LONESOME WOLF

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LONESOME WOLF

"I'm not looking for redemption nor some shallow kind of bliss, lay me down and kiss me deeply, show me everything I miss."

(Gang of youths - The heart is a muscle)

*

Novembre, 2017

*

A JAMES PIACEVANO i giovedì sera del Nelson: di certo i pochi avventori non gli facevano fare cassa quanto gli studenti universitari del sabato, ma l'atmosfera del suo pub era fumosa e rilassata - un ultimo toccasana prima dell'allegria rumorosa di ogni fine settimana.

Aveva appena finito di servire un bicchiere di bourbon a un silenzioso uomo sulla cinquantina, godendosi per una volta la voce di Mark Knopfler a un volume umano, quasi soffuso, quando la porta principale si aprì all'improvviso, e una folata d'aria fredda accompagnata da una risata divertita si fece strada all'interno del locale.

La ragazza bionda si guardò in giro, tenendo aperta la porta per far entrare rapidamente due amiche infreddolite. Quando sbottonò il colletto della giacca, tirando un po' giù la cerniera, aveva ancora il sorriso sulle labbra.

"E' una vita che non vengo qui!" la sentì dire. Sembrava entusiasta. "E'... wow!"

James abbassò il capo, nascondendo un accenno di sorriso divertito nel boccale che stava finendo di sciacquare.

Rialzò la testa giusto in tempo per vedere una delle altre due, una ragazza minuta dai lunghi capelli scuri, prendere la bionda sottobraccio. "E' una vita che non esci, vorrai dire," le fece notare ridacchiando.

Biondina non diede segno di essersela presa, unendosi alla risata delle altre due; la terza - una rossa, una mora, una bionda - le circondò le spalle con il braccio, conducendola verso uno dei tavoli vuoti in fondo alla sala.

Quando superarono il bancone, James la osservò passarsi una mano tra i lunghi capelli color grano, il viso appena rivolto verso l'alto per cogliere ogni dettaglio del locale. Aveva le guance arrossate dal freddo e le labbra dischiuse, quel sorriso allegro ma ancora un po' incredulo a scaldarle il profilo.

Wow, davvero.

*

"In a screaming ring of faces I seen her standing in the light
She had a ticket for the races just like me she was a victim of the night
I put a hand upon the lever said let it rock and let it roll
I had the one arm bandit fever there was an arrow through my heart and my soul"

(Dire Straits - Tunnel of love)

*

Due ore dopo, James non aveva ancora servito biondina di persona.

L'aveva osservata di sfuggita, quando i tempi morti tra una ordinazione e l'altra e le chiacchiere da pub glielo avevano permesso - biondina beveva come un lupo. E beveva birra, di quella buona.

Mora e rossa avevano fatto a turno per recuperare cibo e bevande al bancone; lei non si era ancora alzata dalla sedia, e lui si era ritrovato silenziosamente a sperare che quelle dannate amiche fossero meno premurose.

Sospirò, recuperando il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e sporgendosi verso Nick in cucina. Di Jake neanche l'ombra, e da quanto ormai? Scacciò quel pensiero.

"Esco un attimo a fumare."

Fece a Nick un cenno con il mento, a cui il cuoco rispose con un mezzo grugnito. Devo davvero trovarmi una cameriera. Afferrò la camicia di flanella e uscì sul retro, la Marlboro già tra le labbra.

Fumò in due nocivissime boccate, la rabbia ancora sotto la pelle al pensiero di Jake. Quando rientrò, di Nick al bancone non c'era traccia. Fortunatamente, oltre il legno scuro c'era soltanto un cliente, e non sembrava particolarmente preoccupato dall'attesa.

James osservò biondina con un mezzo sorriso, sentendo istintivamente il fastidio scemare: lei canticchiava sulle note di You shook me all night long, tamburellando le dita sulla superficie laccata, lo sguardo rapito dalla fila di whiskey sul ripiano più alto oltre il bancone.

Si tolse con calma la camicia di flanella, recuperando dal lavello un panno e un boccale ancora da asciugare. Era molto carina, così, completamente assorbita dalla conta dei suoi superalcolici, ma il dovere chiamava.

"Cosa posso servirti?" chiese.

Inarcò un sopracciglio quando quei grandi occhi azzurri scivolarono su di lui, osservandola divertito ma soddisfatto schiudere le labbra. Biondina aveva le guance arrossate per l'alcol, non c'erano dubbi, ma forse ora anche un po' per il modo in cui lui la stava guardando.

"Vedi qualcosa che ti piace, tesoro?" aggiunse, senza riuscire a trattenersi. Lei aveva gli occhi più luminosi e vivaci su cui avesse mai posato lo sguardo.

Continuò ad asciugare il boccale, sorridendo benevolo all'espressione di lei - un cervo davanti ai fanali di un'automobile e un bambino con le dita nella marmellata, tutto insieme.

"Mi dispiace," si scusò educatamente.

James osservò la spallina del top nero scivolarle sul braccio quando biondina si mosse appena in avanti sul bancone, rifiutandosi di seguire la linea improvvisamente più esposta della sua scollatura.

"... è che sei davvero molto bello," proseguì con aria saputa, come se stesse dicendo un'ovvietà.

Aveva un'inflessione pronunciata, forse calcata dall'alcol, un accento che aveva già sentito ma che gli rimase sulla punta della lingua. Sollevò nuovamente un sopracciglio, cercando di non ridacchiare. Risistemò il boccale sul ripiano, sorridendo. "Sei molto bella anche tu," le fece notare gentilmente.

Biondina inclinò appena la testa, schivando per un istante il suo sguardo. Vide il rossore allargarsi sulle guance di lei malgrado la luce aranciata delle lampade al neon.

"Grazie."

"... Ma anche molto ubriaca," proseguì benevolo. Avrebbe preferito un'uscita meno paternalistica, ma c'era poco da fare - deformazione professionale.

James la notò mordersi appena il labbro, e decise forzatamente di non concentrarsi neppure su quello. Dannazione, biondina, avrebbe voluto dirle, sei una minaccia per il mio autocontrollo. Ripose al suo posto anche il nuovo boccale, sistemandosi davanti a lei con un mezzo sorriso. "Vuoi un bicchiere d'acqua e limone? Un caffè?"

Biondina non si ritrasse: aveva addosso l'odore del suo locale, e i capelli biondi le scivolavano sciolti sulle spalle fino al legno. Con i gomiti appoggiati così sul bancone e il busto proteso in avanti, James riusciva quasi a sentire il calore della sua pelle.

"Voglio una Galway Hooker," proclamò all'improvviso con uno sbuffo deciso, scatenando nuovamente la sua ilarità. La osservò frugarsi nelle tasche dei pantaloni e spingere verso di lui un paio di banconote. "Per favore," aggiunse dolcemente.

La birra e l'inflessione così morbida di quel per favore accesero una lampadina nella testa di James - Irlanda, oh, Irlanda. Ancora, si costrinse ad ignorare l'effetto caldo e piacevole che la voce delicata di quella ragazza stava avendo su di lui.

Si voltò, frugando nel frigo alla ricerca della bottiglia che lei aveva chiesto. Quando le sistemò il bicchiere davanti, iniziando a versare lentamente la birra, un sorriso appena accennato gli piegò le labbra, e le parole gli sfuggirono dalla bocca prima di ricordarsi quanto fosse poco professionale flirtare con una cliente ubriaca.

"Una ragazza di Galway, mh?" chiese, sornione.

Biondina inclinò appena la testa, spostando quei suoi occhi azzurri così limpidi dal proprio bicchiere al suo viso. "Perché?" domandò con leggerezza, sporgendosi appena un altro po' in avanti, "Tu bevi solo Gordon?"

Colpito e affondato, ragazza di Galway, considerò. Si prese qualche secondo soltanto per osservarla. Era così vicina e così poco preoccupata del fatto che fossero - malgrado il bancone - l'uno nello spazio vitale dell'altra, da riuscire a vederle un taglio verticale e sottile sul labbro inferiore. Forse il freddo, forse il continuare a morderlo, come l'aveva vista fare neppure un attimo prima. Qualsiasi fosse il motivo, provò il doloroso istinto di baciarla e morderla un po' di più.

"No," si costrinse a risponderle con calma, "... ma hai un discreto accento, e la birra ha fatto il resto."

La vide schiudere nuovamente le labbra, e osservò con un sorriso la realizzazione calare su di lei. "Oh. Già."

Rise alla sua improvvisa mancanza di parole, chiedendosi se quella sua cadenza così irlandese fosse meno marcata quando non fosse ubriaca. Probabilmente no, considerò con un sorriso.

Spinse appena il bicchiere pieno fino all'orlo verso di lei. "Okay, ragazza di Galway," iniziò, non potendo non notare il sorriso spontaneo che si affacciò sulle sue labbra al sentirsi chiamare in quel modo. "... promettimi che questa è l'ultima e che non vomiterai nel tragitto da qui al tuo tavolo, d'accordo?"

"Promesso."

C'era qualcosa di irrimediabile, nei suoi occhi azzurri, e il modo in cui diceva promesso sembrava c'entrare con tutto tranne che con quella dannata birra. Cosa hai fatto al mio autocontrollo, ragazza di Galway?

"E magari," riprese, guardandola alzare di nuovo lo sguardo per incrociare il suo. "... un'altra volta, quando sarai sufficientemente meno ubriaca da non rimpiangere le tue decisioni..." fece scivolare le dita sull'avambraccio di lei, la sensazione elettrica della sua pelle morbida sotto le dita.

Riportò su la spallina del top nero, ammaliato dalle sue guance arrossate, dalle sue labbra dischiuse e dalla sfumatura di piacere che le scurì gli occhi per un lungo istante - era merito suo. Oh, fanculo.

"... potrai tornare ed avere un assaggio di Scozia."

Ammiccò in modo volutamente esagerato, recuperando il controllo delle proprie azioni con un sorriso allegro. La consapevolezza di essere stato a tanto così dall'affondare una mano tra quei capelli biondi per attirarsela vicina, ancora più vicina lo lasciò piacevolmente intontito. Biondina era ubriaca, non avrebbe mai potuto dimenticarselo. Ciò non voleva dire che avrebbe dimenticato più facilmente l'istante in cui lo sguardo di lei, adombrato, si era abbassato sulla sua bocca.

La ragazza rise di gusto, e lui la seguì a ruota. "Non posso credere che tu lo abbia detto davvero!" lo rimproverò, cercando di recuperare il ritmo giusto del respiro tra le risate. Lo colpì scherzosamente sulla spalla, "Un assaggio di Scozia," provò a imitarlo, tentando di replicare la sua cadenza.

Era adorabile. "Mi dispiace, mi dispiace!" provò lui, senza riuscire a smettere di ridere.

Con lentezza, riuscirono a recuperare il controllo di loro stessi. James la osservò rifugiarsi in un lungo sorso di Galway Hooker, ancora con il sorriso sulla bocca. Quando si passò distrattamente un dito sulle labbra per leccare via la schiuma della birra, lui sentì nuovamente il desiderio irrequieto di riportarla dal suo lato del bancone.

"È stato divertente, comunque," considerò lei, ancora con quel sorriso leggero. "Hai uno stile di aggancio notevole."

James avrebbe voluto dirle che non era vero, che lui uno stile di aggancio proprio non ce l'aveva, e che quella era la prima volta che gli capitava qualcosa del genere, Cristo, ragazza di Galway, ma alla fine scelse il contrattacco più immediato. "Ti ricordo che cinque minuti fa mi guardavi come se fossi sul menù," le fece notare, inarcando un sopracciglio. "Siamo pari, non credi?"

"Credo di sì."

Biondina si voltò appena, cercando le proprie amiche con lo sguardo; James seguì la stessa direzione, incontrando ancora al tavolo i profili divertiti delle due ragazze. La ragazza rossa, con ancora i resti di un daiquiri alla fragola in mano, lo salutò entusiasta, sbracciandosi scompostamente. Rise sommessamente, realizzando quanto purtroppo fosse arrivato il momento dei saluti.

"Immagino sia ora di tornare dalle tue amiche, tesoro," disse, sorridendole quando lei si voltò di nuovo nella sua direzione.

"Oh, sì, credo anch'io..."

Il sorriso sulle labbra di James si allargò appena nel realizzare quanto il nuovo e istantaneo rossore sulle guance di lei fosse sospettosamente troppo vicino al suo 'tesoro'.

"È stato un piacere, ehm..." - biondina si interruppe, porgendo la mano non impegnata dal bicchiere di birra.

"James," le venne in aiuto immediatamente. La mano di lei era piccola e morbida nella sua stretta decisa.

"Holly," rispose. Il pollice di James scivolò delicatamente sulle dita di lei, ancora tra le sue. C'era qualcosa di così appagante nel guardarla fremere sotto il suo tocco. "... beh, sarebbe Olivia, ma tutti i miei amici mi chiamano Holly," aggiunse velocemente, quasi mangiandosi le parole. Adorabile. Lo aveva già detto?

"Holly," ripeté con dolcezza, assaggiando il sapore del suo nome sulle labbra.

Le guance ancora rosse, Holly fece un passo indietro, un cenno di saluto gentile con la mano che non teneva la sua birra. James si spostò verso il nuovo cliente appena arrivato al bancone, osservando la ragazza di Galway ritornare al suo tavolo, un sorriso e le parole di You shook me all night long ancora sulle labbra.

*

"She was the best damn woman that I've ever seen."

(AC/DC - You shook me all night long)

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