La nave maledetta

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E pensare che tutto era iniziato come una vacanza... Avevo trovato su internet i biglietti per una crociera e avevo convinto i miei a prenotarla. "Sarà bellissimo vedrete" avevo detto loro. Avevo convinto anche la mia amica Eva con le stesse parole. E bello lo era stato, almeno finché la mia curiosità non ci aveva messo nei guai.

Ma cominciamo dall'inizio ...

Mi chiamo Lavinia e sono una ragazza come tante altre. Non amo particolarmente la moda, metto quello che mi va, quello che mi piace. Non sono fidanzata, l'amore però lo cerco...e chi dice: "No, io per l'amore non ho tempo" MENTE. Sono molto estroversa e cerco sempre l'avventura, ecco perché quando trovai quei biglietti a quel prezzo così stracciato non ci pensai due volte e li fermai. Non potevo lasciarmi scappare una crociera con tappe così strane. Avremmo girato il Mar Mediterraneo e ci saremmo fermati nei porti più belli d'Europa. Inutile dire che dopo mille mie insistenze i miei acconsentirono. La partenza ancora la ricordo. I bagagli, la voglia di avventura, le chiacchiere con Eva durante il check in. E fu proprio in quel momento che lo vidi e la mia vita cambiò inesorabilmente.

Avete mai visto un ragazzo bello in vita vostra? Di quelli che ti tolgono il respiro? Non un semplice belloccio, no, un ragazzo così bello che se foste delle disegnatrici vi perdereste nei tratti del suo viso? Ecco, lui era così. All'inizio non sapevo il suo nome (e non lo dico nemmeno a voi), sapevo solo che dovevo assolutamente conoscerlo! Ah, la mia curiosità! Come dice il proverbio? Quello sulla curiosità che uccise il gatto? Ora non lo ricordo...ma fu proprio la mia voglia di avventura che spinse me e la mia amica alla ricerca del bel ragazzo moro che avevo scorto sul ponte durante l'imbarco.

Iniziammo a cercarlo sul ponte, non c'era. Forse, data la divisa, avrebbe potuto lavorare nella parte chic della nave. Pensate che questo mi abbia fermata? No...la ricerca continuò proprio in quelle camere. Le aprimmo una ad una, nulla. (Forse dovrei dirvi che per la ricerca rubai una chiave elettronica? Dovrei. Ma sarebbe un reato, perciò fate finta di niente).

Dai piani superiori finimmo in un corridoio, forse di quelli usati dai marinai. La mia amica spaventata dalla situazione decise in quel momento di ritirarsi dalla nostra spedizione. Rimasi sola. Il corridoio era lungo e ben illuminato. Mi incamminai: un rumore come di metallo mi guidò verso una porta. Chissà cosa avrei trovato lì dentro. Magari il mio lui? La spinsi. ERA UNA CUCINA. Ecco un'altra cosa che dovete sapere di me: amo cucinare. Dolci, pasta, carne, pesce...cucino di tutto e dicono io lo faccia anche bene!

"E tu cosa ci fai qui?" Mi chiese una voce decisamente arrabbiata.

"EHM..." mi venne spontaneo mentire "sono la nuova aiuto cuoca, inizio oggi"

"BUGIARDA" rispose qualcuno "è salita stamattina con i suoi e un'altra ragazza"

Quel qualcuno uscì da dietro una serie di pentole appese.

ERA LUI. IL MIO LUI. ED ERA UNO STRONZO.

Sbarrai gli occhi.

"Sì ok! Ho mentito...però è vero, so cucinare! Mettetemi alla prova"

"Vieni domani alle 9!" Mi disse il capo cuoco.

Inutile dirvi che non riuscii a dormire per l'eccitazione. I miei la sera mi fecero una grossa ramanzina. Soprattutto mia madre.

"Ci hai trascinati qui...e ora...ti metti a cercare lavoro?"

"Mamma...sarà un'esperienza!"

"Ma si lasciamola provare..." Per fortuna papà mi venne incontro.

"GRAZIE PAPÀ"

"E io che faccio?" chiese Eva.

"Tu goditi la crociera!" ribattei ridendo.

Così mi ritrovai a cucinare il mio famoso arrosto alle erbe selvatiche per quel capo cuoco. Che faccia! Non la scorderò mai. Pensai *Ora vomita* invece mi disse "Caspita...tu sai cucinare davvero"

E lì ebbe inizio l'incubo, perché? Perché fui assunta. Firmai un contratto. La penna mi ferì la mano. Sangue e Inchiostro. All'inizio mi sembrò una coincidenza. Adesso non più. Il lavoro procedeva bene. Pulivo le verdure e impiattavo, niente di che. Le giornate passavano.

Conobbi meglio Alessio, si chiamava così, un nome comune per un ragazzo così particolare. Era sulla nave da tanto tempo, troppo secondo lui. Era scontroso, anche troppo: cercava di tenermi lontana, vai a sapere perché. Io ero affascinata da lui. Bello e tenebroso con un carattere di merda, come tutti i ragazzi del suo genere. (Doveva avere una moto da qualche parte, non so perché lo immaginavo in moto. Doveva averla.) Alessio era spinoso, non come una rosa, come un istrice. Si difendeva con le sue spine, cercava di proteggersi. Eppure sentivo che piano piano sarei riuscita ad entrare nel suo cuore. Parlavamo poco in realtà, ma i nostri sguardi si incrociavano troppo spesso. Mi ritrovavo a fissargli le mani. Bellissime mani. Forti. Mi ritrovavo sempre poi spesso a pensare a quelle mani sul mio corpo, arrossivo e mi rimettevo a lavorare.

Era un lunedì quando lui mi salvò la vita. Ero nella cella frigorifera e come al solito mi arrampicai per prendere un recipiente. La scala su cui ero si chiuse, caddi ma lui era lì, mi prese fra le braccia. Mi baciò.

"DIAMINE LIVVI" Era la prima volta che qualcuno al di fuori della famiglia mi chiamava così. "Per poco non ti ammazzi"

Io ero ancora stordita per il bacio, non risposi.

"E ora che facciamo? Io ho provato a starti lontano...ma non riesco più..."

"Non devi" risposi io.

"È complicato..."

"Per niente!"

"Lavinia...io sono troppo vecchio per te...Io..."

"Ma che dici...avrai si e no 20 anni" (mi stava facendo un discorso troppo alla Edward Cullen, mi spaventai)

"Ne ho di più...oddio come ti spiego?"

"CON PAROLE TUE..."

Mi guardò con un sorriso accennato. "Forse è meglio tu lo veda con i tuoi occhi...raggiungimi stasera...appena la nave arriva in porto scenderemo"

Uscì dalla cella lasciandomi così, al freddo e piena di domande. *Più grande di me...in che senso...non lo era...era giovane...* non capivo.

E così arriviamo al presente. Io che aspetto Alessio. Lui che ritarda. Non dovevo innamorarmi. E invece è successo. Perché sono stata così curiosa? Non potevo restare coi miei e Eva? Ora ero lì e la paura che non si presentasse era quasi quanto quella che lo facesse. C'era stata una strana luce nei suoi occhi...

"ECCOMI dobbiamo andare...siamo in ritardo...sarà la prima volta per te...non preoccuparti...ti proteggerò io"

"Ma cosa?!" Mi trascinò via prima che potessi fargli altre domande.

*Prima volta? Protezione? Ma di che diavolo parlava?*

Ci ritrovammo presto su un prato, un normalissimo prato verde. Non eravamo soli. Piano piano altri membri dell'equipaggio ci raggiunsero. Si diffuse un certo brusio.

"RAGAZZI" prese parola Alessio "Lo so che questa pratica non fa altro che rafforzarla..." "RAFFORZARE CHI? DI COSA DIAVOLO PARLI? COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?" Urlai.

"La nave" spiegò una ragazza dopo un sospiro d'irritazione "è maledetta...Noi lo siamo...e tu firmando ti sei fregata! E ora dovrai stare al gioco di quell'arpia..."

"Maledizione?" guardai Alessio in cerca di spiegazioni. "Di che diavolo state parlando?"

Ma prima che lui potesse spiegarmi arrivò una donna bellissima. I capelli rossi le scendevano in morbide onde lungo le spalle. La sua pelle era bianchissima. Il viso dal bell'ovale era impreziosito da occhi verdi smeraldo e da una bocca carnosa. Andatura sinuosa e gambe lunghissime celate dentro un paio di pantaloni scuri. Una maglia nera completava il quadro. Era strabiliante.

Alessio mi sussurrò. "Ecco Dania. Ora si comincia"

"Bene Bene" la voce della donna contrastava col suo aspetto. Non mi sarei mai aspettata una voce così sgraziata e gracchiante legata ad una tale eleganza. "Scopriamo chi morirà oggi!"

Alla parola 'morirà' tremai. Alessio se ne accorse e mi strinse la mano.

La donna pronunciò una strana litania e delle strane creature cominciarono ad apparire dal nulla. Sembravano uscite da un film dell'orrore: fatte di denso fumo nero volteggiavano intorno a Dania, sembravano attendere un suo ordine.

"Lavinia" mi chiamò quella "tu sei nuova, una nuova vita è quello che mi serve ... spero morirai"

*Oddio* pensai *stavolta sono nei guai*

"Cominciate a correre! Gli exals" guardò le creature "vi daranno un po' d'anticipo, lo sapete, a loro piace cacciare"

"Livvi, vieni!" dovevo essermi pietrificata per la paura, la voce di Alessio mi riportò alla realtà. Mi prese per la mano destra e iniziammo la nostra corsa. Forse l'ultima.

Tutti cominciarono a cercare un riparo, correvamo come pazzi, ci inoltrammo nel bosco adiacente. Alessio trovò un punto nascosto: una roccia nascondeva un buco, forse una tana di un grande animale. Ci entravamo tutti e due.

"Io non voglio morire" pensai.

"Non morirai vedrai!" Ok, l'avevo detto ad alta voce senza accorgermene.

"Ma quei cosi...loro ci cercheranno...ci troveranno...e poi...lo sa solo Dio cosa ci faranno!"

"Gli exals non uccidono ... beh si in teoria lo fanno ... ma non si muore davvero"

"Questo mi tranquillizza" lo guardai in tralice "Continua a tranquillizzarmi così...ti prego!"

"Livvi, purtroppo ti sei infilata in questa storia ... hai firmato!"

"Il contratto, ecco a cosa si riferiva quella ragazza prima"

"Si il contratto ci lega alla nave e alla sua padrona Dania. Io sono salito 70 anni fa."

"Cazzo" sbottai.

Lui mi guardò "Dici un sacco di parolacce sai?"

"Non è vero"

"Si che lo è, ai miei tempi le signorine non dicevano certe parole ... era il 1946! Avevo 20 anni, in teoria li ho ancora. Era appena finita la guerra e trovai lavoro su questa nave ... mi parve l'occasione giusta per imbarcarmi! Ero rimasto solo ..."

Gli toccai un braccio per confortarlo e invitarlo a continuare.

"La guerra mi portò via tutto e questa nave era per me la speranza di una nuova vita..."

"E invece?"

"È un incubo! La prima volta che successe mi spaventai come te ... nessuno mi spiegò nulla ... corsi, mi arrampicai, ma loro volano ... non sono solo fumo, sono simili ad uccelli, hanno gli artigli ... mi trovarono...l'ultima cosa che pensai fu che avrei rivisto presto i miei, la mia sorellina...chiusi gli occhi mentre mi dilaniavano. Mi uccisero. Incredibilmente riaprii gli occhi sul ponte. Ma come? Non ero morto? Fu lì che conobbi lo Chef Max ... lui mi spiegò tutto ... gli exals rubano la vita, la consegnano a Dania e tu torni in vita ... più tempo vivi, più lei può rubare e rimanere giovane."

"Cioè lei ci fa uccidere per rimanere giovane?"

"Si, non le converrebbe la morte di uno di noi ..."

"Ma i miei genitori, Eva ..."

"Loro sono ospiti ... finita la crociera scenderanno ... per loro sarà una vacanza come tante ..."

"Ma io ora sono bloccata qui"

"Livvi mi dispiace ... ma loro già ti hanno dimenticata! Il contratto toglie qualsiasi legame tranne che quello con la nave"

"Io la ammazzo quella"

"Non è possibile, ci proviamo da anni ... ora ci siamo rassegnati ... decidiamo la sera prima dello sbarco chi dovrà darsi agli exals ..."

"Ma non è giusto..."

In quel momento una donna urlò. "Prendetemi bestiacce". Ci affacciamo dal nostro nascondiglio, era la ragazza che mi aveva risposto prima, stava uscendo dal bosco e si stava precipitando nel mezzo della pianura. Di Dania non c'era traccia, forse non le piaceva vedere la scena. Gli exals si precipitarono su di lei, la sollevarono in aria. La ragazza urlò ancora, stavolta di dolore. Quelle creature la uccisero in poco tempo e si dissolsero nell'aria. Anche la ragazza sparì.

A quel punto tutti uscirono lentamente dai loro rifugi.

"Io non posso credere a quello che ho visto"

"Lo so Livvi ... è stato orribile"

"VOI SIETE MATTI! Da quanto tempo va avanti questa cosa? Da quanto vi fate uccidere? Da quanto scegliete chi si sacrificherà?"

Mi guardarono tutti sconcertati. Nessuno parlò così continuai.

"Siete, anzi, siamo tanti...lei avrà anche potere...ma possiamo batterla! Io non posso stare qui a farmi uccidere ogni qual volta a quella viene una ruga..."

"Pensi che nessuno ci abbia mai provato? Ma chi ti credi di essere ..." era uno dei marinai di coperta, non sapevo il suo nome.

"No, dico solo che vi siete arresi ... avete una prospettiva differente dalla mia!"

"Ha ragione" disse a quel punto Alessio "noi siamo qui da troppo, ci siamo abituati alla situazione. Quello che è successo poco fa a Tania non è normale. Questo" fece un gesto con la mano ad indicare loro stessi e il punto dove era stata massacrata la ragazza "non è normale! Non possiamo continuare così"

"E che facciamo Alessio? Le abbiamo provate tutte ..." disse un'altra ragazza. Non l'avevo mai vista.

"Ma mentre attaccano gli exals ...lei dove va?"

"Nessuno lo sa ... scompare"

"Qualcuno dovrebbe seguirla ... magari se ne va perché è il momento in cui è più debole"

"Cazzo!"

"E poi sono io la sboccata!"

"Livvi sei un genio! Non l'abbiamo mai seguita ragazzi, forse ha ragione lei! Forse se ne va perché anche lei subisce qualcosa...non lo so". Almeno Alessio mi dava ragione.

"Quanto tempo passa fra la morte e la rinascita sulla nave?"

"Un'ora" rispose con sicurezza Alessio.

"Quanto tempo è passato dalla morte di Tania?"

"Mezz'ora"

"Abbiamo tempo, troviamola"

A quel punto tutti guardarono me e Alessio. "Che facciamo?"

"Dividiamoci! Non sarà tornata alla nave, è troppo scaltra! Cerchiamola qui nel bosco! Ci ritroviamo qui fra 10 minuti ... se trovate qualcosa di strano non andate da soli, tornate alla nave e ci andremo insieme, ok?"

Il gruppo si separò: molti presero la via del bosco, altri andarono verso un fiumiciattolo che scorreva lì accanto, io e Alessio invece decidemmo di costeggiare il bosco.

"Vieni, attenta dove metti i piedi" mi disse Alessio, in effetti c'erano molte rocce appuntite e sterpaglie ad impedire il cammino.

"Si" risposi mettendo i piedi dove li metteva lui per non cadere.

Mentre camminavamo, mi accorsi di uno spazio fra le rocce poco più giù di dove eravamo.

"Guarda lì" esclamai. "Deve essere una caverna, magari è lì dentro"

"Non lo so, è troppo vicino alla pianura"

"Magari proprio per quello l'ha scelta"

"Entriamo ... però facciamo piano"

La caverna non era buia come mi aspettavo, era illuminata: sul tetto si apriva un foro sotto il quale c'era una pietra liscia e orizzontale, che poteva essere usata come un tavolino rurale.

"Ci sono delle cose lì sopra...voglio vedere meglio"

"No Livvi, è pericoloso..."

"Non preoccuparti, starò attenta"

Mi avvicinai al tavolo improvvisato e sopra di esso, aperto, c'era un libro.

"Sono incantesimi" la pagina su cui era aperto recitava Per Togliere e incanalare una vita.

"Abbiamo trovato il suo nascondiglio!"

A quel punto feci per prendere il libro ma qualcosa frusciò dietro di me.

"Bene bene bene ... che abbiamo qui?"

Era Dania. Era comparsa dietro di me in una nuvola di fumo e con lei erano apparsi anche quei dannati exals.

"Prendetela" affermò la strega dai capelli rossi. Gli exals non se lo fecero ripetere due volte e si avventarono su di me. Alessio urlò e si frappose fra me e loro.

Quegli esseri cominciarono a colpirlo, lui urlava di dolore. Non sopportavo di vederlo soffrire.

*Cosa devo fare* pensai, lo stanno uccidendo, ma sono così vicina a distruggerla.

"So a cosa stai pensando ragazzina...ma uccidermi spezzerà il cerchio e lui morirà comunque"

"Cosa?"

"Chi è morto almeno una volta, se mi uccidi, morirà definitivamente...quella nave non porterà più in vita nessuno!"

*La nave li riporta in vita, non lei...ti sei fregata bella...*

"Il tuo amico lì, è morto più volte di tutti e sta per morire di nuovo..." rise di una risata malefica e si girò per godersi lo spettacolo che gli exals le stavano regalando. Colsi l'occasione e presi il coltello che era poggiato sulla pietra, nascondendolo velocemente nella manica della mia camicia.

"E ora mentre lui esala l'ultimo respiro, devo pensare a cosa fare di te"

Guardai verso Alessio. Stava morendo.

*Mi dispiace* sillabai verso di lui.

*Ti amo* rispose allo stesso modo. Il suo corpo si dissolse nell'aria.

Chiusi gli occhi e respirai forte per prendere coraggio.

Mi voltai e puntai il coltello verso Dania. Lei spaventata mosse due passi indietro e io rovesciai la candela accesa sul libro. Il fuoco divorò il libro in pochi istanti e Dania urlò di dolore.

Era tutto finito. La strega era morta.

Uscii di corsa dalla caverna e mi precipitai alla nave. Il mio unico pensiero era: spero di aver capito bene, spero che Alessio sia vivo...

"Livvi?"

Erano i miei, mi avevano riconosciuto. Erano fermi sulla pensilina che serviva per scendere dalla nave. "Papà, mamma?"

"Tesoro dai, scendiamo, abbiamo il traghetto per tornare a casa..."

"Non posso"

"Cosa non puoi?"

"Venire via con voi ... il mio posto è qui" e mentre dicevo queste parole, lo vidi. Alessio in uniforme bianca era fermo sul ponte. Era vivo. La nave doveva averlo salvato in qualche modo. Forse non era legata alla strega, forse era magica anch'essa a modo suo.

"Livvi ma dove vai?" urlò mio padre.

Appena arrivai da Alessio un brivido mi percorse la schiena. Mi voltai.

I miei si muovevano come se non sapessero dove si trovavano. Erano persi.

"Mi hanno dimenticata"

"Hai scelto me...la nave...questa vita...perché?"

"Perché la mia vita sei tu ... perché ho capito che senza di te non sarei stata più me stessa"

"Ma la tua famiglia..."

"Per loro non sono mai esistita"

"Non sei mai stata uccisa, saresti potuta scendere con loro ed avere una vita normale...sulla terra ferma...io sono condannato a stare su questa nave..."

"Shhh" gli misi un dito sulle labbra "Non lo sappiamo questo. Per ora vivremo qui sopra, finora ce la siamo cavata no? Non sarà diverso ... e sono sicura che troveremo una soluzione"

"Sei senza dubbio molto più ottimista di me"

"E poi ora abbiamo accesso all'ufficio di Dania, ci sarà qualcosa lì dentro..."

Sorrise. "E sei anche intelligente ... non ci avevo pensato!"

Più tardi quel giorno, mentre la nave aveva già ripreso il suo cammino, nell'ufficio di Dania trovarono molte delle risposte che cercavano.

Un foglio molto antico raccontava la storia della nave: era una terra galleggiante creata dalla magia ma senza magia. Era come una zona neutra. Dania se ne era appropriata per fare i suoi porci comodi ma in realtà la nave era nata per fare del bene. Trovava le anime che si sentivano perse e dava loro una nuova chance. Ora era tutto più chiaro. Le persone in cerca di una nuova vita venivano trovate dalla nave e Dania utilizzava questa cosa a suo vantaggio. Era ancora più cattiva e malvagia di quanto non le fosse sembrato.

"Bene, quindi ... finchè resteremo sulla nave non ci saranno problemi ... almeno finchè lei, la nave, non deciderà che voi siete pronti per scendere"

"E come faremo a scoprilo?"

"Non ne ho idea, magari lo sentirete...anzi lo sentiremo"

"Vieni" Alessio mi prese per mano e mi condusse fuori.

Ci ritrovammo sulla prua. Lui dietro di me e io chiusa nel suo abbraccio, come due moderno Jack e Rose.

Mi baciò.

"Non so perché ma credo che l'attesa dello sbarco, stavolta, sarà piacevole" 

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