18. Syver Adamantium

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La fata fissò ad occhi aperti l'uomo che aveva di fronte, cercando di assimilare le parole che il demone le aveva appena confessato. "Mio padre?" Non sapeva cosa pensare, quell'uomo sembrava esserle estraneo, eppure così familiare, come se avesse un velo davanti al viso.

«Io... Non lo riconosco.» ammise Sunshine, osservando Syver mentre picchiettava le dita sulle braccia incrociate.

Tornò a guardare il demone in lontananza, accorgendosi che la piccola Hestria non riusciva più a muoversi, ormai sfinita dalla corsa. «Lasciaci in pace!» ringhiò la versione minuta di Damien, mentre Sunshine osservava se stessa fermarsi davanti a loro. Sembrava essere in una specie di trance e non rispondeva agli avvertimenti del giovane.

«Arrenditi, se mi consegni la bambina prometto di risparmiarti la vita.» urlò Syver al demone, cominciando ad avvicinarsi alla zona in cui si trovavano gli altri. Sunshine smise di respirare quando l'uomo le passò di fianco e strinse forte la mano di Damien, conficcandogli le unghie nella carne tanto da lasciargli il segno.

Il demone si sollevò nel cielo, spalancando le ali nere che spiccavano fra neve candida.

«Mai.»

Syver sospirò, alzando gli occhi al cielo. «Ti avevo avvertito.» fece poi un cenno con la testa a Sunshine. «Attacca.»

La bambina si mosse fulminea, saltando sulle ali del demone strappandogli le piume con una forza che Sunshine non credeva di possedere. Damien urlò di dolore, scaraventando a terra la piccola fata. Senza un minimo di reazione, lei si alzò da terra sanguinante, rivelando l'osso del braccio rotto.

Sunshine si guardò il braccio, guardando i segni di quelli che pensava essere il risultato di una brutta caduta. Sua nonna le aveva raccontato che era inciampata arrampicandosi su un albero e lei ci aveva creduto, anche se non lo ricordava. Che motivi aveva, infatti, per non credere alle parole di sua nonna?

Syver si avvicinò alla fata e la calciò furioso. «Sei inutile. Un misero colpo e ti riduci così?» esordì sprezzante, facendo rotolare il corpo insanguinato della piccola nella neve. Estrasse poi un libro dalla sua casacca e Sunshine rimase pietrificata quando notò la lucente rilegatura dorata.

«Quello è il diario della Creatrice del Sole!» esclamò Sunshine portandosi la mano davanti alla bocca. Gli occhi di Damien sembrarono scintillare a quella rivelazione ma rimase in silenzio a fissare la scena.

«Non mi sembri poi così forte, Syver. Mandi avanti una bambina al posto di combattere direttamente.» lo sfidò il demone sicuro di sé, mentre aleggiava su Hestria per proteggerla.

«Hai ragione, ma mia figlia è il mio esperimento meglio riuscito.» ghignò Syver, aprendo il diario della Creatrice. Sotto il suo tocco, il libro prese una sfumatura nerastra che lentamente cominciò ad espandersi su tutte le pagine. Un vento gelido cominciò a soffiare, costringendo Damien ad atterrare per evitare di congelarsi le ali e circondò sua sorella con esse per ripararla dalla bufera.

«Ti ho creata nel sangue, il tuo cuore mi appartiene. In sussurri di violenza e anima pregna di peccato, dammi la tua forza.»

Il piccolo corpo della fata nella neve iniziò a contrarsi: attraversato dagli spasmi, cominciò a schiumare dalla bocca. Gli arti le si muovevano in modo incontrollato e le sue grida di dolore si espandevano per tutta la zona.

«Cosa sta succedendo?!» chiese Sunshine scioccata, mentre osservava la sé del suo passato riversa sul terreno. Provò a correre in suo soccorso ma Damien la bloccò.

«E' già successo. Sono solo ricordi, non puoi cambiare niente.»

Dopo qualche minuto, gli spasmi nel corpo della fatina si arrestarono e, esattamente com'era successo prima, si rialzò dal terreno come se fosse in trance. Syver rise e schioccò le dita, facendo arrestare la bufera di neve.

«Prendili, Sunshine.»

Ancora più rapida della volta precedente, Sunshine saltò addosso al demone, cercando di dividerlo da Hestria. Damien si alzò in volo, tentando di spingerla di nuovo sul terreno. Lei però fu più rapida e si gli attaccò all'ala, rompendogli di netto la cartilagine.

Entrambi caddero sul suolo innevato e Damien le saltò alla gola, provando a soffocarla. La bambina iniziò a mormorare qualcosa e Sunshine capì subito che si trattava di un incantesimo. Delle palle di fuoco viola vennero scagliate contro il fianco del demone che si ritrovò scaraventato via di alcuni metri. Sanguinante, si rialzò velocemente per contrattaccare, schivando appena gli altri incantesimi che la fata gli stava lanciando. Alcuni massi vennero colpiti al posto del demone e si disintegrarono, esplodendo in mille pezzi sotto i colpi magici della fata.

«No! Vai via!» gridò la piccola Hestria. Syver si era avvicinato a lei e l'aveva afferrata per i capelli, sollevandola da terra. «Damien, aiuto!» urlava con le lacrime agli occhi, mentre scalciava sotto lo sguardo divertito di Syver.

«Lasciala andare!» Damien spalancò le ali e fece uno scatto verso sua sorella. Davanti a lui compave però Sunshine e si ritrovò improvvisamente bloccato. Sentì un dolore acuto all'altezza dello stomaco guardò in basso, accorgendosi che era lo stesso punto in cui la fatina aveva appena appoggiato la mano.

Lei spostò la mano e il demone si accasciò in ginocchio, premendo con le mani il grosso buco nel suo stomaco, da cui uscivano sangue e fumo.

«No, non fargli male!» Syver venne colto alla sprovvista dai poteri psichici di Hestria, che spazzò via sia lo stregone che Sunshine, proprio mentre si apprestava ad infliggere il colpo mortale al demone.

Syver si ritrovò a terra, a diversi metri da loro e la piccola Hestria raggiunse suo fratello ormai sdraiato a terra, esanime.

«Catturala e uccidi il ragazzo!» gridò Syver rosso si rabbia, sbattendo i pugni sul terreno pieno di neve e fango.

Sunshine si rialzò e con passi lenti riprese ad avvicinarsi al demone e a sua sorella. Con le ultime forze rimaste, la catturò in un abbraccio e la avvolse con le sue ali per proteggerla.

«Stai tranquilla, non ti faranno del male.» Damien sorrise ad Hestria, cominciando a concentrare le sue energie per scagliare contro la fata il suo attacco più potente. Alcuni fulmini blu iniziarono a librarsi dal corpo insanguinato del demone e delle saette avvolsero le sue ali, diventando dello stesso colore ambrato dei suoi occhi. Fissò per un ultima volta Syver e la fata, prima di scagliare contro entrambi centinaia di fulmini. La zona divenne incandescente e le zolle di terra esplodevano al contatto con le saette lanciate dal demone.

Una nuvola nerastra coprì la visuale del demone e quando si dissipò al centro del campo di battaglia era rimasta solo un'unica zona di terra, circondava da un vasto burrone. In quell'unica zolla di terra, Sunshine svettava con le mani alzate e suo padre era rannicchiato in ginocchio, attaccato tremante alle sue gambe.

«Com'è... possibile?» Damien era scioccato, aveva usato la sua magia più potente, quella che custodiva in segreto da anni, eppure quella piccola bambina era sopravvissuta.

Una grossa risata si espanse nella pianura. «Sei molto forte, te lo concedo!» Syver rise, facendo un inchino. «Ma non puoi competere contro una persona che ha subito una maledizione del sangue. Sunshine, uccidilo.»

La fata scattò in avanti, caricando nella sua mano una palla di fuoco, pronta ad uccidere il demone. Damien usò le ultime forze rimaste per allontanare Hestria da sé e si portò le mani al petto, nel tentativo di parare il colpo. Anche se sapeva che non c'era possibilità di evitarlo.

Una farfalla bianca si frappose fra loro e la fata si fermò all'istante, facendo dissolvere la palla di fuoco che aveva fra le mani.

«Cosa sta succedendo?» domandò Sunshine, nello stesso istante in cui la sé del passato stava chiedendo la stessa cosa. Si vide guardarsi le mani e urlare scioccata alla realizzazione di cosa aveva fatto.

«Sono stata io?!» iniziò a gridare, inginocchiandosi di fronte al demone che la guardava con occhi strabuzzati. «Scusami, non volevo! Ti prego, credimi!» continuò ad urlare con le lacrime agli occhi, mentre batteva i pugni sul terreno e si tirava i capelli.

«Non sono stata io...» La farfalla bianca si posò sulla piccola mano ricoperta di ecchimosi dalla fata.

«Non sono stata io.» Sunshine si rialzò da terra, voltandosi verso l'uomo che diceva di essere suo padre. Ma come poteva definirsi suo padre quando la sfruttava solo per il suo potere?

La farfalla volò via, facendo risprofondare la fata in trance. Questa volta, la sua attenzione omicida venne però rivolta a Syver, che cominciò ad indietreggiare alla vista delle palle di fuoco che sua figlia aveva appena evocato.

«Sunshine, smettila!» delle palle di fuoco vennero indirizzate contro i suoi piedi e lui si ritrovò a terra, schivandole per un soffio.

«Smettila ho detto, io sono il tuo padrone! Sono colui che ti ha maledetta, devi ubbidirmi!» le urlò lo stregone, strisciando sul terreno come un verme. Sunshine lanciò alcune palle di fuoco intorno al suo corpo e Syver si accorse che le alcune colonne di fuoco viola gli impedivano la fuga.

La fata alzò le mani e i suoi capelli rossi cominciarono a fluttuare, sospesi da un'energia misteriosa. Gli occhi di Sunshine divennero color ametista, come il fuoco che le avvolgeva i palmi.

«Sunshine, sono tuo padre!» la pregò Syver, in un disperato tentativo di avere salva la vita. Un flusso di lava incendiata si riversò su di lui e iniziò ad urlare di dolore. La pelle dello stregone cominciò a squamarsi, mentre alcuni lembi del viso e del collo iniziarono a cadergli. Fiotti di sangue tinsero di rosso la poca neve rimasta sul terreno. Gli occhi di Syver divennero vitrei e un ghigno perverso comparve sul suo volto, mentre il resto del suo corpo andava in cenere.

«Ti strapperò l'anima dal petto e ti condannerò all'inferno per l'eternità.»

Il suo corpo cadde sul terreno e non si mosse più. La fata ignorò i resti bruciati di suo padre e raccolse il diario della Creatrice, rimasto accanto ad essi. Si avvicinò poi a Damien, che respirava a fatica.

«Vattene!» le gridò.

«Aspetta Damien, non vuole farci male!» si intromise la piccola Hestria, tentando di calmare il fratello. Sunshine si piazzò davanti a lui, facendo fuoriuscire una nube verdastra dalle sue mani. Il buco nella pancia del demone scomparve all'istante, non lasciando nemmeno la cicatrice.

«Mi dispiace.» disse infine la fata, aprendo il libro e scomparendo in un fascio di luce.

Sunshine vide di nuovo davanti a sé il cielo stellato.

«Qui è dove finiscono i nostri ricordi insieme.» annunciò Damien, allontanandosi dalla fata e dandole la schiena. «Pensavo avessi di nuovo perso il controllo e che stessi cercando di catturare Hestria, perciò ti ho attaccata prima. Scusami.»

Dei singhiozzi provenienti da dietro le sue spalle lo fecero voltare.

«Sono un mostro...» Sunshine cercava di asciugare le lacrime con la manica della camicia ma non c'era modo di farle smettere. «Non sei tu il mostro.» le disse, afferrandole il polso. Lei lo scansò con rabbia.

«Sono maledetta!» gridò, alzandosi in punta di piedi per urlare in faccia al demone. «E' stato mio padre a farlo!» le ginocchia della fata cedettero sull'erba umida della sera. «E io l'ho ucciso!» la risata isterica di Sunshine ruppe il silenzio della foresta, mentre Damien si inginocchiò di fronte a lei.

«Non sei un mostro.» le ripetè, posando il dito sulla guancia della fata e raccogliendole una delle lacrime che le solcavano il viso.

«Perchè hai scelto me come alleata? Ti ho quasi ucciso.» domandò Sunshine, evitando lo sguardo del demone.

«Mentirei se dicessi che non voglio usarti per la tua forza.» ammise, scrollando le spalle. Il volto di Sunshine si rabbuiò. "Anche lui vuole usarmi..." Tutti avevano sempre cercato di sfruttarla per qualcosa, prima il capo villaggio per una missione suicida, poi suo padre e infine anche Damien aveva ammesso di volerla solo per i suoi poteri.

«Ma...» il demone interruppe il flusso dei suoi pensieri. «Sono anche grato che tu non mi abbia ucciso.»

Damien prese la mano di Sunshine, accarezzandole il dorso della mano con le dita. I suoi occhi scintillavano come le stelle. «Da quando sei scomparsa quel giorno, non ho fatto che pensare a te. Mi sono sempre chiesto se la bambina che era così forte da potermi uccidere, sarebbe stata in grado di sopravvivere in un mondo molto più oscuro e pericoloso di lei.»

Si passò la mano libera fra i capelli e fece un occhiolino: «Per la cronaca, sono sicuro di poterti sconfiggere, ora.» le rivelò con un sorriso.

I singhiozzi della fata divennero ancora più forti, mentre cercava invano di trattenere le lacrime. «Sono inutile! Non ho potuto salvare mia nonna... Ho abbandonato Ninfea!» urlò, nascondendo la testa fra le ginocchia. Damien la costrinse a guardarlo. Il viso di Sunshine era a chiazze e aveva gli occhi arrossati.

«Devi riuscire a diventare più forte. Forse, spezzando la maledizione potresti avere pieno controllo dei tuoi poteri. E dobbiamo trovare il libro che aveva tuo padre... Hai detto che era il diario della Creatrice.» le suggerì il demone, accarezzandole le spalle tremanti e portando il corpo della fata a sé.

L'avvolse fra le braccia e, inaspettatamente, Sunshine si lasciò cullare dall'abbraccio di Damien.

«Diventerò più forte. Troverò il diario della Creatrice e spezzerò la mia maledizione.» si ripetè la fata, cercando di calmare i singhiozzi. «Grazie...» gli disse Sunshine, accoccolandosi al petto del demone e lasciandosi avvolgere dalle sue ali nere.

Damien fece un sorriso sghembo, soddisfatto.

Ora aveva la fata in pugno.

SPAZIO AUTRICE

Per farmi perdonare del capitolo precedente che era un po' corto, mi faccio perdonare con questo!

Spero vi sia piaciuto e di non avervi traumatizzato troppo con l'ultima frase, ditemi cosa ne pensate xD❤️







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