Parigi con Te

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-Sì, beh, mi sorprende che tu non abbia mai sospettato nulla...-

Lo squadro. -Che vuol dire?-

-Beh, è da Adamo ed Eva che lui, ha occhi solo per te- mi dice mentre ci avvicinamo sempre di più al ponte sulla Senna.

Lo guardo, incredibilmente, insicura.

-Vuoi dire che Michael mi ama?- gli chiedo, non del tutto certa di aver capito.

Lui mi guarda, a bocca aperta. -Beh sì... E te lo ha dichiarato anche abbastanza chiaramente- mi dice ridacchiando tra sé, sopratutto in risposta alla mia espressione shoccata. -Non ci posso credere...- continua ridendo più forte. -Tu, scettica sorellina, non gli credi...-

Mi prendeva in giro, era chiaro che lo stesse facendo. Mi sentì avvampare, imbarazzata.

-Andiamo Remi... Se credessi a tutto ciò che dice Michael...- e prima che riuscissi a finire la frase Remi, si era seduto sul prato all'inglese di quell'isola pedonale a ridere e a battere forte il pugno in terra, sguaiato. -Oh Remi, andiamo...-

-Non ci posso credere Lucy, non credi a Michael, non credi al signor "io non mento mai"- dovette calmarsi per qualche istante, ma il sorriso divertito sul suo viso era ancora lì. Ed era lì, lì, dal piangere dal ridere. -Lucy... Michael era sincero e solo Zio sa quanto lui soffra per te e quante volte abbia cercato di attirare la tua attenzione... Anzi no, chiedilo a Raf o a Eriqu... Santa la città d'argento Lucy...- si alzò per guardami bene negli occhi.

Sentì di nuovo l'angoscia crescermi nel petto. Era davvero sincero? Michael aveva trovato la forza di confessare i suoi sentimenti e io, davvero, non gli avevo creduto?

-Perché sei sempre così sorpresa?- mi chiede, questa volta, più calmo, addolcito e con una nota di amore e comprensione nella voce.

-Io non... Io pensavo che Michael avesse detto quella cosa solo per convincermi a tornare a casa, non pensavo fosse serio- dico, presa un po' dal panico.

Michael mi amava? E io lo avevo fatto soffrire...

-Vieni parliamone con calma...- mi dice piano.

Mi condusse, per un bel po' in silenzio, per Avenue George V fino al Pont de l'Alma. Fiancheggiamo la Tour Eiffel e i Champ de Mars e ci fermiamo in un piccolo bistrot, il Kozzy Bosquet che era specializzato in brunch e in quel momento, il profumo di uova in camicia con salsa al salmone, riempiva l'aria quasi quanto l'odore della pastella per i waffle e quello delle frittelle fritte ripiene di crema.

Sotto il tendone blu scuro, un ragazzo, di circa 25 anni, con un pizzetto biondo e i capelli lunghi, ci diede il benvenuto e ci condusse per il ristorante, verso la terrazza panoramica che dava sul parco e poco distante, sull'"École militaire".

La terrazza era graziosa, con una decina di tavolini in ferro battuto, ricoperte da tovaglie blu e bianche con bordi ricamati con fili d'oro. Sul tavolo era già presente un piccolo menù, per il bere e per il bruch e i clienti, come noi, lo osservavano affamati.

Tutti intorno, fioriere stracolme di fiori colorati da profumi dolci e paradisiaci. Remi mi guardava con un sorriso dolce, e proprio nell'averlo lì con me, mi rendevo conto di quanto mi fosse mancato.

Osservai il menù nelle sue sfaccettature e quando tornó il cameriere avevo preso una decisione:

-Io vorrei un mocha caffè, uno smoothie ai frutti rossi, le tartine con il burro d'archidi e un "topless salmon e uova alla Benedict"- dissi seguendo il filo del menù.

-Io un espresso bianco e un mimosa, con un banana bread toast e un avocado toast col salmone, grazie- dice Remi, più avvezzo al alcool che me.

Quando il cameriere finì di segnarsi le ordinazioni su un piccolo palmare, sgusció via, tornando al lavoro.

-Un po' presto per un mimosa, Remi... Non trovi?- gli chiedo alzando un sopracciglio.

