27- La cotta di Tommaso

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Il ritorno a scuola dopo il memorabile weekend è più traumatico di quanto mi aspettassi. Però ho seguito il mio piano e mi sono alzata un'ora prima per andare a correre.

Giacomo mi ha detto che non sarebbe andato a scuola perché troppo stanco dopo il volo, ma io gli ho comunque mandato una foto di una me sudata che corre per Amsterdam deserta visto l'orario. È così bello il mio sentirmi a mio agio anche a mandare a Giacomo foto in cui sono in pessime condizioni.

Ora sono seduta vicino a Andrea che parla di un nuovo film che dobbiamo assolutamente andare a vedere al cinema in questi giorni. «Dank u» ringrazio la cameriera che mi ha appena posato davanti una tazza enorme di caffè.

«Si forse dovremmo andare» osserva Riccardo, passandomi il cellulare di Andrea per permettermi di leggere la trama del film. «Riassumi tu, non me la sento.» Ridacchia. «Una donna va a fare da cuoca in una villa per due ricchi e scopre che hanno qualcosa da nascondere.» Bianca posa la sua tazza sul tavolo in legno, «Noioso» commenta.

«Io propongo una separazione del gruppo. Noi ragazze, che siamo poco interessate, facciamo un pigiama party e voi andate a vedere quel film. Noi ne guardiamo uno a casa e quando finite ci raggiungete... Che ne pensate?» propone. «I miei sono fuori nel weekend per un convegno, posso convincere mia madre» dico allora io.

Quattro ore dopo, seduti tra i banchi di scuola, aspettando che la prof di matematica arrivi, Bianca si avvicina a me. «Ho trovato il film per noi. Sabato ragazzi?» Gli altri annuiscono. Da quando siamo diventati amici Riccardo e Amelia sono riusciti a far aggiungere due banchi vicini a noi in modo da poter stare tutti insieme.

«E se cenassimo tutti insieme e poi noi andassimo al cinema?» chiede Andrea digitando qualcosa sul suo telefono. «Sì, possiamo ordinare delle pizze e mangiarle da me, poi voi andate al cinema e noi restiamo a casa, quando finisce ci raggiungete.» Tutti approvano la mia idea.

«Buongiorno ragazzi.» Entra la prof di matematica e mi obbligo ad ascoltare visto che oggi inizierà a spiegare il nuovo argomento che io non ho fatto in Italia.

Penso che l'odio verso l'ultima ora di scuola sia una regola cosmica, soprattutto se quell'ora è olandese. Siamo obbligati a fare tre ore in più per imparare meglio la lingua, ma se non ci fossero quelle tre ore io non sarei in grado di intrattenere alcun tipo di conversazione. A differenza di un insegnamento complicato della lingua, qui impariamo davvero a parlare. Così ci torna utile visto che proveniamo da un'altra nazione dove si parla una lingua completamente diversa.

«Ondervraagd Palmieri, Esposito Cecilia en Ricci.» Io e Cecilia ci alziamo portando le sedie alla cattedra per l'interrogazione e Annalisa, una compagna di classe con cui ho parlato un paio di volte e che è abbastanza simpatica, fa lo stesso.

«Come hai fatto a prendere nove?» esclama Cecilia all'uscita, «Non lo so.» Sollevo le spalle. «Sono qui da quasi due anni e prendo a malapena sei in olandese e tu sei qui da neanche due mesi e prendi nove.» Tommaso ride per l'indignazione della sorella, «Ti odio» dice lei ironica.

«Ci vediamo domani» saluto i miei amici. «Ti accompagno» afferma Tommaso. «Non serve» cerco di convincerlo, mentre attraversiamo la strada. «Sei sul punto di addormentarti, pensi davvero che potrei lasciarti così?» ridacchio e gli ripeto che sto bene, ma decide comunque di accompagnarmi.

«So che potevi andare da sola, ma volevo parlarti. Come stai?» Dare una risposta alla sua domanda mi risulta più complicato del previsto, «I-io n-non lo so» balbetto confusa da me stessa. «Lui se n'è andato e quindi dovrei stare male, ma non sta andando tutto a rotoli.»

Gli racconto ogni cosa mentre camminiamo lentamente verso casa mia. Parlo della scena con mia madre con conseguente dichiarazione che entrambi non proviamo nulla. Gli dico anche dell'aeroporto, del mio "ti amo" detto al vento e per tutto il tempo lui mi osserva comprensivo.

«Possiamo parlare d'altro?» Annuisce, «Come farai a chiamare Giacomo sabato sera?» domanda. «Oh, vero... Cavolo. Beh, posso chiamarlo mentre sono con le ragazze. A loro piace e a lui piacciono loro... Gli piacete tutti in realtà... Riccardo un po' meno, ma Riccardo è così.» Tommaso accenna un sorriso, «Giacomo è geloso di Riccardo» dice, «Non è vero, pensa che io possa sostituirlo ma non succederà.» Si volta verso di me fermandosi, «Non è geloso di me, anzi. Lui pensava che tra me e te ci fosse qualcosa, poi si è accorto che non era così e io gli sono piaciuto, ma Riccardo ci prova costantemente con te e lui non lo sopporta.» Sbuffo e scuoto il capo, Giacomo non è geloso. «Me l'ha detto Lara.» Sgrano gli occhi.

«L-lui cosa?» domando scioccata, «Al tuo compleanno era un po' troppo ubriaco, quando sei andata in bagno mi ha chiesto di te e Riccardo. Poi ha detto, e cito testualmente, "Quello è un idiota e se lei si innamora di lui falli a pezzi entrambi per me".»

Inevitabilmente un sorriso si forma sul mio volto. «Non dovresti essere felice, potrebbe finire in carcere.» Iniziamo a ridere all'unisono e andiamo avanti fino a quando non siamo sotto casa mia.

«Ci vediamo domani?» Annuisco e gli lascio un bacio sulla guancia. «Dormi!» si raccomanda mentre entro in casa.

Mia madre è tornata dal lavoro prima del previsto, mentre mio padre, che si è trovato da poco un impiego in un ristorante qui vicino, sta preparando il pranzo. Lei spia dalla finestra. «Il tuo amico è ancora lì» dice quando entro in cucina, senza darmi il tempo di pronunciare un saluto. Guardo dalla finestra e, effettivamente, Tommaso è ancora lì che fissa il portone d'entrata. Gli scrivo un messaggio.

Lara: Grazie di avermi accompagnata, mi ha fatto piacere chiacchierare anche se non ce n'era bisogno.

Lo osservo estrarre il cellulare dalla tasca del giubbotto nero e sorridere al mio messaggio. So che è quello perché mi risponde.

Tommaso: Quando vuoi;)

Poi, sempre con il sorriso stampato sul volto, si allontana per tornare a casa. «Siamo amici» precedo mia madre sul tempo. «Come tu e Giacomo?» ironizza. «Io e Giacomo non ci piacciamo» le ripeto ancora. «Appunto, non siete amici come tu e Giacomo perché vi piacete, almeno a lui piaci sicuro. Tu sei strana. Ma a lui piaci e non poco.»

Spazio autrice
Tommaso ha ragione? A Giacomo piace davvero Lara? Mi dispiace ma non sarò io a dirvelo adesso... Tempo al tempo! Adesso vi lascio, ma state pronti per il prossimo capitolo♥️

Instagram Wattpad= giuliascrive4
Instagram Privato= giuliacattii

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro