7 Little Witch

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'Ciao...buongiorno' con un vassoio in mano, sopra quattro tazze ed altrettanti cornetti fragranti, Brooke si aggirava per il soggiorno e lo studio di Banner.

Gli occupanti delle due stanze ronfavano come ghiri. Thor aprì l'occhio buono - l'altro era artificiale, la sua perdita un regalino ricevuto in battaglia - inebriato dall'aroma della bevanda 'Ehm...grazie, ciao' afferrò uno dei mug ed un croissant, smollando una pedata a suo fratello, che dormiva sul divano accanto 'Basta dormire!'.

'Che rompiscatole...' Loki si girò, dandogli le spalle e coprendosi fino alla testa col plaid scozzese 'ancora cinque minuti, martellante...'.

'Se Kratos fosse arrivato in notturna, non avrebbe avuto scampo' il padrone di casa prese in giro Bucky e Steve. Appena svegli, coi capelli più arruffati dei propri, e i vestiti sgualciti, avevano l'aria sconvolta.

'Sono crollato...è stata colpa della seduta spiritica' il Capitano si giustificò.

'Mi associo...grazie' Barnes prese il suo cornetto con la mano umana e, con un morso, ne mangiò la metà.

'Ne scongelo altri...' la Brown si diresse verso il freezer, sentendo squillare all'unisono il telefono fisso di casa e il cellulare di Rogers. Ebbe la certezza che il loro nemico si fosse materializzato su New York City, circostanza confermata dai dialoghi fra Bruce e Steve e, dall'altra parte della linea, rispettivamente, da Stark e Romanoff.

'In auto abbiamo le tute...veloci, facciamo più in fretta ad arrivare all'Empire da qui' James aveva già preso la porta, il mitragliatore a tracolla, seguito dagli altri.

'Noi tre andiamo per conto nostro...e ti ricordo la mia borsa' Loki fissò il professore e Little Witch, riferendosi al Tesseract che non potevano certo lasciare incustodito.

Banner recuperò le chiavi del Maggiolino nello svuotatasche all'ingresso, rivolgendosi a Brooke 'I tuoi abiti sono nel portabagagli della macchina. Puoi cambiarti, sul sedile posteriore; il bellimbusto millenario siederà davanti con me e non si azzarderà a guardarti...è un Dio un po' gracilino'. Fece una battuta che il principe ben ricordava.

Lei annuì.

'Ti sei attrezzata...sei una strega moderna, perfetta!' l'asgardiano rimirava la bruna, nel tragitto verso il grattacielo 'è un interesse professionale, non inalberarti!' schioccò l'occhiolino a Bruce.

'Senti, Loki...ti sembra il momento? Non sei agitato?' il professore si stava snervando.

'È il mio modo di sdrammatizzare...e sì, sono piuttosto teso. Ho cinque pezzi di cuore che mi aspettano in Norvegia, molto più da perdere di voi altri messi assieme'.

'Colpa tua...se avessi distrutto il Cubo cosmico, non saremmo a questo punto...'.

'Touché''.

'Andrà bene...' con ognuna delle mani la Brown carezzò le spalle dei due uomini, materna.

'Hai avuto una visione?' le domandò il principe.

'No, è una certezza' lo asserì, convinta, per tranquillizzarli, osservando davanti a loro il presidio delle forze dell'ordine, che avevano chiuso le strade in prossimità della base dell'Empire, come suggerito da Stark.

I poliziotti alzarono la transenna, per far passare l'auto verde, avvertiti da Rogers, la cui jeep era già parcheggiata davanti l'entrata della struttura.

Gli altri Avengers, che li avevano preceduti, erano schierati nelle loro tute da combattimento, armati fino ai denti, insieme a Vedova Nera a cui si erano riuniti; un sibilo dall'alto fece alzare le loro teste, mentre scendevano dal Maggiolino, in direzione dell'armatura gialla e rossa di Iron Man...erano al completo!

'Sei Little Witch, dunque! Carino!' Natasha - equipaggiata con un'uniforme aderente nera, antiproiettile, ai polsi bracciali metallici che emettevano scariche elettriche paralizzanti - dette un'occhiata all'abbigliamento della Brown, che trovò parecchio azzeccato, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti di cui era stata resa edotta dai colleghi.

'Loki, tu? Gli abiti neri e verde oro?' Thor domandò al fratello, che scosse il capo 'Li ho lasciati a casa...ne farò a meno... ho sempre questi!' sollevò i lembi della camicia azzurra, che non aveva potuto cambiarsi, mostrando, agganciati alla cintura, due pugnali, di medie dimensioni, affilatissimi e sottili, l'impugnatura dorata, intarsiata di serpenti dalle venature verde intenso.

'Tutti su' il Capitano, scudo alla mano, indicò l'ascensore, precipitandosi appena in tempo sia per schivare i detriti di cemento e di vetro che cadevano dalla terrazza dell'edificio, prodotti e spinti giù dallo strano uomo di un'epoca lontana, il cui pensiero, dalla sera precedente lo aveva inquietato, sia per vedere il mantello rosso del suo amico principe librarsi in aria.

Con il Mjollnr, il biondo raggiunse l'ottantaseiesimo piano, affiancando Stark, in attesa dei colleghi, studiando l'avversario che li fissava, con un'espressione spavalda.

Lo spettacolo che gli si parò innanzi - come agli altri, che uscirono dall'elevatore con estrema prudenza, schierati a protezione di Little Witch, ultima alla fine della fila, a tracolla la borsa color brandy recante il prezioso Tesseract - fu spaventoso.

Il corpo dell'essere, estremamente muscoloso, rasato, un'orrenda cicatrice nel viso arcigno, era attraversato da un tatuaggio rosso - che iniziava dalla testa, gli attraversava il petto e comprendeva il braccio sinistro - che sembrava pulsare di luce propria e non era sbiadito, come nella prima immagine vista da Loki e dalla Brown.

'E' più forte...' la bruna affermò; percepiva in Kratos un rinnovato vigore.

'Lo hai detto tu, andrà tutto bene' Bruce cercò di essere positivo, allontanandosi 'Ci vediamo fra un pochino, aspettami...'. Non desiderava lo osservasse al momento della trasformazione e cercò, con lo sguardo, un angolo appartato, per poter liberare la fiera latente in lui.

Sentì la sua presa, sul polso sinistro 'Credevo lo avessi capito, anche per via della scultura: io amo entrambe le tue facce, le due personalità che albergano in te...'. Era una preghiera a non lasciarla, a realizzare la sua metamorfosi, con lei presente.

'Lo sai, non indosso un'armatura; io sono scoperto, e Hulk è come un nervo, è un incubo, la mia parte peggiore' provò ad opporsi, intuendo di stare per cedere, su tutta la linea, agli occhioni cerulei e questuanti. Era lampante che lo amasse, che lo avesse accettato per ogni sfaccettatura, più di quanto lui stesso si fosse mai accettato.

'Non lo è più, da quando siamo insieme...non sei solo' ribatté Brooke, certissima delle proprie parole, a cui l'uomo non poté resistere; lei osservò, serena, il viso del suo compagno, caduto in ginocchio, dilatarsi nelle carni, le braccia riempirsi di enormi muscoli ben delineati che stracciarono la stoffa della camicia, le gambe divenire tronchi possenti.

Con un grugnito animalesco, liberatosi di quanto rimaneva della camicia bianca, il novello Hyde si rimise in piedi, indosso solo i jeans che, slabbrati, lo coprivano dalla vita alle ginocchia, e la fissò, digrignando i denti in una smorfia. Gli occhi però...erano gli splendidi quarzi scuri di cui si era innamorata.

Gli strinse una manona verde con la propria, piccola, candida ed affusolata...la stessa con la quale lo accarezzava nell'intimità, con lo stesso affetto 'Andiamo...'.

Kratos era ben equipaggiato; nella destra aveva una spada di dimensioni esagerate, nella sinistra uno scudo, che pareva sapere utilizzare con estrema precisione. Li muoveva davanti al Capitano e a Bucky, per spaventarli, senza un fiato.

'Ve lo ricordo...' Loki, un passo indietro, li redarguì 'è la Spada dell'Olimpo, può creare lame magiche e risucchiare energia dai nemici, e lo scudo pure, credo sia particolarmente robusto...evitate di fare gli spacconi'.

'Proviamolo, va' dall'alto, Tony scaricò i raggi repulsori emessi dal palmo dei suoi guanti metallici, alla massima intensità.

Lo spartano li parò, con facilità, alzando il clipeo e rimandandoli al mittente.

'Steve, è meglio del tuo' incazzato, Stark fece una battuta a Rogers, che decise di affrontare l'avversario apertamente, gettandosi contro di lui, con Barnes, alle spalle, che iniziò a sparare un colpo dopo l'altro, insieme alla Romanoff.

Kratos deviò le pallottole, come nulla fosse, e fu lesto nello schivare le mosse del Capitano, che si era fatto sotto; non si trattava di abilità, Rogers era ovviamente preparato, ma la potenza del contendente era davvero fuori dall'ordinario, fu chiaro da subito.

'Mi ricorda tanto Thanos...' commentò Thor, osservando Steve sbalzato dalla sua posizione, steso a terra, con lo scudo stelle e strisce finito al lato opposto 'lasciatelo a me'.

Così dicendo, saltò verso l'alto, per ricadere con il martello all'altezza della testa del nemico, che alzò il proprio clipeo, per fermarlo; lo stridio delle due armi, sgradevole, risuonò nell'aria, unitamente all'urlo del biondo, colpito alla spalla sinistra da una lama rossa uscita dallo spadone, come un fulmine affilato.

'Fai attenzione, si tratta anche di magia' lo rimproverò suo fratello, osservando, con apprensione, la profonda ferita da cui il sangue sgorgava a fiotti.

'Asgardiano...' lo sguardo truce della creatura si posò proprio su Loki, squadrandolo, nei suoi abiti moderni 'hai affidato il prezioso Cubo nelle mani di una dolce fanciulla...comprendo abbiate perso il vostro Regno, per colpa solo vostra, pensavo aveste mantenuto coraggio, orgoglio e dignità...quella di vostro padre...ah, dimenticavo...Odino non era tuo padre...'.

Lo sbeffeggiò, cogliendo nel segno delle debolezze emotive dell'altro, che non si scompose affatto, anzi...sbuffò, con un mezzo sorriso. 'E' da una vita intera che sento certi discorsi...e, credimi, è un'esistenza infinita...'.

Si preoccupò più dell'incolumità della bruna - rimasta nelle retrovie, accanto al mostro verde, che non se ne era staccato, come una guardia del corpo di tutto rispetto - nel momento in cui Kratos le si avventò contro, puntando la borsa marrone, da cui si intravedeva un bagliore azzurro e pulsante.

Banner, non appena ne comprese l'intenzione, scattò, frapponendosi fra lo spartano e la Brown, in uno scontro per lui soltanto fisico; non avrebbe mai permesso che arrivasse a Brooke, mai.

Provò a disarmarlo, con la sua forza bestiale, non riuscendoci, insistendo nel corpo a corpo; i colleghi avrebbero voluto andargli in appoggio, ma avevano troppo timore di ferirlo, nella concitazione e nella velocità delle mosse, Tony in testa.

Fu Little Witch a togliergli le castagne dal fuoco...nel senso letterale del termine, estremamente motivata dalla temerarietà e risolutezza di Hulk, sgomenta all'idea di perderlo e, allo stesso tempo, in equilibrio interiore, mosse le mani davanti a sé - con gli occhi mutati in una lieve sfumatura rosata cangiante - sputando da esse una lingua di fuoco della stessa nuance, che colpì in pieno lo scudo di Kratos.

L'oggetto poteva parare le fiammate, ma l'intensità del colpo d'incanto fu tale che il metallo cominciò a liquefarsi e la parte interna, surriscaldata, ustionò il braccio di colui che lo indossava.

In un impeto di dolore e rabbia, lo spartano - colta la mossa della bruna e la motivazione per cui si era rivelata in quel momento del combattimento, riversò il suo interesse sul bestione verde - infliggendogli un taglio netto sul bicipite destro con la lama della Spada dell'Olimpo, credendo di poter fermare la donna dalle molte doti, con un'astuta manovra: destabilizzarla, colpendone il lato emotivo, ferendo la creatura poco umana a cui era evidentemente legata. E sarebbe stato l'inizio di una lunga serie di mortali ferite, non si sarebbe risparmiato.

All'urlo bestiale di Bruce, accadde esattamente il contrario di quanto previsto.

Little Witch prese un respiro profondo, e si levò in aria, levitando, e osservando Loki, con la coda dell'occhio, fare lo stesso.

Liberò la sua mente, e fu facile; si colmò dei ricordi dei momenti bellissimi che aveva passato con il suo adorato professore, il sapore dei baci intensi scambiati, l'odore della paglia del fienile di Salem, in cui si erano amati la prima volta, il tocco delle falangi unite delle loro mani...sgombra di paure e remore, piena soltanto d'amore, mosse gli avambracci, con i palmi aperti ed arcuati, da cui si librò una sfera di energia rosa che vorticò su se stessa, rimanendo per pochi secondi davanti al suo petto, unitamente a quella prodotta dal principe asgardiano, verde oro, più piccola e meno potente.

Coordinati e sincroni, scagliarono i globi contro Kratos, mirando al torace.

L'avversario fu spiazzato, e non tentò nemmeno di difendersi o scappare... non vi sarebbe comunque riuscito.

L'energia, sotto forma dei colpi d'incanto degli stregoni, entrò nel suo corpo, che iniziò a sgretolarsi, lasciando intravedere, al di sotto dello strato di pelle, le sue viscere, incandescenti come la lava che scorre dai vulcani, fra decine di ululati, insopportabili.

'Spostati, Bruce, accidenti' Iron Man volò a recuperare l'amico, rimasto in ginocchio con la manona sulla ferita e gli occhi puntati su Brooke, che volteggiava sopra l'Empire State Building e gli sorrideva, candida e soave, col vento che si infilava fra i lembi dello spolverino avvitato, che parevano petali di un fiore nero...magnifico!

'Al riparo' Steve, intuendo la causa della preoccupazione di Tony, afferrò lo scudo e coprì sé, Nat e Barnes, dalle schegge della forte esplosione che disintegrò, dall'interno, il leggendario spartano, intanto che Point Break svicolava, dietro una colonna portante a ridosso degli ascensori.

La bruna, compreso il pericolo, parallelamente, generò un campo di forza a semicerchio, che protesse lei e Loki e permise loro di scendere a terra indenni, sopra il pavimento del grattacielo, oramai in pezzi.

La portata della detonazione fu tale da provocare ingenti danni, per fortuna soltanto ai materiali di cui era composto l'edificio.

'L'hai rimandato indietro al mittente, Little Witch! Molto ben fatto' il moro si complimentò.

Lei non lo ascoltò; in quel frangente, le interessò solo di Bruce. Gli corse accanto, non appena atterrò sulla terrazza fra le braccia di Stark, che la informò, alzata la visiera dell'elmetto 'E' un bel taglio, vediamo di comprenderne l'entità, dopo la trasformazione...'.

Dai lembi della ferita, lei scorse muscoli e nervi, grazie a Dio non l'osso. Ugualmente provato perfino con le sembianze di Hulk, Banner dette vita alla solita pantomima che conoscevano, per ritornare in sé, col Capitano che si era già attivato per recuperare una valigetta di primo soccorso, disponibile all'interno di una delle sale del grattacielo.

Sudato e dolorante, il professore si accasciò, di schiena, sul pavimento del belvedere, tenendo la mano sulla lesione, a fermare l'emorragia.

'Bruce' mormorò Brooke 'ci penso io...lasciami fare'. Quasi strappando le garze imbevute di disinfettante dalle grinfie di Stark, si premurò di passarle sul taglio, tamponandolo e poi premendo per bloccare l'afflusso di sangue, premurosa, cercando di controllare la propria agitazione.

'Grazie' balbettò Banner, avvertendo la destra della Brown che gli accarezzava la fronte per immergersi nei suoi riccioli, in un abituale gesto colmo di tenerezza. Gli parve di sentirsi già meglio, sotto il suo tocco.

'Guarirai presto' gli sussurrò, colta dallo scompiglio che le aveva innescato l'osservarlo in quelle condizioni. Era invulnerabile, ai suoi occhi; aveva goduto del senso di protezione che le dava, quando erano insieme, ed ora si ritrovava a pensare che potesse abbandonarla, che non fosse indistruttibile.

'Serviranno dei punti, proporrei di andare al Quartier Generale' Tony suggerì, giacché anche Thor aveva necessità di una ricucita 'Point Break, ti aspetto'.

'Fratello, non è da te...affettato come un salame' ridacchiò Loki, all'indirizzo di quest'ultimo, con l'armatura di Iron Man già lontana nel cielo plumbeo.

Il biondo scosse la testa 'Mi tormenti, ma stavolta con ragione; le spade di Kratos erano peculiari, magiche, come avevi preannunciato'.

'Ti sbagli! Di magico abbiamo solo Little Witch!' il principe moro spostò la testa di trequarti, esibendosi nel suo tipico sorriso ironico, intanto che la diretta interessata aiutava Bruce a rimettersi in piedi.

***

Sorreggendo Banner per la vita, con un braccio, con Loki che faceva lo stesso dall'altro lato, la Brown ridiscese con l'elevatore al piano terra.

Nell'androne dell'Empire, oltre all'ingente spiegamento degli agenti della Polizia di New York, trovò, sorpresa, suo padre e sua madre, atterriti, entrambi con indosso un impermeabile beige. Stava per piovere e lei nemmeno se ne era accorta.

'Come state? Bruce?' Robert si accostò, con gentilezza, al professore, sotto lo sguardo immensamente grato di sua figlia.

'Un graffio, rischi del mestiere...' commentò l'altro, per non preoccuparli, anche se il dolore era lancinante, pulsante.

'Fuori ci sono le ambulanze coi paramedici che vi aspettano' Sheila indicò la porta a vetri, da cui si intravedeva il portellone aperto del primo veicolo bianco e rosso parcheggiato davanti l'entrata.

Il cuore le si era fermato in petto, quando, dal piazzale antistante il grattacielo - dove era corsa con suo marito con la propria limousine, avvertita da Stark di quanto accadeva - aveva alzato gli occhi azzurri e scorto Brooke levarsi in aria, insieme al moro che l'accompagnava, e lanciare colpi d'incanto di immensa portata.

Vestita con un abbigliamento bizzarro, le parve misteriosa, affascinante e incantevole. Non perché fosse sua figlia, era un parere obbiettivo. Il potere, in lei si era accresciuto e modificato; era diversa, profondamente. Forte, impavida, una guerriera...le fece quasi paura.

Stava bene e, a differenza delle altre volte in cui aveva utilizzato le proprie capacità, non era stanca o provata, non aveva alcun sanguinamento dal naso o dalle orecchie.

Il ferito era Banner, e, evidentemente, le lezioni con lui, di qualsiasi natura fossero, erano servite.

Seguì il gruppo verso l'ambulanza, al cui seggiolino interno due giovani paramedici fecero sedere Bruce. La lesione, già pulita sulla terrazza, fu suturata e fasciata, previa somministrazione di un anestetico locale e successiva iniezione di antidolorifico, con Brooke che, in piedi, immobile, fissava il lavoro degli addetti, torturandosi il ciondolo a forma di pentacolo che portava al collo.

Le mise una mano sulla schiena, sopra lo spolverino, e, in un attimo, sua figlia le si strinse, in maniera tenerissima, come quando era bambina, scoppiando in un pianto liberatorio. Le carezzò i capelli, provando a consolarla. Le lacrime derivavano dal timore di perdere il suo ragazzo, le parve chiaro...beh, ragazzo, più o meno, aveva un anno in più di suo marito 'Si rimetterà, stai tranquilla' tentò di farla ragionare.

'Little Witch, su, ha ragione tua mamma. E' il mostro verde, ha sconfitto Thanos, ed anche me quando venni nel 2012...ha un curriculum di rispetto, per tutti gli Dei!' Loki fece una battuta, presentandosi ai coniugi Brown, educatamente, osservando gli Avengers che sopraggiungevano, suo fratello compreso, per accertarsi delle condizioni del collega.

'Sono abile...' Banner non fece in tempo a scendere dall'ambulanza, che la bruna gli gettò le braccia al collo, con attenzione, evitando di sfiorare il punto dolente 'in pessime condizioni, come sempre...una sorta di barbone perenne, scusatemi...' abbassò il viso, sui pantaloni inesistenti; accidenti, pensò, è la seconda volta che i miei quasi suoceri mi vedono post trasformazione...la solita sfortuna.

'Per quello posso aiutarti...l'ho presa al volo uscendo di casa...è dei Chicago Bulls, però, spero non ti dispiaccia, sono un loro fan accanito' Robert gli passò, aiutandolo a indossarla, una felpa grigia scura con cappuccio e zip sul davanti, con un'applicazione gommata in rilievo di un toro dal muso rosso e dalle corna bianche sulla schiena.

Aveva avuto un'intenzione carina, sua figlia se ne rallegrò 'Grazie, papà, non è un problema. Bruce non segue granché lo sport'.

'Piuttosto, non credo tu possa guidare. Lasci qui il Maggiolino e lo veniamo a prendere domani?' propose Natasha; erano piuttosto stanchi, era meglio organizzarsi con calma.

'Ci penso io, genio! Torna a casa con loro e vi seguo con la tua auto... ehm... d'epoca, ha un grande fascino...è vintage come me' Loki si offrì, segnalando la limousine scura che, con l'autista in divisa al volante, attendeva i genitori della sua nuova amica.

'Ah...tu hai la patente?' bofonchiò Thor, urtato più da quella notizia che dal fastidio della lesione alla spalla.

'Certo...non dirmelo, ti hanno bocciato ancora' il moro sghignazzò 'sei una causa persa...'.

'Non ne ho bisogno, in fondo; la tua è gretta invidia' arrabbiato, Point Break alzò il braccio sano, volando via col suo martello argentato.

'Efficace, come uscita di scena, e lui è un maestro in questo...le chiavi?' il fratello si rivolse al professore, che le recuperò nella tasca dei pantaloni e gliele passò, entrando nella lussuosa vettura dei Brown, pochi secondi dopo il commiato dai Vendicatori, che si appropinquarono verso le proprie abitazioni, riaccompagnati dal Capitano, con la sua jeep.

'Tenete' Sheila servì Banner e la figlia di un bicchiere d'acqua minerale, versato da una bottiglietta del frigobar della limousine.

'Vi va di raccontarci cos'è accaduto?' li interpellò Robert, curioso, dato l'indirizzo di Washington Heights allo chauffeur 'abbiamo tempo, il traffico intorno alla zona dell'Empire State Building è congestionato, per le chiusure imposte dalle forze dell'ordine su suggerimento di Stark, e ci vorrà parecchio per arrivare'.

Brooke si irrigidì, alla richiesta, avvertendo il calore della mano di Bruce sul ginocchio, un sollievo immediato.

Lui rispose al suo posto, venendole in appoggio; non poteva esimersi, i Brown avevano assistito alla performance della bruna e volevano sapere. Iniziò la narrazione, dall'arrivo di Loki, non dimenticando di spiegare delle premonizioni, e ogni dettaglio che ritenne utile, terminando 'così ora per tutti Brooke è Little Witch...era un gioco fra noi...ed invece, secondo il nostro amico asgardiano, è una strega bianca e le sue capacità non derivano dall'utilizzo del farmaco contro la distrofia muscolare, sono innate...'.

Suo padre emise un sospiro, con un misto di sollievo e preoccupazione 'Mi sono sempre incolpato...avevo trovato il modo di salvarti, condannandoti al peso di un potere che non era un dono, a mio avviso...la magia, la stregoneria, la preveggenza...non sono la mia materia...vivo di scienza, di biologia'.

'Loki è uno stregone nero? Da temere?' sua madre lo aveva inquadrato poco.

'Non esercita la magia...quotidianamente...credo potrà insegnarmi a gestire le mie abilità, anche a scoprirle' Brooke, serena, espresse una propria speranza. Poi li fissò, alternativamente, molto seria 'Mamma, papà...starò a casa di Bruce...'.

'Lo immaginavamo, vista la ferita che ha riportato' Sheila ebbe un brivido, non si trattava di quello.

'Intendo stasera e per le sere a venire. Abbiamo deciso di vivere insieme, se per voi non è un problema...' avrebbe omesso le ultime sette parole ma volle indorare la pillola, erano sbiancati.

'No...no...certo...' Robert balbettò, in preda al panico, stringendosi nell'impermeabile...fuori dal finestrino scendeva una leggera pioggia, che saturava l'aria di umidità. Che potevano dirle? Potevano opporsi? A Little Witch?

'Ci vedremo spessissimo, non perderemo i contatti. Se non vi spiace, continuerei a venire da voi per scolpire e terrei lì le mie cose. Bruce ha l'appartamento pieno di libri...zeppo come un uovo...potrò portarmi il minimo indispensabile' rise, alzando il viso verso di lui, con gli occhi brillanti di una felicità assoluta.

Sua madre pensò che non fosse stati mai tanto bella, come in quel momento; le salì un brivido, e pure una lacrima, che ricacciò indietro, con il suo solito savoir faire.

'Siamo contenti per voi...dico sul serio' le uscì di bocca, spontaneamente: era la verità, ciò che provava nel vederli insieme, rassicurata all'idea che Banner fosse l'unico, nella sua testa, a poter agevolare la convivenza della propria figlia con ciò che era o sarebbe diventata...Sempre di convivenza si trattava, in fin dei conti.

'Siamo arrivati...' il professore segnalò il proprio portone, all'accostarsi della limousine verso il marciapiede. Scendendo, vide Loki che posteggiava il Maggiolino e gli si avvicinava, con la mano destra tesa davanti a sé.

'Mi dileguo...mai veloce come mio fratello col martello, anzi, per favore, salutatelo da parte mia' indicò la fermata della Metropolitana alle proprie spalle, restituendo le chiavi della macchina al suo proprietario 'da lì prendo il treno per l'aeroporto, e il primo volo per la Norvegia'.

'Pensavo ti saresti trattenuto qualche settimana, per farmi da mentore, per...' la bruna non se lo aspettava, e rimase spiazzata. Si stava affezionando allo stregone nero, la sua spalla nel combattimento odierno...e già la lasciava...perché?

'La vita di molti ha un unico filo conduttore, l'estremo egoismo; tu, invece, hai un grande cuore, Little Witch...ed anche il tuo fidanzato verde...per cui non hai bisogno di me, casomai il contrario...' le bisbigliò, inquieto e in difficoltà, con i coniugi Brown che assistevano al breve scambio di battute, senza intromettersi, sotto la pioggerellina newyorkese.

'Loki ha la sua famiglia da cui tornare; ci rivedremo presto, ne sono sicuro' Bruce afferrò la destra dell'asgardiano, e spostò Brooke leggermente in avanti, confidando lo salutasse con serenità.

'Mi mancherai...' la ragazza lo fissò negli smeraldi, ritrovandosi fra le sue braccia, in una stretta amichevole e affettuosa.

'Pure tu...addio, preziosa Little Witch' un bacino fraterno sulla fronte, un segno di congedo ai suoi genitori, Loki si dileguò, più lesto di come si era presentato.

'Uno strano giovane...' commentò Robert e si accostò a Sheila, che, paralizzata, di tre quarti, seguiva la discesa del moro nelle scale della Metropolitana; la maschera di dolore che il principe asgardiano portava nel volto le evocò un oscuro presagio, pur non possedendo alcuna dote di preveggenza.

'Se aveste necessità di qualsiasi cosa, per favore, non esitate a chiamarci' suo padre li spronò, ritirandosi verso la limousine, con la sua signora.

'I tuoi genitori sono stati molto gentili, non me lo aspettavo...' Banner commentò, appena nell'appartamento, per sviare l'interesse mentale di Brooke dalla dipartita di Loki.

Cosa che non gli fu possibile, giacché lei, nel riflesso della propria immagine nel grande specchio dell'ingresso, notò la tracolla color brandy dell'amico, da cui si era sentita quasi tradita, che ancora portava.

'Mi ha mollato il Cubo!' si lamentò, levandoselo da dosso e aprendo il gancio metallico, per estrarre il Tesseract...una luce blu si diffuse nel salone, irradiandolo.

'Perché riteneva che fossi una custode migliore di lui e che ne avresti fatto buon uso' spiegò il professore, convinto.

La Brown provvide a rimetterlo nella borsa, osservando il tavolino del soggiorno...erano andati via dall'appartamento in fretta e furia, al mattino, e non se ne era accorta, in precedenza; in bella vista, erano rimaste le due candele nere, i bastoncini d'incenso e l'olio di oppio, serviti per l'evocazione di Kratos. Non le parve né una dimenticanza né un caso.

'Ti ha lasciato gli strumenti di lavoro, piccola strega' Bruce sogghignò, divertito dalla sua espressione stralunata, tirando giù la zip della felpa dei Chicago Bulls. Seppe come distrarla 'I paramedici mi hanno ammonito a non bagnare i punti di sutura, ma avrei bisogno di una doccia, puzzo come una capretta...ti va di aiutarmi?'.

'Sì...io...scusa' la bruna realizzò che si era disinteressata di come stesse, presa, egoisticamente, da arzigogoli inutili 'sarà un vero piacere...' gli sorrise, andando con lui verso la stanza padronale, facendolo sedere al bordo del letto disfatto e iniziando a spogliarsi.

Il reggiseno a triangolo in pizzo e cotone color rosa chiaro, che indossava sotto le due canottiere, e il perizoma abbinato volarono via, con una mossa volutamente sensuale.

Gli sfilò i calzoni ridotti a brandelli e gli slip nelle stesse condizioni, furbetta 'Hulk...uguale: aumento globale delle dimensioni del tuo corpo...dovrei lasciarti e mettermi con lui'.

Sentì uno schiaffetto sulla natica destra 'Ti laverò la bocca col sapone, la prossima volta che ti esprimerai così' la rimproverò.

'Uhm...davvero?' scese verso il suo viso, piegando la schiena, e con la mano afferrò i riccioli scuri per fargli sollevare la testa verso di sé. Il respiro mozzato, avvicinò la bocca alla sua, e con la punta della lingua ne delineò il perimetro.

La lingua maschile iniziò ad avvilupparsi alla propria, in un vortice di sensi. Se ne staccò, impertinente 'Banner...ti piace più il sapore dei miei baci o quello del sapone? E' questione di scelte...'.

'Mi arrendo...' l'uomo si alzò, senza nascondere l'evidente desiderio che il loro contatto gli aveva provocato, in direzione del box doccia, dove entrarono insieme.

La Brown, raccolti i capelli sulla nuca con un elastico morbido, aprì il rubinetto, tenendo in una mano il doccino e, nell'altra, una spugna gialla colma di bagnoschiuma che avrebbe utilizzato per detergere il professore, in attesa della giusta temperatura dell'acqua 'Tieni il braccio in alto, del resto mi occupo io'.

Bruce obbedì, godendo del liquido tiepido addosso e del successivo massaggio. Con movimenti circolari, come un ragioniere svizzero, la ragazza non tralasciò un centimetro di pelle. La fragranza agrumata del bagnoschiuma ed il calore dell'acqua avevano generato, nell'ambiente, una leggera nuvola di vapore, traportandoli, idealmente, in un luogo rilassante e luminoso.

All'ennesima sollecitazione di Brooke sull'inguine, il professore, fomentato, non trattenne un gemito e una battuta 'Lo fai di proposito, sei cattiva...'.

'No...sono una strega bianca...dimmi la verità, ti sei messo con una giovane come me perché diventassi la tua badante? Non ci contare...' lo provocò, assistendo alla sua reazione inaspettata.

Con una mossa fulminea, chiuso il rubinetto, le strappò la spugna piena di schiuma e la rivoltò di spalle, cominciando a passargliela sotto il collo 'E' il mio turno, badante...Brooke...amore mio...mi fai impazzire' confessò, continuando a torturarla col piacevole supplizio, utilizzando solo la mano sinistra, fino alla completa pulizia del suo corpo statuario che idolatrava, con la stanza da bagno riempita di gridolini femminili, la melodia più dolce e celestiale mai ascoltata dalle proprie orecchie.

L'acqua aveva lavato via il sudore e l'adrenalina, di cui si erano negativamente caricati. La bruna, sciacquatasi, uscì per prima dalla doccia, infilando l'accappatoio color avorio che il premuroso professore aveva in precedenza acquistato per lei, per farla sentire a proprio agio quando si tratteneva a casa sua, in uno dei gesti gentili che lo caratterizzavano 'Avevo guardato avanti, comprandotelo...'.

'Vero...era una previsione piuttosto facile, non posso starti lontana nemmeno un secondo...' lei, con una confessione romantica, prese quello marrone maschile e lo tenne aperto per aiutare Bruce a indossarlo, facendo attenzione al suo braccio destro 'Sei a posto. Come ti senti?'.

'Userò le parole che mi dicesti a Lagos, sul jet. Sto bene perché ci sei tu' fu sincero, tirandole via l'elastico e sciogliendole i capelli. Ne sfiorò il contorno, lentamente, sagomandole le guance ed il mento 'Little Witch...ti amo...' subito il sapore della bocca di Brooke si fece strada, prepotente, sulle sue labbra e nella sua anima.

'Anche io. Tanto...tantissimo...' controbatté, percependo l'abituale tensione fisica generata dalla reciproche effusioni, a cui non riusciva mai a resistere 'Mi tieni stretta stretta?' domandò, candida e provocante, udendolo annuire, con un alito di parole leziose che apprezzò 'Rimarrai abbracciata a me per il resto della vita, signorina Brown, preparati!'.

Con calma, tornarono, mano nella mano, verso la camera, e tirate giù le tapparelle, si infilarono sotto le lenzuola.

Il corpo caldo e ammaliante della bruna, profumato all'essenza di mandarino cinese e di bergamotto del bagnoschiuma, si unì a quello del suo compagno, in un'alchimia perfetta fra attrazione e seduzione, che gli fece scordare, repentinamente, la presenza della fasciatura, per dedicarsi insieme al loro gioco passionale preferito: amarsi!

***

N.d.a.

Brooke ha mostrato il suo immenso potere. E' Little Witch davvero, con ciò che ne conseguirà...

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