45 - Levante, 5 anni e 196 giorni fa (II)

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«Sono talmente agitato in questo periodo che mi è passato di mente che oggi è il primo giorno di luna nuova e così sono tornato indietro. Ci siamo abituati a stare troppo spesso separati, Agata, è pericoloso» precisò il ragazzo Drago. «Cosa mi hai tenuto nascosto, Xhoán?»

La ponentina cercò di dileguarsi discretamente, si sentiva un'estranea in quel momento, ma Tseren la fermò sulla soglia. «Ho appena detto che dobbiamo stare insieme» disse duro, «Tanto mi sembra di capire che sei già a conoscenza di questo segreto».

Xhoán era agitato come il Drago non l'aveva mai visto. Il volto aveva assunto una tonalità cerulea, su cui la polvere medicinale arancione risaltava ancora di più, dandogli un aspetto spettrale. Lo sciamano dovette appoggiarsi al tavolo, le gambe si erano fatte improvvisamente instabili.

«Tseren...» esordì infine titubante, «Tumur non è il tuo vero padre.  Me l'ha confessato tua madre appena prima di morire».

Il Drago e lo sciamano eremita si fissarono intensamente per una frazione di secondo, che a Tseren parve durare troppo a lungo e a Xhoán troppo poco. Agata spostava invece freneticamente lo sguardo dall'uno all'altro. Quali erano le parole adatte a rivelare quella verità che giungeva vent'anni in ritardo?

«Sono io» aggiunse Xhoán in un sussurro.

«Che cosa hai detto?» rispose il giovane con una voce calma, ma svuotata di ogni emozione. 

«Sei mio figlio, Tseren» ripeté l'uomo.  

Agata si mise una mano sulla bocca e scoppiò in un pianto silenzioso. Aveva cercato di trattenersi, ma Tseren le sembrava così indifeso di fronte alla notizia del tradimento dei suoi genitori. Anche gli occhi dello sciamano si riempirono di lacrime e Xhoán si passò istantaneamente il palmo ruvido sul volto.

Tseren non immaginava che le parole potessero fare tanto male. Gli occhi blu si fecero scuri e il ragazzo ebbe l'impressione di cadere nel vuoto: non c'erano appigli, non c'era nessuno a tendergli una mano.
Nel giro di pochi secondi aveva perso le uniche due persone di cui si era sempre fidato: sua madre e l'uomo che lo aveva cresciuto, l'uomo che da bambino chiamava di nascosto "papà", solo quando nessuno poteva sentire. Perché era proprio quello uno dei suoi desideri inconfessabili: che Xhoán non fosse semplicemente l'Ascendente di sua madre, ma il suo vero padre. 

Non poteva fidarsi di nessuno. Tutti tradiscono, prima o poi. Che sia per egoismo o per amore, un tradimento è pur sempre un tradimento. Si perse nello sguardo terrorizzato di Xhoán e la sua anima si oscurò, come il cielo senza luna che tracciava il confine tra il suo lato umano e la sua natura di drago. La ricomparsa della luna sembrava sempre troppo lontana. Sarebbe mai stato in grado di superare la delusione di essere stato ingannato tutta la vita da sua madre?

«L'ho scoperto poco prima che Baya ci lasciasse, non mi ha neanche spiegato perché abbia scelto di tenercelo nascosto così a lungo» l'uomo cercò di giustificarsi. Tseren doveva sapere che gli aveva celato quel segreto solo per qualche mese, non per vent'anni.

«Non lo sapremo mai» rispose il ragazzo, mentre un nuovo sentimento si faceva largo nel suo cuore. «E tu perché mi hai mentito? Pensavi di tenermelo nascosto per sempre?»

«Non lo so, Tseren. Non volevo che perdessi la fiducia nei confronti di tua madre» cercò di difendersi lo sciamano, ma ora che provava a spiegare le sue ragioni, gli sembravano insensate.

«E hai preferito rischiare che perdessi la fiducia in te, quindi» rispose freddo l'altro.

Agata si dondolava nervosamente da un piede all'altro, quanto avrebbe voluto volatilizzarsi in quel momento. Detestava essere costretta ad assistere a quello scambio che stava, colpo dopo colpo, distruggendo il rapporto tra Tseren e suo padre. Sapeva quanto il Drago fosse testardo e incapace di mettersi nei panni di qualcun altro. Una volta che si faceva un'idea, era quasi impossibile farlo ragionare.

E finalmente Xhoán svelò loro ogni cosa. Raccontò di come avesse amato Baya fin dal primo istante e di come la madre di lei non lo avesse mai accettato. Manik non perdeva occasione per punzecchiarlo e metterlo in difficoltà davanti alla figlia. Daishir era talmente preso dalla sua ossessione, ovvero far sì che Draghi e uomini vivessero in armonia, che non si era impietosito neanche di fronte all'idea di sacrificare la felicità della sua bambina.

«Stavamo già pianificando le nostre nozze, oh se solo ci fossimo decisi prima! Non so perché abbiamo atteso tanto! Forse è colpa mia, volevo a tutti i costi conquistare prima l'affetto di tua nonna, o magari è dipeso da Baya, all'inizio era talmente timida che ci sono voluti anni affinché si aprisse con me» continuò lo sciamano.

Agata finalmente metteva insieme i frammenti del passato, mentre Tseren era percorso da un brivido di fastidio ogni volta che l'altro accennava al sentimento che l'aveva legato a sua madre. Il senso di disgusto per le menzogne di lei accrebbe quando sentì di come non avesse fatto niente per impedire che Tumur, Tumur l'uomo che fino a qualche ora prima considerava valoroso e onesto, avesse torturato il suo Ascendente per mesi.

Persino in quel momento Xhoán sentiva il bisogno di difendere Baya «Era così ingenua allora, ha fatto un errore Tseren, ma questo l'ha resa una donna coraggiosa e determinata a proteggerci. Ha subito le sevizie di Tumur per più di un anno, ma nel momento in cui sei arrivato tu, l'istinto materno ha preso il sopravvento ed è grazie a lei se siamo vivi».

Per quanto si sforzasse, Tseren non vedeva oltre il fatto che la madre, di cui si era sempre fidato, l'avesse privato volutamente della possibilità di conoscere l'altra metà delle sue orgini, riempiendogli la testa di domande che non avrebbero mai avuto risposta. E poi c'era il silenzio di Xhoán. Per quanto immaginasse la difficoltà di svincolarsi da una bugia tanto grande, una volta intrapresa quella strada, l'unica spiegazione che riusciva a darsi era che lo sciamano, che suo padre, non gli avesse voluto abbastanza bene da metterlo davanti al ricordo della madre. Per vent'anni era rimasto al loro fianco, accettando di comportarsi come un amico e un padre adottivo, rispettando la volontà di lei. E l'aveva rispettata anche dopo la sua morte, invece di scegliere il bene di suo figlio. Questo lo feriva a tal punto che non riusciva neanche a guardarlo in faccia.

Lo sciamano concluse il racconto, lo fissava implorante e alla fine si decise a pronunciare le parole che avrebbe dovuto dire fin dall'inizio. «Perdonami» supplicò.

«Non ci riesco» rispose il Drago con un distacco che non ammetteva repliche. «Agata, ho bisogno di un po' d'aria» aggiunse senza neanche guardare la sua Ascendente.

Una volta solo, Xhoán crollò sulle ginocchia. Si sentiva perso e si aggrappò all'unica cosa che non aveva mai messo in discussione, l'amore per Baya.

***NOTA***
A quanto pare ci ho preso gusto a lasciare questi commenti a fine capitolo. ^-^
Visto che mi sono sentita un po' in colpa per come ho concluso l'ultimo capitolo, ho deciso di pubblicare subito quello dopo.
Ho una novità! Mi sono convinta a scrivere uno spin-off/prequel breve su Xhoán e Baya. Ho in mente talmente tanti dettagli su come si è evoluto il loro rapporto nel corso degli anni, che è un peccato non mettere la loro storia d'amore tragica nero su bianco. Più di una persona me l'ha chiesto e in fondo è questo il bello di interagire con i lettori.
Ci vorrà un po' perchè voglio scriverlo per intero prima di pubblicarlo, in modo che sia costruito bene.
Intanto, se non l'avete già fatto, passate a dare un'occhiata allo spin-off "Con te o con nessun altro" (non è un fantasy, ma una storia d'amore classica), vi assicuro che vi innamorerete del personaggio di Holly Dee. Quella ragazza è davvero speciale. *-*

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