CAPITOLO 24

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"Allora, vuoi dirmi che significa?!" Gli ripetei per la millesima volta, sbattendogli in faccia il suo stesso cellulare, per poi gettarlo sul divano accanto a lui. Da quando Logan era uscito dal bagno e io avevo letto la chat alla quale, a quanto pare, sarei dovuta essere all'oscuro, si era avvicinato e seduto in silenzio sul sofà, senza riuscire a guardarmi.
"Logan, ascoltami," lo richiamai, e stavo veramente cominciando a perdere la pazienza. "vuoi spiegarmi che cosa avete deciso te e Tamarra alle mie spalle? Cosa vogliono dire quei messaggi?" Stavo esplodendo di rabbia e delusione, gli occhi ormai erano rigati di lacrime dalla frustazione.
Finalmente, si decise a parlare: "Quando ho conosciuto Tamarra odiava già Abigail, eppure continuava ad essere sua amica perchè se no sarebbe rimasta sola." Cominciò a spiegare, torturandosi le dita e spostandosi in avanti con la schiena, alzando il viso su di me. "Quando ci siamo conosciuti, lei ha cercato di farmi ricredere sulla mia decisione, perchè non dovevo fare il suo stesso sbaglio; ma io non l'ho ascoltata subito, solo quando sono venuto a casa tua e ti ho baciato ho capito che aveva ragione." Si alzò in piedi di scatto, cominciando a gesticolare animatamente, a quanto pare per il nervoso. "Dopo quel fatto, parlando con lei, presi una decisione: avrei lasciato Abigail ed avrei provato a riavvicinarmi a te; ma non sapevo come fare, e poi non potevo lasciare Tamarra da sola, ero l'unico amico vero che avesse." Si avvicinò a me, mettendo le mani sopra le mie spalle e stringendole appena. Stranamente da come mi sarei aspettata, non mi scansai, nè gli spostai le mani; rimasi semplicemente a guardarlo negli occhi. "Così nacque un patto tra noi, che avrebbe giovato ad entrambi: lei si sarebbe avvicinata a te, in modo da avere finalmente dei veri amici; in cambio, avrebbe cercato di convincerti a darmi un'altra possibilità." Le sue mani scivolarono dalle mie spalle lungo le braccia, fino a prendermi le mani; questa volta però, non rimasi ferma, bensì stratronai via le mani dalla sua presa.
"Lasciami in pace, okay?" Pronunciai con un tono talmente calmo che mi sorpresi da sola. Non sapevo da dove saltasse fuori quella tranquillità, forse ero semplicemente stufa di essere presa in giro dalle persone. "Sono stanca di tutti i tuoi giochetti Logan, devi smetterla di entrare nella mia vita e rivoluzionarla, combinando casini a non finire!" Le ultime cinque parole le urlai quasi, sentendo la rabbia e l'adrenalina scorrermi nelle vene, costringendomi a stringere le mani a pugno per non rompere qualcosa.
"Ascoltami Vanessa, fallo per una volta, cazzo!" Anche Logan sembrava star perdendo la pazienza, mentre si passava una mano tra i capelli frustato e spostava lo sguardo, prima di riportarlo su di me. "Quando ho scoperto di Lucas, del fatto che tuo padre fosse collegato in qualche modo, ho perso la testa. Tamarra, quando l'ho conosciuta, era una ragazza sola, con la vita tormentata dalle bugie della stessa persona che ha mentito anche a te; lei mi ricordava te." Cercò di fare un respiro profondo, chiudendo gli occhi per il resto del discorso. "Volevo aiutarla e lei voleva aiutare me; sai, mi ha riferito che eravamo la coppia più bella che aveva mai visto, perchè si leggeva nei nostri sguardi l'amore l'uno per l'altra." Riaprì gli occhi, facendo scendere senza vergogna le lacrime; probabilmente aveva cercato di non farle sgorgare, ma alla fine avevano vinto loro. Eravamo entrambi intrappolati in un pianto di dolore e sofferenza.
"Logan, sai che cosa ne penso." Ribattei, sentendo la mia voce tremare come una corda di chitarra pronta a spezzarsi da un momento all'altro.
"Sì, so cosa ne pensi, ho capito;" disse lui spazientito. "ma quello che tu non vuoi capire è che ti amo! Cavoli Vanessa, non te n'eri accorta? Io ti amo, è questo che non ti vuoi far entrare in testa!" Si battè con foga un dito contro il cranio, sottolineando quella parte. "Io ti amo per ogni cosa che fai, ogni pregio, ogni imperfezione, ogni difetto di te, io lo amo." Si indicò con entrambe le mani, portandosele verso il petto, sorridendo. "Amo qualsiasi cosa di te, ma il problema è che non l'hai ancora capito." Lasciò cadere le mani lungo i fianchi, spegnendo il sorriso che gli increspava le labbra.
Mi avvicinai lentamente a lui, osservando la sua figura sfocata attraverso il velo formatosi dalle lacrime. Il mio primo pensiero fu quello di mollargli uno schiaffo sulla guancia con espressione disgustata, per poi andarmene definitivamente da quella casa e da lui; però qualcosa nel mio corpo me lo impedì, un organo molto importante, che quando ci si mette diventa insistente in un modo quasi insopportabile. L'azione successiva che feci fu talmente veloce e impulsiva, che mi accorsi di ciò che stavo facendo solo dopo averlo fatto: gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Le nostre lingue danzarono non appena si furono incontrate; le nostre labbra sembravano divorarsi, troppo il tempo che era passato dall'ultima volta in cui si erano assaporate, ed infatti era così. Quel bacio sapeva di sale, era più umido a causa delle lacrime versate da entrambi; ma il valore emotivo a cui riportava era unico: il nostro primo bacio, fatto sotto una pioggia battente, dopo una delusione d'amore ed un tradimento d'amicizia. All'inizio fu titubante, ma una volta realizzato ciò che stavo facendo, mise le mani sopra i miei fianchi e ricambiò, con un po' più di vigore. Il cuore cominciò a martellarmi nel petto, e la mia voglia di lui repressa per tutto l'ultimo periodo esplose in quel momento. Quando ci staccammo per riprendere fiato, feci scivolare le mani sul suo petto, constatando che i miei battiti non erano gli unici ad essere accelerati in quel momento. Alzai lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi, colmi di curiosità e domande, ma allo stesso tempo ricchi anche di felicità e desiderio, scatenato da un semplice gesto, con la capacità però di toglierti il respiro dai polmoni, oltre che le parole di bocca.
"Sai," cominciai, mettendogli le braccia intorno al collo e parlandogli a un soffio dalle labbra. "non abbiamo mai avuto un vero primo appuntamento, credi che potremmo ricominciare?"
Logan sorrise incredulo al suono delle mie parole. "Certo. Allora, signorina Smith, vorrebbe uscire con me, domani sera?"
"Con molto piacere, signorino Lerman." Risposi, lasciandogli un bacio casto sulle labbra.

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