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La mattina dopo non sentì suonare la sveglia, cosa molto strana per una persona così abitudinaria come Deren, che diede però la colpa allo spavento presosi la sera precedente. Il dolore era diminuito: tolse la fasciatura e si accorse che la caviglia era completamente sgonfia. Sorrise e le venne voglia di scrivere un messaggio ad Ali per congratularsi con lui . Ma nel prendere il cellulare si accorse che sua madre aveva provato a chiamarla un'infinità di volte, anche a notte fonda. Si era completamente dimenticata di lei!

"Deren!! Ma che fine hai fatto figlia mia!?!?! Ti ho chiamata tutta la notte!" le gridò sua madre al telefono non appena rispose, senza neanche salutarla.   

"Mamma, scusa ma ieri ho avuto un piccolo incidente" 

"Cooosa!?!?! Allah allah!!! Sei in ospedale??? Arrivo subito con papà!!"

"No mamma, alt! Calmati! Sono a casa, stai  tranquilla, mi sono solo slogata una caviglia! Sto bene!"

"Come hai fatto a cadere?  Colpa di quei tacchi che porti sempre, sono troppo alti!" le disse sua madre continuando a mantenere un tono concitato.

"Mamma, hanno provato a scipparmi la borsa ieri sera e sono caduta ..."

"Allah allah! Vedi cosa succede ad abitare da sola? Figlia mia, perché non torni a casa??"

"Mamma, ti prego! Poteva succedere anche a casa!"

"Se ci fosse qualcuno con te sarebbe tutto diverso!" le disse sua madre, accorata.

"A dire il vero ieri non ero sola: ero con un mio amico, è stato lui a recuperare la borsa e a fasciarmi la caviglia ...sei più tranquilla adesso?"

"Davvero? Non lo stai dicendo solo per farmi calmare, vero?"

"No mamma, davvero! non ero sola!" le ribadì Deren, sorridendo nell'immaginare la faccia esterrefatta della madre.

"Oh,beh ... se la metti così ...e chi è questo "Amico"?"

"Mamma, no ti prego, non iniziare!!!" la rimproverò sua figlia, sentendosi ad un tratto esausta per quella conversazione.

"Ok ok, va bene! Non chiedo più nulla! Ma adesso come stai? Come va la caviglia?"

"Bene, è completamente sgonfia ... ma credo che oggi non andrò a lavoro, meglio se la tengo a riposo" 

"Giusto figlia, brava! Hai bisogno di riposo!" concordò con lei sua madre.

In quel momento suonarono alla porta. Deren ebbe il dubbio che potesse essere sua madre, ma poi si disse che non era possibile che arrivasse in pochi minuti e pensò che fosse la donna delle pulizie che magari si era anticipata di qualche minuto. Salutò sua madre e le ripromise di richiamarla nel pomeriggio. Quando Deren aprì si accorse che non era affatto la donna delle pulizie che si era immaginata fosse, ma bensì Ali.

"Buongiorno!" le disse lui con un sorriso smagliante stampato sul volto. 

"Buongiorno" rispose Deren, contenta e perplessa al tempo stesso.

"Sono passato per vedere come stavi: non ho ricevuto nessun messaggio e allora sono venuto a controllare di persona!"

"Stavo per scriverti, ma ho dovuto chiamare prima mia madre per paura che mi facesse arrivare la polizia a casa con una denuncia per scomparsa!" gli rispose Deren, percependo che forse, per la prima volta, la sua ironia non era affatto fuori luogo.

"Belle le mamme che si preoccupano per i propri figli..." le rispose Ali sorridendo.

"La tua non lo fa?" si ritrovò a chiederle Deren.

"A modo suo ... comunque vedo che stai meglio ..."

"Sì, la caviglia si è completamente sgonfiata e fa molto meno male!" 

Deren aveva capito che Ali aveva cambiato volontariamente discorso. Era così, lo aveva già capito: Guliz gli faceva domande e lui non rispondeva. Preferì non insistere né chiedere, la sua compagnia le faceva così piacere da non avere nessuna intenzione di rovinare quei momenti.

"Hai fatto colazione?" le chiese Deren.

"Veramente no ..."

"Ti andrebbe di farmi compagnia? Sarebbe un modo per sdebitarmi" 

"Accetto volentieri!" le rispose Ali, contento per la proposta.

Parlarono del più e del meno mentre mangiavano uova strapazzate, verdure grigliate e thè. Prima di sistemare, Deren disse che doveva fare una telefonata a Can per informarlo che oggi non sarebbe andata in ufficio. Ali cambiò espressione, da rilassata si incupì e le rispose solo un semplice 'ok'. Lasciò Ali in cucina e andò in camera a chiamare Can. Quando tornò da lui, lo vide che rassettava il tavolo e le stoviglie.

"Ali, ma che fai? Non c'è bisogno!" gli disse Deren.

"Lascia che ti aiuti Deren, oggi dovresti solamente riposare e tenere alta la caviglia"

"Arriverà la donna delle pulizie tra poco, ci penserà lei a pulire! Vieni, sediamoci sul divano!"

Ali lasciò tutto come era e seguì Deren in salotto. Si sedettero sul divano e seguì qualche secondo di imbarazzo tra i due: Deren gli avrebbe fatto delle domande, ma sapeva che lui non avrebbe riposto. Magari quando sarebbero entrati più in confidenza sarebbe stato lui stesso a confidarsi con lei. Si voltò a guardarlo: fissava fuori dalla finestra.

"C'è una bella vista da qui ..." disse lui.

"Quando ho preso questo appartamento fu proprio questo panorama a convincermi" gli rispose lei.

"Domani mattina riparto ... vado via"

"Per via delle voci che circolano in agenzia?" chiese Deren, cercando di mantenere in sangue freddo dopo quella doccia gelata che le parole di Ali le avevano recato. 

"Anche ..."

"Cosa c'è di vero, Ali?" provò a chiedere lei.

Ali si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra,continuando a guardare fuori.

"Ali, io non voglio forzarti a parlare, davvero! Io sono la prima a non avere molti amici perché non amo parlare dei miei affari personali. Ma la somiglianza tra te e ..".

"Non dirlo! Ti prego Deren ..."

Ali si voltò, prese le mani di Deren, le baciò. Poi prese la giacca e si avviò alla porta per andarsene. Tentennò qualche secondo, poi si voltò verso Deren che era rimasta impietrita e con la faccia mesta.

"Ciao Deren ... mi ha fatto piacere conoscerti. Abbi cura di te" le disse con faccia triste.

E se ne andò. Deren si poggiò le mani sul petto e rispose verso la porta chiusa: "anche a me ha fatto piacere Ali, non sai quanto..."       

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