Capitolo 27. Je m'en vais - (Me ne vado)

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Un caldo torpore mi avvolge, coccolandomi in un dolce dormiveglia, della mani mi accarezzano e una voce ovattata bisbiglia della cose al mio orecchio, sono ancora molto stanco, ignoro la voce e torno a dormire.

<< Ethan svegliati per favore... >>

La voce rotta di James interrompe il mio sonno. Apro gli occhi facilitato dalla luce soffusa che illumina il bagno, mi trovo nella vasca al piano di sotto, sommerso in un acqua verdastra, sostenuto per le spalle da James, impedendo all'acqua di ricoprirmi il volto. Muovermi mi costa un grande sforzo, inoltre varie parti del mio corpo sono fasciate, le gambe in particolare insieme al costato e alle mani, tremo sorpreso e spaventato piantando i miei occhi in quelli di James.

<< Non temere ti tengo stretto, non sforzarti hai perso la voce. Porta ancora un po' di pazienza dopo ti riporto in camera ma per ora devi lasciare agire l'acqua marina sulle tue ferite, sei ridotto piuttosto male >>.

Captando i dubbi dipinti sul mio volto, prosegue raccontandomi cosa è successo dal momento che sono svenuto.

<< La signora Lopez mi ha chiamato sta mattina all'alba dicendomi della forte esplosione proveniente dal primo piano di casa tua, ma dal porto avevo sentito il tuo grido d'aiuto già. L'urlo che ha mandato in frantumi le vetrate, hai canalizzato il tuo potere nella voce, come per la persuasione, dandoci la forza necessaria per espandersi nell'area circostante e raggiungere un tuo simile per chiedere aiuto. I decibel così alti sono a malapena udibili dagli umani, ma per noi al contrario sono il segnale di pericolo o aiuto, il tuo istinto primordiale ha preso il controllo della situazione salvandoti. Mi sono precipitato qui giusto in tempo per evitare che la trasformazione prematura ti uccidesse, mi dispiace molto non avevo colto nessun segno ieri, ma l'approssimarsi dell'equinozio e la luna piena di ieri hanno innescato la mutazione incontrollata e lontano dall'acqua non hai potuto stabilizzarti >>.

Troppe informazioni tutte insieme, come sempre.

<< Se te lo stessi chiedendo no, la tua trasformazione non è completa perché solo durante l'equinozio di primavera con la nuova luna crescente potrai ascendere, considera questo come una brutta prova generale >> il tono della sua voce ha acquisito un p' di ilarità.

Restiamo in silenzio, mi adagia dolcemente contro lo schienale della vasca e controlla minuziosamente le fasciature e i graffi, dai suoi mormorii compiaciuti deduco di star guarendo piuttosto bene e in fretta, davvero in fretta. Mi aiuta ad alzarmi lentamente e mi porge in fretta un asciugamano dandomi le spalle, così realizzo di essere stato nudo per tutto questo tempo insieme e mi vergogno come un ladro coprendomi.

<< Coraggio siamo due maschi adulti non fare il bambino >> mormora in risposta ai miei sbuffi.

<< Ho dovuto toglierti quel poco che era rimasto dei vestiti, quando il tuo scheletro deve riunire la congiunzione ossea e muscolare della gambe in una sola mantenendo la struttura nervosa del cervello e della schiena intatte la stoffa può intercedere negativamente sul processo e poi dovevo curarti, sono come un medico in questo campo non un pervertito sciocco >>.

Il modo in cui mi riprende mi turba sempre e non posso fare a meno di offendermi e contrattaccare come un... come uno sciocco. Faccio spallucce e aggrappandomi al suo braccio facciamo le scale insieme, una volta a letto mi lancia dei vestiti puliti e sparisce in bagno per cercare di riparare il danno che ho causato con delle assi, quando meno per non farmi congelare.

Sorseggio l'infuso bollente che mi ha preparato, la secchezza alla gola migliora e l'umore si alza non appena Merluzzo si manifesta accanto a me, offrendomi tenere fusa e leccate consolatorie contro la mia spalla.

Seppur a pezzi apro il computer e come suggeritomi da James carico un certificato di malattia per la giornata di oggi causa influenza facendo copia e incolla con la firma elettronica di mia madre, guardo l'ora, sono rimasto appisolato tutta la mattinata quasi. Non deve essere stato facile tenermi sollevato per ore, adesso mi sta pure riparando il bagno, ora come ora l'opportunità di fuggire con lui una volta finita la scuola non sembra più così folle, potrei prendere il diploma per corrispondenza come fanno altri ragazzi della mia età.

Controllo che l'email sia stata spedita correttamente e aprendo la cartella "email inviate", noto che subito sotto quest'ultima c'è un'email inviata a tarda notte alla signorina Williams, la mia consulente scolastica, che risale a qualche settimana fa. Incredulo la apro e leggo il testo, sono allibito, possibile che anche la memoria recente venga sradicata dal mio cervello ? Ripenso intensamente a quel giorno e realizzo con non poco stupore che quella sera mi trovavo insieme ad Alex, si era fermato qui a dormire.

La rabbia mi ribolle dentro, rileggendo il testo noto che l'ultima frase è un classicone recitato dal padre di Alex e il modo in cui parla di me, così enigmatico e affascinante, solo lui mi conosce così bene. Una parte di me è furiosa perché non aveva il diritto di intromettersi in una cosa così personale ma d'altro canto non sapendo cosa io stia attraversando a solamente pensato al mio bene? Oppure pensava che non fossi in grado di scrivere una stupida lettera? Scusa mi dispiace tanto se pensavo a come non morire prima dei miei diciotto anni! Che cazzo, possibile che non possa mai stare tranquillo per più di cinque minuti in questa vita infernale, James ha ragione come posso illudermi di potermi concedere il lusso di una relazione con Alex quando non riesco nemmeno a nascondergli un brutto voto o la lettera del college. Sbuffo spazientito e amareggiato, ricollego i tasselli, l'entusiasmo della signorina Williams e le frasi d'incoraggiamento sul mio futuro al Saint Collins.

Non cambia nulla, nella mia condizione il college può aspettare, sarà un miracolo riuscire a diplomarsi figuriamoci tutto quello che ne consegue. Devo allontanare Alex prima che sia troppo tardi, gli mando un messaggio piuttosto freddo dove gli chiedo di incontrarci per parlare, il classico messaggio che a prescindere da chi sia ad inviartelo ti manda immediatamente in paranoia e ti fa analizzare tutta la tua vita alla ricerca del probabile sbaglio commesso. L'aveva messo in chiaro già da settimane che sapeva che non gli stavo raccontando tutto, non posso continuare a tenerlo all'oscuro, uno dei due prima o poi farebbe un passo falso, se lui lo scoprisse verrebbe eliminato e lo stesso farebbero con me se rivelassi il mio segreto. Questa società segreta dei figli degli abissi dopotutto è sopravvissuta per interi secoli in mezzo agli umani, seppur severa capisco la regola del tabù, nessuno deve saperlo al di fuori di noi... emh loro.

Temo di star sfogando su di lui la rabbia che provo verso me stesso, l'ansia che mi travolge ciclicamente e l'avvicinarsi dell'equinozio, o forse voglio illudermi che sia la cosa più giusta da fare al momento. Ripenso alla citazione di un libro che lessi qualche anno fa "if you really love someone then set him free", se ami davvero qualcuno allora lascialo andare... poi non ricordo come continuasse ma forse questo è quanto mi basta per sapere che sto facendo la cosa giusta.

<< Ethan c'è qualcosa che ti turba? >> la faccia di James fa capolino dal bagno.

Raschio la gola, bevo un altro sorso di tisana.

<< Credo sia arrivata l'ora dei saluti, per tutti intendo. l'incidente di oggi mi ha aperto gli occhi, sono un pericolo per gli altri e per me stesso, solo con te posso stare al sicuro >> la mia voce è flebile ma dall'espressione di James il messaggio è arrivato forte e chiaro.

<< Certo come ti ho detto soldi, documenti e un tetto sopra la testa non sono un problema, quindi verrai via con me? >> chiede esitante.

<< Si...>>

Lascerò questa città, questa vita e con essa le persone che ho conosciuto per darmi una possibilità di rinascita altrove e per dare loro la possibilità di vivere meglio senza il mio peso addosso. 

Nonostante James non abbia veramente camuffato la gioia della notizia, quel suo sorriso mi ferisce, è riuscito a portarmi vi tutto.  

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