25- Compleanno

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Dopo la frase di Giacomo, che mi fa inciampare per l'emozione, sento lo scatto di una porta che si apre.

«Siamo arrivati?» chiedo a bassa voce a Giacomo, come se qualcuno potesse sentirci. «Al mio tre ti levo la benda, ma tu tieni gli occhi chiusi.» Annuisco. «Uno... Due... Tre.» Quando sento la benda cedere, automaticamente apro gli occhi, ma vedo solo la mano di Giacomo. «Idiota» borbotto, «Ti conosco troppo bene» ridacchia. «Ok, ora levo la mano... Pronta?» Rispondo di no, e lui ride ancora facendo sorridere di rimando me. Se qualcuno potesse vedermi probabilmente noterebbe l'espressione estasiata sul mio volto.

«Sorpresa!» urlano in coro i miei amici quando, finalmente, la mano di Giacomo si sposta dal mio viso. Cecilia, Amelia e Bianca corrono da me ad abbracciarmi nonostante ci siamo già viste questa mattina. Quando ci allontaniamo Andrea mi solleva da terra e poi, senza rimettermi giù, mi passa a Tommaso. «Buon compleanno» mormora al mio orecchio, «Da stasera ti farò ubriacare» esulta. «Ci ho già pensato io» dice Giacomo.

«Mi manca usare i documenti falsi» ammette Bianca e i suoi fratelli, nati come lei il ventidue giugno, annuiscono. «Come ti chiami nel tuo?» tenta di ricordare il mio migliore amico. «Alessia verdi?» rispondo poco convinta, «Vero, e io ero Nicolò Santini.» Allora inizia una conversazione sul nome che usavamo sui nostri documenti falsi e tutti ridiamo perché alcuni erano davvero strani. «Ormai non servono più» sospira Amelia.

«Visto che secondo i miei genitori è la prima volta che bevi.» Bianca mi fa l'occhiolino, «Hanno lasciato un po' di roba e la chiave del mobiletto degli alcolici, ma mi hanno fatto promettere di non finire in coma etilico, quindi Cecilia tu non berrai.» La sorella spalanca la bocca indignata. «Fai tu da babysitter!» protesta. «Nessuno fa da babysitter ma tutti ci conteniamo ok?» propone Riccardo avvicinandosi a una bottiglia di vino rosso.

«Balliamo sui tavoli?» sussurra Giacomo al mio orecchio. «La regola non vale per me e Lara!» Giacomo mi prende la mano trascinandomi fino a dove Bianca ha messo le bottiglie di superalcolici. Tutti ridono spensierati e io e Giacomo riempiamo due bicchieri.

Comunque ubriacarsi a diciotto anni, sapendo che puoi farlo, è diverso. Sicuramente spariscono i sensi di colpa perché stai infrangendo tutte le regole stabilite dai tuoi genitori e dalla legge.

Io e Giacomo non finiamo a ballare sul tavolo ma sul divano. Dopo aver tolto le scarpe per non rovinare il divano di Sofia, ci mettiamo a muoverci come due idioti tenendoci le mani.

Noto che Bianca sta scattando alcune foto, così come fa di solito Valerio. Credo che voglia immortalare questa serata per appendere qualcosa di nuovo nella sua parte di stanza.

«Sai cosa dovremmo fare?» dice Giacomo dopo aver ripreso l'equilibrio visto che stava per cadere rovinosamente a terra. «Baciarci visto che non l'abbiamo mai fatto.» Improvvisamente torno seria e deglutisco. «La? Tutto ok?» chiede Giacomo, bloccandosi preoccupato per me. «Sì, stavo per vomitare scusa» mento e lui scoppia a ridere, dimenticando di ciò che aveva detto.

Giacomo

Sarebbe davvero tutto così strano se ci baciassimo per completare una cosa che non abbiamo mai fatto? Probabilmente ha ragione Lara e, respingendomi, non fa altro che farmi capire che se la baciassi le cose tra noi potrebbero cambiare. So che io e lei non siamo come sua madre e il suo migliore amico o come la mia e Mattia; ma se invece lo fossimo? Però io non vorrei fare la fine di Mattia: in una vita infelice perché ha lasciato la donna dei suoi sogni tra le braccia di un altro, che poi sarebbe mio padre. Se lui avesse lottato per mia madre probabilmente io non sarei qui, ma lei sarebbe ancora viva. E io darei di tutto solo per poterla abbracciare di nuovo, per mostrarle che ormai sono l'uomo fantastico che desiderava che fossi.

Mi mancano così tanto i miei genitori. Ed è brutto pensare che, in realtà, io non li conoscevo. Ero troppo piccolo per capire tante cose di loro. Magari non erano poi così delle brave persone, eppure per me lo erano.

«Grazie di tutto, davvero.» Abbraccio Bianca per salutarla e successivamente Cecilia e Amelia. «Spero che tu venga a trovarci di nuovo.» Tommaso mi lascia una pacca sulla spalla, «Ti saluterò Andrea» ridacchia nel vedere il gemello addormentato profondamente sul divano su cui io e Lara abbiamo ballato per gran parte della serata.

Alle tre del mattino io e la mia straordinaria migliore amica camminiamo per le strade deserte di Amsterdam, come se non ci fosse niente di strano nelle nostre vite. La realtà è che domani la lascerò qui e ci spezzeremo il cuore a vicenda con questo.

Entriamo silenziosamente in casa, temendo di svegliare i suoi genitori. Ma Agnese è seduta sul divano in salotto che guarda un programma in televisione. «Ti avevo detto di non aspettarci» la rimprovera Lara. Entrambi sembriamo più che sobri. «Volevo assicurarmi che steste bene» sorride alzandosi dal divano. «È andata bene?» Annuiamo contemporaneamente.

«Vado in bagno» annuncia Lara, «Ti raggiungo subito» le dico. «Posso parlarti un secondo?» Agnese annuisce alla mia richiesta, così ci sediamo insieme sul divano. «Prima stavo riflettendo, io non conosco i miei genitori... Sai, un bambino di sei anni non sa nulla. Voglio solo farti una domanda. Erano brave persone?» Agnese posa una mano sulla mia gamba, lo smalto rosso risulta più scuro del normale per via della poca luce prodotta solo dalla televisione. «Sì Giacomo, erano davvero delle brave persone. So che hai tante domande su di loro, se vorrai mai farmene potrai farlo senza problemi. Se non te la senti ora, chiamami pure e possiamo chiacchierare quanto vuoi su Marta e Alessio. Ma ti dico che erano delle brave persone, avevano alcuni difetti ma erano fantastici.» Appoggio la testa sulla spalla della madre della mia migliore amica.

«Chi era mia madre per te»? sussurro. «Era la mia migliore amica. Per questo ti dico di chiedermi ciò che vuoi, so molte cose perché lei parlava tanto con me e io con lei.»

Le poso un bacio sulla guancia, «Scusa per prima.» Scuote la testa come per dire che non fa nulla. Agnese per me è una madre, come lo è zia Laura.

«Vado da Lara.» Prima di lasciarmi andare mi posa un bacio sulla fronte, come mia madre faceva con me e come io faccio con Lara.

Poi raggiungo la mia amica, che è stesa sul letto e contempla il soffitto bianco. «Ci hai messo una vita» mi fa notare. «Ho salutato Agnese» spiego. «Ho sentito la conversazione... Scusa, non dovevo origliare.» Le dico che non fa nulla, è la mia migliore amica e sa tutto di me.

«Ti mancano così tanto?» chiede quando mi stendo accanto a lei. «Da star male» confesso. «Vorrei poterteli ridare per un solo giorno» sospira. «Ho te, e sei la mia famiglia.» Si volta verso di me e mi prende la mano. «Domani torni in Italia, senza di me.» Avvicino la testa alla sua. «Andrà bene, ce la caveremo io e te. Come sempre ok?»

Spazio autrice
Sorpresa per Lara! Ve lo aspettavate? Ma i bei momenti devono finire... Giacomo deve tornare in Italia e nessuno sa come andrà a finire tra lui e Lara. Pareri? Beh... Da me non riceverete alcuna informazione, ma restate qui per leggere il prossimo capitolo e scoprire come andrà avanti♥️

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