CAPITOLO I

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Come al solito, la sveglia stava suonando per la terza volta in uno giornata e Lariel si stava rigirando nel piumone nel tentativo di silenziare quel nefasto rumore che la sveglia stava fastidiosamente facendo.
''Ancora cinque minuti ti prego...''
Ovviamente trattandosi di un oggetto inanimato la sveglia continuò a suonare fino a quando il povero "non-mattiniero" non la spense alzandosi e mettendosi in posizione seduta sul letto.
La sua faccia è stravolta i suoi capelli peggio, sembra aver appena visto la morte in faccia (e beh non è tanto invero visto che è Lunedì mattina no?), sta di fatto che facendo appello a tutte le sue forze e a tutto il suo coraggio riuscì ad alzarsi ed andare al bagno, dopo ciò si dirige alla cucina con l'intento di mangiare, ma nel momento in cui entra nella stanza dà uno sguardo all'orologio appeso alla parete per rendersi poi conto di essere in ritardo di venticinque minuti rispetto al solito orario scolastico.
''PORCA PUTT- ''neanche il tempo di finire la frase che Lariel si precipita fuori di casa correndo come un forsennato dopo aver preso lo zaino, durante la corsa verso la scuola, la quale si trova a pochi isolati da casa, rischia di essere investito più volte, ma alla fine riesce ad arrivare in classe, entrare, salutare con un cenno della mano i compagni per poi andare al suo posto.
La lezione prosegue lenta e noiosa, interrotta da qualche pallina di carta lanciata da qualche compagno all'ultima fila.
Il giorno durante le ultime due ore Lariel aveva storia, e la professoressa aveva deciso di mettere un documentario alla lim, per la precisione si trattava di un documentario sull'antica Roma e un breve passaggio ha parlato delle vicende riguardanti la morte di Cesare; di norma Lariel tendeva a restare impassibile, però per qualche strana ragione la storia di quell'antico imperatore lo scuoteva nel profondo.
Per la prima volta in tutta la sua vita Lariel stava seguendo una lezione, però come tutte le cose divertenti, le due ore passarono in un attimo, e la campanella suonò costringendo il protagonista a ritirare le sue cose in fretta e furia per non restare solo in classe, cosa che però successe ugualmente, ovviamente Lariel appena se ne rese conto corse fuori dalla scuola con lo zaino chiuso sbadatamente.
Durante il tragitto verso casa la cerniera dello zaino che era già semi aperta si aprì del tutto facendo cadere a terra il libro di storia, che per qualche strano scherzo del destino si aprì su una pagina dove si vedeva una riproduzione del volto di Cesare.
Lariel affascinato dalla coincidenza rimase per pochi momenti a osservare il libro, poi si inchinò per raccoglierlo, appena lo prese in mano e fece per alzarsi sentì un forte suono alle sue spalle, ebbe appena il tempo per girarsi e vedere quello che sembrava il faro di una macchina poi il nulla, non vedeva nè sentiva nulla, era tutto completamente nero, tranne una cosa: il libro, era ancora visibile e lo teneva in mano aperto sulla medesima pagina nonostante ricordasse di averlo chiuso.
''Vuoi vivere?'' Lariel sentì questa singola frase, e senza neanche pensare alle circostanze gridò: '' SI! VOGLIO VIVERE!'' Dopo, non si sentirono risposte, per pochi secondi ci fù un silenzio tombale, poi all'improvviso si udirono altre parole ''Sappi che se accetterai il tuo corpo non sarà più solo tuo, ma dovrai condividerlo, con la persona che più ammiri... con me!'' Lariel non ascoltò neanche, l'idea di poter morire non lo faceva ragionare, Lariel annuì e basta, e la risposta fù immediata: ''Come desideri.''
Improvvisamente tutto tornò visibile, tutti i colori, i suoni e il furgone che lo stava per investire, il ragazzo istintivamente provò a chiudere gli occhi, ma con sua grande sorpresa non ci riuscì, in effetti non riusciva a fare nulla, non aveva il controllo del proprio corpo, l'unica cosa che riuscì a vedere fu il suo corpo che facendo perno sul piede sinistro girò su di esso evitando il mezzo e finendo di attraversare la strada, appena finì la traversata il ragazzo riuscì nuovamente a muoversi.

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