IX: Idee stupide

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng



Scusatemi in ginocchio per il ritardo, ma ci ho messo ere geologiche a scrivere il capitolo dell'altra, prima di potermi dedicare a questa... e tutto lo stress da lavoro non aiuta :/

grazie infinite a tutte per il supporto, siete adorabli!! <3<3<3

Il titolo del capitolo è anche il titolo di una canzone di Fabri Fibra.



Capitolo IX: Idee stupide

"Allora, come sto?" domandò Francesca, uscendo da camera sua dopo circa mezz'ora di preparativi, facendo un giro rapido su se stessa e rimanendo in attesa di un parere da parte della sua interlocutrice.

"Ma che ne è stata della semplicità?" commentò Gabriella, fingendo di non dare peso alla cosa.

"E' che mi sembrava un po' troppo semplice. Così è un po' meglio, non credi?"

- Sì ma così è un assetto da battaglia! – ponderava Gabriella, mentre le guardava i calzoni color grigio perla con degli audaci inserti di pizzo nero alle caviglie, al di sotto del ginocchio e lungo tutta la fascia del punto vita; il tutto abbinato a una canotta bianca dalla scollatura tentatrice. – Ma di cosa mi preoccupo? Non c'è storia, Francy sarebbe sexy anche con su un sacco di juta! – si rassegnò.

"Sei una bomba, vedrai come lo stendi appena ti vede!" fece buon viso a cattivo gioco la bionda.

"Ma non ci tengo più di tanto, mi basta aver un aspetto decente!" fece spallucce Francesca, aprendo lo specchietto per ripassarsi il rossetto color melograno e aggiustarsi la riga ai capelli che aveva deciso di lasciare sciolti e selvaggi.

- Oh sì, certo, il tipico atteggiamento di chi non ci tiene più di tanto! – alzò gli occhi Gabriella senza farsi vedere.

Francesca e Fabrizio avevano concordato di vedersi per le 20:15, sarebbe passato a prenderla lui.

Gabriella in cuor suo sperava si limitasse a parcheggiare davanti casa e far uno squillo o al limite suonare il clacson; perché vederlo entrare in casa per poi andarsene via con una che non era lei era uno spettacolo che si sarebbe evitata più che volentieri.

********************* (Contemporaneamente)

"Io allora vado!" disse Fabrizio, scendendo le scale con una corsetta.

"Hmm-hmm." fu l'unica risposta che ricevette da suo fratello, che era stravaccato sul divano a guardare un programma musicale su MTv, fantasticando a occhi aperti sul giorno in cui avrebbe visto un videoclip di una sua canzone prendere quel posto.
ll più grande uscì di casa, ma fece dietro front qualche secondo dopo.

"Un momento, sei troppo tranquillo. Chi mi assicura che non hai messo un microchip nella macchina di mamma, o un GPS o una qualsiasi sorta di localizzatore?" lo interrogò dubbioso lui, con gli occhi ridotti a due fessure.

Il più piccolo sbuffò, alzando gli occhi e scostando lo sguardo dallo schermo per rivolgergli la sua attenzione.

"Paranoico che non sei altro! Okay, smanetto un po' al computer, ma questo non fa automaticamente di me un hacker del Pentagono o della NASA! Quindi, anche volendo, non saprei come fare! E comunque non ci tengo più a sapere cosa combini, andrà come deve andare; anzi, ti conviene muoverti o farai tardi!" si raccomandò.

"Vado, vado. E non aspettarmi sveglio, perché spero di fare molto tardi anch'io!" sorrise in segno di sfida il maggiore, uscendo, sul serio questa volta.

- Certo che potevo ingegnarmi e trovare il modo di installare una microcamera o per lo meno un microfono nell'auto! – rimuginò Francesco, alzandosi dal divano e cominciando a gironzolare avanti e indietro per il salotto.

- E io, coglione, cos'ho fatto, invece? Ho dato il nulla osta a Francesca per questa serata che deve passare con Fabrizio! Ma io avrei dovuto dirle 'Non stare nemmeno a perdere tempo con mio fratello, quello giusto per te sono io e basta!' - si pentì dandosi ripetutamente dei pugni in testa. – Chissà cosa vuole fare, dove ha intenzione di portarla... io non posso tormentarmi in questo modo, devo fare qualcosa!- si impose, risoluto.

-------------------------------------------------------------------------

Gabriella fu lieta che le sue silenziose preghiere fossero state esaudite; perché sentì una macchina accostare sotto casa loro, per poi manifestare la propria presenza con uno squillino al cellulare di Francesca.

"E' lui, è arrivato, allora scendo." disse la rossa, infilandosi un giacchino grigio e prendendo la borsetta in coordinato.

"Divertiti!" le sorrise Gabriella, salutandola.

- Ma non troppo! – si augurò in cuor suo, accostandosi alla finestra per osservare tutto.

Quando Francesca scese in strada, trovò un Fabrizio sorridente, che le aveva già aperto la portiera.

"Salta su!" la invitò.

"Ciao, Fabrizio, devo dire che sei stato puntualissimo!" gli sorrise lei, prendendo posto sul sedile.

"La strada era sgombra, quindi ho fatto anche più presto del previsto." spiegò lui, rimettendo in moto.

La macchina, piena di Arbre Magique di cui Fabrizio aveva fatto incetta per nascondere il residuo odore d'erba, cominciò a macinare chilometri; ma la cosa avvenne senza una parola fra i due.

Si era creato un certo disagio, al quale Francesca mise fine facendogli una domanda che aveva in serbo da troppo tempo.

"Dai, dimmelo una volta per tutte che sei venuto a prendermi tu soltanto per assicurarti che io non mi mettessi al volante!" brontolò lei, con tono d'accusa.

"'Cazzo, no!" sbottò Fabrizio, senza però distrarsi dalla guida. "Tu però non puoi già dissotterrare l'ascia di guerra, io vengo in pace!" proseguì e visto che la strada poco trafficata glielo consentiva, fece un'inversione a U senza pensarci due volte.

"E ora che ti è preso?" domandò sconvolta lei.

"Mi è preso che così non ci siamo proprio!" replicò lui, ripercorrendo i chilometri fino a riportarla davanti a casa sua. "Scendi!" le ordinò.

Francesca obbedì, un po' delusa.

- Veramente vuole mandare tutto all'aria per questa cazzata? Ma poi, pure io, avevo proprio bisogno di dirlo? Lui era partito con modi così garbati! – rifletteva silenziosamente lei.

"Vabbè, vorrà dire che entreremo nel Guinness dei primati come appuntamento più breve della storia." cercò di sdrammatizzare Francesca. "Allora, ciao!" disse, in procinto di risalire nel suo appartamento.

"Ferma, dove vai? Ti ho riportata al punto di partenza, solo perché voglio che ricominciamo col piede giusto. Niente più guerre, intesi?" chiarì lui.

Lei sorrise, un po' sorpresa da quel suo gesto, prima di assecondarlo nel gioco e fingere che il loro appuntamento iniziasse in quell'istante.

"Dài, schianto, salta su, che non puoi più nemmeno dirmelo che sono stato di una puntualità impeccabile; anzi, ora siamo pure un po' in ritardo!" sdrammatizzò lui, facendola sorridere, prima di rimettere in moto.

"E comunque stai benissimo vestita così!" rimediò a quello che non le aveva subito detto la prima volta.

"Grazie!" arrossì lei, inconsciamente lusingata.

"Sì, okay, io invece non ho nulla di troppo ricercato!" continuò lui, indicandosi i suoi jeans neri e una felpa azzurra da dove poteva intravvedersi una T-shirt bianca. "Ma, vedi, non sono il classico damerino che cerca di mettersi in mostra agli appuntamenti... questo però non significa che non mi interessi!" chiarì, facendole l'occhiolino.

"Uh? Beh, trovo che, damerino o no, stia molto bene anche tu così." mormorò lei, senza affrontare il suo sguardo.

"Tutto bene al lavoro, oggi?" cercò uno spunto di conversazione Fabrizio.

"No, ti prego, non mi far parlare di lavoro, è stato pure un pomeriggio stressante!" si lamentò lei. "Piuttosto, accendiamo un po' la radio?" propose lei, tendendo una mano verso il pulsante, ma lui la bloccò.

"Nemmeno per sogno! Mi manca solo di incappare in una canzone della Pina o di Irene la Medica, o, peggio, un programma di Irene la Medica dove passa una canzone della Pina!" borbottò lui, con aria disgustata.

"Okay, non ho capito bene di cosa hai blaterato, ma non ascolteremo la radio, recepito!" alzò le mani lei. "Non mi farai ricominciare l'appuntamento anche per questo spero!"

Lui sorrise, ridacchiando.

"No, tranquilla, per questo no; anche perché se continuo così non riuscirò più a portarti a destinazione!"

"Dove stiamo andando, a proposito?"

"E' una sorpresa, lo vedrai quando arriveremo." annunciò lui.

-----------------------------------------------------------------

Sorpresi dal fatto di poter riuscire ad affrontare più discussioni in modo civile, nel giro di una mezz'oretta Fabrizio condusse Francesca a destinazione.

"Siamo arrivati." annunciò il ragazzo, spegnendo il motore.

"Mi hai portata a un faro?" domandò lei, un po' perplessa.

"Correzione. Ti ho portata al faro! Questo ce lo invidia mezza Italia!" precisò lui, mentre prendeva un borsone dal bagagliaio e se lo metteva in spalla.

In effetti, guardandolo meglio, Francesca doveva riconoscere che non era il solito faro, ma era una struttura imponente, bicolore che si stagliava in tutta la sua altezza.

"E poi ora c'è ancora luce, ma dopo le nove passate, quando si fa buio, vedrai come cambia l'atmosfera!" continuò, facendole strada verso uno spiazzo di cemento poco distante da lì.

Dal borsone estrasse un telo che stese sotto di loro per sedersi e poi tirò fuori una borsa termica con le cose da mangiare.

"Un picnic qui? E' romantica come cosa!" sorrise lei, gradendo il gesto. "Hai cucinato tu?"

Fabrizio scoppiò a ridere.

"Dovresti avere un desiderio di morte per chiedermi di cucinarti qualcosa; ma se non altro sono bravissimo a ordinare dai take away! Meno male che è ancora caldo." spiegò, posizionando due lattine fredde di coca cola e varie scatolette di carta.

"Beh, mi sembra un'alternativa altrettanto valida!" commentò lei, aprendone una. "Uhh, Cinese! Io adoro il Cinese!" esultò, vedendo il riso alla cantonese.

"Ma dai! Allora forse un po' ha ragione mio fratello quando blatera del destino che lega due persone!" finse stupore l'astuto artista. "Ho preso un po' di tutto, ma in prevalenza gli involtini primavera; andiamo, a chi non piacciono?" l'avvertì, allungandole una scatola che li conteneva.

"Io amo gli involtini primavera, sono i miei preferiti!" approvò Francesca, che aveva già iniziato a mangiare il riso, con le bacchette.

"Filo del destino!" canterellò Fabrizio, mimando uno strattone per tirarla più a sé, cosa che la fece ridere.

- Benedetta Gabriella, grazie, è tutto merito tuo! – pensò soddisfatto lui, aprendo il cartoncino degli spaghetti di soia.

Tra una portata e l'altra e tante chiacchiere il tempo passò, così come la luce cedette il posto al buio della notte, la luce del faro si fece più intensa e rischiarò tutto, specchiandosi assieme ai lampioni nell'acqua del mare che stava sia sotto ai loro piedi che tutt'intorno.

"Wow, di certo non scherzavi sull'atmosfera!" sorrise la ragazza, guardandosi attorno estasiata.

******************************** (Contemporaneamente)

Con le prime luci della sera, Gabriella si era decisa a uscire di casa, non solo per fare una passeggiata, il suo era un obiettivo molto più ambizioso: ubriacarsi al Green Bar le avrebbe di sicuro risollevato il morale.

Si addentrò nel parcheggio, ma scorse una figura insolitamente familiare e gli si avvicinò alle spalle.

"E tu che ci fai qua?" domandò, facendolo sussultare.

Girandosi, Francesco si trovò faccia a faccia con la biondina.

"Allora mio fratello non aveva tutti i torti quando ha detto che bastava venire qui e girare nei paraggi per ritrovarvi!" borbottò, piuttosto sorpreso.

"Sì, è probabile. Ma ho preferito di gran lunga la caccia al tesoro in libreria!" ridacchiò lei. "E poi ormai mi ero abituata ai nostri incontri galeotti lì!"

"C'è stato un solo incontro e non è stato affatto galeotto!" precisò lui.

"Fattela una risata ogni tanto! Dov'eri quando distribuivano il senso dell'umorismo?" alzò gli occhi lei.

"Di certo non ero a fare la fila per le battute stupide come te!" ribatté il rapper.

"Tu come minimo sei andato a farla due volte per l'acidità!" ottenne l'ultima parola lei, vincendo quella piccola diatriba verbale. "E comunque non hai ancora risposto alla domanda 'Cosa ci fai qui?'" lo mise alle strette.

"Io... beh... mi andava un gelato!" incespicò lui, dandosi mentalmente da solo dello stupido per non essersene uscito con una scusa un po' più credibile.

"Certo... e immagino che non ci fosse nemmeno una gelateria in tutta Senigallia!" finse di assecondarlo Gabriella.

"Non al gusto che volevo io!" brontolò Francesco.

"Il gusto 'Voglio sapere che combina Fabri con Francy' non lo servono nemmeno qui, mi spiace!" intuì la sua interlocutrice.

"Cosa? Non penserai davvero che io sia venuto qui per ficcanasare?" si finse indignato il ragazzo.

"Ma certo che non lo penso!" sorrise accomodante la ragazza. "Ne sono più che certa!" aggiunse, mettendolo in vistoso imbarazzo.

"E comunque ne so quanto te, Fabri è arrivato a casa nostra a prendere Francy e chissà dove sono andati!" cominciò a raccontare lei. "Che poi ti dirò, a un certo punto è stato stranissimo, perché dopo tipo dieci minuti ho visto la macchina ritornare e Francesca scendere, come se il loro appuntamento fosse già bello che finito..."

"Cosa? E tu queste cose non me le vieni a dire?" la interruppe Francesco, attonito.

"E come? Digitando numeri a casaccio sul cellulare finché riesco a comporre il tuo?" lo guardò con ara di sufficienza lei. "E comunque te lo sto dicendo adesso, no? Ma non cantar vittoria, perché è stata appunto solo un'illusione. Lei è risalita in macchina con lui e se ne sono andati chissà dove!" finì il suo resoconto lei, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

"Mi sa tanto che vorresti un gelato al mio stesso gusto!" dedusse Francesco, scrutandola a fondo.

"Ma cosa dici?" arrossì all'istante lei.

- Colpita e affondata! – sorrise sornione lui.

"Per me la può portare anche sulla Luna! E tu faresti bene a riprendere il treno che ti ha portato qui... a proposito, ma sei venuto a piedi dalla stazione?" lo guardò stupita lei.

Francesco fece spallucce.

"Capirai, una volta mi sono perso da solo a Bologna e ho camminato per più di due ore alla ricerca del mio alloggio!"

"Allora, caro il mio camminatore instancabile, riavviati alla stazione, non ti permetterò di star qui e casualmente vederli arrivare quando tornano!" impose lei.

"Ma... nooo, io mica sono venuto qui per questo!" si agitò il diretto interessato.

- Colpito e affondato! – lo squadrò vittoriosa lei.

"E va bene sì, lo ammetto! Ma almeno mi puoi mandare tu un messaggio se scopri qualcosa? E non intendo che devi digitare cifre a casaccio, basta chiedermelo e il mio numero te lo do...o ti interessa avere un solo Tarducci nella tua rubrica?" la punzecchiò lui, sagace, avendo la certezza matematica di colpire nel segno.

Gabriella affrontò impavida il suo sguardo, poi si arrese, alzando gli occhi ed estraendo il suo cellulare dalla borsa.

"Chiudi il becco e detta il numero. Se Fra mi fa sapere qualcosa ti avviso!" acconsentì lei.

"Senti, e se il numero te lo dessi mentre ci prendiamo sul serio un gelato? Almeno non ho fatto proprio un viaggio a vuoto... e tanto l'ultimo treno per casa ce l'ho alle 23:30, c'è tempo." le propose lui.

Gabriella valutò quell'offerta.

- In effetti un gelato è meno deleterio dei litri di alcool che volevo assumere... e vedere che lui sta ridotto anche peggio di me mi fa già stare meglio! – rifletté fra sé e sé.

"Ma sì, altro Tarducci, andiamo al tavolo a prenderci questo gelato!" acconsentì, facendolo sorridere.

--------------------------------------------------------------------------------

Una volta terminata la cena e raccolto le loro cose, Fabrizio aveva portato Francesca a fare una passeggiata suggestiva, per poi finire con lei su una delle spiagge libere nelle vicinanze del molo.

"Allora non mentivi quando hai detto che potevi essere galante anche tu. Perché metterci tutta quella cattiveria nei tuoi testi?" domandò la ragazza, mentre erano seduti sulla sabbia, in riva al mare.

"Mi credi capace di scrivere solo cose rabbiose?" le rispose lui con un'altra domanda.

Dall'espressione non si capiva se la stesse punzecchiando o se fosse rimasto in qualche modo offeso dalla sua fretta nel giudicarlo.

"Alla Notte Bianca hai cantato una canzone dove non facevi che dire quante cose o persone ti stanno sul cazzo, perdonami se la mia idea va in quella direzione!" si giustificò la ragazza.

"Dai, quella sera ho cantato anche qualcosa di più tranquillo!" le fece notare lui, mentre la sua espressione perdeva quella passeggera ombrosità.

"Sì, ma troppe poche volte, così è più un'eccezione che conferma la regola, Signor Rabbioso!" lo fece ridere lei.

"Ti immagino mentre lavori a una canzone su quanto detesti chi parcheggia male, di fretta, ti blocca la macchina e non ti fanno più rientrare a casa tua; magari trovando anche un'infinità di modi per ucciderli, tipo buttarli giù dalle rampe di scale, effetto domino... o infilzarli con una lancia, tipo spiedino umano!" lo canzonò la ragazza, ridacchiando.

"Però, mica male come idea!" rise anche lui.

"Sai, Fabrizio, anche se ho ascoltato solo qualche tua canzone e solo una sera, un po' credo di capire. Quando canti dismetti i panni della persona che sei e lasci che sia il tuo alter-ego Fabri Fibra a prendere il sopravvento, permettendogli di fare qualsiasi cosa; ma più per puro sfogo, una specie di gioco un po' malato; non è che tu realmente voglia fare quelle determinate cose." affermò lei, giocherellando con gli inserti di pizzo sotto le ginocchia, perché non se la sentiva di affrontare il suo sguardo.

Fabrizio la guardò incredulo.

"Questa cosa non l'ha ancora capita chi mi segue dagli inizi e l'hai compresa tu che nemmeno sei mia fan!" borbottò, tra il perplesso e il sollevato.

"E comunque tuo fratello è molto più positivo!"

"Eh no, però! Io ti organizzo una serata perfetta, cenando sotto le stelle con una vista da urlo, il suono del faro, creando l'atmosfera... e tu la rovini in un istante... poi l'infame sarei io, vero?" si finse offeso lui, divertendola.

"Dai, non te la prendere! E poi, sai, tuo fratello mi ha prestato il suo CD e l'ho ascoltato tutto, più volte... e anche se il CD è il suo c'è una canzone dove canti solo tu."

"'Piccolezze'?" chiese conferma lui.

"Sì, quella. Beh, mi è piaciuta e anche tanto." confessò lei.

"Quindi rap negativo batte rap positivo uno a zero!" scherzò lui. "Certo che mio fratello è un bello spilorcio, non è manco capace di regalartelo il CD, te lo presta e basta!"

"Non è come credi, c'è un intento molto romantico nella sua scelta!" lo difese a spada tratta lei, prima che una folata di vento la costringesse a stringersi più dentro al suo giacchino.

"Freddo?" le domandò lui.

"Un po'." annuì lei.

Benché fosse metà giugno, l'aria a quell'ora della notte era ancora particolarmente pungente.

"Lo avevo previsto!" disse Fabrizio, aprendo il suo borsone e prendendo dei legnetti e qualche asse.

"Cosa vuoi fare?" si accigliò lei.

"Scaldarci, magari?" fece spallucce lui, intento ad accumulare la legna e aiutarsi con la carta delle scatole del take away.

"Ma... non credo sia legale accendere i falò!" agì da grillo parlante lei.

"Non credo me ne importi una sega se sia legale o no; e poi è solo un fuocherello, non voglio mica incendiarla 'sta spiaggia!" argomentò lui, prendendo l'accendino. "Piuttosto, Signorina Coscienza, dovresti apprezzare il fatto che io stia usando il mio fedele zippo solo per accendere la legna e non altro!" le fece notare lui.

"Oh sì, di questo sono molto soddisfatta!" sorrise lei, apprezzando il tepore delle prime fiamme che presero vita.

"Bene, dicevamo... tuo fratello mi ha fatto ascoltare un intero suo CD, quindi al di là delle canzoni che hai cantato quella sera, credo che anche tu dovresti farmi sentire qualcosa." propose Francesca.

"Ma come? Qui, così... senza nemmeno le basi?" protestò lui, con lo sguardo fisso sul falò per non affrontare il suo.

"Beh sì, che c'è di male? Sono certa che saranno belle anche in versione semplificata, allora, ti va di cantarmi qualcosa?"

"Vabbè... se proprio insisti..."

"Insisto!"

Fabrizio si raccolse in un silenzio concentrato, per decidere il da farsi.

- Non pensarci nemmeno a cantarle 'Gonfio così' o ti ci spinge dentro quel falò! E nemmeno 'Niente male', neanche 'Voglio farti un regalo ' mi sembra una gran idea. Cazzo, ma ce l'ho una canzone un minimo romantica? – si domandò, prima di rovistare fra i ricordi e trovare qualcosa della sua discografia che poteva decisamente fare al caso suo.

Cominciò a cantare, guardandola negli occhi per tutto il tempo.

Vorrei il tuo tempo per riempirlo con te al centro
Altro non vorrei che averti nel mio tempo,
Senza di te il vento il decadimento
Che sei unico mio punto di riferimento,
Vorrei il tuo tempo,
Vorresti fosse che giorno?
Io so cosa non vuoi o chi vorresti che sia,
Chi terresti con te per più di un giorno
E chi sta andando via se non sta con chi stai,
Con chi stai andando via
Andrai comunque
Andrai come se n'è andato chiunque
Per come sei potresti andare ovunque.
Vorrei che fosse un altro giorno e un'altra ora,
Altro non vorrei che rivederti ancora.

Vorrei il tuo tempo e stare sempre in movimento
Roteando girando intorno al centro (concentro)
Concentro il tempo che resta poi osservandoti che sei unico mio punto di riferimento (vorrei)
Vorrei che tu fossi al volante di ogni singolo mezzo
Che mi causa anche il minimo spostamento

Francesca lo ascoltò rapita fino all'ultima sillaba.

"Ma è bellissima, Fabrizio, questa quando l'hai scritta?"

Fabrizio analizzò l'intera situazione, indeciso se coglierne o meno i vantaggi.

- Fabri, ma non lo vedi che ti guarda con gli occhi a cuoricino? E' fatta, pende dalle tue labbra, dille che l'hai inventata ora per lei, tanto cosa vuoi che ne sappia? Le tue canzoni mica le conosce. Sì, okay, tu sei il diavolo, il mio angelo custode che ribatte dov'è? Ah, scemo io a chiedere... se si tratta del sottoscritto il mio angioletto come minimo se ne sta su una nuvoletta in trip e non può controbattere! -

"Fabrizio, ci sei ancora?" lo distolse lei dalla lotta interiore con se stesso.

"Sì, scusa. La verità è che... non era una canzone vecchia, me l'hai ispirata tu ora ... lo vedi l'effetto che mi fai?" mormorò lui, prima di tirarla a sé per un bacio che Francesca non gli negò.

TBC



Incorreggibile questo Fabri eh? Ma si sa, l'occasione fa l'uomo ladro ;P

Vabbè che dopo tutta questa ondata di romanticume assurdo almeno un bacio se lo meritava tutto, no?

Quello che ho messo in foto è proprio quel Faro ... e sono pronta a scommettere sia lo stesso che menziona Fibra in 'Bisogna scrivere' <3 è da lì che mi è venuta l'idea ^^'

Ah vabbè... non dovrei nemmeno precisarlo, ma la canzone che ha cantato era 'Come te' <3<3<3

Fortunata come poche Francesca, anche se, personalmente io non disdegnerei neanche un gelato con Nesli! <3

Spero vi sia piaciuto, se vi va fatemi sapere, ma grazie in ogni caso, anche solo per leggere ^^

Besos!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro