23- Il litigio

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Giacomo

Sospiro, «Non lo so.» Lascio la mano di Lara, come se mi fossi accorto solo ora di essere a contatto con lei, e la passo tra i capelli biondi.

«Tu sei innamorata di me?» mormoro. Lei spalanca gli occhi alla mia domanda. Posso dire che non so cosa voglio che dica? Dovrei pregare che la risposta sia no perché lei è la mia migliore amica, abbiamo fatto tutto insieme. Però voglio che dica sì, perché Lara è straordinaria. Mi piace ogni cosa di lei: le sue insicurezze, la sua risata, il modo in cui piange, come sistema i capelli, come sbuffa, come si guarda allo specchio prima di uscire. Ma il mio è solo un semplice affetto verso colei con cui sono cresciuto.

«No, certo che no» replica. Da un lato sono deluso, prevalentemente deluso credo. Ma non riesco a controllare la delusione che non dovrebbe esistere. Lara è la mia migliore amica, nulla di più.

«Andiamo, dobbiamo vedere molti posti in cui nemmeno io sono stata.» Riprende la mano che le avevo lasciato, in un gesto fluido e naturale.

Che sbaglio enorme ho fatto a venire qui con tutta la confusione che domina la mia testa? Da quando Samuele ha detto quelle cose e ho passato la notte al telefono con Lara sono nate molte domande. I miei sentimenti sono abbastanza strani e non riesco davvero a capirlo. C'è un caos gigantesco nella mia mente, e non sono in grado di controllarlo. Ne ho discusso con Valerio e la sua opinione è che provo qualcosa, non in senso amichevole, per lei. Questa sua osservazione mi ha spaventato a morte e mi ha fatto passare la stragrande maggioranza delle notti in bianco. Però guardo Lara e capisco che non voglio rovinare tutto.

«Ok, niente visite turistiche degne della scuola. A zonzo per la città e poi ti mostro qualche cosa tipica della mia vita.» Mi afferra la mano trascinandomi in una strada.

Non riesco a non pensare a tutto ciò che sto sentendo adesso mentre giro per Amsterdam con la ragazza più straordinaria che io abbia mai incontrato in vita mia. Lara è intelligente, gentile, solare e io mi sento un idiota. So che se volesse domani potrebbe partire con me, perché è maggiorenne, ma so che non lo farebbe perché, nonostante tutto, ama i suoi genitori e si sta affezionando alle persone che ha qui. Io sono dall'altra parte dell'Europa. La mamma di Lara ha ragione, tra noi finirà come abbiamo già programmato, ma prima lotterò con i denti per fare in modo che duri il più possibile. Amsterdam è così bella se mentre cammini tieni per mano la persona più importante della tua vita. Ed è strano, devo ammetterlo.

«Hai diciotto anni» dico quando ci fermiamo su una panchina in piazza Dam, «Tu li hai già da un pezzo» mi ricorda. «Lo so ma, anche se abbiamo la stessa età, per me sei sempre stata una bambina» Mi dà un pugno sulla spalla e ridiamo insieme. «Abbiamo diciotto anni» sospira. «I miei sarebbero fieri di noi» ammetto. «Lo sarebbero» sorride guardando il cielo grigio.

«Pensi che loro siano i tuoi angeli custodi?» domanda all'improvviso. «Penso che siano quelli di entrambi» replico. «Per loro eri una figlia.» Posa la mano sulla mia gamba. «Sai... Prima che succedesse mi hanno chiesto di restarti sempre vicino» confida. «Non mi starai dicendo che tua madre ha ragione?» dico in tono ironico, «No, ma mi sento in colpa perché non lo sto facendo.» Sgrano gli occhi. «Non lo stai facendo? La, sei rimasta una notte intera al telefono con me per calmarmi. Non esci con i tuoi amici il sabato sera per stare con me. Vuoi tornare a casa per me nonostante tu abbia delle persone meravigliose qui.»

Lara si volta verso di me e mi guarda con gli occhi scuri, ora leggermente umidi. «Vorrei che tu restassi qui con me, per sempre» confessa con la voce rotta e una lacrima le solca la guancia pallida. La asciugo prontamente, non voglio che pianga il giorno del suo compleanno. «Vorrei che tu domani non partissi. E ti direi che abbiamo una stanza in più e che Amsterdam è bella e che i miei amici ti piaceranno, che i miei genitori ti accoglierebbero a braccia aperte ma...» Balbetta qualcosa senza sapere bene cosa dire, «Questo non è il mio posto» concludo io. «A casa c'è zia Laura che sta cercando di trovare l'amore, e devo aiutarla... Deve capire che non è Tinder il posto dove troverà il suo lieto fine. Valerio ha bisogno di me e c'è-» Mi ferma. «Miriam» finisce per me. «Lei ti piace davvero?» Sollevo le spalle, non lo so. «Se ti piacesse lo sapresti» dice. «Lo so» rispondo. «Non mi va di spezzarle il cuore» spiego. «Non ti sei mai fatto problemi per questo» sputa acida, «Che intendi?»

Si alza in piedi prendendo il mio zaino, «Non importa, andiamo?» Decido di non insistere, non credo di volerlo sapere. Ma, mentre camminiamo vicino a uno dei tanti canali con le persone che ci passeggiano accanto, le afferro il braccio. «Sei scostante» dico. «Non è nulla Giacomo» mi tranquillizza. «Pensi che io non voglia restare con te? Ma ho la mia vita in Italia Lara e sì, tu ne fai parte, ma non ci posso fare nulla!» sbotto. «Perché io non avevo la mia vita?» Alza leggermente il tono di voce, attirando lo sguardo di una signora che esce da un panificio con un sacchetto di pane in mano.

«Non ho detto questo» borbotto. «Ti pare che tu abbia lasciato tutto per me?» Un sorriso amaro si forma sul suo viso dopo la mia domanda. «Sai che c'è? Vaffanculo Giacomo. Questo è il ringraziamento per quindici anni. Sono qui e non posso farci nulla e tu non fai altro che dirmi che tu hai la tua vita là come se io non l'avessi. Non ti ho ordinato di venire qui, ho solo fatto un bel pensiero ok?» Si appoggia alla ringhiera del canale e sospira con le mani sul viso. «Se hai una ragazza, un migliore amico, altri amici e tua zia in Italia non significa che tu sia migliore di me.» Mi passo nervosamente le mani tra i capelli, «Non ho detto questo» replico, «Ma lo pensavi» sentenzia. «Anche io sono amica di Valerio e gli voglio bene, lo sai benissimo. E avevo te in Italia e anche la persona che amavo, con cui non avrei mai avuto una possibilità, non come te con Miriam che farebbe di tutto pur di stare insieme... Ma amavo quella persona. Di certo non dicevo "Non lo so". Neanche lo sa, eppure me ne sono andata dall'altra parte dell'Europa perché dovevo.»

Si sfrega gli occhi per non piangere, «Qual è il nesso col discorso di prima?» chiedo senza sapere cosa dire, «Non c'è un nesso. Non c'è neppure un senso se è per questo. Non importa, fingi che io non ti abbia detto nulla ok?» Annuisco e torniamo a camminare in silenzio.

Ma come posso stare zitto ora che lo so? Lo ha detto, ora ha condiviso un segreto con me. La prima volta in cui mi tiene nascosta una cosa così a lungo tralasciando il trasferimento qui. Forse è Valerio, oppure Samuele, il che spiegherebbe perché ci è rimasta così male alle sue parole. Ma non lo so. Lara è innamorata di qualcuno, e quel qualcuno non sono io.

Spazio autrice
Benvenuti in questo nuovo capitolo! Noi sappiamo che Lara ha mentito... Ma lui no! Ma chissà cosa accadrà nel capitolo 24... Restate qui per scoprirlo!♥️

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