Prologo

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A Leonardo, il mio amato fratello.

A Giulia.

A mia nipote Bianca, l'essenza di Leo.

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Corrado potava le candide rose con attenzione, quando Bianca trotterellò al suo fianco

"Zio, la mamma ha detto di prenderti una pausa." La piccola scosse la testolina piena di ricci neri.

"Sarà fatto principessa, ora mi fermo." Appoggiò la forbice e la prese in braccio.

"Zio Nado, oggi portiamo le rose a papà?" Lui la baciò premuroso sulla fronte.

"Certo Bianca. Le più belle che ho trovato."

La piccola lo abbracciò forte. La sua vocina si fece sottile.

"Pensi che papà mi veda, zio?"

Gli occhi grigi di Corrado si fecero lucidi. "Certo Bianca, non senti il suo amore nel profumo di queste rose?"

Portò la bimba vicino al roseto, lei aspirò il delicato odore delle rose bianche.

"Sì, lo sento." Sorrise felice e strinse più forte le braccia intorno al collo di Corrado.

"Non mi lasciare mai zio Nado. Ti voglio tanto bene."

Le appiccicò un bacio umido sulla guancia e sussurrò convinta.

"Papà sarà contento delle rose profumate che gli portiamo."

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