La sindrome del principe azzurro - 01

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''Da bambina, l'amore lo sognavo. Passavo ore e ore a perdermi nelle pagine fitte di storie perfette, oppure a giocare con le bambole che vestivo da regine e principesse. Sognavo giorni senza crepe, come se l'armonia fosse possibile. Come se l'amore potesse riparare tutto. ''

Michela Marzano












L'amore tiene in piedi l'universo.

L'amore travolge, fa vivere, e sognare.

Fa crescere quei bellissimi fiori rosa, dove vanno a fare la cacca i cani alle 5.45 del mattino. Proprio dove c'è il cartello di divieto, con scritto: Non calpestare le aiuole. Vietato condurre animali domestici.

Ma il nonno lo faceva per dispetto e, ogni mattina, portava il cane proprio lì.

«Essere innamorati è meraviglioso».

«Baciarsi è stupendo».

«Stare insieme è una vera favola».

Queste sono tutte le scritte zuccherose, in fucsia, che emergono dal muro accanto all'Happy Bride, il negozio di abiti da sposa, dove lavoro tre volte a settimana come commessa. Ho accettato questo impiego per pagarmi la retta all'università, che è molto costosa.

«L'amore fa sognare, fa battere il cuore, rende felici per davvero».

«Essere fidanzati è bellissimo».

«Sposarsi, un sogno».

Grandissima stupidaggine.

Essere single è meraviglioso. 

Essere single è bellissimo.

Dormire fino alle 12.50 nei giorni feriali è un sogno.

Stare tutto il giorno sul divano con Cime tempestose tra le mani è il vero miracolo.

Nessuno lo dice mai. Ci presentano l'amore come un qualcosa di straordinariamente magnifico. Eppure non hanno capito che le industrie se ne servono. Fanno leva sulle insoddisfazioni umane, soprattutto quelle delle giovani ragazzine, solo per spillarci soldi.

Creano film bellissimi, libri travolgenti solo per mostrarci un universo romanzato, dove l'amore viene visto come qualcosa di magnifico, dove chi è solo viene giudicato, disprezzato... Definito il brutto anatroccolo della situazione.

Dove i principi risvegliano le principesse con un bacio d'amore, chissà, invece, che nella realtà non siano morte poco dopo per la loro fiatella puzzolente.

La principessa, in genere, perde la scarpetta... Se la perde oggi una ragazza normale, le fanno il test del palloncino, se è venuta con l'auto. Tutti pensano che sia ubriaca, come minimo.

E' proprio quello che è successo a zia Minnie, qualche tempo fa. La chiamo Minnie, per le enormi orecchie a sventola.

«Hai trovato il fidanzato, amore?». Mi domanda ogni Natale, ogni Pasqua, ogni giorno del Ringraziamento, ogni volta che porta il cane a pisciare e mi guarda in modo torvo dalla finestra.

«Ho visto che esci, spesso, di sera e hai le labbra tutte screpolate, per via dei baci... Hai il ragazzo, non è vero?». Ammiccò.

«Veramente ho trovato il raffreddore. Le labbra sono screpolate per il vento gelido. Siamo a Natale, zia, saranno - 2 gradi». Risposi.

Nell'amore ci credevo quando ero piccolina, adesso le mie certezze iniziano a vacillare. Non è che non ci creda più... I romanzi che leggo e quelli che scrivo mi sembrano favolosi. Ma sono, per l'appunto, solo dei pezzi di carta. È davvero quasi impossibile, che amori così travolgenti possano accadere nel mondo reale a una persona normale, a una persona che non è una principessa, che non perda la scarpetta e non sia ubriaca.

E' incredibile quanti libri siano stati scritti. È stato scritto perfino: l'arte di amare.

Perché nessuno ha ancora scritto l'arte di dormire? Non capisco... Io potrei scriverlo. Sarei la persona più adatta e, probabilmente, un giorno lo farò.

Sento il rumore delle chiavi nella serratura. È sicuramente Patty, la mia migliore amica, oltre che coinquilina. Abbiamo preso un bilocale in affitto al centro di Roma, solo per poter essere vicine all'Università ed evitare di fare tre ore di viaggio all'andata e tre ore al ritorno. Per evitare le ascelle senza deodorante delle persone alle 5.30 del mattino, ma non solo per questo. Anche per evitare il simpatico John, un signore con i capelli bianchi, che mi fissa sempre nella scollatura.

Amo questa città e amo l'università dove sono riuscita a entrare. Ho provato tanti test d'ingresso. Li ho tutti superati, tranne quello di medicina. Alla fine, ho scelto Psicologia, quella che trovo più affine ai miei interessi, alla mia natura riservata e discreta.

In effetti, sono un pochino timida, asociale e i libri d'amore sono i miei migliori amici, insieme ai divani comodi e ai biscotti rosa in pasta di zucchero.

Mia nonna mi disse una volta che col mio carattere, avrei potuto benissimo aprirmi un centro asociale. Sarei stata perfetta. Ho sorriso amabilmente, del resto, lei ci crede nell'amore. Lei e il nonno sono sposati da 54 anni, un'amore eterno, folle, travolgente...

Si lanciano sguardi di disprezzo ancora, proprio come il primo giorno. Una coppia da prendere davvero come esempio.

«Nonnina, se potessi tornare indietro nel tempo, cosa vorresti fare?». Le chiesi un giorno, dopo che lei aveva appena tirato un cuscino in faccia al nonno, perchè aveva lasciato la carta della caramella alla menta per terra, solo per farle un dispetto e le aveva sollevato il dito medio, seguito da una linguaccia.

«Divertirmi dalla mattina alla sera, uscire, andare in discoteca e anche la prostituta, perchè no».

Sorrisi, leggermente sconvolta e mi rivolsi al nonno, un grande lavoratore. Lavorava 14 ore al giorno, per non far mancare nulla ai suoi pulcini. Li ha fatti studiare, laureare e comprare tante cose preziose.

«Nonnino, che cosa ti piacerebbe fare se potresti tornare indietro nel tempo?».

«Il truffatore o il ladro». Scoppiai a ridere, ma dallo sguardo e dagli occhi grandi che brillavano, compresi che... Forse non stavano propriamente scherzando.

Allora la nonna, mi rifece la domanda.

«E tu, tesoro, se potessi tornare indietro nel tempo, cosa faresti?».

«Beh... Andrei da Chicons e mi comprerei almeno 10 chili di quelle buonissime crêpes rosa, con zia Ursula sopra, che munge la vacca, e le congelerei, in modo da farle durare nel tempo». Ammisi sicura di me.

In un attimo, vedo la mia amica Patty, proprio di fronte a me. Ha i calzini di un colore diverso, uno azzurro e l'altro arancio. I capelli spettinati, i vestiti sgualciti e la gonna che indossa sembra ricoperta di un qualcosa bianco e gelatinoso.

Ha passato un'altra notte fuori, lo so. Non capisco dove le venga il desiderio di abbracciare così tanti ragazzi diversi, in così poco tempo... Voglio dire, non si creerà mai un vero legame tra loro in questo in modo, una vera affinità.

Ma del resto, chi sono io per giudicarla? Non sono assolutamente nessuno, se non una persona che le vuole un gran bene, dato che siamo migliori amiche dalle elementari.

«Ho trovato un vero principe azzurro, Grace», annuncia, felice e fa un piroetta, proprio come una principessa. Le guance le diventano rosse rosse per l'emozione. Le brillano gli occhi e devo dire che non ho mai visto sorriso più genuino del suo, in questo preciso istante.

«Ne sei sicura?».

«Sì, questa volta sì, un vero principe, Grace».

«E quanti rospi hai dovuto baciare, prima di trovarlo?», dico e forse risulto leggermente antipatica, me ne accorgo dal modo in cui mi guarda. Ma il nostro rapporto è sempre stato così: ironico, molto confidenziale. Ci stuzzichiamo a vicenda e ci divertiamo così.

«Non essere così cinica, piuttosto, dovresti venire a ballare con me, di sera, potresti trovare anche tu un bellissimo principe».

«Oh, no, non potrei mai mollare il mio Cime Tempestose, versione originale in inglese, fatto arrivare a casa appositamente da Londra». Dico, sorridendole.

Ricordo ancora quando è arrivato questo romanzo in lingua inglese, la versione originale, come l'aveva pensata Emily Bronte, in quel'inglese un po'arcaico, ma stupendo. Ricordo che ero talmente felice, che ho saltellato sul letto per quindici minuti. Fino a che mamma non mi ha presa per un orecchio, intimandomi di scendere, perchè appunto, non ero più una bambina e il letto non proprio robusto. Non ci si dovrebbe emozionare così per uno stupido romanzo. Mi disse.

Ma niente mi ha mai fatto brillare gli occhi come i sonnellini e i romanzi d'amore.

Non rinuncerei per niente al mondo alla mia pennichella dopo pranzo o a quella in aula, mentre il professore spiega o... Perchè no, anche se mi trovo al parco o a raccogliere fiori.

«Grace... Io conosco il vero motivo del tuo essere così... Disincantata...», mi guarda con attenzione e mi sembra che i suoi occhi si siano intristiti per me. Abbasso lo sguardo. Non posso mentire a quegli occhi. Lei mi conosce meglio di chiunque altro, ha asciugato il mio moccolo quando avevo la tenera età di 8 anni e Francois, un bimbo che assomigliava a un topo, mi ha spezzato il cuore. È la migliore amica del mondo.

Ma non sono triste. Questo no.

«Ho detto disincantata per non dire di peggio...».

«Non sono disincantata, Patty, è solo che... Mi piace essere single. Amo dormire, amo guardare il cielo, sognare, ballare per casa con le canzoni a tutto volume, insieme alle mie morbide pantofole rosa con i fiocchetti. Ho tanta voglia di vivere. Amo godermi le piccole gioie della vita, come una buona cioccolata calda o dei biscotti appena sfornati. Perchè dovrei incasinarmi con un qualcosa che... Non potrebbe essere così? E non potrebbe rendermi così felice?». Dico e mentre lo faccio, mi rendo conto che mi trema la voce. Non so nemmeno io razionalmente il perchè.

«Non è così, Grace, potresti godere della vita anche con un bellissimo principe accanto a te, anzi... Le gioie condivise sono raddoppiate». Si avvicina a me e mi prende una ciocca di capelli con dolcezza. Me la nasconde dietro un orecchio. Mi abbraccia forte.

«Dai, vieni con me, stasera, potresti incontrare uno splendido principe azzurro al locale». Mi sussurra a un orecchio.

«Voglio che tu sia felice», aggiunge.

«Lo sono tanto, credimi, Patty. È solo che mi piace essere single, non c'è gioia più grande per me».

«Non è vero. Tu... Hai la sindrome del principe azzurro».

«What?».

«Hai sentito bene, hai la sindrome del principe azzurro».

«Non è vero!», sbotto stizzita, divincolandomi dal suo abbraccio, stile koala.

«Cerchi il partner più bello, più intelligente, super dotato e...». Scuote la testa con disappunto.

«Non sarai mai felice per davvero, Grace. La perfezione non esiste. E tu rischi di precluderti una felicità che meriti come tutte noi ragazze...».

«Aspetta, Patty, spiegami meglio che cos'è... Questa sindrome del principe azzurro?».


















Ciao a tutte...🌸

Allora ragazze, questo è un mondo del tutto nuovo per me. Non ho mai scritto un romanzo '' comico '' o comunque così leggero... Per questo mi piacerebbe sapere se sto facendo bene, se vi sta piacendo...

Perchè non sono esperta. Se vi va, lasciatemi un commentino anche piccolo piccolo, per farmi sapere se vi piace.

Grazie per l'ascolto e grazie a chiunque impiegherà un po' del suo prezioso tempo ai miei libri.

Un abbraccio forte ❤️


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