Capitolo 20. Empoisonné - (Avvelenato)

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Sono così contento di aver sistemato le cose con Alex, ci stiamo frequentando! Questa sera voleva portarmi ad una mostra d'arte ma l'ho convinto a restare a casa, sono piuttosto stanco.

Preparo il soffritto e accendo il forno, sono così di buon umore che voglio cucinare la cena invece di ordinare la solita pizza Hawaii. Improvvisamente ho l'ennesimo giramento di testa, le fitte allo stomaco mi costringono a piegarmi, la vista si appanna, respiro affannosamente. Mi trascino verso il lavandino e bevo avidamente dell'acqua, mi bagno la faccia e in pochi minuti tutto passa, peccato che abbia bruciato il soffritto. Avvilito ricomincio a tagliare la cipolla e l'aglio, sta sera deve essere tutto perfetto e non permetterò alla mia malattia di rovinare tutto.

Mi considero malato, il dolore ha ricominciato a perseguitarmi da ieri, la sensazione di vuoto e di freddo ma devo controllami, Alex sospetta che stia nascondendo qualcosa e non posso dirgli quello che mi sta succedendo, non veramente e poi non credo capirebbe.

Preparo la salsa al pomodoro e metto lo stufato nel forno, stanchissimo e imperlato di sudore, ristoro il mio corpo e lo spirito con una rapida doccia fredda. Indeciso davanti all'armadio aperto prendo una simpatica camicia a fiori e dei jeans neri non strappati, anche se dentro mi sento uno schifo voglio apparire elegante e felice, mi dipingo un falso sorriso in volto e increspo i capelli con del gel, ho un aria buffa nonostante le occhiaie profonde. Scendo e controllo lo stufato e dal riflesso del forno noto che i miei occhi non sono più azzurri, non del tutto almeno, metà del iride è color ametista. Prendo qualche respiro e cerco di calmare il mio battito cardiaco, dopotutto a parte me e Merluzzo gli altri non sono in grado di vederli ma per sicurezza salgo in camera e metto le lenti a contatto. Ne ho comprate una decina per sicurezza, vado in bagno ma faccio subito dietrofront, mi dimentico sempre di aver tolto quel maledetto specchio. Dopo vari tentativi riesco a metterle, sei normale Ethan, andrà tutto bene continuo a ripetermi con difficoltà ma ormai questo è diventato il mio mantra, volente o non volente che io sia.

Scolo la pasta e ci aggiungo la salsa, spengo il forno e sento il rumore di una moto nel vialetto di casa, super puntuale Alex bussa alla porta ed entra senza aspettare che lo inviti, ormai dopo tutti questi anni questa casa è anche sua.

<< Giusto in tempo, le cena è pronta! >>

Gli stampo un bacio in bocca e prendo la bottiglia di vino che mi porge. Lauren gli ha procurato un documento di identità falso, adesso non sono più costretto a chiedere alla signora Lopez di comprarmi qualche alcolico. È da un po' che non la vedo, mi manca tantissimo ma sono spaventato dall'idea che possa essere in contatto con James o peggio. Un brivido mi pervade, ripenso al suo biglietto, gliene do atto, io ho paura di me stesso ma anche di lui. Scaccio questi pensieri e mi siedo accanto ad Alex. Mentre mangiamo mi racconta degli allenamenti e mi porta i saluti dei suoi genitori che sono super contenti di noi e mi vorrebbero a cena da loro settimana prossima. Tutta questa normalità che senza accorgersene mi lancia addosso mi pesa come non mai, sprofondo leggermente nella sedia, tutto a suo tempo Alex, ti prometto che saprò essere la persona che credi che io sia, anche se dovessi indossare le lenti a contatto per il resto della vita, continuando a bere spropositati litri d'acqua e a mascherare il mio dolore.

<< La cena era fantastica e tu sei bellissimo sta sera >> mormora Alex, io arrossisco leggermente.

<< Grazie, dopo vari tentativi sono riuscito a cucinare qualcosa di commestibile e per una volta ci tenevo ad essere anche vestito decentemente >>.

<< Avrei gradito saperlo in anticipo, io sono qui in tuta e sono venuto diretto dopo gli allenamenti con i capelli ancora bagnati >>.

<< Avresti solo perso tempo per tornare a casa e cambiarti. Invece sei pronto per la seconda parte della serata? >>

<< Assolutamente! >>

Riempio due calici di vino e li porto in salotto, Alex accende il televisore ed inserisce il DVD. È un thriller: la protagonista rimane orfana, i genitori sono morti in un incendio ma lei non ci ha mai creduto veramente. Quando cresce si arruola nella polizia e cerca di far riaprire il caso. Un detective molto in gamba e bellissimo le dà una mano e insieme scoprono dei legami loschi con la mafia, nei quali i suoi genitori erano rimasti coinvolti. Dopo aver scoperto questa verità la ragazza abbandona il caso, dopo anni a perseguire la verità quest'ultima la ferita brutalmente, cancellando le sue credenze e seppellendo l'amore che la spingeva ad andare avanti dopo aver perso tutto.

Non posso fare a meno di pensare al mio segreto e ad Alex. L'analogia è alquanto prossima, però lei ha il suo happy ending insieme al detective, io non sono ancora pronto a credere lo stesso per me, figuriamoci per me e Alex. Finito il film ci coccoliamo sul divano, siamo entrambi un po' brilli e i baci si fanno più appassionati, le nostri mani curiose scoprono il corpo l'uno dell'altro. Non so se sono pronto ad andare fino infondo ma lo voglio, voglio fare l'amore con Alex, sentirlo ancora più vicino. I suoi baci sul collo mi riscaldano, lo sento così caldo a contatto con la mia pelle, così vivo. Gli tolgo la maglietta e bacio i suoi pettorali, abbasso lo sguardo e noto la sua erezione. Lo guardo negli occhi e annuisce, ma non mi permette di togliergli i pantaloni, mi si adagia sopra e con troppa calma inizia a slacciare i bottoni della mia camicia, uno dopo l'altro baciando la pelle che ne emerge. Sento una forte pressione alla testa, deve essere l'ansia, sto per fare un grande passo è normale avere paura, almeno credo, cazzo forse avrei dovuto parlarne con Lauren prima e chiedere dei consigli. Mi spoglia e poi fa lo stesso, nudi e bramosi di conoscerci più profondamente ci accarezziamo, solleticando e baciando i nostri corpi.

Alex inizia a baciarmi dolcemente, dal collo scende, sempre più in basso. I suoi baci lasciano una scia di fuoco su di me. Con una mano stringe i nostri sessi vicini, provocando fitte di piacere ad entrambi. Finora ha guidato lui il gioco ma adesso voglio essere io ad avere le redini, sguscio fuori dalla sua presa e lascio stendersi sul divano. Mi metto a cavalcioni su di lui, mordicchio il suo orecchio, sorrido maliziosamente e mi chino, cogliendolo di sorpresa e dando ufficialmente inizio ai preliminari.

Ci baciamo intensamente, e quel calore mi avvolge, continuo a baciarlo, più lo faccio e più mi sento bene, la pressione alla testa diminuisce, il giramento non si presenta e la sensazione di disidratazione svanisce. Lui può farmi stare meglio, lui può guarirmi penso stupidamente, lui è la mia cura.

Percepisco il suo desiderio, mi desidera ardentemente, vuole passare in ultima base. Si alza e prende un preservativo dal suo portafoglio, lo apre con i denti e se lo mette, con movimenti rapidi ed esperti. Si siede accanto a me, mi bacia la spalla e con movimenti dolci mi fa sdraiare, solleva le mie gambe portandosele sulle sue spalle e si avvicina, stampandomi un tenero bacetto sulla punta del naso. Annuisco e delicatamente entra dentro di me, mantenendo il contatto visivo, cerca di capire come muoversi per non farmi male. Un po' è doloroso non lo nascondo ma le sua mani accarezzano il mio sesso, alleviando il dolore e dandomi piacere, mi mormora all'orecchio parole dolci, iniziando a penetrarmi più intensamente. Gli occhi cominciano a bruciarmi terribilmente, non voglio dargli l'impressione che stia piangendo, lo abbraccio e portandomi fuori dal suo campo visivo sbatto velocemente le palpebre per far cadere le lenti a contatto a terra. Il profumo della sua pelle è così buono, mordo la sua spalla, non forte ma abbastanza perché sia piacevole, sexy. Le sue spinte aumentano d'intensità, alternando piacere a leggere fitte, i miei occhi si piantano nei suoi.

<< Baciami >> sussurro quasi implorandolo.

Lo fa, il suo calore, lo sento fluire dentro di me, non voglio smettere, non gli lascio il tempo per staccarsi, continuo a intrappolarlo in questo bacio che infonde vita nella crisalide vuota che sono diventato. Le sue spinte perdono forza, le sua mani cercano di allontanarmi, ma pianto le unghie nella sua schiena costringendolo a stare fermo. Ha paura, non dovrebbe, non gli farò del male, voglio solo continuare a stare bene.

Un fluido caldo bagna le mie labbra, abbasso lo sguardo e noto che perde sangue dal naso.

L'incantesimo svanisce e realizzo di averlo attaccato, è successo di nuovo!

<< AALEE-EX >> la mia voce è gutturale, non mi appartiene, ha come un secondo eco che l'accompagna. Mi copro la bocca con la mano allarmato e sento qualcosa di appuntito pungermi le dita, i miei denti... sono più grandi, più aguzzi, la mascella mi brucia e gli arti formicolano terribilmente.

Mi scostò e Alex si accascia contro il divano privo di sensi e sanguinante.

Mi alzo in fretta ma cado immediatamente, no riesco a muovere le mie gambe, non le sento più. Mi trascino verso i miei pantaloni per cercare il mio cellulare.

Prendo il cellulare e prossimo all'attacco di panico chiamo i soccorsi, ma senza che me renda conto il numero che sto chiamando è un altro... Sto chiamando James.

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