-Nah, non è mai presto per bere, e sarà tardi solo quando non potrai più farlo, perciò... Penso che farò un paio di giri di mimosa- introdusse con un sorriso, poi, appoggio il mento sui pugni chiusi. -Dimmi tutto, ora tu-

Lo guardo. -Cosa vuoi sapere, fratellino-

Lui sorrise. -Se vuoi puoi cominciare parlandomi di Sammy, ma poi dovremo parlare seriamente di Mick-

-Sammy... Sammy è una meraviglia. Non avrei mai pensato di voler avere dei Nephilim, ma con Sammy, quando ha cominciato a camminare o a dire il mio nome, il mio cuore si è scaldato... Mi capisci?-

Lui annuì, in silenzio.

-Certo a volte è difficile, soprattutto quando mi fa domande tipo, perché un suo amichetto lo ha definito "nero" o perché lui non ha un papà, ma ho la sensazione di aver cominciato bene e anche lui-

-Beh, effettivamente è così, Sammy è contornato da un alone di luce questa volta e la tua influenza su di lui lo sta rendendo sereno e felice. Fino ad adesso sei stata brava Lucy-

Sorrisi. -Ho seguito i tuoi consigli o almeno, continuerò a farlo. L'influsso e il contatto con cani e pesci lo rende sereno e, gli piace quando lo porto a fare un giro in bicicletta o alla ludoteca a giocare. Come ama la biblioteca pubblica, dove partecipiamo a letture animate e scegliamo tanti libri... Sono stati dei buoni consigli, Remi, grazie-

-Beh ti ringrazio, Lu, è importante per me sentirlo... E continuerò ad occultati agli occhi di Lacey e dei vari segugi. Farò del mio meglio per farti tenere il capo libero-

Gli presi la mano, davvero grata e in quel momento ci raggiunse il cameriere con le nostre ordinazioni. Le pietanze erano davvero invitanti e il loro aspetto metteva davvero tanto l'acquolina in bocca. Assaggiai le tartine calde col burro d'arachidi, il cui gusto fondente mi si sciolse in bocca, mandando le mie papille gustative al settimo cielo.

-Sai... Sta mettendo su il tuo caratterino da tornado vivente- dissi ripulendomi i polpastrelli sporchi di burro dorato.

Lui sorrise. -Vuol dire che Sammy sta proprio tornando in sé...-

Sorrisi a mia volta. Poi una morsa allo stomaco di bloccò l'allegria: mi tornò in mente Sammy, il vecchio Sammy, che come ogni volta iniziava la sua discesa verso l'inferno. La sua pelle bruciata dal peccato e gli occhi che diventavano sempre più scuri, sempre più rabbiosi.

Si perdeva nel dolore, nei peccati e nell'odio per tutti quelli che erano stati la sua famiglia. Sammy aveva sempre pensato che il male del mondo fosse colpa nostra, che fosse iniziato tutto con Zio, che voleva impedire al suo piccolo progetto chiamato umanità, il libero arbitrio.

Pensava e aveva sempre pensato che la base dell'umanità fosse sbagliata, che Zio avesse sbagliato a sottolineare l'importanza dell'albero; mi diceva che se lui semplicemente lo avesse reso invisibile a occhi umani, la cosa non sarebbe crollata. E che dopo il fallimento del progetto avrebbe dovuto smettere di tentare.

Diceva, decine di vite fa, che gli umani erano tutti barbari, persi a crogiolarsi nella carnalità, nell'inerzia, nelle scorciatoie e nell'IO. Che già dopo il primo tentativo, Zio, avrebbe dovuto smettere di creare esseri umani, che gli esseri celesti, dovevano essere gli unici viventi.

Non ero d'accordo e non volevo che quel brutto lato del vecchio Sammy, lo prendesse anche quello nuovo. Quel razzismo celeste era orribile.

-E... Lacey cosa pensi che dirà?- gli chiesi piano. Accennare a Lacey, mi faceva venire l'angoscia, ma era un argomento da trattare e lo sapevo bene.

-Lacey vorrebbe che noi lo affidassimo a lei... Per via della storia di... Ehm, lo sai... La storia di Jude-

Lo guardai sconcertata. -Le avrete detto che non ci penso proprio, spero!-

Remi mi prende una mano. -Certamente Lucy, che vai a pensare, che siamo cretini? Vogliamo tutti in fondo la stessa cosa, che Sammy non sia più una catastrofe, che trovi la pace e che rimanga, possibilmente, nella Luce. Pensi sul serio che lo spediremo nelle grinfie della sua ex amante, mietitrice infernale e demone?-

Scossi il capo. -Hai ragione, scusa... È solo che questa cosa è molto stressante; ovviamente è fantastico, ma sono spesso in preda alle ansie per lui. Sento di avere il suo destino addosso... Come se già non fosse tanto dover pensare a me... E ai miei drammi-

Lui sorride. -Come ti ho detto più volte, sorellina, non sei sola e se vuoi che rimanga per te, lo farò...-

Scossi il capo. -Sei dolce, veramente dolce, ma ti direi di no, per il momento. Tra una decina di anni probabilmente mi farai molto comodo soprattutto con l'adolescente Sammy, ma ora... Ora penso di potercela fare-

Lui annuì. -D'accordo, mi sembra giusto... Parliamo di Michael, ti va?- il suo sguardo si addolcì nuovamente e sotto quello sguardo non potevo che annuire.

Annuì. -Certo...- e mentre ero in attesa di qualsiasi cosa dovesse chiedermi, mangiai il mio topless al salmone.

Il gusto era fresco e intenso, quello del salmone, le focaccine erano ancora calde e l'uovo cotto alla perfezione si scioglieva in bocca con il suo sapore avvolgente.
Aveva un retrogusto di limone e di basilico, come anche di olio extra vergine di oliva. Era un piatto semplice, molto gustoso e invitante.

-Che cosa provi Lucy... Veramente. E non dico solo per Michael, in generale... Come ti vedi da qui a cento anni se Sammy ci lascerà definitivamente?- mi chiede con dolcezza, quasi come se avesse paura che da lì a poco mi sarei spezzata in mille pezzi.

Come se io fossi talmente delicata che una frase di troppo, mi facesse andare in crisi.

-Non lo so, Remi... Non voglio pensare che tra
97 anni o poco meno, Sammy non ci sarà più e non voglio pensare che l'inferno mi sta mandando dietro tanti di quei suoi scagnozzi da far impallidire Raf... Non ci voglio pensare e sinceramente non ho mai pensato a me... O almeno non consciamente- ammisi.

-Ho sempre pensato di essere destinata in qualche modo a stare con Sammy... Che ci fosse un motivo per il quale lui si fidi sempre e ciecamente di me... Ma questo punto, vivendo con lui ogni singolo giorno, mi rendo conto che amare Sammy è più difficile di come lo immaginavo. Essere la cosa più vicina a una madre per lui è quasi... Terribile, pensare che il suo libero arbitrio possa mandare a puttane tutta la fatica fatta, tutti i passi che ogni giorno compie verso la Luce... Non so cosa succederà tra 97 anni Remi, ma di sicuro non sarò più la Lucy che ha iniziato questa vita con Sammy-

Lui mi strinse la mano. Mi accarezzò il dorso con le sue lunghe mani morbide e le sue dita affusolate, che sarebbero state perfette per suonare il pianoforte; e il suo sguardo era serio, comprendeva la mia preoccupazione e comprendeva le mie ragioni ma forse, mi chiedeva con gli occhi di dire la verità per intero:

-Io ho amato Sammy, lo sai, e lo amo ancora, non c'è bisogno che te lo dica, ma come gli ho lasciato la libertà di stare con Lacey, gli lascerò quella libertà anche sta volta. Voglio solo che la sua vita questa volta sia felice, senza che la paura lo avvolga... Come le altre volte-

Lui annuì. -E per la cosa di Mick?-

Sorrisi, sentendomi avvampare. -Beh di sicuro mi scuseró con lui. L'ho trattato male, ero nel torto e ora lo so... Ma non posso promettere nulla a lui né a te. Non so cosa provo e non mi sono mai posta il problema di chiedermelo. Michael senza dubbio è una brava persona e un buon partito... Ma io ho altro in mente in questo momento-

Lui annuì, poi con un gesto, finì il suo mimosa e chiamò il cameriere mentre sorseggiavo il mio caffè fumante che aveva un profumo favoloso ed era servito in alte tazze con fiori blu e viola.

-Potrei avere il conto?- gli chiede Remi con un francese degno di un madre lingua.

Il cameriere disse semplicemente "oui monsieur" e scivolò di nuovo verso il locale principale del bistrot. Due minuti più tardi, posa la tazza e il cameriere ci portò la carta con il conto. Remi contó velocemente 50 euro e li infilò nella cartellina di cuoio marrone consegnandoli al ragazzo, dicendogli di tenere il resto.

Remi si alzò e mi offrì una mano, che accettai e afferrando la pochette rossa di vernice, lo seguì verso l'uscita del locale.

L'aria tirava frizzante tirava verso est e profumava dell'autunno e del pane sfornato da poco. La città era tutta viva e in movimento: persone con scuri completi da lavoro parlavano al telefono impartendo ordini; artisti senza fama e senza gloria ma con il loro cavalletto inseparabile, cercavano il punto adatto per iniziare una nuova opera che magari un giorno avrebbe portato loro una vita migliore; studenti con enormi zaini colorati, correvano cercando prendere i grandi autobus a cui non importava chi saliva.

E c'eravamo noi, due angeli "caduti" che trovavano il bene anche nelle situazioni più orribili e vedevano la luce nelle strade più scure.

-E tu...- abbozzai. -Non mi hai poi detto nulla di te, insomma io ho blaterato senza una vera ragione ma, tu oltre a qualche pettegolezzo, non mi hai detto nulla dei tuoi tre anni- dissi incoraggiandolo ad aprirsi anche se ero molto scettica in proposito.

Lui mi spinse, giocosamente, mordendosi le labbra.

-Forse e dico, forse, ho una novità...- disse con un sorriso inquietante e gli occhi che gli brillavano.

-Spara...- dissi afferrandogli il braccio, con le scarpe che iniziavano ad essere tediose. Per quanto belle e incredibilmente appaganti, preferivo scarpe un po' più basse.

-Nora...- mi dice semplicemente guardando verso il cielo azzurro tirato e perfetto.

Mi fermo e lo guardo attonita. Non riuscivo a credere alle mie orecchie.

Nora?!

-Nora... Sul serio, Remi?!- non sapevo se ridere o ridere più forte. Non che la cosa fosse divertente o da sfottere, ma perché in qualche modo tutti i nodi stavano venendo al pettine.

-Sì... Insomma sai, è successo qualcosa tra noi in questi tre anni e ora siamo in una fase molto delicata... Ho paura a dirti di più, non vorrei offendere Nora-

Lo guardai incredula. -E gli altri cosa dicono di te e Nora?-

Lui sorrise imbarazzato e completamente rosso in viso. -Nessuno sa nulla ancora... Voglio dire che è una cosa personale e basti già tu, a far parlare la famiglia dei tuoi drammi... Io vorrei riuscire a tenere la cosa segreta ancora per un po'... Almeno finché non avrò capito che cosa c'è tra noi- poi sorrise.

-O finché non avrò capito cosa fare e che cosa provo per lei e lei per me. Farò le cose non calma non voglio fare stronzate come Uriel con Edith, adesso i due non si sopportano ma dovranno passare comunque la vita insieme... E per entrambi la coda sarà molto lunga-

Remi enfatizzó quel "molto" pronunciando più o di quante avessi voglia di sentirne. E per quanto avesse ragione, non potevo che sognare a occhi aperti... I giorni di un futuro passato.

-Perché hai sempre pensato che Sammy fosse quello giusto?- mi chiede distraendomi dal mio turbinio di pensieri.

Sorrisi stringendo le spalle. -Perché ogni giorno mi innamoravo di lui. Era come un turbinio di emozioni e tutte le volte che lo vedevo, perdevo la testa. Ogni ragione conscia e inconscia fluiva su di lui. E non c'era nulla al mondo più importante per me- poi lo guardai. -ed evidentemente non era la stessa cosa per lui, perciò non posso costringerlo ad amarmi- dissi lui, superandolo e affacciandomi dal Pont Alexandre III, guardando verso il Pont des Invalides, poco distante.

La Senna era tranquilla e vedevo passare delle grandi barche colme di turisti tutti intenti a fotografare loro e il paesaggio, e per l'ennesima volta ammisi, che quella loro fissa umana non la capivo.

Agli umani piaceva viaggiare e fare tantissime fotografie che poi nel tempo avrebbero eliminato e avrebbero smesso di guardare, senza godersi per davvero a pieno il momento. Da lì a 5 anni, solo la metà di loro avrebbe avuto ancora un ricordo di quel viaggio e l'altra metà dirà "sono stato a Parigi" senza sapere cosa veramente avevano visto. Ogni tanto pensavo che il vero piacere di fare tutte quelle foto, fosse il mettersi in posa, con la faccia più stupida o il sorriso più forzato, per dare una bella immagine di sé.

Sì, solo un immagine. L'umanità si fermava a guardare solo la superficie e così era nato il razzismo.

Ma se avessero visto quello che vedevo io, quella loro aurea triste e angosciata dal mondo, quella noia e quella superficialità che mi dava la nausea. Zio aveva creato loro tutto un mondo e loro, lo avevano rovinato, tra guerre e sprechi, il mondo era la discarica a cielo aperto più grande esistente. Da lì, la puzza di cui tutto quel mondo era imprignata. Il peccato e la puzza.

Remi si appoggiò al ponte vicino a me e mi lasciò posargli il viso sulla spalla. Il cielo ormai di un vivo color ciano mi indicava chiaramente che era ora di andare, che ormai era il momento di andare a prendere il dolce Sammy.

-Okay...- disse semplicemente e mi prese per mano, mentre il ponte si svuotava e non c'era anima viva in giro e... Hop, un turbinio azzurro, forte e intenso come un uragano iniziò a girarci attorno.

Pochi secondi dopo, appoggiai i piedi a terra, avevo di nuovo i miei vestiti e faceva di nuovo freddo. In mano avevo un pacchettino ma di Remi neanche l'ombra.

Scartai il pacchettino e vi trovai una scatolina di cartone spessa, a cui sopra era appuntato un biglietto.

"ti voglio bene, mi hai dato molto su cui riflettere. Sei una buona sorella e una buona madre per Sammy. Io sono il tuo fan numero 1. Ci vediamo presto. R"

Aprendo la scatolina, vi trovai una cosa che non vedevo da decenni: il medaglione a forma di cuore d'argento che Sammy mi aveva portato da un suo viaggio in India tanto tempo addietro. Ma all'interno vi trovai una foto mia e di Michael, di ancora più a tempo a dietro.

Sentì lo stomaco contrarsi e arrotolarsi su se stesso, ma non di tensione o di ansia, di senso di colpa. Mi circondai il collo con la lunga catena metallica e da una delle tasche del teddy coat, afferrai un bigliettino pulito:

"ciao Mick. So che mi odi e l'ultima volta ci siamo lasciati in un modo orribile. Volevo solo dirti che mi dispiace, ero così accecata dalla rabbia da non vedere la tua sincerità. Non mi aspetto che mi perdoni, ma volevo solo lo sapessi. Avevi ragione, probabilmente quando Sammy non ci sarà più e io mi sarò resa conto che la mia esistenza non avrà più senso, sarò a pezzi. Ma se vuoi la verità va bene così, per me. Saprò di aver continuato ad essere coerente a me stessa e di non aver lasciato intentato niente. Ti voglio molto bene e spero di vederti tra un 90 anni quando tornerò. Un bacio grande. L"

Piegai il bigliettino a forma di farfalla e lo soffiai nel cielo, e lo osservai fino a quando i miei occhi lo persero, oltre la soglia delle nuvole.

Capitolo finito e ci ho messo un eternità ma sono contenta perché mi piace molto. Adoro il rapporto di Lucy e Remi e adoro questi cambi di ambientazione repentini.

Avete domande, o dubbi?

Volete sapere chi è la fatidica Nora di Remi, chi sono Edith, Lacey, Jude e... Comparirà mai Uriel o Rafael?

Domande domande, quante domande... A presto, un kiss 💋

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