22 - La storia che non voglio raccontare

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Sylvia ritrasse la mano come se il tavolino scottasse. Francis sentì subito il bisogno di intervenire, perché riconosceva nella ragazzina quelle fragilità che aveva visto spesso nel suo lavoro. Erano lì da tempo immemore, in profondità, la maghetta era solo riuscita a seppellirle, anche grazie a quel suo modo adulto di affrontare la vita, ma a volte riaffioravano, quando facevano troppo male. «Non è un argomento di cui Sylvia parli alla leggera.» la difese. «Non hai il diritto di fare una domanda del genere.»

Avrebbe voluto spiegare che c'era qualcosa di più di una verità da scoprire, che probabilmente c'era un lutto da elaborare e un nodo di dolore da sciogliere. Era un problema che sarebbe stato suo compito analizzare, con pazienza, con i giusti tempi in un posto che non fosse il bar di Star Wars assieme a un gatto alieno in una repubblica neutrale comandata da un albero. «Non rispondere, Sylvia.» ordinò, ritrovando la sua autorità di assistente sociale.

«Non l'ho uccisa io.» In un certo senso poteva sembrare che Sylvia avesse ignorato Francis, ma in realtà era quello che ripeteva sempre, quando veniva nominata la maga smeraldo.

Il tono di Reepon invece non era cambiato: «Lo continui a ripetere, ma le informazioni che sono arrivate qui sono differenti. Vi siete incontrate, sei tornata viva solo tu.»

«E Joyjoy ha cominciato a dire che l'avevo uccisa.»

«Joyjoy...» Il Moderator si sfregò le zampe davanti una con l'altra. Il nome del suo simile forse bastava per instillare in lui il dubbio, ma non per chiarirgli la situazione. Sembrava inamovibile nel chiedere la verità, era evidentemente una creatura abituata al comando e alla responsabilità, nonostante tutto.

«Joyjoy ci ha teso una trappola da cui io sono uscita viva per il rotto della cuffia e Tally...» Sylvia riprese ad aprire e chiudere la mano.

Francis le poggiò delicatamente una mano sulla spalla. «Come ti ho detto non c'è bisogno che confessi tutto a questa creatura.»

«Invece si» ribatté perentorio Reepon «perché anche quello che possiedo io è prezioso ed è giusto che questo scambio abbia un costo per entrambi.»

«Le tue sono solo beghe politiche!» alzò la voce Francis. Alcuni degli altri tavoli si girarono. «Lei invece...»

«Lei invece sta combattendo una guerra.»

Arrivò il cameriere. Esitò un momento quando vide la tensione al tavolo, ma quando Francis incrociò il suo sguardo avanzò. Su un vassoio portava una brocca d'acqua, alcuni bicchieri e delle ciotole di una densa zuppa calda, di colore grigio. Servì sia Francis che Sylvia che Reepon e poi si defilò. Il Moderator fu il primo ad attaccare la pietanza. Guardò ancora un momento Sylvia poi affondò il muso nella ciotola. Nonostante apparentemente non avesse bocca, sembrò in qualche modo riuscire ad assorbire il liquido. Al tavolo, per un momento, si sentì solo il lento gorgoglio di lui che ingurgitava zuppa.

«Non ho mai visto un Moderator mangiare.» disse Sylvia, apparentemente interessatissima a quello che stava facendo la piccola creatura. In realtà il suo sguardo continuava a essere perso nel vuoto.

«Come ti ho detto c'è molto che non sai di noi. Per cominciare non siamo allevati dall'Integrità. L'Integrità ci ha acquisito, come molte altre razze, ci ha accolto nel suo sistema e poi ha deciso di impiegarci per coordinare le sue operazioni attraverso le dimensioni.»

La ragazza, forse, non era veramente interessata. Affondò il cucchiaio nella sua ciotola e se lo portò alle labbra. «Cos'è?»

«Verdure.» spiegò rapido Reepon.

«Quali verdure?»

«Non tutte verdure di questo mondo, credo.»

Francis affrontò la zuppa con più circospezione dei suoi due compagni. Era densa, ma molto omogenea, il sapore non era forte, ma dopo un paio di cucchiai cominciò a salirgli alle narici il sentore intenso di spezie, forse maggiorana e origano, più qualcosa che forse effettivamente non veniva dalla Terra.

Mangiarono in silenzio. Reepon non sembrava nemmeno ansioso che la sua richiesta venisse soddisfatta, in realtà era quello che si stava godendo con più gusto il pasto. Sylvia mangiava lentamente, senza riempire nemmeno il cucchiaio, appoggiando appena le labbra. Quando Francis e Reepon avevano già svuotato la ciotola lei ne aveva ancora metà. Non finì, a un certo punto lasciò semplicemente cadere il cucchiaio e alzò gli occhi. «Ok.» disse.

«Ok cosa?» chiese Francis, protettivo.

«Io ti racconterò cosa è successo con Emerald Pulse. Tutta la verità. Tu mi dirai come contattare Purple Vengance.»

«Non so se posso farti incontrare Purple Vengance però...»

«Tu farai tutto il possibile per riuscirci.»

Reepon rifletté un momento, alzando il muso al cielo come se chiedesse consulto agli asshratth sospesi decine di metri sopra di lui. Poi mosse la testa su e giù un paio di volte, proprio come se stesse annuendo. «E' un patto onesto. Ma ho bisogno di tutte le informazioni.»

Sylvia si guardò le mani, le aprì entrambe, lentamente, le chiuse entrambe. Sembrava spaventata all'idea che il pod apparisse di sua volontà. Sospirò. 

«Avevo già lasciato il gruppo da un po' di tempo per svolgere delle ricerche da sola.»

«Sulla Purple?» Nonostante la ragazzina si fosse decisa a confessare, il tono di Reepon continuava a essere inquisitorio come se lei in realtà volesse nascondergli tutto. La mente dei Moderator era una lama fatta per tagliare e trafiggere, non per maneggiare le persone con cura.

«No, ai tempi quella che avevo in testa era solo un'idea confusa di ribellione. Le cose che avevo saputo... il destino delle maghette che ci avevano preceduto... il modo in cui la guerra non riguardava davvero il nostro mondo... cercavo disperatamente qualcuno che mi desse delle risposte. Qualcuno che non fosse Joyjoy.»

«Non sono molti ad averle.» ammise Reepon. «L'impegno che l'integrità ha messo nel nascondere le sue macchinazioni è pari solo al loro sforzo bellico per sconfiggere i ghoul.»

Sylvia annuì. Se appariva smarrita in quel momento doveva essere stata letteralmente sconvolta in quei giorni lontani. La strada che aveva fatto, il luogo dove era arrivata, aveva dell'incredibile se si pensava alle difficoltà che aveva dovuto affrontare. «Cercai di contattare le altre per provare a parlargli. Inizialmente ricevetti solo minacce. Nessun tentativo di fermarmi, ma la loro fede in Joyjoy era ferma e quello che stavo facendo minacciava la loro missione. Capisco solo ora che era importante che io mi sentissi esclusa, perché quel sentimento di esclusione era l'arma più potente che avevano contro di me. Solo che non bastò. Per questo cercarono un dialogo. Non so se l'avesse concordato con le altre, ma Emerald Pulse volle parlarmi. Organizzammo un incontro.»

«E lì successe.» 

Reepon sbucciava ogni parola della ragazza cercando di ottenere solo i fatti, la realtà oggettiva, l'informazione. Sylvia invece stava commemorando, ricordando, rendendo onore alla sua amica. Quello era l'unico modo in cui poteva dare un senso a quella storia. Aprì un'ultima volta la mano e la richiuse di scatto, come se avesse voluto stritolarci dentro la piccola creatura bianca. «Ci hanno teso una trappola. Quando ormai era chiaro che tutte e due dovevamo morire.»

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro