18° capitolo

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Giustine, per orgoglio non aveva risposto, ma la curiosità di sapere come aveva passato quella notte Bernard, era tanta.

Chissà se l'aveva pensata anche solo per un attimo o una volta che aveva chiuso la porta di casa si era dimenticato di lei e delle belle parole che le aveva detto il giorno precedente.

I dubbi di Giustine per quell'uomo che aveva amato con tutta sé stessa e che desiderava ancora, l'attanagliavano. Chi era realmente? Un dottor Jekyll e mister Hyde dell'amore? Un uomo con il fare gentile che con maestria riusciva ad ingannarla con delle belle parole al solo scopo di tenerla a sé continuando in segretezza la sua doppia vita come se tutto fosse normale?

Voleva credergli o era il suo cuore che si stava aggrappando all'illusione che, un giorno, anche per lei da qualche parte ci sarebbe stato un angolo di paradiso per il resto della sua vita con l'uomo che amava?

La sua mente non voleva smettere di pensare. Girava come una giostra senza fermate e senza vie d'uscita.

Avvertiva ancora il calore della sua mano mentre stringeva la sua: un tocco delicato ma sicuro. Il solo sfiorarla le aveva dato la scossa che aveva rianimato il cuore, in parte, perché la parte razionale di lei gliel'aveva bloccata nonostante la commozione. Sarebbe mai riuscita ad essere di nuovo sé stessa? E lui, mentre la stringeva, sarebbe riuscito a cancellare i rimorsi verso la moglie? A lei raccontava d'essere felice e che non l'avrebbe mai lasciata per nessuna donna nemmeno per lei.

Non avrebbe mai dimenticato quella volta che dopo averla baciata appassionatamente (un ultimo saluto prima di proseguire con le loro vite reali familiari) l'aveva fatta scendere dall'auto sul ciglio della strada come una conoscente qualunque, sfrecciando via senza preoccuparsi del luogo isolato o voltarsi per uno sguardo malinconico di distacco, distruggendo in lei anche quei pochi attimi di felicità.

E se questa immagine si fosse ripetuta? Come sarebbe riuscita a sopravvivere?

Sì, doveva dimostrarle con i fatti quanto teneva a lei. Non le interessava quanto tempo ci sarebbe voluto, forse molto più di quanto avrebbe desiderato il cuore.

Non poteva abbattere quello che in quell'anno si era costruita attorno a sé; un muro indistruttibile, per dare forza a lei, e riuscire a rimettere un sorriso sul volto di madre per i suoi figli.

Una corazza che si era subito scalfita alla sola vista di Bernard; un graffio che le aveva lesionato il cuore e che la ragione stava cercando, come un cerotto, di trattenere, per il timore di non dissolvere quella forza con le lacrime, per la rinnovata speranza, finché non ci sarebbe stato almeno un briciolo di certezza.

Questi pensieri l'avevano accompagnata fino al lavoro.

Si aspettava un altro messaggio per chiederle del perché non avesse risposto. Quindi lei aveva ragione; erano solo belle parole, ma stavolta non sarebbe cascata nella sua trappola.

Mentre scaricava la sua ira tra sé e sé, il cellulare conservato in tasca si era messo a vibrare: con sorpresa sullo schermo lesse "Bernard " e il ritmo del suo cuore rallentò.

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