchio e guardando il mio riflesso sobbalzo".

<<Alexander... mio Dio, potresti smetterla di apparire come unfantasma?>>. Mi porto una mano in petto.

<<Katherine tu quando pensi di chiudere bene la porta di casa e smetteredi pensare e ripensare?>>. Si passa una mano in viso.

<<Sono da sola in casa mia, perché dovrei preoccuparmi? Della porta è unvizio, so' che devo fare attenzione>>. Mi mantengo l'abito.

<<Smettila di parlare...>>. Mormora trovandosi a pochi centimetridal mio viso.

"La sua mano gelida sfiora la mia guancia mentre le sue labbra cercano le mie.Questa volta non voglio nulla, non voglio pensare, immaginare, chiedere, nonvoglio scuse, non voglio parole. Voglio solo sentire, quest'amore così unicoche quando non mi lascia cadere mi mostra le meraviglie del sublime masoprattutto mi fa innamorare, ogni volta".

<<Voglio una tregua>>. Mi ordina, accenno un sì sorridendo estringendo il polso della sua mano mentre mi accarezza il viso.

<<Resterai con me questa notte?>>. Gli domando sorridendo.

<<Sì ma voglio che tu mi parli di come conosci Henry e di che cosa tistai occupando>>. Continua.

"Accenno un sì mentre lui si mette davanti allo specchio sbottonando la giaccae sistemando la camicia. Lo guardo come se fosse il primo giorno in cui i mieiocchi si posarono su di lui e capisco che non potrei mai amare nessuno come amolui".

"Perché tutto quello che c'è tra noi, è solo paragonabile all'eternità,senza confini lontano dalla realtà".

<<La magistratura di Bristol mi ha mandata a Scotland Yard per un caso diomicidio. Io purtroppo sono dalla parte dell'accusata. Una donna che avrebbe inpratica ucciso brutalmente suo figlio. Non ho potuto rifiutare ma ho spessopensato che se perdessi questa causa, la mia carriera sarebbe stroncata dasubito. Il detective Richardson, cioè Henry... mi ha chiesto di aiutarlo ascoprire la verità sul caso. Lui avrebbe aiutato me ed io lui perché il figliodi questa famiglia aveva solo diciassette anni. Lo ha toccato davvero>>.Spiego prendendo una vestaglia di seta e poggiandomi alla scrivania.

<<Quindi tu lo fai solo per la tua carriera?>>. Mi chiede serio,gettandosi poi sulla poltrona.

<<In realtà... c'è un motivo molto importante e che forse, mi preme dipiù a livello personale>>. Continuo, lui mi fa cenno di parlare.

<<Il ragazzino è stato ritrovato morto con la testa staccata, dissanguatoe senza una goccia di sangue sul pavimento... inoltre sua madre sostiene che ilfiglio le fa visita la notte per salutarla>>. Dico.

"La sua espressione cambia ma senza essere particolarmente sorpreso. Serra lelabbra portandosi la mano sul mento pensieroso".

<<Un vampiro>>. Mormora.

<<Esattamente come le tre donne uccise da Maryanne, come la stessaJennifer. Hanno ucciso quel ragazzino in quel modo>>. Spiego con un po'di rabbia.

<<Ma Maryanne è morta!>>. Esclama alzandosi in piedi.

<<Non ho detto che sia stata lei. Probabilmente uno dei suoi vampirifanatici che sta cercando di perseguitare le persone nello stesso modo in cuifaceva lei>>.

<<È incredibile che tu me lo dica solo adesso>>. S'innervosisce.

<<E non è tutto. Ieri sono stata al distretto. L'ho interrogata poichécon me non vuole collaborare ed io ho bisogno di informazioni ma... quando sonostata vicino a lei le ho chiesto se suo figlio la sera l'andasse a trovare. Leinon sapeva che io ne fossi a conoscenza, a me l'ha riferito il detective e leimi ha risposto che lo fa esattamente con le stesse parole che ha utilizzato conil detective e la cosa più inquietante sai qual è? I suoi occhi eranosoggiogati quando me l'ha detto. Le pupille dilatate e incantate>>.Stringo le braccia.

<<Un vampiro le ha detto di dire in questo modo? Quindi è probabile chele abbia fatto dimenticare cos'ha visto o che la costringa a ripetere sempre lestesse cose... ecco perché non collabora. È un piano>>. Mi risponde .

<<Sì, perché il figlio non ha più la testa sul collo non può essere statotrasformato. È diventato preda di un vampiro ed io devo scoprire la verità...ho bisogno di te>>. Gli spiego.

<<Vuoi che io venga a Scotland Yard?>>. Mi domanda.

<<Sì Alexander, tu sei un vampiro riesci a percepirli. Dobbiamo scoprire selei lo è, se lo sia suo marito, qualcuno vicino a loro. Non posso dire unateoria del genere al detective, mi crederebbe pazza o...>>. Mi fermo discatto guardandolo.

<<Che cosa c'è?>>. Mi chiede perplesso.

<<Mica Henry è...>>. Gesticolo ansiosa.

<<No, non è un vampiro e non sa che io lo sono>>. Elimina ognidubbio.

<<Beh, lo dovevo pensare. Mi hai detto che è tuo amico>>. Sospiro.

<<Lo è perché il consolato inglese in America lo inviò per il caso diJennifer Hill, per il mio alibi>>. Mi risponde serio.

<<Quindi lui sa di Jennifer, ti ha aiutato in quellacircostanza?>>. Mi avvicino stringendo le braccia.

<<Sì ma non credo abbia pensato di collegarlo. Sono passati molti anni epoi, è difficile a causa dell'archiviazione del caso>>. Si passa una manonei capelli.

<<Certo ma non gliene parlerei comunque. Altrimenti lo avrebbe fatto conme o lo farà adesso, visto che sa che stiamo insieme. Voglio che tu mi dia unamano. Henry non farà storie sicuramente se gli chiedessi di farti restare connoi durante un interrogatorio>>. Continuo seria.

<<Lo farò se c'è ne bisogno. Adesso però riposa, sono le 3:00 delmattino>>. Mi dice poggiando le sue labbra alla mia fronte in un delicatobacio.

"Gli sorrido annuendo mentre si slaccia la cintura dei pantaloni e le scarpe.Si stende sul lato destro del letto con la schiena sui cuscini. Sciolgo lavestaglia mettendo una camicia da notte e mi siedo accanto a lui poggiando latesta sulla sua scapola".

"Scivola le dita nei miei capelli accarezzandoli mentrele mie mani stringono la sua camicia e al suo profumo che m'inebria i sensi".

"Sfioro il pensiero della felicità che trovo quando lui è insieme con me, quandola notte la passa a proteggermi anche dai miei stessi sogni, prima che la nottearrivi nei miei occhi e mi faccia addormentare".    







Spazio autrice

Salve lettori di "Katherine" siamo adesso nello svolgimento della storia. Molte cose stanno per prendere forma ma l'affascinante detective Henry potrà mettersi davvero tra Kate e Alexander? Oppure questa amicizia tra loro potrà essere positiva? Beh, che dire... Kate e Alexander vivono di intrighi molto personali che spesso corrispondono anche alla vita che vivono divisi. Che cosa accadrà adesso nella loro vita? Nei loro sentimenti? Riusciranno a riacquistare quel modo di farci sognare? Beh, lo scopriremo insieme ogni LUNEDì con l'aggiornamento di un NUOVO CAPITOLO. Io vi aspetto, nei commenti e con le stelline... fatemi sapere la vostra perché adoro chiacchierare con voi su che cosa potrà succedere e ovviamente conoscere le vostre preferenze e opinioni. Non mancate!

Siete grandiosi/e tantissimi grazie a tutti voi!
Vi adoro

R. E. Meyers

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