31. Per colpa tua

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Ho aggiunto un video con una canzone, fatela partire a fine capitolo dove vedete questo simbolino🎶

Il tragitto in carrozza fu più rapido del previsto e in breve tempo raggiunsero il ponte levatoio che li divideva dall'ingresso del castello di Dominous. Gli enormi massi bianchi da cui erano formate le mura, riflettevano la luce della Luna piena immobile nel cielo nero. Non c'era alcuna stella ad illuminare il percorso ma, per fortuna, lungo la strada erano state sistemate alcune torce per evitare di far scivolare le carrozze nello strapiombo su cui si ergeva il castello.

Yul tirò le redini dei cavalli e la carrozza si fermò con un leggero scatto davanti all'ingresso ad arco del ponte levatoio. Sunshine non attese che il ragazzo venisse ad aprire lo sportello e scese dal mezzo con un piccolo saltello. Rimase stupita davanti alla vista di centinaia di torce che brillavano di fronte a lei e dagli abiti eleganti delle persone che camminavano in direzione del castello.

"Ma questo rumore..." guardò in alto nel cielo, senza capire il motivo per cui sentiva come lo scrosciare di una forte pioggia. Non sembrava però esserci alcuna nuvola nel cielo e non sentiva umidità nell'aria. "Eppure è acqua, ne sono sicura." constatò e osservò intorno a sé. Si diresse in direzione dello strapiombo e guardò in basso, mentre si accorgeva che il rumore sembrava provenire proprio dal fondo del precipizio. Era troppo buio per riuscire a capire di cosa si trattasse, ma intravedeva la luce della Luna che brillava un po' sulla zona sottostante.

«E' il mare!» le sfuggì gridolino d'eccitazione mentre osservava la schiuma bianca che si scontrava contro la roccia dello strapiombo. Sua nonna gliene aveva parlato tante volte ma la fata non aveva mai avuto occasione di vederlo di persona.

«Non credo di averti mai vista così emozionata.» sentenziò una voce dietro di lei. Si girò sorpresa e scorse davanti a lei la figura del demone. Era vestito con l'abito elegante che Silton le aveva mostrato il giorno prima. «Per fortuna il paggio è arrivato in tempo per consegnartelo.» commentò la fata. Visto che Damien era stato convocato d'urgenza per partecipare ai festeggiamenti prima della festa, l'elfo era stato costretto a spedirglielo tramite un domestico.

«Già.» guardò poi Yul che era ancora intento a sistemare la carrozza e i cavalli. -E non ti chiederò per quale motivo la scorta che ti ho affidato sia completamente sporca di fango.»

«Se non vuoi fare la stessa fine, no.» rispose sarcastica la fata, nascondendo la delusione nel viso. Non si aspettava certo che Damien le dicesse che era bellissima, ma almeno avrebbe dovuto complimentarsi con Silton per l'ottimo lavoro svolto. Invece, le aveva offerto impassibile il braccio e in silenzio si erano diretti all'interno del castello. La delusione fece subito spazio all'ansia non appena varcarono la soglia e la fata si ritrovò con il cuore in gola mentre osservava le centinaia di affreschi disegnati sulle pareti. Demone, streghe, centauri e persino fate decoravano il soffitto del salone principale. Un enorme lampadario di ottone era posizionato al centro della sala e illuminava i gioielli dorati e gli abiti sfarzosi delle persone intorno a lei. A lato della sala, accanto ad un enorme palco di legno, una banda musicale intratteneva alcuni ospiti che avevano cominciato a danzare.

«Due a destra, tre a sinistra e altre due dietro il palco.» le comunicò Damien. Con un cenno della testa le indicò le direzioni da cui le guardie tenevano sotto controllo la zona. «Sì.» annuì Sunshine, cercando di osservare i soldati senza dare nell'occhio. «Dobbiamo trovare il modo di avvicinarci per sentire le loro conversazioni, potrebbero avere qualche informazione importante su dove tengono le fate.»

«Potremmo danzare.» suggerì la fata, accorgendosi che le coppie danzanti si aggiravano indisturbate intorno ai soldati.

«Ottima idea.» Damien si inchinò davanti a Sunshine e le porse la mano. -Ti andrebbe di ballare, fatina?» sussurrò con un sorriso.

«Credo che ti concederò l'onore.» la fata allungò il braccio e il demone le stampò un bacio sul palmo.

Damien posò con delicatezza la mano sulla vita di Sunshine e le sfiorò la schiena nuda con la punta delle dita. Il demone fece scivolare l'altra mano sul braccio della fata e fece intrecciare le loro dita. Con fare sicuro, spostò il piede destro a lato e guidò la danza. «Questa parte del vestito mi piace particolarmente...» ammise, facendo cadere gli occhi sulla scollatura a cuore dell'abito della fata.

«Ah!»

«Ops.» si scusò Sunshine con fare innocente, dopo aver posato sul tacco dello stivale sulle scarpe in pelle di Damien. -Sembra che tu non abbia apprezzato il mio complimento.» le sorrise di rimando il demone. Allargò le braccia per permettere alla fata di fare una giravolta. L'abito blu che indossava volteggiò su se stesso, rilasciando un aroma di rose che si espanse per tutta la sala.

«Tu dici?»

Sunshine calcò la risposta con tutto il sarcasmo possibile. Aveva passato ore a sistemarsi – di certo non per lui – e l'unico commento, per lo più sgarbato, lo aveva rivolto al suo seno. «Credo che tu non sappia come fare un complim-» .- si bloccò quando vide che una nuova figura aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza. Violini e arpe cessarono all'improvviso e vennero sostituiti da tamburi che iniziarono a suonare una solenne marcia di battaglia. Numerosi soldati rivestiti delle loro armature si misero in fila davanti ad un enorme tendone rosso a lato del palco. Due di loro si spostarono dalla fila e aprirono le tende, rivelando uno sfarzoso trono dorato.

"Lui."

Rosso, come i tulipani che crescevano davanti ai cespugli della casa sull'albero. Rosso, come il colore del sangue che si era posato sulla lama del generale che aveva sgozzato sua nonna. Rosso, come il mantello dell'uomo appena entrato nella stanza e che camminava sul tappeto di seta nera disposto apposta per lui. Aveva i capelli legati in una lunga e sottile treccia laterale e indossava un completo scuro sotto il mantello, adornato solo da alcune medaglie dorate sul petto. La vista di Sunshine si offuscò per un attimo, quando si rese conto che al suo ingresso, tutti gli uomini e le donne presenti nella sala avevano inchinato il capo per lui: Dominous, il Dio della Morte.

Dominous tolse il mantello e lo consegnò al Primo Generale Brux, che lo raccolse con un sorriso tirato. Il Dio della Morte si sedette sul trono e da lì osservò la folla che ancora chinava il capo di fronte a lui. Sunshine lo fissò con la coda dell'occhio e notò delle voluminose occhiaie sul volto pallido di Dominous. Nonostante questo appariva giovane e, considerando che doveva più o meno avere l'età di sua nonna, la fata non riusciva a capacitarsi di come sul suo viso non ci fosse nemmeno una ruga. Gli angoli della bocca erano piegati in una leggera smorfia mentre con fare scocciato schioccava le dita al Primo Generale. Quest'ultimo si irrigidì e sempre con la stessa espressione di finta riconoscenza si inchinò al suo Re e si diresse al centro del palco che era stato sistemato a lato del trono.

«Graditi ospiti, per allietare la vostra presenza e onorare il nostro amato Re, abbiamo preparato un solenne spettacolo!» del sadismo dell'uomo non sembrava essere rimasto niente mentre parlava con voce atona ai presenti nella sala.

«Brux non sembra sopportare molto il vostro Re...» bisbigliò Sunshine all'orecchio di Damien.

«Vorrebbe la sua posizione, Dominous è tutto ciò che lo separa dal poter conquistare l'intero continente di Prysmia.»

«Non siamo gli unici a volere Dominous morto.» "Ma sarò io ad ucciderlo." Sunshine fissò con rabbia il Dio della Morte e venne colta da un'improvvisa tristezza. Dominous aveva tutto, eppure perché sembrava così stanco?

Scacciò dalla testa quell'assurdo pensiero quando Brux annunciò l'ingresso dell'attrazione principale della serata: le fate.

Salirono sul palco in punta di piedi e indossavano dei tulle verdi dello stesso colore delle loro ali. Sulla loro pelle, erano stati tatuati gli stessi simboli dorati presenti sulle medaglie che indossava il Primo Generale. Le aveva marchiate.

Una fata alta e con i capelli legati in uno chignon alto apparve sul palco e si piegò in un elegante inchino davanti alla folla.

"Ninfea!" la riconobbe Sunshine. Sembrava essere più in carne rispetto all'ultima volta che l'aveva vista, ma il suo sguardo era spento e sotto la calzamaglia semi-trasparente si intravedevano alcune cicatrici sulle cosce e sull'inguine.

«Cosa ti hanno fatto...» balbettò tremante Sunshine. Fece per andare avanti sul palco ma Damien la afferrò per il braccio. «Non ora.» disse, intrecciando la sua mano a quella di Sunshine. «Non è ancora il momento.»

Sunshine guardò un'ultima volta l'espressione vacua della sua amica e sospirò per tentare di calmarsi. Conficcò le unghie nella carne di Damien tanto forte da lasciargli i solchi sulla mano e lui ricambiò la stretta con delicatezza, senza dire altro. La musica ricominciò a suonare armoniosa nella stanza e le fate si disposero in cerchio, cominciando a danzare sul palco. Sunshine riconobbe nei loro movimenti la danza che erano solite fare durante la festa di primavera.

Ninfea alzò le braccia al centro del palco e le fate la circondarono. Lei iniziò a volteggiare su se stessa, imitando i boccioli che nascevano sotto i passi magici delle fate. Petali neri iniziarono a vorticare intorno a lei mentre le lacrime le solcavano il viso. Manteneva ancora quella maledetta espressione vuota, eppure piangeva.

Sunshine lasciò andare la mano di Damien e si strinse forte il petto. Lei non era in grado di leggere nel pensiero, ma comprendeva l'immenso dolore che la sua migliore amica stava provando. Avevano tolto loro il villaggio, gli affetti e la dignità, e ora sfruttavano anche le loro tradizioni per puro divertimento.

E se era il divertimento che volevano, gliel'avrebbe dato.   (🎶)

Sunshine si avviò al centro del salone e iniziò a girare su se stessa e imitò i movimenti fluidi di Ninfea. Damien accorse da lei e provò a tirarla per un braccio, mentre la folla aveva iniziato a fissarla con curiosità. Lei lo ignorò e lo scansò, ormai non le importava più il pensiero delle persone accanto a sé. Fin dal principio, aveva deciso di partecipare alla danza per mostrare a Dominous quanto si stesse divertendo. Una fata, una delle creature che tanto odiava, si era infiltrata al suo ballo e si godeva la festa proprio sotto al suo naso. Alzò la gamba verso l'alto e il vestito le scivolò oltre il ginocchio, ignorando lo sgomento generale nella stanza. Ninfea flesse la schiena all'indietro e le sue ali vibrarono al movimento del suo corpo. Tese le braccia e le allungò sopra la sua testa. Sunshine fece lo stesso e piegò il busto, seguita da tutte le altre fate sul palco. Le ali verdi della fata si irrigidirono quando si accorse della presenza della sua migliore amica al di sotto del palco.

"Sunshine, sei venuta a salvarmi..."

Lo sguardo vitreo di Ninfea si trasformò in un timido sorriso e si unì alla danza, coordinando i suoi passi lenti a quelli dell'amica. Sunshine sollevò il piede da terra, anzandosi sulle punte, e spostò il peso del suo corpo sulla gamba dominante, che era rimasta tesa e ancorata sul terreno. Flettè il ginocchio e si diede la spinta che le serviva per poter fare una piroetta, mentre le braccia si aprivano e chiudevano davanti a lei ad ogni giro. Le ali delle fate fremevano all'unisono e anche il tulle dietro le scapole di Sunshine le avvolgeva il corpo e la faceva brillare, come se fosse coperta dalla polvere di fata.

Il cuore di Damien perse un battito mentre ammirava estasiato la fata volteggiare solitaria al centro della stanza. Le si avvicinò e la sostenne quando, per un attimo, le scivolò la punta del piede e perse l'equilibrio. Sunshine respirò affannosamente sul suo collo e i loro occhi si incrociarono per alcuni attimi che parvero interminabili. Damien fissava le guance arrossate della fata e dischiuse le labbra, non riuscendo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi color ametista.

«Tu sei pura luce. E io voglio vederti brillare.»

Con fare delicato le prese la mano e le strinse la vita, facendo aderire i loro corpi. Sunshine si alzò di nuovo sulle punte, questa volta sostenuta dal tocco sicuro di Damien che cominciò ad accompagnarla nella danza. Sentiva le sue mani calde solleticarle la schiena sudata e portò la schiena all'indietro, mentre il demone non le staccava gli occhi di dosso. Non era lo stesso sguardo di gratitudine o lussuria che aveva visto rivolgere tempo prima, c'era qualcosa di più nascosto in quelle due pozze ambrate. E Sunshine voleva solo sprofondare in lui, nel suo tocco, nel suo sorriso. Non aveva più importanza che lui fosse il nemico. Dal modo in cui la stringeva, da come la stava guardando in quell'esatto momento, era chiaro che anche per lui non fosse una semplice alleata. E anche se avrebbe dovuto odiarlo o ucciderlo, lei lo amava. E una volta liberate le fate, avrebbe avuto finalmente la possibilità di scoprire se i suoi sentimenti erano corrisposti. Damien le lasciò andare le mani e in quell'esatto momento si accorse che la musica era ormai cessata e che anche le fate si erano fermate. Il battito di due mani che applaudivano la fece voltare e scorse il viso divertito di Dominous che le rivolgeva un sorriso.

«Molto brava.» si complimentò con Sunshine, invitando anche gli altri ospiti ad applaudire. Un timido mormorio si levò dalla sala e tutti eseguirono l'ordine. Brux invece fremeva di rabbia e fissava Sunshine con disprezzo.

"Forse è irritato che le sue fate non siano state l'attrazione principale della serata." gongolò Sunshine nel vedere il suo viso arrossato dal nervosismo. Dominous schioccò di nuovo le dita e sussurrò qualcosa all'orecchio del Primo Generale. Dopodichè, il Dio della Morte si alzò e uscì dalla stanza. Delle guardie provarono a seguirlo ma lui li liquidò con un cenno della mano e ordinò loro di restare nel salone.

«E' richiesta la presenza di Lord Damien sul palco per la cerimonia di premiazione.» annunciò Brux a denti stretti.

«Che succede?! Quale premiazione?» bisbigliò Sunshine al demone, anche lui confuso dalla situazione.

«Non lo so!»

Il demone guardò verso i soldati che attendevano pazientemente che lui si dirigesse verso il palco. Non sembrava invece essere dello stesso parere il Primo Generale Brux,che picchiettò scocciato sulle sue braccia incrociate. «Lord Damien, stiamo aspettando.»

Brux tese il braccio e fece cenno ai soldati di scortare il demone. «Damien, questa potrebbe essere la nostra occasione! E' il diversivo che stavamo aspettando!» gli suggerì la fata, mentre scorgeva Dominous che usciva in quell'esatto momento dalla sala.

«No, Sunshine, è troppo pericoloso.» la avvisò lui con un sorriso tirato appena gli altri soldati si avvicinarono. La fata indietreggiò finché il demone non fu completamente circondato e fu costretto a seguirli. Damien tentò di osservare la fata dietro di lui e lei gli mimò un "Torno presto" con le labbra. Dopodichè, si nascose fra la folla e Damien non potè fare altro che alzare gli occhi al cielo.



SPAZIO AUTRICE

OH NO CHE SUCCE??????

Questo capitolo sarebbe venuto troppo lungo e ho deciso di spezzarlo, perciò lo scoprirete la prossima volta xD Se tutto va come previsto, dovrebbe essere una RIVELAZIONE SHOCK


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