CAPITOLO 6

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Non ci capivo più niente.
La testa vorricava in un immenso e potente ciclone di pensieri, uno sempre più diverso dall'altro; ma tra tutto quel caos nella mia testa, una cosa la capii: ero confusa. Non confusa per i miei pensieri, ma per quanto riguardava i miei sentimenti. La voce disperata di Jason che mi chiedeva di perdonarlo; la mia voce febbrile che glielo consentiva; ed infine quell'abbraccio mi avevano fatto capire che ancora sentivo qualcosa per quel ragazzo, quello stesso ragazzo con cui avevo giurato di non ricascarci una seconda volta: eppure lo avevo fatto.
Ma in quel momento, distesa nel mio letto a fissare il soffitto, immersa nei pensieri, pensando e ripensando agli avvenimenti di quel pomeriggio, davvero volevo perdonarlo? Riporre in lui per la seconda volta la mia fiducia, dove era già stata tradita una prima volta?
Ero divisa in due, ed entrambe le parti avevano le loro domande come pro e contro: era giusto dargli una seconda possibilità dopo ciò che aveva fatto? Soprattutto dopo il male che avevo subito a causa sua? Come potevo fidarmi di una persona del genere?
Ma dall'altra parte, in fondo, sentivo ancora qualcosa per lui. Allora è stato questo a farmi cambiare idea sul suo conto? Una stupida sensazione di caldo al petto e la bocca dello stomaco che si chiudeva?
Appena ero tornata a casa, ancora un po' frastornata per ciò che era appena successo, Matthew non era ancora rientrato; cosa insolita, dato che l'avevo visto uscire da scuola.
Jason si era offerto di rimanere con me fino a quando non fosse tornato, ma avevo gentilmente reclinato l'invito, con la scusa che volevo stare da sola.
Ed in parte era vero, ma volevo soprattutto riflettere su di lui.
"Vanessa?" Sentii una voce sussurrare il mio nome, proveniente dalla porta di camera mia.
Girai lentamente la testa in quella direzione, notando la porta socchiusa e dallo spiraglio un viso familiare che mi guardava: Matthew.
"Finalmente sei tornato." Risposi, alzandomi quasi di scatto a sedere sul letto.
Non l'avevo neanche sentito sbattere la porta d'ingresso, segno che era tornato, ma avevo notato la sua presenza solo quando aveva pronunciato il mio nome, probabilmente ero immersa talmente tanto nei miei pensieri da arrivare al punto di affogare.
"Scusa, sono andato a fare una cosa." Cercò di giustificarsi lui restando sul vago, ma non glielo permisi.
"A fare cosa?"
"Niente di importante." Provò a dileguare la conversazione con un gesto della mano, ma stavo cominciando a odiare le bugie, soprattutto perché era stata proprio una bugia ad allontanarmi da Logan, quindi cercai di farlo parlare.
"Matt, dove sei andato? Ed è meglio che mi rispondi, se vuoi avere un luogo in cui dormire stasera."
"E va bene, non c'è bisogno che mi minacci così." Si lamentò, sedendosi di fronte a me sul letto. "Sono andato da Logan."
Il cuore smise di battere, le gambe divennero molli; per fortuna ero seduta, altrimenti sarei caduta a terra, incapace di reggermi in piedi.
"Volevo convincerlo che tu volevi solo proteggerlo, e che non glielo avevi detto solo per non farli del male. Non ha voluto sentire ragioni."
Scoppiai per l'ennesima volta, quella giornata, a piangere, risentendo in mente quelle parole.
Sapevo che avrei dovuto dirglielo e non nascondere mio padre dietro di me, perché il risultato era stato quello di perdere la persona che più amavo.
"Sst, vedrai che si risolverà tutto, prima o poi." Mi consolò Matt, stringendomi a sé.
Ma sapevo che non si sarebbe risolto tanto in fretta, soprattutto perché Logan mi odiava e per quello che era successo con Jason.
"Matt, ascolta..." Cominciai, una volta calmata, sollevandomi dal suo petto, la maglia bagnata dalle mie lacrime. Il suo sguardo era preoccupato mentre ascoltava ciò che avevo da dirgli. "...Jason mi è corso dietro dopo la litigata con Logan, e abbiamo parlato."
"Dimmi che non hai fatto ciò che penso." Disse, scuotendo la testa per cercare di scacciare il pensiero che gli si era formato in testa.
"Se stai pensando che ho accettato le sue scuse e l'ho perdonato, allora sì, l'ho fatto."
"Perché Vane, dimmi solo perché. Scherza vo quando ti ho detto che dovevi dargli una seconda possibilità." Matt stava chiedendo delle spiegazioni, e l'unica persona che poteva dargliele ero io.
"Sembrava convincente quando ha detto le sue scuse." Provai ad essere abbastanza credibile scrollando le spalle e abozzando un sorriso, ma lui come sempre capì che stavo nascondendo qualcos'altro.
"Cos'altro c'è sotto? Sento dal tono della tua voce che c'è dell'altro."
"Beh..." Avevo la voce più acuta di un ottavo, a causa della paura. "Credo di aver perdonato Jason perché forse provo ancora qualcosa per l..."
"Cosa?!" Esclamò, facendomi prendere un colpo. "Ti rendi conto di chi stai parlando vero?! Stai dicendo di provare qualcosa per un ragazzo che ti ha distrutto."
"Lo so." Mormorai appena, il groppo in gola che stringeva sempre di più. "Ma non riesco a spiegarmi se no il blocco alla bocca dello stomaco che sento ogni qualvolta che lo vedo."
"Nausea, forse?" Gli si abbozzò un sorriso sulle labbra, facendomi scappare una risata e sdramatizzando un po' la situazione. "Senti, te lo dico già, secondo me non hai fatto bene a perdonarlo." Aprii bocca per parlare, ma non ne ebbi il tempo, dato che lui aggiunse quasi subito: "Ma sei tu che scegli, non io. Posso provare ad andarci d'accordo, ma non ti assicuro niente." Fece un'altra pausa. "Solo, promettimi di stare attenta, ti ha già fatto del male una volta, non vorrei lo facesse una seconda."
"Certo, starò attenta." Lo rassicurai, mentre ci alzavamo dal mio letto e venivo racchiusa tra le sue braccia confortevoli.
"Ti voglio bene Matt, sei il fratello che non ho mai avuto."
"Anch'io ti voglio bene, sei la sorella che non ho mai avuto, fino a ieri." Sussurrò quelle ultime parole, il sorriso stampato sul viso.
Mi staccai da lui sorpresa, quel tanto che bastava per vederlo negli occhi.
"Cosa!?" Chiesi io, mentre un sorriso si ampliava sempre di più sulla mia faccia. "Hai detto: 'fino a ieri'?"
Lui annuì, senza proferire parola.
Mi lasciai sfuggire un urletto acuto, assomigliava molto ad uno squittio.
"Perché non me l'hai detto subito?" Lo rimproverai, dandogli un piccolo schiaffo sul braccio.
"Non pensavo fosse importante." Si giustificò, massaggiandosi la parte colpita.
"Sì invece che è importante, stai per avere una sorellina!"
"Solo..." Matt si rattristò di colpo. "...dovrò tornare dai miei a Miami tra un mese."
"E che problema c'è, scusa? Ho abbastanza soldi." Risposi, vedendo che stava rispuntando il sorriso splendente di poco prima.
In quel momento stavo vivendo una felicità incredibile per quel ragazzo che, da qualche mese, era diventato il mio migliore amico. Niente poteva spezzare quella contentezza che alleggiava in quel momento nell'aria, nemmeno il pensiero di Logan e Jason.

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