Commento dell'autore

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La cosa bella del mio essere scrittore è l'incongruenza e se permettete anche una non curanza del lettore.
Chiunque pensi il contrario si ritiene abbastanza forte, intelligente e coraggiosa da ritenere che un autore abbia a cuore la sua storia, il suo romanzo o qualsiasi opera sia.
In realtà, siamo estremamente volubili.
Gli scrittori sono spesso pieni di scheletri: noi ci nascondiamo dietro le nostre storie, facciamo vivere e soffrire i nostri personaggi per esorcizzare i nostri dolori, alcuni dei quali non ci abbandonano mai nella nostra vita.

Utilizzando un linguaggio fiabesco, il classico archetipo della narrazione per bambini ci spinge ad analizzare i continui cambi di scena, la rapidità della lettura e sprona il lettore a immedesimarsi in una storia "no-sense", la cui forma di scrittura e morale appare chiara solo alla fine, nel penultimo capitolo.

Gli elementi sono classici e fiabeschi: il coniglio richiama il "grillo parlante", il leone, la volpe e tante peripezie. Una piccola sfida quotidiana che rappresenta la vita, che giorno dopo giorno pone ai nostri occhi mille ostacoli. Quante volte incontriamo una volpe nella nostra vita? Quante volte conosciamo e ignoriamo il nostro amico coniglio? Un grillo parlante? O un leone? Quante volte ci sentiamo forti e superbi come il leone, in grado di giudicare chiunque e additare qualsiasi persona, senza prima conoscerla?
Quante volte siamo stati costretti ad essere forti come il leone, mangiando la volpe che ci traeva in inganno?

Vedete queste allegorie, rappresentate da animali che tutti conosciamo, raffigurano lati della nostra società e angoli della nostra personalità, spigoli del nostro carattere e ci insegnano a conoscere meglio gli amici, perché non tutti sono amici: alcuni ci voltano le spalle e ci pugnalano, lasciandoci in un mare di sangue e miseria, puzzando di dolore. Altri, ci ignorano e ci abbandonano.
Entra nel campo amoroso, parlando di un abbandono, una morte, una scomparsa: lei è sola, la nostra protagonista, andando a insegnarci come convivere con noi stessi, come sentirci apprezzati, perché la vita sì regala e dona, ma ciò che ti dà poi se lo riprende. La vita è furba come la morte con i suoi doni, ciò che pensi un giorno sia tuo, il giorno dopo non lo è più.

In questa fugace frenesia di emozioni, questo romanzo ci insegna a essere acqua: siate come questo elemento, che cura, disseta, sostiene, fortifica, protegge e culla. Siate impavidi come l'acqua, lasciate scorrere le vostre emozioni e siate tempesta quando serve, perché l'acqua se scatenate spegne il più grande degli incendi, distruggendo tutto. Siate acqua, perché l'acqua è il segno della vita, ci insegna umiltà e accettazione: mai come ora, il mondo e tutti noi ne abbiamo bisogno, di sentirci liberi e accettati.

L'autore.

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