3 - La Gringott

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«Allora, come sto?» chiese Hermione a Harry e Malfoy.

«Spaventosa» risposero all'unisono.

«Beh, allora funziona» rise.

«Ripassiamo il piano. Potter tu sarai sotto al mantello con Unci-Unci. Granger tu devi essere credibile: fredda, scontrosa e paurosa. Quanto a me io devo essere solo perfetto, ma per me non è un problema dato che lo sono sempre» fece il punto della situazione Malfoy con aria da sbruffone.

«Sì, va bene Malfoy. Scendi dall'ippogrifo e torna alla nostra altezza. Siamo pronti?».

In un attimo si smaterializzarono vicino alla Gringott. Con calma si avvicinarono all'ingresso della banca e attraversarono il corridoio con fare quasi teatrale.

Hermione si schiarì la voce, cercando di farla somigliare il più possibile a quella di Bellatrix Lestrange.

«Io e mio nipote vogliamo accedere alla mia camera blindata. Subito».

«Signora Lestrange, come lei sa dobbiamo chiederle la bacchetta».

«Si certo, ma fate veloce. Al Signore Oscuro non piace aspettare».

Il goblin si ritirò nel retro e Malfoy si avvicinò ad Hermione in maniera quasi impercettibile, bisbigliandole all'orecchio.

«Bravissima Granger, se non ti avessi visto trasformare potrei pensare di essere realmente accanto a mia zia».

All'udire quella voce, dei brividi percossero la schiena di Hermione.

«Signora Lestrange? Siamo costretti a chiederle di attendere un attimo».

La guardia cercò di avvicinarsi agli intrusi ed Harry, ancora sotto al mantello con Unci-Unci, avvisò Draco: erano stati avvisati.

«Quale parte non avete capito? Al Signore Oscuro non piace aspettare e io sono qui per conto suo. Devo assolutamente entrare» ritentò Hermione.

Granger è inutile. Ci hanno scoperti. Dobbiamo procedere diversamente.

Un dolore lancinante la colpì alla testa nel momento in cui la voce del ragazzo iniziò a parlarle tramite legilimanzia e sparì alla stessa velocità appena lui si zittì.

Neanche il tempo di riprendersi da quella strana esperienza che un movimento d'aria, fece cambiare idea al goblin davanti a loro. Harry aveva usato la maledizione Imperius.

Una volta saliti sui binari, iniziarono il percorso verso la camera blindata di Bellatrix Lestrange. Solo una cosa gli era sfuggita: la cascata del ladro. Passando sotto quella cascata l'effetto della pozione polisucco si sarebbe annullato e loro sarebbero stati catapultati fuori dal carrello in pochissimi secondi. E infatti, nel giro di pochi minuti la cascata li colpì in pieno, una sirena iniziò a suonare e il carrello si spostò in modo tale da farli cadere. Draco fortunatamente prese agilmente la bacchetta e riuscì ad attutire una caduta.

«Arresto Momentum» tutti si fermarono a pochi centimetri dal pavimento.

«Hai dimenticato un piccolo particolare a quanto pare Malfoy» disse Hermione furente.

«Sai Granger, non sono mai entrato con altre sembianze e senza permesso. Quindi per me era solo una normale cascata».

Una volta riusciti a entrare nella camera blindata, vennero sommersi da cianfrusaglie d'oro e d'argento che Bellatrix accumulava negli anni in maniera compulsiva.

«Allora, hai idea di dove sia?».

«Si, è precisamente davanti a noi, proprio là in alto, ma state attenti a non toccare niente perché...».

Harry col suo tempismo si fiondò verso la coppa toccando tutto ciò che gli capitò a tiro. Gli oggetti iniziarono a moltiplicarsi e a contatto con la pelle bruciavano.

«Ma che sta succedendo?» urlò Harry cercando ancora di avvicinarsi alla coppa.

«Se mi avessi fatto finire di parlare ti avrei detto che la camera è protetta da due incantesimi...».

Hermione lo interruppe «Geminio e Flagrante».

«Esattamente. Muoviamoci, le bruciature iniziano a farmi particolarmente male».

«Accio Coppa».

«Certo, Granger. Menomale che sei la strega più brillante della tua età» la rimproverò.

«Almeno io ci provo Malfoy! Tu cosa stai facendo, oltre guardare il vuoto mentre veniamo sepolti vivi?».

«E smettetela voi due, vi sembra il momento? Sembrate due piccioncini che litigano» si lamentò Harry. In quell'esatto momento, con la punta della spada di Grifondoro riuscì a prendere la coppa.

Una volta presa la coppa, cercarono di avvicinarsi subito all'uscita, ma trovarono la strada sbarrata da Unci-Unci.

«Datemi la spada, vi ho detto che vi avrei fatto entrare ma non ho detto nulla riguardo all'uscita» disse con sorriso sbeffardo.

«Tu, lurido...» Malfoy gli lanciò una fattura e così riuscirono ad uscire dalla porta. Unci-Unci, nonostante tutto, riuscì a fuggire.

«Come facciamo adesso?».

«Usiamo il drago» disse Hermione lanciandosi sul dorso del drago. Malfoy la seguì subito dopo, insieme ad Harry.

«Reducto!» pronunciò puntando la bacchetta sulla catena. Il drago si alzò con non poche difficoltà, fino a quando non uscirono dal tetto.

Dopo una lunga tratta in volo, i tre si lasciarono andare nelle acque di un lago, vicino alla terraferma.

«Perfetto. Adesso abbiamo l'horcrux ma non abbiamo come distruggerlo» disse Hermione.

«C'è solo un posto dove possiamo trovare del veleno di basilisco, e anche il prossimo horcrux è lì, l'ho visto» disse Harry

«Hogwarts» bisbigliò Malfoy.

Giunti in un luogo adatto per accamparsi, Hermione tirò fuori la tenda dalla borse.

«Salvio Hexia, Muffliato, Protego Totalum, Repello Babbanum, Repello Inimicum, Fianto Duri».

«Granger, direi che così può bastare».

«Non si è mai abbastanza prudenti con i ghermidori Malfoy. Devo mettermi in contatto con Ron. Deve venire con noi».

«Se pensi che Weasley sia così necessario lo contatto io. Anche se per me è più fastidioso di un bolide incantato» disse acidamente Malfoy.

«Che ti piaccia o no, siamo una squadra e Ron ne fa parte».

«Certo Granger. Ora passami quella maglietta e fammi vestire, così poi provo a contattare mia madre».

Solo in quel momento Hermione si rese conto di avere di fronte Messer Draco Malfoy a torso nudo. Si girò d'istinto, prese la maglietta e gliela passò. Il suo sguardo si soffermò ancora una volta sul corpo del ragazzo. Il marchio nero scuro e distinto su quella pelle così chiara. Una cicatrice orribile che rovinava un corpo stupendo. Un corpo stupendo che sfortunatamente apparteneva al ragazzo più viziato e presuntuoso di tutta Hogwarts.

Granger, se Potter sentisse i tuoi pensieri smetterebbe di parlarti.

Hermione udì di nuovo quella voce nella sua testa. Alzò lo sguardo verso Malfoy che sorrideva divertito e compiaciuto.

«Nessuno ti ha insegnato che non è buona educazione ascoltare i pensieri della gente senza permesso? Non dovresti metterti in contatto con tua madre?».

«Di che pensieri stai parlando Hermione?» chiese Harry confuso.

Hermione cercò di inventare una scusa, d'altronde come avrebbe potuto dire al suo migliore amico che stava guardando attentamente Draco Malfoy a torso nudo?

«Niente di importante. Stavo pensando a Ron» inventò.

Ottima scusa, Granger, ma non paragonarmi più a Lenticchia o potrei offendermi.

Hermione, gli gettò un'occhiataccia e lo lasciò perdere. Lui nel frattempo contattò la madre. Ron li avrebbe raggiunti appena possibile.

«Ehi Hermione. Come farà Ron a trovarci?» chiese Harry

«Malfoy lo sta avvisando. Arriverà domani mattina. Quando partirà, la signora Malfoy ci avviserà e noi ci faremo trovare pronti per partire».

«Sbaglio o tra te e Malfoy c'è complicità? Sembrate complici da anni».

«Si Harry, collaboriamo perché dobbiamo. Niente di più» rispose secca, ma lui non sembrava del tutto convinto delle sue parole.

«Dovremmo fare dei turni. Per stare di guardia. Inizio io, non ho per niente sonno» e dopo aver dato la buonanotte, uscì dalla tenda.

«Allora Granger, vuoi vedere ancora un po' di addominali?» disse con un ghigno.

«No, grazie Malfoy sto bene anche senza».

Si avvicinò a me lentamente e a petto nudo, così tanto da farle perdere un battito. Non avrebbe mai pensato che Malfoy potesse farle un simile effetto le sfiorò i capelli e la guardò dritta negli occhi.

«Non mentirmi Granger. Riesco a sentire ciò che pensi» le sussurò all'orecchio.

Lei si allontanò immediatamente e si mise a dormire nel letto.

«Buonanotte Granger. Non mi guardare di nascosto mentre dormo. So che sono irresistibile ma almeno prova a resistermi».

«Buonanotte Draco».

«Siamo a due, Granger, è la seconda volta che mi chiami per nome. Non ti starai prendendo troppe confidenze?».

Dopo aver capito a cosa si riferisse, Hermione provò la voglia di seppellire la testa sottoterra come uno struzzo. Lo aveva chiamato per nome in spiaggia, quando lo stava difendendo da Ron, e in quel momento. Si ripromise che non sarebbe accaduto più e che sarebbe stata più attenta, ma non sapeva ciò che le aspettava.

Fece finta di non sentire quella frase e chiuse gli occhi, cercando di prendere sonno. Un sonno che non arrivò facilmente. Due occhi continuavano a tormentare i suoi pensieri: due occhi del colore del ghiaccio che la scrutavano con attenzione. Non riuscì a capire quando i pensieri si trasformarono in sogni perché avevano lo stesso soggetto. Draco Malfoy, accanto a lei in quel letto, che la guardava e la baciava. Le sue labbra erano morbide e profumavano di menta. Fu un bacio strano, passionale, disperato. Come se entrambi in quel momento avessero bisogno di qualcuno al loro fianco, qualcuno che percepisse il loro dolore, che lo condividesse.

Una risata riecheggiò nella tenta, non una risata crudele, ma una risata dolce, spensierata. Una risata vera che la fece risvegliare dal suo assurdo sogno. La risata di Draco Malfoy.

«Sai Granger, magari è il caso di provarci davvero. Sembrava un bel sogno» disse ghignando.

«Saresti pregato di lasciarmi un po' di privacy almeno miei sogni se non ti dispiace o forse sarebbe il caso di dire nei miei incubi, visto il soggetto».

Presa da un raptus di rabbia, gli lanciò uno Stupeficium che lo fece balzare dall'altro lato della tenza.

«Ehi, non conosci il motto di Hogwarts? Draco dormiens nunquam titillandus. Non stuzzicare il drago che dorme. Meglio se vai a dormire».

«Se solo tu non mi spiassi i sogni, sarebbe più facile dormire. Buonanotte» e con rabbia si nascose sotto le coperte, crollando in un sogno profondo e, forse, privo di incubi.

«Che miseriaccia state combinando voi due? Per la barba di Merlino, Hermione ti lascio da sola un giorno con questo verme e impazzisci?» Ron entrò in tenda e ciò che vide non gli fece per niente piacere, tanto che svegliò Hermione urlando bruscamente.

Ancora assonnata, lei non riusciva a capire perché Ron l'avesse svegliata in così malo modo. Quando provò a sollevarsi dal letto, per capire cosa stesse accadendo, notò che qualcosa le impediva di muoversi.

Quando riuscì a mettere a fuoco vide un ciuffo di capelli biondi appoggiato sulla sua spalla e Draco Malfoy a petto nudo sul suo letto abbracciato a lei. Anche Malfoy, disturbato dalle urla di Ron, iniziò a sfregarsi gli occhi e restò spiazzato quando vide Hermione accanto a lui. Si alzò di corsa, leggermente imbarazzato.

«Che c'è Weasley?» chiese acido cercando di restare nel personaggio nonostante il momento imbarazzante.

«Che c'è? Che c'è? Dovreste essere voi a spiegarmi che diamine avete fatto in quel letto abbracciati! Cosa le hai fatto lurido mangiamorte?».

I muscoli di Malfoy irrigidirono, dal primo all'ultimo. Odiava essere chiamato così. Cercò la bacchetta, ma appena Hermione si accorse della situazione si mise in mezzo ai due.

«Ronald, come ti permetti? Partendo dal presupposto che la mia vita privata non ti riguarda, non ti puoi permettere di rivolgerti a noi così. Non ti è chiaro cosa possono fare certe etichette?» disse alzando la manica della maglia e mostrandogli la cicatrice. Subito dopo indicò il braccio di Malfoy col marchio nero «Siamo tutti e due marchiati a vita, per qualcosa che non abbiamo scelto noi. Ti sembra che io potessi scegliere di essere mezzosangue, o che Draco abbia avuto scelta quando Tu-Sai-Chi gli ha fatto quello?».

Entrambi rimasero a fissarla, uno con gli occhi pieni di rabbia e l'altro con immensa gratitudine. Ron con gli occhi iniettati di sangue stava per rincarare la dose, quando però accade l'impensabile: Malfoy tirò Hermione per un polso e la baciò davanti a Ron.

Il bacio fu esattamente come aveva sognato la notte stessa: strano, passionale, disperato e il profumo di menta aleggiava nell'aria. Draco si allontanò dopo poco.

«Siamo a tre, Granger» ma non fece in tempo a finire la frase che si ritrovarono entrambi con la schiena contro la parete della tenda, sbalzati via da uno schiantesimo di Ron.

Harry, ancora fuori, non appena sentì quella confusione entrò nella tenda.

«Ron, che diavolo hai fatto?».

«Io Harry, io? Chiedilo a loro cosa hanno fatto! Hanno dormito insieme e poi per completare il dolce quadretto si sono baciati, davanti a me! Harry, miseriaccia, lei lo chiama per nome» disse uscendo dalla testa, sbattendo i piedi per terra come un bambino.

Harry osservò i due, senza sapere bene cosa fare: chiedere spiegazioni?

«Non devo spiegare niente a nessuno Harry. Sono una strega adulta e faccio quello che voglio, con chi voglio» disse decisa.

«Lo vado a cercare...» rispose, ancora più confuso, uscendo dalla tenda.

«Che ci facevi nel mio letto?».

«Non lo so. Suppongo che abbia sentito il bisogno di stare vicino a qualcuno, magari ho avuto un incubo, magari semplicemente mi sentivo solo. Non lo so, non ricordo di essermi alzato dal letto, è successo tutto mentre dormivo».

Si guardarono negli occhi ancora per qualche minuto prima di iniziare i preparativi per Hogwarts. Entrambi però non riuscivano a togliersi dalla mente quel bacio che tanto li aveva sconvolti.

Benvenuti nel terzo capitolo! 

La trama sta iniziando a infittirsi e a distaccarsi dall'originale. Draco è sempre più presente e inizia a infiltrarsi nella mente di Hermione, nel vero senso della parola.

Ron, che come sempre non ha niente di meglio da fare, si ingeloscisce e si arrabbia come un bambino. La domanda però è, come andrà avanti questo triangolo?

Fatemi sapere le vostre supposizioni!

A presto!

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