III: Il triangolo sì

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Waaaaaaaaaaaaahhhh, ma siete tutte/i meravigliose/i, non so davvero come ringraziarvi, fra voti, commenti, ecc.

Mi fate felicissima <3

Credo sia da ere geologiche che non facevo aggiornamenti settimanali, ma finché ci riesco, approfittiamone!

Piuttosto, chiedo scusa per l'eccessiva lunghezza del capitolo, spero non vi annoi, ma dividerlo non aveva davvero senso...

Il titolo del capitolo è anche il titolo di una canzone di Fabri Fibra.





Capitolo III: Il triangolo sì

Dopo essersi ripresa da quel momentaneo stato di torpore, Francesca si rimise sul lettino a leggere.

Peccato non riuscisse a concentrarsi su una frase che fosse una, figurarsi un paragrafo intero.

Continuava a girarsi in direzione del gruppetto di amici che giocava a pallone.

Sarebbe voluta andare verso le cabine a guardarli giocare, soprattutto per ammirare le prodezze del ragazzo che aveva sbagliato a calciare.

- Però non è il caso. Sta giocando, rischierei di distrarlo... o molto più probabilmente nemmeno si accorgerebbe di me. Perché mai dovrebbe? Non è che sia successo chissà che, è stato molto gentile, certo, ma solo perché si era preoccupato che qualcuno si fosse fatto male, si sarebbe comportato così con chiunque altro. – ponderò, mentre torturava il libro, spiegazzando gli angoli delle pagine.

– Non mi sembra proprio che abbia detto 'Dopo ci beviamo qualcosa insieme!', non c'è stato nessun invito a seguirlo, tanto vale lasciarlo in pace. Magari... ecco sì, a fine partita posso andare casuale là a chiedere com'è andata! – decise soddisfatta.

Tuttavia, la partita sembrava ancora nel vivo e Francesca non amava starsene con le mani in mano, pertanto decise che il modo migliore per tirare l'orario sarebbe stato raggiungere l'amica in acqua. Lasciò il suo ombrellone, correndo a riva.

Del resto, lei non poteva immaginare quanto effettivamente poco mancasse al termine di quella partita.

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Francesco poteva ritenersi più che soddisfatto quando, all'incirca venti minuti dopo, si decretò la fine di quella partitella.

Non aveva fatto l'ambiziosa doppietta, era riuscito addirittura in una tripletta ed era praticamente diventato l'eroe della sua squadra, guadagnandosi al contempo anche il pieno rispetto degli sfidanti.

"Oh, è ora di pranzo, io sto morendo di fame!" disse uno dei suoi amici, guadagnandosi un consenso quasi unanime.

Quasi.

Francesco era stuzzicato da qualcos'altro che non era il cibo.

"Sì, raga, adesso andiamo, fatemi fare una cosa prima." disse, correndo verso una determinata fila di ombrelloni.

I suoi amici non lo lasciarono certo da solo e lo seguirono.

"Beh, cos'è che dovresti fare di preciso?" domandò un altro degli amici, vedendolo girare attorno spaesato.

"Ma.. qui prima c'era una bellissima ragazza..." borbottò.

"Siamo sicuri che alla fine il pallone non te lo sei preso in testa tu e ti sei sognato tutto?" domandò sarcastico il portiere della squadra avversaria.

"Non dite cazzate! Abbiamo parlato, sembrava anche esserci un certo feeling." insistette l'interpellato.

"Sì certo, perché una bellissima ragazza ha sicuramente tempo da perdere con te, sfigato!" ribatté scettico il bomber dell'altra squadra.

"Già, vedi di abbassare le arie, Nesli, non sei ancora così famoso a livello di rubacuori!" lo canzonò il suo portiere, facendo ridere tutti gli altri.

"Deficienti!" alzò gli occhi Francesco, per poi farsi contagiare da quell'atmosfera di scherzo. "Probabilmente si deve esser allontanata un attimo, voi andate, io resto un attimo qui e poi vi raggiungo..."

"Ma andiamo dove?" protestò il portiere della squadra battuta. "Come minimo adesso ci devi offrire il pranzo, così impari a vincere così spudoratamente!" decise, trascinandolo via di forza, aiutato da tutti gli altri, ignorando le sue proteste.

**************** (Contemporaneamente)

"No, vabbè, ma allora tutti i bei ragazzi della zona li stai calamitando a te!" commentò Gabriella, dopo il resoconto dell'amica su quanto avvenuto.

"Esagerata! Ma quale calamitare? Semmai l'incontro di ieri è una calamità che si è abbattuta su di me!" giocò con le parole Francesca, nuotando vicino all'amica.

"Oh sì, povera Francy, infastidita dai bell'imbusti!" finse di compatirla la bionda, schizzandola con l'acqua.

"Dai, piantala!" rise la rossa, ripagandola con la stessa moneta. "Non c'è storia, ma vuoi mettere con quel cafone arrogante e la galanteria di questo? La notte e il giorno, il Polo Nord e le Hawaii!"

"Dai, andiamo, che magari le Hawaii ha degli amici carini da presentarmi!" propose Gabriella, nuotando verso la riva, seguita dall'amica.

"Sì, ora torniamo alle cabine, tanto ormai la partita starà per finire..." disse Francesca, facendole strada, ma quando arrivarono al loro ombrellone, si accorsero che a inizio spiaggia non c'era più nessuna partita e tutti i giocatori sembravano essersi dileguati.

"Oh no, vuoi vedere che hanno già finito? Con la fortuna che mi ritrovo se ne saranno andati già via!" borbottò Francesca, sconsolata.

"Magari poi tornano." provò a tirarla su di morale l'amica. "Ma anche se così non fosse, su con la vita! Domani andiamo a far festa, c'è la notte bianca, ricordi? E ho visto un locale vicino casa che sembra promettere bene, dobbiamo troppo andarci!" la spronò, mentre si pettinava i capelli, seduta sul suo lettino.

"Sì, perché no? Ho capito quale dici, quel posto è sempre piuttosto frequentato, magari se sono fortunata capita lì coi suoi amici!" si rianimò Francesca, sistemando il telo mare per asciugarsi al sole.

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"E quindi mi è venuta in testa questa roba qui e ci ho lavorato una notte intera. Com'è?" chiese un parere Fabrizio, illustrando a Francesco i passaggi più salienti sul suo quaderno.

Il riposo del giorno prima gli aveva giovato e adesso si sentiva rimesso a nuovo.

Era la giornata di suo fratello che, dopo esser partita così bene, aveva preso una piega che lui non aveva affatto gradito, anche se cercava di far buon viso a cattivo gioco.

Erano nel loro studio ormai da una mezz'oretta abbondante, in tutta quella che aveva l'aria di diventare una mattinata proficua, soprattutto per l'album di Fabri Fibra.

"E' una bomba, frate, vedrai come spacca!" si complimentò Francesco.

"Sì, perché poi ho già in mente un flow paura, solo che mi serve la strumentale di Zampa, che è una figata pazzesca, devo convincerlo a lasciarmela usare!" asserì Fabrizio, con la determinazione che sfavillava nei suoi occhi.

"Se vuoi con Zampa ci parlo io, che sono più diplomatico." si offrì il più piccolo.

"Perché? Altrimenti io non sono in grado? Cos'è, mi stai dando dell'attaccabrighe?" cambiò repentino l'umore dell'altro.

"Beh, ma se già t'incazzi subito così, un po' mi dai ragione di pensarlo!" alzò gli occhi Francesco. "E comunque, no, sono certo che tu sia perfettamente in grado di sostenere una conversazione civile e ottenere quel che vuoi senza ricorrere a insulti o violenze." lo assecondò, un po' come si è soliti dar ragione ai matti.

"Certo che sì. E comunque non è solo questo. E' che voglio aggiungere questa traccia a 'sto album, anche se così poi anziché 17 diventano 18." espose il suo dilemma il più grande.

"No, ti prego, Fabri, okay che 17 è il tuo numero fortunato, ma non puoi fissarti così ogni volta!" si lamentò Francesco, reggendosi la testa fra le mani.

L'ultima cosa che voleva era star lì a sorbirsi le paranoie del fratello, ma sapeva di non potergli sfuggire; aveva rinviato troppe volte quell'impegno.

"Trovato. La chiamo Bonus Track, così è una traccia-non traccia, mentre i pezzi effettivi restano 17!" si ingegnò Fabrizio.

"Contento te, contenti tutti. Però, davvero, frate, passi questo pezzo che vuoi inserire all'ultimo e ci sta, ma se non la smetti di ritoccare tutte le altre tracce, il tuo album non lo porterai mai per tempo a quelli di Verona!" lo consigliò il più piccolo.

"Sì, lo so, hai ragione, però..." borbottò l'altro.

"Però cosa?" gli estorse la domanda in stand-by Francesco, con infinita pazienza.

"Lavoriamo un altro po' a 'Venerdì 17', 'Non fare la puttana' e 'Palle Piene'? Hanno ancora qualcosa che non mi convince nella base... e anche il feat di 'Andiamo'... secondo me possiamo farlo meglio." commentò Fabrizio, accarezzandosi il mento.

"Cioè, praticamente vuoi rivedere metà album!" sbuffò Francesco, passandosi le mani sulla faccia, con aria disperata.

"Esagerato, per tre canzoncine in croce! E dai!" insistette l'altro, avvicinandosi e guardandolo con aria da cane bastonato.

E a quello sguardo era difficile dire di no.

"E va bene, rompipalle!" acconsentì il più piccolo, mettendosi alla console. "Partiamo da Venerdì..."

Verso l'ora di pranzo, mentre addentavano dei panini imbottiti presi al bar vicino, Fabrizio ascoltava con Francesco l'esito di tutte quelle modifiche.

"Direi che ci siamo." asserì Fabrizio, mandando giù l'ultimo boccone.

"No, leva quel 'direi' Ci siamo e basta. Ora manca solo il pezzo che ci vuoi aggiungere, ma te la sbrighi da solo!" bofonchiò a bocca piena Francesco, mentre finiva il suo panino, per poi aiutarsi con una sorsata di birra.

"E se mi chiedi ancora qualche modifica alle mie basi, giuro che la tua master tape te la brucio, dannato perfezionista!" sfuriò, mentre il suo interlocutore stappava la seconda birra.

"Sì, okay, hai reso il concetto." fece spallucce il più grande, per poi mettersi comodo sullo stuolo di cuscini sparsi per un po' tutto il pavimento, invitando il fratello a fare altrettanto. "Dai, vieni qui che ci facciamo una jolla, ce la siamo meritata dopo tanto lavoro, no?" continuò, estraendo dalla tasca dei jeans filtrino e tutto l'occorrente per rollare una canna.

"Ora sì che si ragiona!" sorrise il più piccolo, prendendo posto accanto a lui.

"Se non altro, di sicuro questa ti rilassa un po', oggi sei così fumantino! Cos'è? E' successo qualcosa?" domandò il maggiore, accendendola e facendo il primo tiro, prima di passargliela.

"Ma no, più che altro ce l'ho con me stesso; canto tanto di quant'è importante cogliere le occasioni che la vita ti offre e poi me le lascio sfuggire come un coglione!" cominciò a confidarsi Francesco, facendo un tiro e ripassandogliela.

"Cioè? Che hai combinato?" si accigliò l'altro.

"Niente, è che ieri sono andato a giocare a calcetto in spiaggia, poi ho incontrato 'sta tipa bellissima, non puoi capire, una dea; solo che invece di fermarmi con lei, son andato a finire la partita e poi quei deficienti dei miei amici mi han portato via e quando son tornato non c'era più... sì, okay, sarà anche perché son tornato dopo il tramonto, sempre colpa dei miei amici." gli fece il resoconto della giornata Francesco.

"Sei un coglione! Ti piaceva 'sta tipa? Allora fanculo la partita, fanculo i tuoi amici!" decretò Fabrizio, buttando fuori il fumo e ripassandogli la canna.

"Ma io ci ho provato a lasciar perdere i miei amici, ma quegli stronzi mi han trascinato via a forza... e nove contro uno non è mica facile!" si giustificò il minore, prima di fumare.

"Fai un po' di palestra, mingherlino, mettilo su un muscolo!"

"Ha parlato l'energumeno!"

"Cazzo vuoi da me? Almeno io non ho amici stronzi!" replicò Fabrizio, riprendendosi la canna. "E va bene. Così hai perso di vista la tipa, fattene una ragione. Stasera andiamo a suonare alla Notte Bianca di Fano, ci sarà così tanta figa da farci girar la testa!" lo tirò su di morale, per poi cedergli l'ultimo tiro.

"Sì, ma a me piaceva lei..." brontolò Francesco, insoddisfatto, nonostante l'effetto dell'erba che cominciava a salire.

"Che ne so, magari la incontri di nuovo alla spiaggia. Se ti consola, l'altro giorno ero al bar della stazione e pure io ho incontrato una stra figa, peccato fosse tanto bella quanto parcheggiasse di merda!" gli raccontò l'altro, in stato rilassatissimo. "Ci ho attaccato lite perché mi aveva bloccato nel parcheggio e questa se l'è presa pure, una stronza che non puoi capire, guarda, sono andato via con le palle girate... solo che mi continua a tornare in mente! La vorrei rivedere."

"Allora, prova anche tu a tornare alla stazione!" lo consigliò Francesco.

"Nessuno andrà da nessuna parte! Ora stiamo un po' in botta, però poi dobbiamo decidere la scaletta per stasera. Io direi una dozzina di pezzi, giù di lì, tre o quattro insieme, poi quattro ciascuno di quelli individuali e poi un po' di freestyle." propose Fabrizio.

"Boh, io non c'ho un cazzo di voglia di andarci!" protestò l'altro, abbracciando un cuscino.

"Invece te la fai venire la voglia e muovi il culo! Dai, che non abbiamo troppo tempo; alle dieci dobbiamo esser al Green Bar e accordarci col deejay!" agì da grillo parlante il più grande.

"E va bene, va bene, provo i pezzi giusti e ci vengo con te a 'sta serata, ma solo perché l'hai rollata da Dio!" ridacchiò il più piccolo, già preso meglio.

"Dal migliore hai solo da imparare, pivello!" sorrise tutto tronfio Fabrizio.

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"Madonna, quanta gente!" esclamò Gabriella, entusiasta.

Lei amava il casino.

Un po' meno Francesca, che si faceva largo a fatica fra la folla, cercando di non perdere di vista l'amica.

La bionda trovò posto per due a uno dei tavolini all'aperto.

"Meno male che siamo uscite di casa un'ora prima, tu volevi entrare a mezzanotte, col cavolo che trovavamo da sederci!" borbottò Francesca, raggiungendola.

"Più che altro ci serve per appoggiare le nostre cose, non credo che resteremo sedute a lungo. Vedi? C'è pure musica dal vivo, stasera, io l'adoro!" disse l'altra, indicandole il palchetto che era stato allestito fra la zona all'aperto e quella all'interno.

C'era una console, con un deejay che stava lavorando sugli effetti, mentre su una lavagnetta posta in un angolo si poteva leggere 'Live di Fabri Fibra e Nesli, a partire da mezzanotte'.

"Forse è per quello che qui è così pieno. Non ho la più pallida idea di chi siano, ma magari son bravi!" commentò Gabriella, guardando la lista dei drink.

"La musica dal vivo merita sempre, vedremo come va. Abbiamo fatto bene a venire qui!" sorrise l'altra, sistemandosi i capelli.

Tra drink e musica a palla, il tempo passò presto e dopo lo scoccare della mezzanotte, il deejay fece il suo annuncio.

"Ragazzi, ci siamo, accendiamo questa notte con Neeesliiii e Faaaaabri Fiiiibra!!"

Tra le urla generali, la folla si accalcò ai bordi del palco e le due ragazze difficilmente dal tavolo videro qualcosa, potevano solo sentire le voci.

"Raga, ci siete?" disse il primo ragazzo.

"Allora fatevi sentire, fuori la voce!" fece seguito il secondo, mentre il deejay faceva partire la base.

"Tira su la mano se sei qui a Fano, yo, yo / Muovi la testa se vuoi fare festa, yo, yo!" continuavano a ripetere insieme, scaldando il pubblico.

A Francesco il nome di quel bar era subito piaciuto, lo faceva a pensare al suo Glin Green; mentre Fabrizio lo associava al fatto che di sicuro lì li avrebbero fatti fumare a fine esibizione.

Entrambi potevano ritenersi più che soddisfatti dell'afflusso di gente. Nelle prime due file riuscivano a scorgere facce familiari, un gruppo di ragazzi, in prevalenza del centro Italia, che ormai avevano formato un vero e proprio fan club in loro onore e li seguivano ogni volta che potevano.

Ma anche fra il resto della folla potevano riscontrare una buona partecipazione, in molti stavano partecipando a quel gioco di animazione, che proseguì anche quando Nesli attaccò con la prima strofa de 'La tua logica'

Qualcuno sapeva anche le parole e cantava insieme a loro e questo per entrambi era una sensazione bellissima.

La fine della prima canzone convinse Francesca e Gabriella a lasciar il loro tavolino e buttarsi fra la gente attorno al palco.

Quei due artisti meritavano di essere seguiti in modo più opportuno.

"Ecco, Fra, da questa parte, si vede bene il palco!" la trascinò per mano Gabriella, sistemandosi fra le prime file, nell'angolo a sinistra.

Intanto Nesli aveva cominciato a cantare 'Parole da dedicarmi' e Fabri Fibra gli aveva lasciato il palco.

Francesca era così concentrata sulle note del pianoforte sulle quali il deejay si era messo a scratchare, da chiudere gli occhi, cosa che le permise di ascoltare meglio le parole di quella voce così carezzevole.

Sull'inizio del ritornello li aprì, mettendo meglio a fuoco il proprietario di quella voce.

Spalancò gli occhi, convinta di esserselo solo immaginato, poi tornò a fissarlo.

- Cavolo, è proprio lui! – se ne diede mentalmente conferma, mentre la curiosità la portava a spostare lo sguardo verso l'altro artista che sostava nell'angolo, osservandolo con fare inorgoglito.

- No, cazzo, non può essere! – si allarmò.

"Gabry, ti ricordi quando ho detto che magari incontravo il tipo della spiaggia?" disse all'orecchio dell'amica, cercando di contrastare il volume della musica.

"Sì, perché, l'hai visto tra la folla?" gridò l'altra, coinvolta dalla performance.

"Non esattamente... è più, come dire... sul palco!" precisò Francesca, indicandoglielo.

"Ah, però, niente male il tipetto! E spacca anche di brutto sul palco, anche se preferisco lo stile dell'altro, speriamo si esibisca pure lui da solo!" commentò la bionda, saltellando per guardare anche in direzione del secondo artista.

"Ecco, sì... a proposito dell'altro..." borbottò la rossa.

"Sì?"

"Ricordi, il giorno e la notte? Beh, quello lì sul palco insieme alle Hawaii è il Polo Nord!" le rivelò.

"No dai, non ci credo!" scoppiò a ridere la bionda.

Fabri Fibra tornò sul palco, dando il cambio a Nesli, mentre il deejay lanciava la strumentale de 'La mia vita'.

Mentre cantava, pur stando concentratissimo per non dimenticarsi nemmeno una parola, il ragazzo si guardava attorno, felice di veder la gente godersi quel momento.

In particolar modo, fra la terza e la quarta fila, bene illuminata dalle luci, una ragazza attirò la sua attenzione, per come si lasciava andare, seguendo le note del basso. Era esile, minuta e muoveva la testa di riccioli biondi, tenendo gli occhi chiusi e dimenando il resto del corpo con le braccia alzate, trasportata da quella musica un po' ipnotica.

L'amica di fianco a lei invece era più contenuta e si limitava a oscillare leggermente, nulla a che vedere con l'euforia più selvaggia della prima.

Lui però guardò meglio la ragazza tranquilla e fu solo grazie alla sua grande professionalità se continuò a rappare, come se nulla fosse.

La canzone finì e Fabri Fibra raggiunse nell'angolo Nesli, mentre prendevano qualche sorso d'acqua dalle bottigliette, prima di riprendere insieme lo show con 'Maxi delitto di scarsi'.

Fabrizio notò che Francesco sembrava quasi raggiante.

"Lo vedi come sorridi adesso? E tu che non ci volevi neanche venire!" gli rinfacciò.

"No, non è quello... è che sono troppo contento! La vedi quella tipa alta, rossa, in quarta fila accanto alla biondina? E' lei la dea che ho incontrato in spiaggia!" gli spiegò il fratello, con un sorrisone.

Fabrizio per poco non gli sputò l'acqua addosso.

"Cosa?! Semmai quella è la stronza del parcheggio che mi ha mandato fuori di testa... in tutti i sensi!"

"No, no, è la mia dea!" insistette l'altro, forse pensando di avergliela indicata male.

"Poche storie, è la mia stronza!" ribadì il più grande, tornando con lui sul palco ad esibirsi.

TBC



Qualche nota:

- L'immagine che ho scelto per questo capitolo (grazie, web!! <3) secondo me li rappresenta a meraviglia!

- Sì, lo so, che culo tremendo hanno queste due, per uno show del genere io darei un braccio!

- Boh, mi piace troppo immaginarmi Fabri Fibra perfezionista ai limiti dell'ossessivo ^^'

- La Vibra Records (etichetta discografica di Mr. Simpatia) stava a Verona, ecco perché viene nominata quella città.

- Se siete arrivati in fondo senza addormentarvi (l'ho detto che era più lunghetto stavolta) spero continui a piacervi, alla prossima ;)

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