No Skin, No Pain

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(Game Of Thrones, Jojen x Bran, introspettivo/angst)

 "Ora capisci perché devi vivere."

"Perché?"
"Perché l'inverno sta arrivando."



È sempre una caduta, che rende poi liberi di volare? 

Si passa una mano tremante tra i capelli, mentre se lo chiede e poi la verità lo ricopre come un'alta marea; Bran annaspa aria, cerca la superficie, ma non la trova mai abbastanza a lungo da trovare sollievo. Si è lasciato alle spalle una vita diversa, e solo quando si ferma e osserva la quiete temporanea di una vita che non gli dona certezze, ma solo dubbi, si rende conto di quanto gli manchi Grande Inverno. 

Il fuoco crepita; segue la scia del fumo nero alzarsi nel cielo; piega il collo e il cielo stellato, appena sopra i lunghi alberi di pino, è un manto spettrale che non fa da tetto alla paura, piuttosto è una prigione da cui non può scappare. Non è colpa delle gambe spezzate, ma del destino. 

Abbassa la testa e sospira; sussulta quando il dorso di una mano familiare gli sfiora una guancia – la carezza con lente premure, ma brucia così tanto che è costretto a ritrarsi; poi si volta. Gli occhi neri di Jojen lo scrutano, e sono l'unica cosa che pulsa di vita, in un corpo che sembra in procinto di sciogliersi da un momento all'altro. Gli vede nello sguardo bugie e non detti e ogni volta che vorrebbe chiedergli cosa li aspetta, Jojen fredda quell'intento con un bacio sulle labbra. Bruciano anche quelle, sono bollenti, spaccate, rotte eppure riescono in quell'intento di spegnerlo per un secondo, lasciare che dimentichi anche solo per un istante che il mondo gli sta crollando sotto i piedi e non sa più a quale appiglio aggrapparsi.

Quando si staccano, si perdono in uno sguardo proiettato all'infinito, e la pelle di Bran brucia tanto quanto – o forse più di quanto non bruci quella di Jojen. Sente i polmoni in fiamme, il respiro corto. Non è il bacio ad averlo contaminato, ma l'oscurità che Jojen porta dentro e di cui è custode, per colpa di tutte quelle cose che è costretto a vedere. Forse persino la sua morte.

«Non pensarci, Brandon Stark», gli dice solo, come se tutte quelle domande che Bran si è posto, lui le abbia lette in quella pelle che si sgretola e che lo cancella pian piano dal mondo. 

A cosa? Vorrebbe chiedergli, ma non lo fa. Non vuole saperlo. Non ancora. «No, non lo farò.» 

Reclama un altro bacio, e quando gli sfiora una guancia, Jojen è pura lava incandescente. Ferisce, fa male, tanto quanto quel sentimento che prova per lui. L'amore distrugge, lo ha sempre saputo e ha imparato a conviverci mentre vedeva altri soccombere a causa del cuore infranto. Solo che non è il cuore, il suo organo danneggiato, ma la pelle che brucia. 

Eppure gli sta bene così, anche se fa male, purché a disintegrarlo nel mezzo delle fiamme sia Jojen. Solo Jojen. Nessun altro. 


Fine


Note autore:

Ciao!

Questa storia mi ha riportata davvero, davvero indietro! Erano anni che non scrivevo su GoT e, nello specifico, su questa coppia che è e sarà sempre la mia OTP della serie ** 

il tema era una mia traccia «Ogni organo danneggiato risponde a un sentimento. A volte è lo stomaco, per la delusione. A volte è la testa, per una separazione. A volte è il cuore, per una perdita. I danni si riparano ma non si cancellano, anche se l'anima vorrebbe che fosse così» e siccome ero io l'autrice della stessa mi è stata data una limitazione: 

"L'organo danneggiato dev'essere la pelle, e il sentimento dev'essere legato a una tematica delicata."

Ora, non so se ho rispettato in toto la restrizione: la pelle c'è, la tematica delicata è la morte di Jojen. Spero di non aver toppato! 
Grazie mille per aver letto, e vi do appuntamento alla prossima Sfida di Scrittura del gruppo FB "Caffé e Calderotti"! 

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