Capitolo Venti

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<<Quel vampiro ti ha mostrato quelle immagini?>>. Mi domanda con serietà palpabile.

"Mi limito ad annuire, spaventata da quale potrebbe essere la sua reazione adesso. Gli ho fatto vedere ciò che mi ha comunicato il vampiro sconosciuto, quando ho deciso di avvicinarmi a quel legame che possediamo da creatore a neovampira".

"Pensavo, durante quel dolore, che non ce l'avrei fatta a raggiungere il mio scopo ma in realtà mi ha messo alla prova ancora una volta. Mi ha fatto del male, svenire e lasciata quasi al limite delle mie forze nonostante ne possieda molte di più di quanto ne avessi da umana e poi, mi ha dato una chance di avvicinarmi e di vederlo anche se completamente coperto anche in volto, in quelle immagini".

"Non so per quale motivo ben preciso ma mi ha mostrato qualcosa d'incredibile che adesso si sta riversando in questo silenzio che rimbomba più forte delle parole, tra Alexander e me mentre ci guardiamo e riflettiamo su quello che ci ha rivelato e sul suo significato".

<<Lo sai che cos'è?>>. Gli chiedo quasi con un sospiro.

<<È la festa d'inverno... sul Westminster Bridge>>. Dice continuando a sostenere il mio sguardo.

<<Quando si terrà?>>. Domando ancora, conoscendo già la risposta.

<<Fra tre giorni>>. Mi dice, passandosi subito una mano sul mento e sfiorando la barba. Il suo sguardo di ghiaccio si abbassa pensieroso poi, comincia a camminare per la stanza.

<<Mi ha mostrato il futuro Alexander... mi ha chiesto di vederlo>>. I suoi occhi ritornano su di me mentre si avvicina a me lentamente, con le mani nelle tasche.

<<Ha una forza maggiore di quella che potessi immaginare. Ha utilizzato addirittura un momento del futuro come messaggio. Era lui, ti tendeva la mano... voleva che ti avvicinassi>>. Pensa ad alta voce passandosi una mano nei capelli.

<<Lo so, ma devo farlo. Devo andarci>>. Mormoro temendo la sua risposta.

"Ora che lo sa' non voglio esitare. Scoprire chi è mi aprirà le porte, lo farà a entrambi. Sarebbe il modo giusto per capire il motivo per cui mi ha trasformato, quale punto in sospeso ha con Alexander e perché queste sono le sue intenzioni. È vero, non è come Maryanne... non ci ha attaccati, non ho più sentito la sua presenza dal giorno cui sono stata trasformata e solo poche ore fa ha deciso di fare il primo passo. Voleva vedere, dove fossi, se da vampira avessi qualche punto debole e adesso mi ha chiesto incontrarlo. È una possibilità fondamentale per conoscere la verità, da utilizzare al meglio sia per noi... sia per me".

<<Non cominciare Katherine, non sappiamo quali siano le sue intenzioni. Non dimenticarti che ti ha trasformato apposta, l'ha fatto per muovere vendetta su di me. Sarò io ad andare>>. Mi fulmina con il suo sguardo.

<<Certo, ne sono consapevole ma questo è l'unico modo. Se riuscissi a farlo fidare di me, se andassi... scopriremmo prima di tutti chi è Alexander e poi, le sue intenzioni. Abbiamo tre giorni per trovare un buon piano... non andare da solo, sarebbe una pazzia>>. Gli spiego, cercando di convincerlo al meglio.

<<Potrebbe essere una trappola, per questo non andrai tu >>. Mi ammonisce ancora una volta.

<<E tu da solo come faresti? Non sappiamo quanto sia forte e astuto. Non sarebbe saggio!>>. Incrocio le braccia.

<<Aspetta e rifletti. Mi ha chiesto di incontrarlo o... incontrarla, in mezzo alla gente. L'ha fatto per dimostrarci che non ha cattive intenzioni, non credi? Maryanne quando ci ha voluto attaccare ci ha isolati, sempre... per evitare di avere il contatto con gli esseri umani. Alla festa d'inverno ci saranno migliaia di persone. Non ci allontaneremo mai dalla zona ma è meglio che vada da sola, in questo modo si fiderà di me>>. Dico, riflettendo sulla situazione.

<<Non significa niente, potrebbe soggiogarti e portarti dove vuole. Non andrai mai da sola, non essere stupida... non puoi fidarti in questo modo, ti ha tolto l'umanità>>. Si passa entrambe le mani violentemente nei capelli.

<<È più forte di me... sento di voler sapere. Mi ha cambiato la vita, l'ha fatto... >>. Rispondo confessando ciò che penso.

"Rivedo quell'immagine nei miei pensieri e non riesco a credere che ci sia una soluzione diversa. Mi ha chiesto di andare, io mi sono messa in contatto con questo vampiro sconosciuto e non posso immaginare che ci sia qualcosa di negativo nella scelta di farsi vedere davanti a molte persone. Mi sembra strano difendere quasi, le sue intenzioni ma credo che sia qualcosa di più profondo del semplice vampirismo. È come se perché mi avesse dato questa vita, io abbia bisogno di vederlo".

<<Tu sei attratta dal pensiero di chi ti abbia trasformata. È normale, non preoccuparti ma non perdere la ragione e rifletti sempre prima di compiere un'azione... Katherine, hai capito?>>. Le sue parole mi fanno ritornare alla realtà.

<<Sì>>. Rispondo annuendo ma la sua espressione non è per niente tranquilla.

<<Penseremo a un piano. Arthur ed io verremo e tu ti avvicinerai per prima. Ci nasconderemo tra la gente e monitoreremo la situazione>>. Spiega, rimettendo le mani nelle tasche.

<<Che cosa? È un vampiro, sentirà il vostro odore>>. Domando accigliata.

<<No, tra la gente sarà difficile e poi, ci copriremo... in modo da non correre rischi. Abbiamo tre giorni per prepararci, scopriremo chi è questo bastardo!>>. Si rabbuia, con una nota di nervosismo nella voce che cambia totalmente il suo tono e il suo sguardo.

"Sospiro, annuendo e lasciando che il silenzio sia la mia risposta. I suoi occhi sono profondi e concentrati nei pensieri. Vederlo così assorto, mi ricorda quanto questa situazione prema su di lui. Ciò che gli ho mostrato l'ha sicuramente turbato e adesso, mi rendo conto che vedere quel vampiro per lui è impossibile da accettare, qualcosa che scatena la sua impulsività; per lui è l'occasione di muovere vendetta su chi mi ha trasformato ed ha cambiato inevitabilmente la nostra vita".

"Mi sento lucida, nelle mie opinioni, e mi rendo conto che stavo per farmi trascinare da una forza ammaliatrice. Io non voglio vederlo e basta, io voglio sapere chi è e per quale motivo non lo ricordo. Voglio la verità e capire quali sono le sue intenzioni su di me, su Alexander e perché ci ha fatto questo. Voglio che parli e che questa volta niente vada storto. Non voglio più rincorrere vampiri assetati di vendetta, che vogliono uccidermi e rovinare la nostra vita per qualche conto stupido del passato".

"Voglio sentirmi la Katherine di una volta, felice ma nella mia nuova vita con Alexander. Voglio che lui riesca a redimere ciò che è accaduto dandomi finalmente la possibilità di stare accanto a lui e se questo significa sacrificare la vita di quel vampiro sconosciuto e bastardo... allora per me va bene, è la scelta giusta. Lui ha deciso per me e non mi ha dato neanche la possibilità di riflettere su ciò che sarebbe significato. Ha piombato il vampirismo nella mia vita e mi ha lasciato da sola ad affrontare tutte le conseguenze".

<<Ce la faremo>>. Dice, questa volta per rassicurarmi.

<<Io mi fido di te>>. Rispondo sostenendo, anche se con malinconia, la mia espressione.

"Rimango ancora una volta a fissare il suo viso, serrando le labbra e lasciando che qualche movimento finto di ciglia sia l'unico gesto a rappresentare la vitalità che possiedo. Non ho paura di ciò che potrebbe accadere, anzi vorrei che questi giorni passassero velocemente e mi dessero finalmente la possibilità di mettere la parola fine, a questa situazione straziante".

"Ho solo il presentimento che ci sia qualcosa di più complesso sotto la semplice vendetta nei confronti di Alexander e che ci sia un motivo, ben preciso per cui desidera incontrarmi prima. Collego ciò che è accaduto dal giorno in cui mi sono risvegliata da vampira, a quel contatto improvviso e non riesco a trovare un filo logico che mi permetta di comprendere la natura di queste azioni che ha compiuto nei nostri confronti".

"E come se avessi un brutto presentimento e me ne rendessi conto solo ora... ".

<<Qualcosa non va?>>. Mi chiede dolcemente.

<<No... voglio solo tornare a casa mia adesso. Ho dei documenti che mi aspettano>>. Gli sorrido mestamente.

<<Puoi lavorare qui, metterti comoda>>. Dice indicando casa sua.

<<Non li ho qui... e poi ho davvero bisogno di stare un po'... in un posto mio. Sono stanca, non fisicamente ma vorrei... vorrei davvero tornare a casa>>. Mi allontano verso la porta, esitando la mia risposta.

<<Allora verrò con te>>. Si avvicina con nonchalance.

<<Perché?>>. Chiedo sospirando e con espressione perplessa.

<<Perché sarebbe incosciente da parte mia lasciarti completamente da sola, dopo ciò che ha fatto quel vampiro per avvicinarsi a te>>. Sistema i polsini e prende il cappotto poggiato sulla poltroncina.

<<Sul serio... Alexander non c'è bisogno. Vorrei poter respirare>>. Mi passo una mano in viso cercando di riassestare i pensieri.

"Non voglio incrociare le sue iridi che sembrano rimproverare ogni mia azione, ogni mia decisione come errata e irresponsabile. Voglio davvero trovare del tempo per me, fare un bagno caldo, mettermi in pigiama a guardare la TV e finire il lavoro per l'udienza di Natalie. Ho bisogno di distrarmi e di non avere sempre il suo viso davanti che mi ricorda ciò che siamo, quante difficoltà stiamo percorrendo e soprattutto la sua mancanza, che preme nei miei sentimenti, nonostante sia così poco distante da me fisicamente".

<<Non m'importa Katherine>>. Risponde, sorpassandomi e aprendo la porta, m'invita a uscire.

<<Alexander...>>. Sbuffo, alzando gli occhi al cielo.

<<Vuoi che mi faccia trovare già a casa tua?>>. Domanda con un finto nervosismo.

"Gli mando un altro sguardo contrariato e incrociando le braccia esco dalla sua stanza da letto. Non appena siamo fuori dalla grande Villa, Arthur si affretta a portare le chiavi della mia auto. Siedo al posto passeggero mentre Alexander mette in moto diretti al quartiere Chelsea, nella mia piccola dimora".

"È incantevole il cielo a Rose Square, dove le stelle non hanno paura di mostrarsi. È calata la notte e come un mantello di pregiato velluto scuro, inonda il cielo con la sua maestosità. Sfioro l'anello che porto all'anulare e che mi dà la possibilità di camminare di giorno, scivolandolo via e liberandomi per un attimo, dal peso della mia immortalità. Ormai, è il buio la mia vera casa, il luogo cui mi sento più fedele alla mia natura. Poggio la testa delicatamente allo schienale dell'auto, lasciando che il mio corpo si rilassi. Osservo gli alberi che attraversano veloci la strada e il buio del cielo pian, piano diventare più netto mentre avvolge completamente le luci delle stelle e dà vita a quelle tenui dei lampioni".

"Il buio e il silenzio della notte fanno compagnia a quelle luci che si affievoliscono man, mano che le abbandoniamo alle nostre spalle. Sento un vuoto dentro di me, che appare ogni volta che riesco ad avere un istante per pensare a quello che adesso mi appartiene e mi domando... che cosa mi appartiene? Quelle parole s'imprimono nella mia mente, come se avessi timore di scoprirne la risposta ma essa arriva, nei miei stessi pensieri, irrefrenabilmente e scagliandomi la verità davanti agli occhi come un faro che illumina pesantemente le pupille lasciandoci bruciare lo sguardo per qualche secondo a causa della sua intensità.

"Io non ho niente che mi appartiene..."

"Sono una voragine buia, un tunnel senza uscita, una cascata infinita, il niente, il vuoto e lo sono da quando lui non è più con me. Non mi volto a guardarlo perché so' che è intento a chiudersi nei suoi pensieri fissando la strada e lasciandomi sempre più sola. Eppure basterebbe un solo istante per allungare la mia mano alla sua, stringerla e intrecciarla alle mie dita. Quanto vorrei farlo se solo sapessi, se solo avessi la convinzione che lui contraccambi, che quel momento non lo potrà mai interrompere nessun suo rifiuto e nessun suo sguardo di pura indifferenza".

"Ho perso la mia luce proprio quando mi ero abituata a convivere con il suo buio..."

"Lascio le dita scorrere fuori dal finestrino e quel gelo che una volta impregnava ogni fibra del mio corpo oggi è una breve soffio che alimenta solo la mia indifferenza. Sono cambiata, mi sono trasformata e non lo devo solo al vampirismo ma lo devo a lui. Perché il modo in cui si comporta con me, mi mostra sempre qualcosa di nuovo che non conoscevo del suo carattere e che mi permette di scoprire ogni mio punto debole. Mi ha aperto gli occhi e mi sono resa conto di avere più forza rispetto al passato. Sono capace di trattenere il mio dolore anche quando la rabbia mi pervade, anche quando mi sento collassare. Perché è questo che mi fanno i suoi silenzi ma ciò non basta a smuovere la sua distanza".

"Questo mi ha mostrato quanto io sia capace di controllarmi, di attendere e di comprendere al di là dei miei dubbi e delle mie paure, quando sia il momento di lasciare che ogni cosa faccia il suo corso. Ho capito che a volte non bisogna chiedersi quale sia la destinazione ma aspettare che lo scorrere del tempo e dei passi ci faccia assaporare il percorso che stiamo vivendo nella nostra vita anche nelle sue difficoltà".

"E spero, con tutto il cuore, che questo sentiero non ci allontanerà ancora..."

<<Siamo arrivati>>. Dice, aprendo la portiera e dirigendosi alla mia per farmi scendere.

"Lo ringrazio per il gesto mentre prendo le mie borse e le chiavi. Ci avviniamo, apro la porta e accendendo le luci invitandolo a entrare. Un odore di gelsomino arriva alle mie narici dandomi un delicato benvenuto e rilassandomi. Poggio le mie cose su un tavolino accorgendomi di quei fiori poggiati nel vaso sul tavolino davanti al divano. Mi volto verso Alexander che cammina lentamente osservandosi intorno e avvicinandosi al salotto".

<<Fa come se fossi a casa tua>>. Mi premuro di dirgli guadagnandomi un suo tipico mezzo sorriso.

<<Hai del vino?>>. Mi domanda togliendo il cappotto.

<<Credo di sì... vado a controllare. Poggialo sul divano>>. Rispondo avviandomi verso la cucina.

"Tolgo la giacca e le scarpe, lasciandole cadere su uno sgabello da colazione. Sono sfinita e questi tacchi non sono per niente adatti alla vita da avvocato e a quella da vampira che prova a contattare il proprio creatore. Frugo nelle dispense cercando una bottiglia di vino, nel frigo dove ho solo qualche insalata e qualche uova che probabilmente non toccherò mai più. Cerco ancora in un mobile, trovando una bottiglia di vino rosso. Quello non mi manca mai a quanto pare, mentre la spesa dimenticavo spesso di farla da umana".

"Cerco un cavatappi e vedo che la data del vino è abbastanza vecchia. Spero sia di suo gradimento ma probabilmente sul vino sarà molto difficile accontentarlo. Prendo due calici di vetro e verso il liquido fino a metà bicchiere. Mi avvio di nuovo verso il salotto, con i due bicchieri tra le mani. Lui è in piedi, dove l'ho lasciato che mi guarda arrivare".

"I suoi occhi così intensi mi mettono a disagio ma non abbasso lo sguardo, cercando di sembrare più naturale possibile. Gli porgo il bicchiere e in un solo secondo le nostre dita s'incrociano. Quel gesto, così inaspettato, mi dà una scarica che si affievolisce poco dopo. Gli sorrido mestamente alzando il calice vicino al viso in segno di brindisi. Lui fa lo stesso e pian, piano lo vedo sbottonarsi la giacca mentre le sue labbra carnose e rosee sfiorano il vetro del bicchiere e si poggiano elegantemente verso quel liquido rosso gustandolo delicatamente nel suo gusto amaro e frizzante".

<<È di una buona annata>>. Mormoro, sorseggiando il vino.

<<Si sente>>. Dice a bassa voce, bevendo ancora e senza togliere lo sguardo su di me.

<<Bene...>>. Rispondo continuando a osservare il suo viso. Muovo il bicchiere facendo ondeggiare il vino prima di portarlo di nuovo alla bocca per un lungo sorso.

<<Già>>. Sussurra avvicinandosi a me e spostando il suo calice di lato, lascia che tra di noi ci sia pochissima distanza.

"Faccio lo stesso incrociando casualmente il suo calice che tintinna con il mio. I miei occhi sono nei suoi mentre il mio respiro aumenta ma quello che mi provoca questo è il contatto della sua mano sinistra sulla mia schiena che vibra al movimento delicato e sensibile delle sue dita sulla mia camicia. Mi avvicino al suo viso alzandomi sulle punte prima di abbandonare il mio bicchiere sul tavolino. Non lo sfioro neanche con un solo centimetro della mia pelle, per rimanere nella sua presa ma senza concedergli la mia".

"Le sue iridi azzurre come il ghiaccio si posano sulle mie labbra mentre respira a un solo millimetro di distanza. Rompe quel filo che ci divide, baciandomi mentre si preme sul mio corpo aderendoci completamente. Posa il bicchiere di vino con violenza mentre le nostre labbra s'incontrano in una danza romantica e dolce che pian, piano lui trasforma diventando avido e passionale".

"Sento dentro di me montare l'emozione, la sensazione incredibile della sua lingua che si muove a contatto con la mia. Scosta il cappotto facendolo scivolare sul pavimento e gettandomi sul divano con impeto comincia a sbottonarsi la camicia. Non parla, respira con affanno come me che lo osservo nella sua dannata bellezza e immortalo questo momento nella mia mente. Lo desidero, più di ogni altra cosa e che sia stato lui a rompere quel muro è una cosa incredibile. Lo aiuto a scivolare via la camicia ma lui la toglie con un solo gesto mentre prende le mie mani e mi spinge di peso verso di lui e chiudendomi nella presa del suo corpo scolpito. Mi strappa la camicetta, cominciando a baciarmi di nuovo con quella brama impetuosa che mi toglie il respiro".

"Mi accarezza i fianchi mentre la sua lingua scorre sul mio collo lasciando brevi baci che fanno mi fanno rabbrividire la schiena di piacere. Le mie dita sfiorano i suoi pettorali mentre le unghie lo graffiano lentamente. Mi avvicino questa volta per baciarlo mentre le mie mani scendono a togliere la cintura dei pantaloni. Voglio che sia un momento reciproco di passione, di intensità. Voglio che capisca che mi è mancato esattamente come io so' di essere mancata a lui".

"Ci guardiamo un secondo mentre i suoi capelli scompigliati sfiorano la mia fronte e le nostre labbra s'incontrano di nuovo, con quel sapore di vino, di amore e di brama. Sono all'estremo ormai, già persa in questo desiderio così intenso che ravviva il mio corpo. È bellissimo, da vampira, percepire ogni emozione con maggior intensità. Mi lascia confusa, persa e incredibilmente appagata anche solo sentendo la sua pelle che sfiora la mia".

"È ciò che mi fa lui, è quello che provo quando niente più ci separa e le nostre anime ritornano in contatto".

"Le sue mani scivolano via la mia gonna con un solo gesto esperto mentre mi cerca ancora e i suoi baci si fanno sempre più intensi, indescrivibili come se mi trasportassero al limite di un sublime che non avevo mai conosciuto, di una passione che non avevo mai percepito ma che adesso comprendo quanto lui vivesse con me".

"Sfioro le sue spalle mentre i muscoli contratti mostrano le vene che si scuriscono, il suo respiro è sul mio collo come a riprendere fiato. Mi avvicino baciandogli ogni centimetro della pelle ma non appena sono quasi vicina al suo collo si scosta, con un movimento e mettendo un po' di distanza tra me e lui".

<<Che cosa c'è?>>. Gli chiedo confusa e respirando ancora a fatica.

<<Non posso Katherine>>. Dice, il suo sguardo muta, in un secondo, ritornando freddo.

<<Aspetta... che cosa vuoi dire Alexander?>>. Mi acciglio.

<<Non posso farlo con te, semplice>>. Mi dice quasi con cattiveria, alzandosi in piedi e sistemandosi la cintura.

<<Alexander stai scherzando?>>. Mi avvicino ancora confusa e rimettendomi in piedi, di fronte a lui.

<<No, per niente. Mi dispiace>>. Continua, senza guardarmi mentre prende la camicia da terra e se la infila, abbottonandola.

"Spero stia scherzando".

<<Alexander c'è un motivo per cui adesso non vuoi neanche stare con me?>>. Incrocio le braccia esasperata e sconvolta.

<<E guardami cazzo!>>. Dico al limite della sopportazione guadagnandomi la sua attenzione.

"Sospira portandosi una mano sul viso e aggiustandosi i capelli. Lui mi rifiuta e poi è frustrato da ciò che fa? Ed io che cosa dovrei pensare? Che cosa dovrei dire del suo modo di comportarsi e senza neanche un cenno che possa spiegarmi la sua reazione, senza neanche curarsi di quali conseguenze ha su di me il suo comportamento".

<<Non ti voglio, non voglio fare l'amore con te>>. Getta fuori con uno sguardo incredibilmente nervoso.

<<Ah sì? Allora è peggio di quanto pensassi>>. Lo sorpasso scostandogli la spalla e andando verso la mia camera a cercare qualcosa da indossare.

"Mi vergogno quasi di essere in intimo davanti a lui. Mi rifiuta come se fosse una cosa normale, come se da donna, prima di ogni altra cosa, non mi toccasse minimamente sentire quelle parole. Io lo odio, lo odio quando mi fa quello sguardo indifferente, mi ghiaccia con violenza come se non mi conoscesse, come se fossi una sconosciuta a cui non deve spiegazioni e tra di noi non ci fosse stata la minima relazione. Non posso crederci, mi sento una stupida e mi fa rabbia il pensiero di tutto quello che abbiamo vissuto, di quanto stia lottando per questo rapporto e del modo in cui gli ho concesso il mio cuore, il mio corpo, i miei sentimenti... nel modo in cui gli ho concesso la mia vita e di come lui la tratti senza ritegno".

"Apro l'armadio violentemente mentre getto per aria dei maglioni. Trovo un vestaglia blu che indosso facendo un nodo strettissimo e cercando di mantenere la rabbia che vorrei riversare su Alexander schiaffeggiandolo a più non posso ma non sarebbe abbastanza, non sarebbe neanche giusto per me fare una cosa del genere. Non merita che io lo tocchi, non merita la mia considerazione e non merita il mio amore... lui non mi merita".

<<Katherine>>. Sento la sua voce arrivare dal corridoio.

<<Che cosa vuoi? Vattene via da qui>>. Gli urlo mentre la rabbia mi pervade.

<<Non me ne andrò, non ti lascerò da sola con quel vampiro in giro>>. Si acciglia usando il mio stesso tono.

<<Che t'importa di me se poi, mi tratti in questo modo? Ma che cosa vuoi Alexander? Lasciami in pace, fammi vivere la mia vita e vai a fanculo... sul serio. Tu non meriti niente da me, neanche la mia considerazione... neanche che ti risponda>>. Dico in preda alla collera che sale sempre di più facendomi pulsare le vene tra le mani.

<<M'importa perché non voglio vederti morire di nuovo! Non voglio che ti succeda qualcosa Kate e abbastanza per te?>>. Getta fuori ad un passo dal mio viso.

<<Non è abbastanza, non lo sarà mai. I tuoi modi non saranno mai abbastanza>>. Rispondo mentre sento di essere sotto il controllo del nervosismo.

"Sono stufa di questa situazione, sono stanca di lui e di ciò che fa. Come ha potuto rifiutarmi? Come può lasciare che questo non incida su di me? Non mi ama ed è questa l'unica verità, non c'è niente in lui che gridi ancora un solo briciolo d'amore nei miei confronti. Io sto continuando a portare avanti questa relazione da sola. Non ho il suo appoggio e mi rendo conto che non ha mai fatto nulla per farmi capire se questo fosse giusto e se lui lo volesse".

<<Ti lascio da sola, io sono in salotto Katherine. Se senti un contatto o qualsiasi cosa di sospetto devi dirmelo, chiaro?>>. Fa accigliato.

<<Te ne devi andare!>>. Lo spingo via, muovendolo solo di qualche centimetro.

<<Me ne andrò Katherine, non preoccuparti>>. Dice, chiudendo la porta con violenza.

"Prendo un maglione, lo appallottolo e lo lancio verso la porta gridando la mia rabbia con tutta la voce che possiedo. Cosa ho fatto di male nella mia vita per meritare questo? Per dover stare così male e sentirmi rifiutata, inadatta... non abbastanza per l'unico uomo che amo realmente? Perché devo sentirmi sbagliata e devo provare ancora quel senso di rifiuto e di desolazione verso me stessa? Io non ce la faccio più a vivere in questo modo, a sentirmi sempre gettata nello sconforto e nel rifiuto di Alexander".
"Perché quel maledetto giorno sono stata trasformata? Perché non sono più la Katherine Davis di una volta e che lui amava? Io sto cercando di essere la donna, la vampira e l'avvocato che desidero essere ogni giorno della mia vita ma per lui non è abbastanza e non lo sarà mai".

"Stringo i denti quasi al limite pensando a ciò che è capace di farmi. Non m'importa che cosa voglia lui, non m'importa... mi ripeto ma le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance, velando completamente la mia vista. Sento la rabbia diventare delusione mentre soffoco i singhiozzi fino all'estremo. Non voglio che mi senta piangere e non voglio che pensi che io mi disperi per lui".

<<Ti odio Alexander>>. Mormoro cercando di smorzare la mai voce rotta e questa volta, sperando che mi stia ascoltando.





Spazio autrice
Buonasera lettrici ed ecco a voi il capitolo venti, allora che cosa ne pensate? Quel futuro che gli ha mostrato il vampiro a che cosa li porterà? E la reazione di Alexander, non appena è stato da solo con Kate? Lei è al limite della sopportazione ma questo cambierà qualcosa nel rapporto che stanno vivendo? Vi aspetto nei commenti e con tante stelline se la storia vi sta piacendo e questo capitolo anche! Beh, che dire? Stiamo raggiungendo dei fantastici traguardi e lo devo solo a voi, davvero, non bastano grazie per ciò che state facendo e spero che consiglierete la storia alle vostre amiche, a chi conoscete su Wattpad e a tutte le persone care per raggiungere ancora ALTRI TRAGUARDI!

Siete l'anima di questa storia,
Al prossimo capitolo e tanti abbracci,

R. E. Meyers


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