Capitolo Trentadue

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  *Vi consiglio di leggere il capitolo con la canzone in alto Ariana Grande - Dangerous Woman. Più avanti nel capitolo, c'è un'altra canzone da ascoltare Demi Lovato - Tell me you love me. Buona lettura.

"Il vento scorre tra i miei capelli lunghi, la camicia strappata su alcune cuciture ondeggia nei movimenti veloci e precisi. Sento la prepotenza delle sue mani che mi scaraventa nel terreno, a qualche metro di profondità. Mi faccio forza, non curante delle unghie sporche, del viso imbrattato e dei graffi che a poco a poco scompaiono nonostante la violenza dell'urto".

"Mi tendo sulle ginocchia, scattando in avanti, con la voce che si rompe dalla fatica, lo sguardo fiammante della trasformazione e i canini pronti a stringere la carne di chi mi attacca. Lei è imperturbabile mentre scivola all'indietro una ciocca ondulata che le era caduta sulla spalla. Si fionda con le scarpe nel terreno, cercando il suo baricentro e con il viso in avanti mi sfida con prepotenza".

"Le sue iridi azzurre sono scomparse, anche lei trasformata, ha gli occhi di un rosso carminio; lo stesso colore che dipinge il sangue. L'attacco ma lei mi schiva facilmente. Riesco a muovermi, prendendole i polsi ma prima che me ne accorga, le sue unghie si conficcano nella pelle delle mie mani facendomi urlare dal dolore. Sento lacerarmi, il sangue che sgorga via e le forze abbandonarmi".

"Devo pensare, agire in fretta... ormai tremo e non riesco neanche a tenere completamente la trasformazione. Lei non ha fatica, non ha niente che la faccia indugiare. Non sorride, non muove un ciglio mentre mi condiziona la mente facendomi provare questo dolore incessante. Le mani non reggono mentre cerco di liberarmi dalla sua presa. Lentamente, devo farcela... è questo ciò che mi ripeto, distogliendo il pensiero da questa tortura".

"Sento le mani che riescono a muoversi e quando sono abbastanza sicura, lascio i suoi polsi intrecciando le sue dita alle mie. I nostri palmi s'incontrano e con l'ultimo alito di energie cerco di spingerla a terra, arrenderla alla mia prepotenza. Mi dà battaglia, come presumevo, facendo contrasto alla mia forza. Adesso mi guarda con violenza, respirando a lungo e assimilando la carica nelle mani. È una lotta, una vera battaglia, un corpo a corpo ma questa volta non voglio perdere".

"Ci stiamo allenando da giorni e ogni volta mi sento sempre come una bambina inetta. Allison ha una forza che non conoscevo, niente a che fare con quella di Maryanne. Lei, secondo Alexander, poteva tenerle testa ma io ho visto in Allison la forza di poter controllare se non uccidere a mani nude in pochi istanti anche una vampira come Maryanne, capace di utilizzare poteri sovrannaturali. Lei è una vera vampira, una che ha tutti gli effetti ha scoperto le sue doti e le ha plasmate a suo piacimento, diventando una forza della natura".

"Allison potrebbe in qualsiasi istante staccare la testa a qualcuno eppure il suo viso candido cela completamente le sue potenti capacità. Mi ha insegnato a perdere il controllo, a sentire il fremito della mia natura e a concedermi l'uso delle mie doti. Non è facile perché perdersi, significa dover avere timore di non riuscire più ad aggrapparsi al punto fermo, cadere nel buio del vampirismo e non uscirne mai più. Diventare una macchina da guerra come spesso ha ripetuto Allison ma dopo svariate volte sono riuscita a capire, a sentire di potercela fare".

- Devi tendere la mano al tuo punto fermo ma non dimenticare che esiste, anche quando devi concederti di aumentare la tua potenza e non puoi farlo senza perdere il controllo -

<<Non riuscirai a battermi>>. Pronuncia Allison, lentamente con tono sicuro.

<<E chi te lo dice>>. Le sorrido con sicurezza.

<<La tua incapacità a lasciarti andare>>.

<<Ho capito come si fa, questa è la mia forza>>. Continuo a tenerle le mani, affaticando la voce per lo sforzo.

<<Rompi lo schema. Immagina che io sia la persona che più odi sulla terra, che io possa portarti via ogni cosa, che io sia la causa del tuo male, che io possa prendere l'amore della tua vita e togliertelo senza darti neanche il tempo di respirare, immaginami come la tua peggior sconfitta>>.

"La sua voce s'infiltra nella mia mente, calando in un tono freddo e violento. Guardo i suoi occhi demoniaci, il sorriso che incornicia le labbra sanguinee piene di sicurezza. Sento dentro di me, come un'onda incontrollata pronta a infrangersi, la rabbia che monta senza misure. Le sue parole mi piombano nella testa: le sento, le vedo, le immagino e non sono più la stessa".

"Il controllo se ne va, mi nutro di questa rabbia, di questa violenza che sento nella mia mente. Ho voglia di ucciderla, di massacrare la sua faccia, di dimostrare che io posso qualsiasi cosa al mondo. Sono Katherine Davis, sono una vampira e nessuno può togliermi ciò che voglio, niente mi fa paura e non esiste nessuno su questa terra che possa mai strapparmi la vita".

"Do' un lungo respiro che mi dà la forza di urlare con tutta la voce che possiedo. Le mie mani sono infangate, gli occhi rossi cedono mentre sento i canini scomparire lentamente. Lei è a terra, ricoperta di terriccio mentre le mani sono ferite profondamente. Respira a malapena come se non fosse capace di rialzarsi a differenza mia, che mi tengo sulle ginocchia".

"Ritorno in me, con un ultimo sforzo, quando sento le energie abbandonarmi e lasciarmi cadere sul terreno del giardino. Ho battuto Allison e non so' neanche con quale forza ci sono riuscita. Mi sento affaticata e la testa vortica pesantemente. Mi si avvicina, ancora con il viso sporco di polvere e terriccio, porgendomi la mano ormai già guarita delle ferite che le ho inflitto. L'accetto, facendomi aiutare e rimettendomi in piedi, la prima cosa che faccio e tirare via lo sporco dalle mani e dai capelli".

<<Ottimo lavoro Katherine, non avevo dubbi che con le tue capacità saresti riuscita ad apprendere facilmente>>. Mi sorride, questa volta di nuovo con il suo volto dolce e gli occhi azzurri come il cielo.

<<Ho perso il controllo Allison, non ero in me, ero di nuovo violenta come la prima volta che ho bevuto sangue da una vena>>. Le rispondo a fatica, con la voce delusa e povera di forze.

"Non sono riuscita a controllarmi e probabilmente se non avessi perso tutte le energie sarei finita per commettere qualche passo falso. Non posso non pensare che si accaduto, è molto grave e non mi perdonerei mai di nuocere alla vita di persone innocenti o di provocare qualche scandalo cui non potrei rimediare in nessun modo. Per me l'integrità è fondamentale, la mia moralità e il rispetto che ho nei confronti della giustizia sono le qualità che mi hanno contraddistinto in anni di studi come avvocato e adesso nel mio lavoro. Non voglio essere esattamente la persona da cui proteggo gli altri, per cui cerco giustizia".

<<Non devi pensare di aver commesso un errore. Hai fatto esattamente ciò che ti avevo chiesto>>.

<<Non ho sentito nessun punto fermo cui aggrapparmi, ho solo perso le forze... tutto qui>>. Mi passo una mano nei capelli violentemente.

<<Io non voglio essere un mostro>>. Pronuncio, guardandola dritto negli occhi.

<<Sei come Alexander... non vuoi commettere gli errori che ti fanno crescere. La perfezione non esiste senza impegno. È un ottimo inizio e anche se hai concentrato tutte le forze nel colpo, mi hai comunque battuto e sei riuscita a ritornare umana. Vedrai che sarà molto più facile padroneggiare quest'intensità nel tempo. Ottimo lavoro>>. Ridacchia, prima di ritornare seria e di porgermi la mano.

"La guardo con circospezione prima di accettare il suo gesto di amicizia. In fondo, non posso dire di aver cambiato idea su di lei ma di certo non la guardo più come una minaccia. La vedo più come un incidente di percorso ma da cui posso ricavare molti vantaggi".

<<Ormai siete diventate amiche>>. La voce di Alexander irrompe nel silenzio, si avvicina a noi con le mani nelle tasche dei pantaloni e con il suo immancabile mezzo sorriso sulle labbra.

<<Non avevo dubbi che Katherine sarebbe migliorata in pochissimo tempo, è una vampira eccezionale>>. Dice Allison, sorridendogli di rimando.

<<Gli insegnamenti danno i loro frutti>>. Mi limito a rispondere.

<<Bene, ne sono felice. Adesso basta, tra poco andrò in ufficio e non voglio che vi alleniate quando non c'è nessuno che possa sorvegliarvi>>. Alexander ci fa cenno di rientrare.

<<Vorrai dire che non ti fidi quando non ci sei tu>>. Lo guardo con malizia, conoscendo la sua punta di egocentrismo.

<<Sono una persona prudente Katherine>>. Mi fulmina con lo sguardo.

"Alzo gli occhi al cielo, avviandomi da sola verso l'entrata della villa. A volte non capisco se non conosce l'umorismo o se per fretta tende sempre a essere così serio. Entro nell'edificio guardando dritta il grande orologio placcato in oro sulla parete sinistra, vicino alla scala che porta al piano di sopra. Sono le dieci del mattino e tra un'ora devo essere a Scotland Yard. Discutere con Henry delle ultime documentazioni per il caso dell'omicidio di Carter Brown e soprattutto cercare di anticipare la prima udienza per evitare che quello sporco avvocato metta Natalie sotto il tiro di uno psicologo e limitare i danni morali che quella povera donna innocente già possiede".

"Sono sicura della sua incolpevolezza e oltre ad averlo letto nei suoi occhi soggiogati, ho la sensazione che niente di quello che è successo a quella famiglia sia una casualità".

<<Alex, ho bisogno di nutrirmi>>. Dice Allison, fermandosi all'entrata.

<<Vai nella sala da pranzo. Arthur ha il necessario. Kate, tu stai bene?>>. Le risponde, avvicinandosi a me e accarezzandomi un braccio.

<<Sì, non ho tempo di nutrirmi adesso. Lo farò una volta a casa mia>>. Sorrido.

<<Non rischiare la fame, sei ancora una giovane vampira e le energie sono necessarie soprattutto a contatto con gli esseri umani>>. Mi ammonisce con voce severa e sguardo deciso.

<<Lo so Alexander, non sono una ragazzina. Sto bene, so' quel che faccio. Adesso devo ripulirmi e cambiarmi gli abiti. Devo essere a Scotland Yard tra un'ora e non ho molto tempo>>. Gli stringo la mano, lasciando la sua carezza.

<<Incontrerai il detective?>>. Pronuncia senza contegno.

<<Certo, è il mio collega di lavoro per questo caso>>. Rispondo, avviandomi verso la scala.

<<Non voglio che tu lo veda>>. Dice, con tono quasi di comando.

<<Come? Alexander è una questione di lavoro. Che cosa ti salta in mente?>>. Mi acciglio, osservando Allison poco distante da noi che guarda la scena.

<<Io vado nella sala da pranzo, vi lascio soli>>. Svia velocemente la bionda, non appena incrocia il mio sguardo di fuoco.

<<Possiamo evitare queste scenate?>>. Domando con ironia, scendendo dagli scalini.

<<L'ho trovato a flirtare con te, dopo il lavoro e senza il minimo ritegno del fatto che tu sei impegnata>>. I suoi occhi mi pietrificano con lo sguardo mentre la sua voce si colora di rabbia.

<<Appunto, dopo. Ha sbagliato ma non c'è mai stato modo che accadesse questo durante il lavoro, durante il tempo che impiego a fare giustizia per una donna che ha perso suo figlio>>. Gli rispondo con lo stesso tono.

"Sto davvero mentendo così spudoratamente? Certo che è accaduto, Henry è stato più volte sfacciato ma l'ultima cui l'ho visto quasi fiondarsi su di me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non so' quante volte gli ho ripetuto di essere impegnata? Questo però non è importante, non è abbastanza. Io devo assolutamente lasciare che la mia vita privata e gli uomini che credono di farne parte non intralcino il mio lavoro. Natalie ha bisogno di me, io sono il suo avvocato e l'unica speranza che ha per ritrovare la libertà che merita".

"Per ricominciare anche lei".

<<Giuramelo!>>. Dice con brutalità.

<<Devi smetterla>>. Sospiro quasi con disprezzo.

<<Giuramelo Katherine!>>. Urla, in preda alla rabbia.

<<Dovresti vederti, è vergognoso il modo cui mi tratti. Io non sono una tua proprietà Alex, non sono la donna che puoi comandare a bacchetta. Smettila di comportarti in questo modo con me>>. Mi volto, in preda al nervosismo e salendo le scale di fretta.

<<Katherine...>>. Sento la sua voce che mi segue, mi prende per un polso fermandomi e cercando di voltarmi verso di lui.

<<Tu non ti rendi conto del modo in cui mi stai perdendo. Ti avvicini, mi ami e mi dimostri tutto quello che puoi e dopo mi fai sentire sempre così a pezzi>>. Scosto via il polso, lasciandolo dietro alle mie spalle e pronunciando quelle parole lentamente proprio mentre avanzo verso la stanza da letto.

"Non riesco a capire i suoi atteggiamenti prepotenti, quel modo che non avevo mai visto appartenergli. Che cosa lo fa scattare in questo modo? Che cosa lo rende così violento nelle parole? Non scoppio a piangere, non voglio perché l'ho ripromesso a me stessa; non devo farlo e la donna forte che voglio essere non si piega per così poco. Adesso sento solo la necessità di andare via il prima possibile da questo posto, scappare e respirare, come faccio quando quest'amore mi trafigge senza motivo".

"Sarà sempre così il destino che c'è tra noi?".

"Mi fiondo sotto la doccia e in pochi minuti riesco ad asciugare i capelli per attorcigliarli in uno chignon. Scelgo il tailleur blu con camicia bianca e mi trucco leggermente con dell'eye-liner nero per gli occhi e un rossetto nude per le labbra. Scelgo delle scarpe con il tacco comode ma che si addicano al completo e sistemando le mie cose frettolosamente in borsa riesco ad essere pronta in mezzora. Fortunatamente Arthur aveva portato la mia auto qui a Rose Square e lasciare degli abiti in più è stata sicuramente un'ottima idea. Non avrei avuto tempo di tornare a casa per prepararmi e quest'appuntamento di lavoro è fondamentale prima dell'udienza".

"Scendo le scale frettolosamente, sistemando la borsa sulla spalla e dando un ultimo tocco ai capelli. Mi affretto verso l'uscita quando sento una risata provenire dalla grande sala da pranzo. Non do' peso al fatto che possa trattarsi di Allison, è sicuramente la sua voce ma la risata ritorna costringendomi a fermarmi proprio davanti all'uscio della porta".

"Mi volto, camminando lentamente verso la sala da pranzo. Siamo vampiri e sono sicura che se mi avvicinassi la percezione che ha di me, inevitabilmente, mi permetterà di essere notata. Cerco di tenermi il più lontano possibile, osservando dalla porta aperta le persone che si trovano nella sala. Allison è lì, seduta con un bicchiere versato fino all'orlo, evidentemente di sangue. Ha cambiato gli abiti, indossando qualcosa di più moderno e adatto ai nostri giorni. Ha una camicia dal colore familiare e i capelli completamente legati in una coda di cavallo bionda e ondulata. Mi concentro sul mio udito cercando di ascoltare la conversazione. La vedo sorseggiare tranquillamente il contenuto del bicchiere e guardare davanti a lei, dove non mi è possibile osservare a causa della porta semichiusa".

<<Ti ricordi, quante volte abbiamo soggiogato i ragazzini che correvano di sera sulle bici. Ci vedevano con quegli occhi rossi, avrebbero avuto incubi per tutta alla vita>>. Ridacchia lei, portandosi una mano alle labbra.

<<Abbiamo cercato di evitare il peggio>>. La voce di Alexander le risponde, trasparendo una nota di divertimento.

"Loro due sono insieme, ecco chi è insieme con lei".

https://www.youtube.com/watch?v=j0z45UdhoWc

<<Alex, è bellissimo vederti qui... a Londra, immagino se il tempo non fosse passato così in fretta>>. Sospira con occhi dolci.

<<Vuoi dire se fossi rimasto un vampiro debole?>>. Gli domanda con ironia lui.

<<No, intendo...>>. Si alza in piedi, facendo un breve sorso al bicchiere.

<<Se il tempo non ci avesse mai diviso>>. Pronuncia a voce bassa.

"Se avessi ancora un cuore pulsante, probabilmente adesso sarei a mille, perché la mia espressione e il fiato corto non rendono l'idea della scena cui sto assistendo. Le sue parole, il modo in cui lo guarda... che cosa vuol dire? È una doppiogiochista per caso?".

<<Io sono andato avanti, la mia vita è migliore adesso>>. Risponde lui.

<<Certo, ne sono felicissima. Katherine è una donna strabiliante, da vampira le sue doti sono addirittura migliorate. È un dono trovare una persona del genere sul proprio cammino>>. Sorride lei, sicura delle sue parole.

<<Non era il suo destino>>. La voce di Alexander la interrompe.

<<Che cosa vuoi dire?>>.

<<È stato un mio errore la sua trasformazione, ho abbassato la guardia e l'ho fatta entrare nella mia vita>>. Il suo tono di voce è deluso.

<<Questo per te è un errore? Concedersi il piacere di amare qualcuno?>>. Domanda lei, quasi perplessa.

<<Sì se puoi ferirlo, se puoi danneggiare la persona che era>>.

<<Lei è sempre la donna che hai conosciuto, il vampirismo non cambia la natura delle persone ma la evolve>>. Dice Allison.

<<Era meglio che rimanesse umana, lontana da questo mondo oscuro>>. Le parole s'impregnano di rabbia.

<<La colpa è mia allora...>>. Abbassa lo sguardo lei.

<<No, avrei dovuto rinunciare a restarle accanto. Il nostro amore è stato uno sbaglio>>. Lo vedo, cambiare posizione, passeggiando per la stanza con le mani sul viso.

"In un attimo in cui sento quelle parole uscire dalla sua bocca, i miei occhi guardano ogni cosa in modo diverso. Sapevo quanto si sentisse in colpa ma addirittura definire il nostro amore uno sbaglio, qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere. Mi allontano, distogliendo gli occhi da quella stanza e restando un attimo immobile... cerco di comprendere la scelta giusta da fare. Piombare in quella stanza o andare via? Gli occhi s'inumidiscono e il respiro comincia a cambiare".

"Devo andare via, non voglio farmi vedere così. Mi sento quasi una sciocca, una bambina stupida. Come ho potuto credere che le cose sarebbero cambiate tra di noi? Non è così, non ha rinunciato a nessun senso di colpa ma mi ha solo avvicinata, mi ha tenuto di nuovo nella sua morsa, nel suo controllo ed io ci sono caduta con tutte le scarpe ferendomi ancora una volta, sentendomi la pedina di questo subdolo gioco".

"L'amore non ti distrugge in questo modo, non ha il diritto di ferirmi".

"Chiudo la porta dell'ufficio alle mie spalle, sistemando le chiavi nella borsa e ritrovandomi davanti un sorridente Henry, in camicia e giacca con del caffè fumante tra le mani".

<<Te ne dovevo uno di scuse, oltre al fatto che ne avrai bisogno>>. Mi porge il bicchiere, avvicinandosi alla scrivania.

<<Che cosa succede?>>. Mi acciglio.

<<L'avvocato del signor Brown ha delle ottime conoscenze ed è riuscito a posticipare l'udienza per metà Gennaio>>. Spiega mostrandomi un foglio.

<<Che cosa? Con quali credenziali?>>. Leggo frettolosamente il documento.

<<Con quelle della questione emotiva dei coniugi e del fatto che si tratta di loro figlio>>.

<<Ha leccato il culo al giudice...>>. M'innervosisco.

<<Esattamente, quindi è tuo dovere parlarne con Natalie oltre a dover firmare la documentazione che accetta l'udienza nella data prestabilita e indagare meglio sul caso delle tre donne che sono state uccise nello stesso modo di Carter. Hai la possibilità di presentare un discorso ancora migliore e di mettere un punto decisivo su questo caso>>. Dice mentre cerca i fogli da compilare.

<<Farò del mio meglio ma se avessi l'aiuto di mia madre sarei avvantaggiata>>. Scivolo sulla sedia sfinita.

"Neanche una buona notizia e per giunta il tempo si è prolungato ancora una volta per questo caso".

<<Non hai bisogno di tua madre per riuscire a fare giustizia per questo caso>>. Sorride mestamente Henry mentre firma le scartoffie.

<<C'è qualcosa che non va? Forse la mia presenza qui?>>. Domanda, guardandomi.

<<No, perché pensi questo?>>. Sorseggio il caffè, probabilmente con espressione buffa.

<<Sei silenziosa e molto pensierosa>>. Alza un sopracciglio.

<<Credo sia stress>>. Faccio spallucce, cercando di cambiare espressione.

"Non voglio che tra lui e me si crei un rapporto il freddo, per me è fondamentale avere una buona sintonia con i colleghi soprattutto per il caso e per riuscire a lavorare bene ma credo che sia meglio fingere, a volte, di non avere pensieri riguardanti il mio rapporto con Alexander. Non mi piace che si rompa quel muro di confidenza che sfocia oltre, dandogli la possibilità di fare un passo in più a quello che gli chiedo".

"È un uomo bellissimo, grande fascino e un carattere molto dolce ma non è quello che io amo nonostante Alexander non lo capisca".

<<Sono contento, comunque, che tra di noi non sia cambiato nulla. Il nostro lavoro insieme è importante>>. Mi tocca la mano, in segno di amicizia.

<<Sono d'accordo>>. Rispondo, con un sorriso sincero sulle labbra.

"Henry si alza in piedi, tenendo il suo sguardo rivolto al mio. Lo guardo perplessa mentre si avvicina verso di me. Mi porge la mano, per mettermi in piedi dicendo che non ha nessun'intenzione in particolare. Accetto, quando le nostre mani s'incontrano lui mi stringe delicatamente, quasi accarezzando la mia pelle con le dita in pochi attimi. Le sue labbra serrate non nascondono un sorriso quando i suoi occhi incrociano il mio viso da più vicino. Mi osserva ma a dispetto di ciò che si potrebbe pensare, i suoi occhi si rivolgono ai miei capelli, ai miei occhi e alle labbra".

"Mi fa sentire quasi a disagio essere davanti a lui in questo modo e sentirmi alla sua mercé. Non voglio che si fraintendi qualcosa né che sfrutti la mia incapacità di rifiutarlo apertamente. Ho sempre paura che questo si rivolti contro il mio lavoro e che non ci sia niente che gli faccia cambiare modo per approcciarsi a me".

<<Katherine, ormai è inutile nascondere quanto io sia attratto da te. Non so neanche perché questo mi sia accaduto. Io conosco Alexander da molto tempo, tu sei la sua compagna ed io vedo nei tuoi occhi l'amore che provi verso di lui. Voglio solo che tu sappia che i miei sentimenti non cambieranno, che esistono e che non farò nulla per intralciare il vostro rapporto. L'ho promesso. Non farò mai nulla che tu non voglia insieme con me>>. Pronuncia, con un tono di voce profondo e allo stesso tempo dolce.

<<Sei una donna meravigliosa, Katherine Davis>>. Lascia la mia mano lentamente, ritornando a sorridermi.

"Si avvicina alla porta, prendendo il cappotto e sistemandolo sulle spalle. Si volta, ancora una volta per guardarmi, prima di lasciare l'ufficio e andare via".

"Quelle sue parole, pronunciate come se fossero una confessione profonda. Mi sembrava quasi una supplica, una richiesta o come se io fossi capace di cambiare le sorti dei suoi sentimenti. Mi ha trasmesso completamente ciò che sente eppure, non ho minimamente utilizzato i miei sensi sviluppati ma ho solo ascoltato, come umana e come donna... le parole di un uomo che dietro a quel sorriso velava altro".

"Guardo ancora la porta ormai chiusa mentre le sue parole cullano ancora i miei pensieri...".

"Per quale motivo non riesco a non pensarci?".

"Per quale motivo sento dentro di me un'emozione nuova?".

"È come se una parte di me, vorrebbe concedersi la possibilità di scegliere".

"O di scoprire".

*Vi aspetto con tante stelline se il capitolo vi è piaciuto ma soprattutto nei commenti con le vostre opinioni. Secondo voi che cosa sta succedendo alla storia? Che ruolo hanno Henry ed Allison all'interno della vita dei protagonisti? ma soprattutto che cosa sta succedendo ad Alexander? Per quale motivo ciò che fa risulta un modo per allontanarsi da Katherine? Ci sono ancora tantissime cose da scoprire e soprattutto molto ma molto da leggere sui nostri protagonisti. Intanto vi ringrazio SEMPRE per il vostro supporto.

Siete l'anima di questa storia,
Al prossimo capitolo,

R. E. Meyers

P.S. Ecco a voi il nostro detective Henry:

E la vampira Allison:

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