(Marco) Hai la mia attenzione

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-Allora, che mi dici? E' operabile? -

Christian mi aveva lasciato studiare le radiografie del piccolo paziente per parecchi minuti prima di rompermi i coglioni.

-Te lo dico appena l'ho deciso - risposi, senza staccare gli occhi dalle immagini. La posizione del tumore era complessa, ma ero già riuscito a mappare mentalmente il percorso da seguire per evitare danni cerebrali permanenti. Continuai a studiare tutte le angolazioni fornite dai raggi e dalle risonanze per accertarmi che, sulla base di quanto era possibile constatare senza aprire il cranio al bambino, fosse fattibile isolare la massa ed asportarla.

Alla fine mi girai verso Christian, seduto alla mia scrivania.

-Sì, si può fare. -

L'oncologo mi sorrise e batté le mani l'una contro l'altra, soddisfatto.

-Lo sapevo, sei un cazzo di genio. -

-L'intervento è rischioso. -

-Anche un tumore nel cervello lo è. La chemio, da sola, non basta. Mi serve il tuo tocco magico. -

Raccolsi la documentazione e le immagini del bambino e impilai tutto sulla scrivania.

-Parli tu con i genitori? -

-Sì, in prima battuta senza dubbio. Curo Daniel da due anni. Se, come credo, accetteranno l'intervento, faremo un incontro esplicativo tutti quanti. -

Non trattenni un sospiro di frustrazione, che non sfuggì a Christian.

-Cazzo, Marco, mica vorrai mettere le mani nel cervello di un bambino di 12 anni senza spiegare ai genitori che intenzioni hai con il bisturi in mano, vero? -

-In effetti, vorrei. Ma mi rendo conto che è inevitabile rispondere alle loro domande, fornendo risposte che non possono comprendere del tutto. -

-Non fare il cinico. -

-Sono solo realista, Christian. Secondo me non ci capisci un cazzo nemmeno tu di chirurgia! -

Scosse la testa, dedicandomi una smorfia.

-Com'è che sei più insopportabile del solito? Hai ricevuto una chiamata da Milano? -

-No, Michela non c'entra, sembra abbastanza in squadra ultimamente. -

-E allora qual è il problema? -

-Nessun problema. -

-Nemmeno con la ballerina con cui hai flirtato l'altra sera? Perché quella ti mangiava con gli occhi e non capisco per quale motivo siate tornati ognuno a casa propria. Di solito fai pagare la consumazione.-

Mi accomodai sulla sedia girevole di fronte a Christian.

-Come diavolo sei arrivato a parlare di lei? Non eri venuto per aggravare il mio carico di lavoro con un caso al limite del miracoloso? -

Christian appoggiò i gomiti sulla mia scrivania e si sporse verso di me, con quel suo sorriso storto che ancora oggi fa girare la testa alle donne, e i coglioni a me.

-Ero solo curioso, mi sembravi interessato a lei. Ma potrei mangiare dal tuo piatto se tu non gradisci la portata...-

- È la mamma di un mio paziente - tagliai corto.

-Quindi? Posso favorire al posto tuo la prossima volta? -

-Puoi fare quello che vuoi ma non prevedo prossime volte. -

-Cristo, Marco, è una ballerina ed è anche piuttosto quotata. Bastano 2 click per sapere dove trovarla. -

Ok, stronzo, hai la mia attenzione.

-E dove pensi di poterla trovare? Sentiamo. -

Christian scoppiò in una risata sarcastica.

-All'improvviso nella tua agenda si è creato un posto per una prossima volta? -

Lo fulminai con uno sguardo.

-Ok, ha diverse date nei dintorni nelle prossime settimane, ma secondo me è più facile incontrarla e scambiare qualche chiacchiera nella palestra in cui si allena con le altre sue colleghe. E' quella sopra il centro commerciale, ed è sempre aperta fino a tardi. -

Mi presi qualche secondo per riflettere sulle mie intenzioni. Finché mi resi conto che non avevo idea di quali fossero le mie intenzioni e che quindi non avevo nulla su cui riflettere.

-Ok. Prepara gli esami del sangue di Daniel e fammeli avere, vediamo di imbastire l'intervento per questo mese. -

-Nient'altro? -

-Stasera andiamo ad allenarci, ma non farmi fare figure di merda con Maia e spargi la tua bava sui culi di altre ballerine. -

Christan si alzò e prese dalla scrivania gli incartamenti del suo piccolo paziente.

-Ok, doc. Magari è la volta buona che ti vedo usare anche il cuore con una femmina oltre all'ucc...-

-Christian - lo interruppi - non hai qualche paziente cui somministrare intrugli che fanno perdere i capelli e vomitare l'anima prima di salvargli la vita? -

-Giusto una decina, in effetti. Tu vai pure a trafficare armato di bisturi con gli organi delle tue cavie mentre io uso la scienza per cambiare il mondo con eleganza -

-Già, cosa c'è di più elegante di una testa calva e di un pavimento imbrattato di vomito? -

-I capelli ricrescono e il vomito passa, - mi provocò lui, avviandosi verso la porta. - Ma i solchi che lascia il tuo bisturi non hanno rimedio. Rassegnati, i medici sono più eleganti dei chirurghi. -

Quando si richiuse al porta alle spalle io mi abbandonai allo schienale della sedia.

Mai sopportato l'andare in palestra.

***

Christian era a suo agio, a lui bastava avere qualcosa da guardare per sentirsi motivato, e in quella palestra le "cose da guardare" abbondavano. Passava con disinvoltura dal tapis roulant all'ellittica da due settimane senza aver minimamente ceduto alla noia.

-Probabilmente si allena in orari non compatibili con i nostri, doc -commentò quella volta, seguendo con lo sguardo il culo di una ragazza decisamente in forma e decisamente troppo giovane per lui.

-Direi che ormai è una certezza. Non vedo il senso di proseguire con la frequentazione di questo posto sudaticcio, francamente. -

-Potresti guardarti intorno per vedere ben più di un senso, Marco. -

Avrei potuto e anzi, lo avevo fatto. Ma l'abbondanza di curve mozzafiato non era uno stimolo sufficiente per continuare a fare cose che detestavo. Di mercanzia interessante era ben fornito anche l'ospedale, dove potevo unire l'utile al dilettevole. Stare lì mi pareva poco più di una perdita di tempo vista la ormai totale assenza di motivazione.

-Senti, Christian, io vado. Devo studiare. -

Premetti il tasto rosso sul display del macchinario, che rallentò fino a fermarsi completamente.

-Su cosa ti stai preparando? -

-Microchirurgia fetale. Abbiamo un caso di ernia diaframmatica con diagnosi prenatale e stiamo valutando di intervenire prima della 34esima settimana di gestazione. -

-E il rischio di distacco delle membrane? -

-Per questo studio, Christian. Per prevenirlo. -

Lui scosse la testa, poco convinto, rallentando il ritmo della camminata fino a fermarsi come evevo appena fatto io.

-Non credo sia possibile, francamente. -

-Mi accontenterei di minimizzare il rischio, mettiamola così. -

-Da quando ti accontenti? Starai sui libri finché ti daranno un cazzo di Nobel. Intanto però potresti accompagnare il tuo stimato collega pediatra e oncologo in palestra anche domani...-

-Non contarci...-

-Magari è la volta buona che incontri la ballerina. -

-Lo ripeti da due settimane, e comunque si chiama Maia. -

Ci avviammo verso gli spogliatoi, e finalmente la vidi. Ho ancora l'immagine scolpita nella testa. Non indossava nulla di vistoso, ma quel pantalone nero le aderiva come una seconda pelle alle gambe lasciando scoperti i polpacci tonici ma sottili. Sopra, una canotta dello stesso colore del pantalone. Quando incrociò il mio sguardo assistetti alla nascita di un sorriso sorpreso sul suo volto totalmente privo di trucco. Improvvisamente mi sembrò troppo giovane, con la sua coda di cavallo e gli occhi castani al naturale.

Accanto a lei la sua amica Jennyfer, che un istante prima di individuarci le diede un colpetto al fianco per richiamare la sua attenzione.

Spazio autrice

Vi dico subito che adoro Christian (sì, con l'h) almeno quanto adoro Jennyfer (sì, con la y).
È uno stronzo cinico e narcisista, ma ha altre qualità inespresse e un ruolo importante nella vita di Marco.
E dopo l'ospedale e la cena di beneficenza ecco che i disgraziati si incontrano in palestra. Sarà la volta buona? Che dite?

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