lui e lei

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Lei passò la sua mano lungo il muro freddo e ricoperto di graffiti. Passò la sua mano bagnata di lacrime. Lo smalto rovinato. Rosso. Un cuore disegnato a penna mezzo cancellato sul dorso. Passò i suoi polpastrelli su quella parete e ricordò il tocco di lui sulle sue guance arrossate dall'imbarazzo. Ricordò il suo sorriso. Ricordò il suo profumo.
Una lacrima, due, tre caddero e veloci vennero asciugate.

Lui camminava. Osservava le sue scarpe rosse. Anzi non osservava le sue scarpe rosse: lui pensava. Ricordava. Labbra delicate sul suo collo. Il vestito nero. La risata.
Un vuoto. Un grande vuoto scavava nel suo petto. Camminava e non osservava. Stringeva fra le dita la matita che lei gli aveva prestato. La stringeva con forza senza sapere se quella stretta fosse causata dalla terribile rabbia o dalla atroce mancanza.

La ragazza sedeva, le gambe strette al petto, la testa nascosta. Sembrava immobile. Del resto a che serve muoversi quando la tempesta imperversa nel cuore? Non singhiozzava. Lasciava che le lacrime scendessero. Delicate. Senza far rumore. Sulla sua testa volavano nuvolette di pensiero: si incastravano fra i capelli aggrovigliati. Fumetti si attorcigliavano attorno a quel fragile corpo: parole dolci, parole piene di furia.

Cercai il suo sguardo sicuro ma terrorizzato. Un'unica frase. Il ragazzo la rileggeva da ore: la sua mente non riusciva a concentrarsi sul libro. Il significato di quelle poche parole continuava ad essere oscuro agli occhi di lui. Ma allo stesso tempo costringevano le rotelle del suo cervello a girare e girare e girare. A vuoto, però. Lei. Solo lei compariva sempre davanti ai suoi occhi.

Lei spalancò gli occhi. All'improvviso. Una luce nel buio. Uno sguardo deciso. Le sopracciglia accigliate. Saltò in piedi e rimase ferma per pochi attimi. Accarezzò il cuore disegnato a penna sulla sua mano: le parve di sentire ancora la punta della biro che segnava il suo amore, come a prevenire ciò che sarebbe accaduto. Le parve di vederlo di sfuggita. Sorrise e scattò alla porta spalancandola e buttandosi a capofitto nel freddo di un mattino autunnale.

Lui camminava nel corridoio. Non tranquillamente. Non con sicurezza. Camminava. Punto. Camminava solo come mossa istintiva. Fissava il muro attendendolo quasi con paura. Arrivò. Provò a non fermarsi ma non resistette alla tentazione. Lo specchio. Il suo sguardo si scontrò con quello del sè stesso del riflesso. Stessi abiti sporchi. Stesse occhiaie. Stessi capelli arrufati lui e l'immagine. La stessa era la penna che entrambi nascondevano gelosamente in tasca.

La ragazza non sentiva il pungente freddo, e rideva fra la leggera pioggia. Assieme a quelle minuscole goccioline sentiva scivolare via ogni dubbio o paura dal suo volto. La pioggia della prima mattina pulì il suo cuore, il suo animo e la sua mente dai problemi che l'avevano afflitta così a lungo. Lei correva, coi capelli al vento e il sorriso sulle labbra.

Il giovane, quasi per caso, guardò la finestra. Era bello il paesaggio: una semplice strada di città. Qualche albero qui e là. Una semplice via dove la vita era trascorsa. Si avvicinò al vetro, col suo viso segnato da lacrime impronunciabili. Il suo fiato condensò. Una. Due volta. Poi niente. Niente perchè il respiro era stato portato via dalla mano lanciata verso il cielo e mossa a saluto. Niente perchè in lontananza una ragazza correva e inciampava verso la sua casa.

Mancavano ormai poco meno di duecento metri dalla sua casa quando lo vide: lanciato come un proiettile fuori dalla sua porta. La ragazza si commosse. Si fermò ad aspettarlo. Questa volta il suo fragile corpo era scosso da profondi singhiozzi. Ci volle poco perchè lui si avvicinasse. Lei lo vide, deformato dalle lacrime e fece un enorme sorriso. Anche lui sorrise. Fece qualche passo verso di lei. Mise una mano sotto il suo mento e le fece alzare il viso gentile. Senza smettere di sorridere le asciugò le guance.

Lei si lasciò andare in un profondo respiro e si buttò contro di lui abbracciandolo con le sue esili braccia e baciandolo con foga. Lui la abbracciò stretta stretta e ricambiò il bacio facendo fatica a non sorridere. Risentendo contro di sè quel corpo a lui tanto caro si lasciò andare a un pianto liberatorio. La strinse forte e le accarezzò i capelli bagnati dalla pioggia assaporando fino in fondo la gioia. La vera gioia.

Quando si staccarono si guardarono negli occhi, bagnati di lacrime. Si presero per mano e presero a camminare lungo la via. Sotto la pioggia sempre più battente. Il sole pian piano scompariva. Eppure quell'anonimo viale rimaneva allegro e felice mentre due anonimi ragazzi lo attraversavano, mano nella mano, piangendo, sorridendo e guardando dritto davanti a loro.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro