Capitolo 5

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

"Ti troverò e sarai mia" a quelle parole viste scritte lì sopra iniziai a tremare sempre di più.
Mi appoggiai a Davis, anche lui sbalordito di quanto stesse accandendo.
"Beatrice, ma chi è che ti sta facendo tutto questo? È successo qualcosa? Cosa hai combinato?" mi disse lui, iniziando a tormentarmi di domande mentre io ero solo impaurita.
"Non lo so Davis, non lo so. Io non ho fatto niente di male, non capisco perché tutta questa storia. Ho paura Davis." gli risposi con le lacrime agli occhi.
"Forza prendi quello che ti è rimasto e corriamo subito a casa mia, non abbiamo tempo da perdere. Se è tornato è perché ti sta cercando, ed io assolutamente non voglio che ti trovi." mi disse lui, dandomi un bacio sulla testa e cercando di tranquillizzarmi.
Nonostante andassimo solo a letto, Davis per me era una persona che mi proteggeva qualsiasi cosa fosse accaduta. Senza di lui non saprei come fare, era sempre con me, e mi voleva bene, di questo ne ero certa, ma il suo era un bene che non sarebbe mai sfociato in un amore, non lo era stato in questi due anni, sicuramente non lo sarebbe stato più.
Entrai dentro casa, facendo bene attenzione a non passare i piedi sopra i tanti cocci e vetri sparsi sul pavimento. Andai nella mia camera e cercai di prendere più vestiti possibili tra quelli che ancora non erano stati toccati, ma erano rimasti nell'armadio.
Appena spostai un mio vestito che usavo per le serate in discoteca notai un altro biglietto attaccato nel fondo dell'armadio.

"Non mi sfuggirai anche se ti nasconderai altrove"

Iniziai ad urlare, Davis di colpo piombò da me, vide il bigliettino e lo strappò, riducendolo in tanti piccoli pezzettini che sparse per terra.
"Forza sbrigati, andiamo" mi incitò Davis, iniziando a prendere anche lui delle cose.
Uscimmo immediatamente dalla casa lasciandoci la porta alle spalle e ci dirigemmo verso la sua macchina.
Buttai tutta la mia roba nel sedile posteriore e poi mi misi seduta con le mani in mezzo ai capelli.
"Ora andiamo a casa, ti dai una lavata e usciamo a comprare qualcosa, non puoi stare così tutto il giorno." mi disse lui con la sua voce delicata, stampandomi un bacio sulla guancia.
Ci avviammo a casa sua, e appena davanti la porta vidi Ludovico.
"Davis" urlò preoccupato avvicinandosi a noi.
"Cosa c'è?" gli rispose Davis.
"Ho trovato questo biglietto sulla mia porta di casa" disse mostrandolo a Davis e a me.

"Non toccarla, lei è mia."

Mi sentii mancare, chi è che stava facendo tutto questo? Perché la mia vita doveva essere scombinata di punto in bianco? Non riuscivo a reggere la situazione, ero preoccupata. Qualcuno ci aveva visto a quella festa, e aveva visto me e Ludovico andare via, a quanto pare ora quasi tutto iniziava a ricomporsi, il cerchio si stava stringendo.

"Ma cosa diavolo succede oggi? Tutti questi biglietti, a te a Beatrice. Ludovico tu conosci qualcuno che era così interessato a lei?" disse Davis, iniziando ad avere paura anche lui.
"No Davis, in quella serata ho conosciuto così tante persone che ora non me ne ricordo neanche i nomi. Ma ora ripensandoci bene, quando parlavo con Beatrice mi sentivo uno sguardo pesante addosso, come se qualcuno mi stesse spiando per vedere cosa facevo, ma non ho assolutamente idea di chi possa essere." disse Ludovico, cercando di ricostruire la serata.
"La tua casa come sta messa?" domandai a Ludovico, cercando ulteriori risposte.
"La casa è tutta in ordine, c'era solo quel biglietto fuori la mia porta." disse lui.
"Qualcosa non quadra, ora venite tutti e due da me, credo sia meglio che abbandoniate le vostre case per un po' di tempo, poi vediamo come si evolveranno le cose." disse Davis.

Entrammo tutti dentro casa, io andai in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua e per cercare di calmarmi.
Nessuno parlò, c'era un silenzio di tomba, evidentemente ognuno di noi stava pensando qualcosa.
Andai poi verso il bagno per andarmi a fare una doccia, proseguivo sempre immersa nei miei pensieri tanto che andai a sbattere contro Ludovico.
"Oh, scusami, non volevo ero sopra pensiero." gli dissi mostrando un sorriso leggermente forzato.
"Tranquilla. Anche tu devi andare al bagno?" mi domandò lui.
"Si dovrei farmi una doccia." gli risposi.
"Allora vai, io vado dopo." rispose mostrandomi un sorriso.
Nonostante tutta la situazione, quando guardavo i suoi occhi mi sentivo tranquilla, le sue parole così dette con calore anch'esse mi davano tranquillità.
Aveva uno strano potere su di me, riusciva a controllarmi con un semplice sguardo.
Andai di corsa in bagno. Aprì l'acqua della vasca e la riempì fino poi a immergermi completamente lì dentro.
Il vapore mi copriva tutto il viso andandolo ad inumidirmelo. Iniziavo piano piano a rilassarmi, fino a quando la porta non si aprì di scatto. Era Davis.
"Cazzo bea, quanto sei bella anche quando fai il bagno." mi disse lui mostrando un sorriso.
Si avvicinò alla mia vasca, e si mise seduto sopra il bordo, guardandomi.
"Ti piace guardare?" gli dissi sorridendo.
"Molto, guardare te soprattutto." mi rispose facendo passare la sua mano sopra il mio viso.
"Ora che sarai qui a casa da me per tutto il giorno avremmo molto da divertirci" continuò lui mostrando un sorriso malizioso.
"Guarda Davis, ora come ora non ne ho proprio voglia." gli risposi mostrando una faccia scocciata.
Ma la sua mano si immerse completamente dentro l'acqua bollente. La fece uscire e la portò vicino al mio viso. Passò le sue dita sopra la mia bocca, facendo segno di aprirla, lo feci e iniziai a succhiare il suo indice, su e giù, proprio come si fa un bel pompino.
La sua mano si tolse poco dopo e passò lungo tutto il mio corpo, toccò il mio seno, stringendolo delicatamente fino a scendere più in basso, vicino al mio ventre. Era un tocco talmente delicato che mi provocò un brivido di piacere. Passò le sue dita sul clitoride, iniziandolo a massaggiare leggermente fino a inserire due dita. Io gemetti.
Nonostante tutta la situazione, lui era riuscito a farmi venire in così poco tempo, io e lui abbiamo sempre avuto la stessa ossessione: il sesso.
"Esci" mi disse con tono autoritario.
"Ma sto tanto bene qui dentro." gli risposi, essendo completamente rilassata dopo l'orgasmo appena raggiunto.
Si avvicinò e mi prese di forza ridendo. Io risi insieme a lui e mi alzai.
Mi portò davanti il lavandino e con una mano di colpo mi fece abbassare, prendendo i miei capelli e tirandoli giù.
Sentii che mi penetrava piano piano, passando la sua mano delicata lungo tutta la mia schiena e poi di colpo infilò dentro, provocandomi un gemito incontrollabile. Lo tirò fuori per rimetterlo dentro delicatamente e questa volta la sua mano passò sopra il mio seno, gemetti e di colpo lo ributtò dentro. Lo fece ancora, la sua mano passò sopra il mio sedere e mi tirò uno schiaffo fortissimo e immediatamente lo infilò di colpo dentro. Mi liberai in un orgasmo, talmente forte che urlai.
"Vi ricordo che ci sono io per casa." disse Ludovico bussando alla porta.
Io e Davis iniziammo a ridere.
"Ti lasciamo il bagno" disse Davis ridendo.
"Fate anche con comodo" rispose Ludovico anche lui ridendo.

Presi un asciugamano e me lo girai addosso, Davis si rivestì e entrambi uscimmo dal bagno.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro