CAPITOLO 10 Dubbi sul movente

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng


            Quindici lunghi anni separavano la detective Sarah Bruni dalla sua vecchia vita ma, quella notte, il passato, che sarebbe dovuto rimanere nell'oblio, aveva allungato le sue minacciose braccia su di lei. Il caso Oliver le sembrò uno scivolo per l'inferno: troppi fili lo stavano legando allo Stato italiano, alle sue leggi e alle origini di Sarah.

Il bel paese, per come lo ricordava lei, non avrebbe mai temuto alcun tipo di ripercussione da parte delle Veneri ripudiate: erano poco più che bambine e, difficilmente, sarebbero sopravvissute. L'unica preoccupazione del governo italiano era preservare lo status quo delle cose e allontanare i dissidenti dal proprio territorio; e mai avrebbe immaginato che alcune Veneri avessero potuto incontrare occasioni favorevoli alla loro personale emancipazione.

La legge 1 aprile 2001, n.121, conosciuta dall'opinione pubblica come "legge di rinascita culturale", aveva il ruolo di garantire l'esercizio dei diritti di libertà costituzionalmente proclamati, attraverso la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Si trattava di una legge al servizio dei cittadini, illuminata dallo spirito e dai dettati della Costituzione repubblicana; degna, perciò, di assoluto rispetto.

"Quei cittadini che dimostrano un comportamento oppositivo alle comuni regole sociali potrebbero rappresentare un reale pericolo al quieto vivere della comunità e, pertanto, saranno costretti all'esilio generale. Ai suddetti individui verrà per sempre vietato l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale."

Questo, il contenuto della legge. Una legge buona e uguale per tutti.

In pochi – o così sembrarono essere, al netto degli omertosi - si stupirono di vederla applicare soprattutto sulle donne, perché tutto il sistema legislativo poggiava purtroppo su un assunto ideologico tacitamente accettato dalla maggioranza.

Le fragili creature da proteggere e osannare, in virtù di quell'unico ruolo che un'ideologica di stampo patriarcale poteva riconoscergli, sarebbero state severamente punite se avessero dato segno di essere diverse.

Ma prima di arrivare a tanto, nella sua grande magnanimità, lo Stato italiano aveva trovato un modo per concedere loro un'ultima occasione di salvezza: affiancando alla legge n.121/2001 un Atto giuridico, denominato "Atto Sanitario Compassionevole", era possibile evitare le misure punitive, qualora l'imputato accettasse di sottoporsi a trattamento medico.

A quel tempo, Sarah rifiutò, ma altre giovani donne, terrorizzate all'idea di ritrovarsi a vivere da sole e lontane dai propri cari, si sottoposero alla cura; e con l'aiuto della provvidenza, fu accolta nel Regno Unito, uno Stato di diritto che le spalancò le porte dell'università e del lavoro. Da adulta, grazie agli studi compiuti, fu in grado di analizzare meglio la governance italiana e individuare alcune delle sue azioni mistificatorie: dietro una parvenza di protezione nei confronti del genere umano e di venerazione della connaturata struttura fisica della donna, si nascondeva infatti l'attribuzione arbitraria e dispotica di un ruolo stereotipato.

Tutte quelle sensazioni di discriminazione sociale e di violazione della propria libertà che ebbe da bambina, da grande, diventarono certezza. E, purtroppo, la consapevolezza sa essere molto più crudele dell'ignoranza, soprattutto se affiancata da un forte senso di impotenza; ma come avrebbe potuto, da sola, sradicare quel male, quando lo stesso male veniva appoggiato dai comportamenti conniventi dell'intero popolo? In tutti quegli anni si era aggrappata all'ingenua speranza che, prima o poi, avrebbero cominciato a fare dei paragoni con gli altri paesi e forse avrebbero cominciato a dubitare della bontà di quelle leggi. Ma, a giudicare da quei rapporti redatti dall'unità italiana dell'anticrimine, iniziò a temere che le cose fossero andate peggiorando.

Oggi, Sarah Bruni era una giovane donna sinceramente grata alla scuola di polizia, per averla ben addestrata e fortificata, e poteva definirsi fiera della propria vita; tuttavia, il pensiero di doversi riconnettere a quel mondo la preoccupava terribilmente.

Il trillo improvviso della sveglia la riportò al presente: 11 ottobre 2035. Spalancò gli occhi, con ancora in bocca il sapore amaro della vita passata, e si meravigliò di esser riuscita a dormire almeno un paio d'ore. Aprì il guardaroba e, afferrando i jeans neri, s'immaginò l'impervia strada che avrebbe dovuto percorrere. Indossò la camicetta a quadri rossa e, assicurando un bottoncino dopo l'altro nelle rispettive asole, si scoprì a paragonare l'argomento "Veneri" a una bomba. Il dovere professionale le imponeva di trattare anche quel tema ma, se non voleva vederselo esplodere tra le mani, fin da ora tremanti, doveva farlo con molta cautela. Andò nel bagno e lentamente si pettinò i lunghi capelli neri, li legò in una coda e, guardandosi nello specchio, improvvisamente, rabbrividì al pensiero del giudizio degli altri. Non tanto il giudizio dei colleghi britannici, ma quello degli italiani, dai quali si sarebbe anche potuta aspettare di essere inserita nel registro degli indagati.

Attaccò il distintivo alla cintura e, infilando la pistola nella fondina ascellare, continuò a ripetersi: <<Ce la posso fare. Ce la devo fare!>>

Entrò in Scotland Yard con il batticuore e un sudorino freddo sulle mani, ma queste condizioni non le impedirono di fare il proprio lavoro con assoluta professionalità. Posò il fascicolo e il bicchierone di caffè sulla propria postazione, si tolse la giacca e la lanciò sulla sedia, al di là della scrivania. Senza pensarci troppo chiese il turno di parola all'Ispettore Capo. Era agitatissima e doveva sapere subito da lui cosa pensasse della nuova teoria, su cui si era messa a lavorare la sera avanti.

Crow, in piedi, tra la lavagna magnetica e la postazione di Sarah, la stava fissando con il sopracciglio alzato; l'impazienza mal celata della detective lo aveva però incuriosito e le fece cenno di iniziare. Lei bevve un lungo sorso di caffè prima di andare a spiegare come fosse giunta a quella ricerca. Argomentò sulle prove, finora circostanziali, a carico della loro principale indiziata, Meghan Gray, e sull'atto delittuoso in sé; cercando di far capire la ragione per cui l'ipotetico movente di gelosia, attribuitole fin da subito, non le era più sembrato così corrispondente a quel modus operandi. Sarebbe stato forse più credibile se Miss. Gray avesse usato una pistola e gli avesse sparato dritto al cuore, quale sede dei sentimenti, o magari un coltello, qualora avesse preferito un modo più intimo e passionale. E sarebbe stata ugualmente credibile, anche se avesse deciso di freddare la sua rivale in amore piuttosto che Oliver. Invece, che senso avrebbe avuto per lei, fracassargli i genitali e morderlo fin quasi a strappargli un labbro? In sintesi: quel preciso atto efferato, non sarebbe stato meglio riconducibile a un crimine d'odio?

Dopo aver seminato il dubbio nelle menti della squadra, la detective Bruni finì il suo caffè e condivise l'esito della ricerca condotta sul Database europeo dei Serial Killer.

Raccontò di essersi imbattuta in vari tipi di assassino, classificati in base alla loro follia seriale - la tortura, la violenza sessuale, lo stupro, lo stalking, lo strangolamento, il consumo di carne umana o cannibalismo di organi, il vampirismo con o senza aggressione sessuale dopo la morte (necrofilia) – ma nessuno schema combaciava perfettamente con l'azione subìta da Oliver. Confessò ai colleghi di esser stata sul punto di mollare, quando l'ultimo tentativo di ricerca – condotta, questa volta, nella sezione dedicata alle vittime uccise in associazione a una follia seriale non incasellabile in nessuna categoria finora riconosciuta- le spalancò le porte per una nuova pista e, finalmente, tutte quelle energie impiegate fino a tarda notte acquistarono un senso.

<<Il corpo senza vita è stato rinvenuto sulla spiaggia sottostante la discoteca "Astragalo", a Livorno.>> affermò lei, attaccando la prima foto sotto quella di Oliver. Lasciò che i colleghi osservassero le ferite del cadavere e poi continuò <<Si chiamava Luca Mieli, 29 anni, italiano. Non aveva alcun tipo di relazione con l'assassina: un perfetto sconosciuto, insomma. Gli amici della vittima hanno raccontato agli inquirenti che Luca aveva conosciuto una donna, quella sera stessa, con la quale aveva bevuto qualche drink prima che andassero ad appartarsi tra le fila delle cabine dello stabilimento balneare, dove il crimine è stato compiuto.>>

L'agente Bennett, seduta sul bordo della propria scrivania, fu la prima a commentare quella foto: <<La spaccatura sul labbro inferiore e il modo in cui i genitali sono stati violentemente trafitti e spremuti, farebbero giusto pensare ad un medesimo schema.>>

<<Esatto, Jodie! È proprio questo il mio sospetto.>> rimarcò Sarah, sorridendo al riscontro della prima evidenza.

<<Perciò Oliver potrebbe esser stato ucciso da un serial killer: è questo che vuoi dimostrare, detective Bruni?>> e, in attesa della risposta, l'Ispettore scrutò i suoi occhi azzurri.

<<Sì, Capo!>> esclamò lei, con fermezza, sostenendo fino in fondo il suo sguardo indagatore.

<<D'accordo, vai avanti, allora.>> l'Ispettore, che per tutto il tempo era rimasto in piedi con le braccia conserte, andò ad appoggiarsi con il gomito sullo schedario a colonna lì vicino.

Nonostante l'aura di austerità stesse ancora avvolgendo la persona del suo Capo, Sarah interpretò quel cambio di postura come un buon segno e, speditamente, passò alla seconda foto: <<Anche sul corpo di questo maschio, italiano, di trent'anni, compare la stessa firma. Vedete? Qui e qui.>> disse, indicando la bocca e successivamente i genitali <<Il cadavere è stato rinvenuto a Firenze, dentro il giardino dei Boboli.>>

<<E siamo a tre vittime.>> sottolineò l'agente Taylor, un tantino imbarazzato dal crescente numero di uomini ridotti in quello stato. Anche il giovane poliziotto era sui trenta, con un fisico asciutto e ben scolpito. Non poté quindi fare a meno d'immedesimarsi e l'angoscia, generata da quei delitti, si andò insinuando tra le pieghe del suo carattere solitamente beffardo. Nervoso, e incapace di uscirne fuori con una delle sue solite battutine, cominciò a studiare le colleghe con ipotetico timore.

<<Ma quella di Firenze non è stata l'ultima.>> il detective O'Connor sembrò rispondere al collega che pareva tanto interessato a tenere il triste conto; e, quando Sarah ebbe pronta la foto successiva, dichiarò <<C'è stata un'altra vittima a Venezia, al Ca' di Dio Hotel.>>

<<Quando sono stati commessi gli omicidi?>> domandò Crow, grattandosi nervosamente la fronte.

Taylor s'incurvò ancor più nella sedia girevole e si coprì la bocca con la mano destra.

<<Procedendo a ritroso, abbiamo il 7 settembre per l'omicidio di Livorno, l'8 agosto per quello di Firenze e il 10 luglio per quello di Venezia.>> rispose Sarah, via via che trascriveva le date sotto ciascuna foto.

<<Quindi l'assassino colpirebbe ogni mese.>> commentò Taylor, tormentandosi la barba incolta e ben sagomata.

<<Cos'altro è venuto fuori dai rapporti italiani?>> Crow sembrò realmente interessato alla pista della giovane detective.

<<Tutte le vittime sono risultate positive alla ketamina..>> gli rispose la Bruni, soddisfatta di poter continuare.

<<Detta anche droga da stupro.>> la interruppe la Bennett <<Anche se, in realtà, sarebbe un farmaco anestetico per uso sia veterinario che umano.>>

<<A che punto sono gli esami tossicologici di Oliver, Capo?>> chiese, quindi, O'Connor.

<<Per ora non so niente, ma ho intenzione di chiamare presto la coroner.>> gracchiò lui; e, al crescere del disappunto, per non essere stato ancora informato su quel dato importante, le rughette sulla fronte si fecero maggiormente evidenti <<Oltre alla droga cos'altro dicono i colleghi italiani?>>

<<Hanno notato un'incongruenza tra la condizione dei corpi, praticamente esangui, e il fatto di non aver trovato all'intorno dei cadaveri quel sangue che ci si sarebbe aspettati di trovare dopo un tale omicidio.>> gli rispose, Sarah.

<<Potrebbero esserci, allora, due scene del crimine?>> fu il dubbio della Bennett <<Perché ad alcuni serial killer piace spostare i corpi, per poi metterli in posa altrove.>>

<<Come opere d'arte, insomma!>> sia pur arricciando il naso per il disgusto, Taylor provò a ironizzare sulla condizione dei cadaveri. Non sortendo l'effetto desiderato su se stesso, cominciò a schiacciare ripetutamente il tasto della penna a scatto.

<<Nel caso di Oliver non credo fosse stato possibile..>> commentò, la detective Bruni.

La conversazione s'interruppe e il ticchettio della penna di Taylor sembrò amplificarsi. Dallo sguardo di ciascun poliziotto si poteva intuire che stessero personalmente ricercando una spiegazione plausibile alla mancanza di quel sangue. Poi, il nuovo quesito di Crow sospese i loro pensieri e mise a tacere l'irritante clic clac della penna di Taylor.

<<Parliamo invece del movente. Perché uccidere questi giovani uomini?>>

L'agente Bennett delineò una teoria: <<Considerando la veemenza con cui ha voluto colpire l'organo riproduttore maschile, potrebbe trattarsi di un'azione punitiva nei confronti degli uomini.>>

Taylor non sopportava di sentirsi così a disagio di fronte a quelle supposizioni della collega; riprese quindi a giocare con l'interruttore della penna. C'entrava forse qualcosa, scoprire che una donna potesse essere in grado di punire gli uomini, a farlo innervosire? Si poneva delle domande e provava anche a darsi delle risposte che lo potessero tranquillizzare. I clic clac aumentarono la loro cadenza. Del resto, che timore avrebbe potuto avere, lui, dalle donne? Al di là di qualche battuta o bonaria derisione, non aveva mai fatto del male a nessuna.

<<Oppure, l'assassina non è stata capace di contrastare..>> Sarah dovette fermarsi di fronte a quel ticchettio ormai insostenibile e, come tutti i colleghi, fissò Gregory per qualche secondo.

<<Che c'è?!>> domandò lui, sentendosi osservato senza motivo.

La Bruni si limitò a mimare con il pollice della mano quel suo cliccare nervoso; Taylor si scusò e gettò la penna sulla scrivania.

<<Come stavo dicendo, forse l'assassina è incapace di frenare un impulso, di cui potrebbe anche non essere consapevole.>>

La strategia di Sarah era quella di avvicinarli alla realtà delle Veneri, senza destare sospetti su di sé.

<<Tanto inconsapevole non direi. Ha drogato la sua preda per indebolirne le capacità di difesa.>> obiettò O'Connor <<O almeno, così è stato nelle vittime italiane.>>

<<Giusta osservazione, Tom! Eliminiamo quindi l'inconsapevolezza del gesto.>> continuò la detective <<Ma non possiamo negare di trovarci di fronte a un comportamento sociopatico; e prima capiamo il disagio di quella donna, più facile sarà per noi individuarla!>>

<<Forse, in passato, è stata stuprata.>> l'agente Bennett pareva stare sul pezzo più degli altri colleghi maschi. Il caso stava assumendo degli strani contorni e forse necessitava di una percettibilità del tutto femminile, o, più banalmente, Jodie aveva cominciato a guardare Sarah con occhi diversi.

Era comunque innegabile che Jodie e Sarah fossero in grande sintonia, quel giorno: la prima era rimasta ammirata dalla collega per l'intuito e il coraggio, dimostrati con la sua nuova tesi, mentre la seconda le era grata per il supporto morale che i suoi sorrisi annuenti le avevano comunicato per tutto il tempo delle sue argomentazioni sul caso.

<<Lo stupro potrebbe essere un movente interessante, Jodie!>> affermò la detective

<<Già..>> continuò la collega <<la vittima potrebbe aver cercato di metabolizzare il tragico evento ma, non riuscendoci, è scattato qualcosa in lei e ha pensato di darsi pace con la vendetta.>>

<<Ma perché colpire tutto il genere maschile? Avrebbe una sua logica se avesse subìto uno stupro di gruppo.>> replicò Taylor <<Avrebbe fatto una lista dei suoi stupratori e ora li starebbe eliminando uno ad uno; ma, a quanto pare, lei sta uccidendo degli sconosciuti!>>

<<In realtà, ci sarebbe un criterio con cui la donna sceglie le proprie vittime.>> dichiarò O'Connor <<Secondo la Dac, la Direzione Centrale Anticrimine italiana, l'assassina ucciderebbe solo uomini di una certa prestanza fisica..>>

<<Lo stesso Oliver non stava affatto male a muscoli..>> fece notare la Bennett picchiettando due volte sulla foto di lui. <<Però la struttura fisica non può essere una condizione sufficiente a far riemergere il ricordo della persona che ti ha stuprato: anche i capelli, se non addirittura gli occhi, dovrebbero essere uguali. Guardate invece quelle vittime: hanno colori e taglio di capelli differenti!>>

<<Ma allora cosa va cercando in quei corpi?>> gli occhi cerulei di Taylor cercarono una risposta in quelli neri di Crow, ma era Sarah l'unica persona che avrebbe potuto far superare questa impasse.

Mettere al corrente i colleghi sull'esistenza delle Veneri e delle assurde leggi di cui erano state vittima era assolutamente necessario. Adesso.

<<In Italia>> disse la detective, richiamando l'attenzione di tutti <<stanno indagando sulla "Venere ribelle">> fece una pausa e guardò i volti perplessi dei poliziotti, del tutto ignari di quella realtà. Si schiarì la voce per affermare <<Una roba del tutto italiana..>> e, ridendoci su, cercò di prenderne le distanze.

Nel frattempo, l'agente Taylor aveva fatto una rapida ricerca e, girato il monitor del proprio computer verso i colleghi, mostrò a tutti "La Nascita di Venere", il dipinto del pittore italiano Botticelli <<Questa Venere?>> domandò.

<<Potrebbe essere stata una fonte d'ispirazione.>> replicò lei <<L'opera rappresenta la ricerca di bellezza ideale e di armonia e, da lì, la governance italiana avrebbe preso spunto per..>> si accorse di rivelare troppi dettagli e decise per il momento di censurarsi <<Sarebbe meglio farcelo spiegare direttamente dai colleghi italiani, perché le cose potrebbero esser cambiate da quando..>> deglutì <<voglio dire.. vivo a Londra da molto tempo e non conosco bene quella realtà...>> il sudore si fece abbondante e l'umidità che via via avvertiva su tutto il corpo le fece temere che potesse diventare visibile e andasse a stimolare qualche sospetto. Trattenne per un po' il respiro, aspettandosi qualche domanda personale, ma fortunatamente non successe.

L'Ispettore Edward Crow intuì che la detective Bruni sapesse più di quanto dicesse. Gli sfuggiva il motivo di quella reticenza a parlare, ma, anche se non lo dava a vedere, la stimava molto e il fatto che possedesse una laurea in psicologia criminologica forense e l'attestato di profiler lo invogliarono a credere in lei.

<<Come pensi che dovremmo procedere, detective Bruni? Chi dobbiamo cercare?>>

<<Grazie della fiducia, Capo.>> rispose lei, piacevolmente sorpresa da quella sua reazione. Mentre la tensione muscolare si scioglieva pian piano dalle spalle, andò a condividere altri dettagli <<L'assassina, di nazionalità italiana..>>

<<Come fai a dirlo con certezza?>> la fermò subito, Crow.

<<Lo hanno dichiarato gli amici di Luca Mieli, Capo, la vittima di Livorno.>> le venne in aiuto, O'Connor.

<<Infatti, grazie Tom. Dunque, l'assassina è italiana e dopo aver commesso i tre omicidi nel proprio Paese, per qualche motivo, forse per meglio sfuggire alle autorità locali, è giunta da noi a Londra. Uccide ogni mese, in concomitanza della Luna Nera.>>

<<La luna nera? Ma..>> O'Connor non ricordava quel dato, era sicuro che non fosse apparso in nessun rapporto italiano.

Prima che Thomas continuasse, Sarah spiegò che si trattava di una coincidenza che le era saltata all'occhio mentre ricercava quelle date sul calendario. Ovviamente, non potendo confessare che la maledizione delle Veneri, di cui lei era a conoscenza, le aveva fatto intuire che i delitti fossero stati compiuti durante il novilunio, attribuì al caso il merito della propria scoperta.

<<Dunque, la killer risente dell'influsso della Luna!>> ne dedusse Jodie Bennett, suscitando risolini nella stanza <<Che c'è?>> chiese, sgranando gli occhi verso i colleghi maschi <<Lo sanno tutti che la luna influenza le maree, la semina, l'invecchiamento del vino, le nascite.. non potrebbe quindi influenzare anche la psiche umana?>>

<<Certo! E magari la trasforma anche in lupa mannara!>> la beffeggiò, Gregory che sembrava essersi ripreso dallo stato d'ansia.

<<Per quanto ne so..>> gracchiò l'Ispettore <<gli unici influssi della luna accertati scientificamente sono la forza gravitazionale e la luce solare che essa riflette; tutto il resto è pura credenza popolare.>>

<<Pensatela un po'come vi pare, però la cadenza temporale con cui uccide e la presenza della luna nera, secondo me, sono elementi importanti.>> dichiarò Jodie Bennett con molta serietà <<Ho controllato sul calendario lunare e il prossimo omicidio potrebbe verificarsi il 5 novembre. Ma tu, Sarah, lo avevi già visto, vero?>>

La detective Bruni aveva già messo insieme alcune tessere di quel puzzle e poteva immaginare cosa stesse accadendo nella sua terra natale; ma doveva stare molto attenta a non esporsi troppo. Sarebbe stato meglio dissimulare le conoscenze dirette con delle normali intuizioni da bravo investigatore e richiedere sempre un confronto con la Dac italiana. Prudenza era la parola chiave: aiutare le indagini sì, ma senza apparire coinvolta.

<<Quella data, cazzo!>> sbottò l'Ispettore <<Quella data ha attivato il nostro countdown! Abbiamo 25 giorni per scovare l'assassina e prevedere il luogo in cui vorrà colpire. Bruni! O'Connor! Avete stampato l'identikit fatto dagli amici della vittima di Livorno?>>

Sarah aprì la cartellina, vi prese il ritratto dell'assassino e lo attaccò alla lavagna. Giovane donna, bianca, sui 25 anni, capelli lunghi e biondi, occhi chiari. Di media statura, corporatura slanciata e lineamenti regolari.

<<D'accordo, non perdiamo altro tempo!>> Crow avrebbe voluto dare degli ordini che fossero stati i più efficaci possibili. Camminò fino in fondo alla stanza; arrivato alla finestra vetrata si voltò verso i due agenti ma, nel momento in cui stava affidando loro il compito di interrogare gli amici di Oliver con quell'identikit in mano, l'agente Taylor lo fermò per una mail appena arrivata dalla Scientifica.

<<I periti informatici hanno hackerato le credenziali di accesso del pc di Oliver, Capo!>> <<Perfetto, usale allora, che aspetti!>>

Crow gli era piombato davanti e, appoggiandosi coi pugni sulla sua scrivania, puntava l'agente come un cane da caccia, nella febbricitante attesa di poter raccogliere dettagli utili e propulsivi alle indagini.

<<Certo, Capo! Mi collego subito da remoto.>> rispose lui, facendo ticchettare i quadratini neri della tastiera <<Ci siamo quasi, Capo.>> lo rassicurò e, guardandolo ogni tanto di sotto in su, , con un po' di disagio, continuò la ricerca <<Allora.. C'è una mail di conferma dell'avvenuta registrazione a "MeetMeSoon".>>

Il detective O'Connor si ricordò della conversazione privata avuta con il padre di Oliver <<Mr. Fisher me lo fece capire che il figlio avesse frequentato alcune donne a pagamento.>>

<<Ma quello è un sito di appuntamenti, non un servizio di escort!>> replicò l'agente Bennett.

<<D'accordo, ma, in mezzo a tante ragazze in cerca di compagnia, vuoi che non ci sia quella che mira a spillarti trecento sterline per un appuntamento di sesso?>> replicò Thomas.

In continuità con quanto appena pensato dal detective, Crow indicò per tre volte e in modo sincopato il computer di Taylor, dicendo<<Guarda se c'è traccia di bonifici a nome di qualche donna.>>

<<Sì!>> rispose lui <<Ha usato la Mastercard per diversi acquisti.>> gli occhi, attenti sul monitor, scorrevano veloci fino a sintetizzare il responso <<Ma di nessuna rilevanza, direi.>>

<<Allora, entra in MeetMeSoon!>>

L'ansia dello scorrere del tempo aveva sempre tormentato Edward Crow. La morte dell'unico figlio, mai nato, gli aveva resettato il concetto di tempo. Per mancanza di doglie, la gravidanza di sua moglie era stata portata fino a dieci mesi, con le tragiche conseguenze che ne scaturirono; così lui aveva inconsapevolmente interiorizzato la convinzione che "Coi tempi lunghi tutto va a puttane".

L'agente Taylor, pressato dalla cupa figura di Sir. Pause che gli si era piantonato davanti e quasi gli toglieva l'aria per respirare, cercò di fare del proprio meglio <<Un attimo, Capo.. Aveva aperto un conversazione con una donna di nome Maggie.>>

<<La stessa Maggie che aveva messaggiato Oliver il 28 settembre?>> domandò, fulmineo, l'Ispettore <<Abbiamo una foto?>>

<<Purtroppo no. Per ragioni di sicurezza non è obbligatorio inserire le proprie foto..>>

<<E lei, per nostra sfortuna, ha scelto di non farlo!>> esclamò lui, battendo una mano contro l'altra per l'occasione mancata <<Cazzo!>> e con le mani sui fianchi si avviò, rabbioso, verso la finestra.

<<Ascoltate il profilo di lui: "Ventisette anni, architetto, un metro e ottanta, decisamente sportivo. Single e troppo concentrato sul lavoro per una relazione stabile. Perciò disponibile agli incontri spensierati.">>

<<Fa' vedere la sua foto!>> come un razzo, la Bennett si piazzò alle spalle dell'agente Taylor e non si trattenne dal commentare <<Ottima scelta, Oliver! Abbronzato, a torso nudo con i tuoi bicipiti e deltoidi in bella vista.. Hai ottenuto molti like e cuoricini!>>

<<E soprattutto, ha ottenuto l'attenzione della nostra killer..>> evidenziò, Crow, prima di raggiungere la lavagna.

Con le mani in tasca e lo sguardo pensieroso, puntato sulle foto e le annotazioni, ascoltava gli ulteriori ragionamenti della squadra.

<<Sono parecchie le donne che lo hanno matchato. Vi leggo i commenti: "Hai dei muscoli da paura, prendimi ora!", "Vuoi essere il mio trombamico?" e altri, decisamente più spinti.>> tutti videro l'agente Taylor aggrottare le sopracciglia e poterono immaginarsi qualcosa <<Poi c'è quello di Maggie: "Anch'io ho bisogno di leggerezza, in questo momento. Sarei curiosa di incontrarti subito, ma non vorrei che tu pensassi troppo male di me; ti andrebbe di conoscerci un po' meglio per telefono? 375 3925040">>

<<Penso che, da bravo ragazzo, Oliver si sia sentito più tranquillo di scegliere Maggie.>> commentò Sarah <<Di quand'è il messaggio?>>

<<E' lo stesso numero del Burner Phone, non intercettabile dalle celle telefoniche e blindato sull'identità del proprietario.>> Taylor lo aveva appena confrontato coi tabulati del cellulare di Oliver, e per rispondere alla collega, disse <<È stato scritto il 21 settembre.>>

<<Non si capisce se Maggie è italiana?>> domandò Sarah

<<Ha scritto nella nostra lingua, ma vallo a sapere: oggi l'inglese lo parlano un po' tutti.>> le rispose Taylor e, con i tabulati alla mano, continuò <<Il giorno dopo, Oliver l'ha chiamata e ha conversato con lei per circa mezz'ora. Le telefonate si sono ripresentate nei giorni a seguire, diventando sempre più lunghe.>>

<<Dopo averlo cotto a puntino, il 28 settembre, Maggie gli manda un sms che noi conosciamo già, "Ho voglia di te.. eccetera eccetera", e lo invita ad incontrarsi per l'indomani. Giusto?>> aggiunse Sarah, rileggendo l'appunto dalla lavagna bianca <<E chissà dove si saranno incontrati..>>

<<Iniziano a frequentarsi e per Oliver la storia si fa più seria; desidera dimostrarglielo e organizza una sorpresa sulla Ruota Panoramica.>> immaginò l'agente Bennett, sfoderando un po' di romanticismo.

<<E lui si sarebbe innamorato di lei in soli... Vediamo..>> Taylor fece un rapido conto prima di voltarsi verso Jodie <<14 giorni? Ti sembra un tempo sufficiente da portarla sulla capsula Cupido?>> le domandò, affondando lo sguardo nei suoi occhi piccoli e leggermente a mandorla.

<<L'amore è un'imprevedibile reazione chimica!>> replicò lei, ricercando l'appoggio visivo di Sarah.

<<Perché no! A me sembra un gesto ben compatibile con la natura di Oliver: non era certo un puttaniere e trasformare quelle notti di sesso in qualcosa di più duraturo non sarebbe poi così strano.>> pur sapendo che non poteva essere andata così, Sarah decise per il momento di sposare quelle ipotesi.

L'azione da fare adesso era trovare qualcuno a cui Oliver avesse presentato Maggie e, attraverso un confronto con l'identikit ottenuto dalla Polizia italiana, capire se lei e l'assassina fossero la stessa persona. L'Ispettore Crow si voltò verso la squadra e, rivedendo un po' la sua scelta iniziale, pensò fosse meglio mandare la detective Bruni e l'agente Bennett a interrogare gli amici di Oliver; dopodiché fece due telefonate dal suo ufficio: prima alla Dac, Direzione Centrale Anticrimine di Roma, con la quale riuscì a fissare un incontro in videoconferenza per il giorno seguente e, successivamente, alla dottoressa Eleanor Brooks.

<<Mi dia un attimo che controllo la posta.. Ah sì, sono arrivate le risposte degli esami tossicologici..>> dal lieve bisbiglio di lei, Edward si rese conto che la patologa li stava sommariamente leggendo tra sé prima di riferirgli il sunto <<Allora, Ispettore, gli esami confermano la presenza di ketamina nel sangue della vittima.>>

<<Bene!>> un altro elemento si era aggiunto a supporto della tesi del serial killer <<Mi dica, dottoressa, a che punto siamo con l'autopsia?>>

<<Be', le posso anticipare di aver riscontrato una volemia anomala..>>

<<Si spieghi meglio, dottoressa, non sono un medico!>>

<<Sì, certo, ha ragione. Per farla breve, Ispettore, ho una domanda che mi assilla: se nel corpo adulto si trovano mediamente cinque litri di sangue, complessivo sia di quello circolante nei vasi sanguigni sia di quello immobilizzato in alcuni organi come il fegato o la milza, perché in questo cadavere mancano 3 litri di sangue? Dove sono finiti? Perché sulla scena del crimine, io non ho visto tutto questo sangue?>>

Per il momento l'Ispettore poté solo abbracciare il quesito della patologa e farlo suo; e, dicendole che sarebbe stata sua intenzione scoprirlo al più presto, la salutò. Preferì dunque non raccontarle degli altri omicidi, avvenuti in Italia con lo stesso modus operandi, almeno non prima di essersi confrontato con la Polizia italiana.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro