48 - La caduta

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«Siamo pronti a colpire!» annunciò la Punta di Lancia ghoul, trascinandosi sulle mani per raggiungere i comandi dell'arma. La Golden lo bersagliò di dardi di energia per rallentarlo, ma dovette desistere quando Kyoko la prese di mira con le sue sfere di energia. Sylvia, intanto, era passata a falciare i pupazzi. La White era ancora dietro di loro e visto che era piuttosto raro che uscisse allo scoperto voleva approfittarne per affrontarla direttamente. I fantocci crollavano come fossero stati di gesso al tocco della sua alabarda, ma il loro numero non accennava a diminuire, segno che l'altra maghetta stava dando fondo a tutte le sue energie per evocarli. Solo se fosse riuscita a raggiungerla la generazione di soldati si sarebbe fermata, quello la spronava a combattere.

Spazzò via un'intera squadra che stendeva le mani verso di lei e così si trovò davanti il moderator nemico,  arrampicato sulla spalla di uno dei pupazzi che stavano avanzando da dietro. «Se la nave cadrà la Terra sarà indifesa!»

Sylvia fracassò con un certo gusto il fantoccio su cui era appollaiata la piccola creatura. «Non siete qui per difendere la Terra!»

«L'Integrità è l'unica soluzione!» Il moderator, mentre il suo sostegno si riduceva in polvere, si lanciò direttamente verso il volto di Sylvia e lei non ebbe la prontezza di reagire. Sentì gli artigli affilati dell'alieno lacerarle la carne e graffiarle la faccia, impossibilitata a vedere si mise a brandire l'alabarda a casaccio e indietreggiare. Nel momento in cui si accorse che stava mettendo un piede oltre il bordo del palazzo il cannone sparò.

Il rumore costante che l'arma stava facendo già da un po' aumentò di intensità e anche la luce che emetteva per tutta la sua lunghezza divenne quasi accecante. Hirkan stesso era ai comandi, con una mano batteva su qualcosa che doveva essere la console di controllo dell'arma mentre con l'altra stesa parava i colpi che Ruby e Golden, alternativamente, cercavano di rivolgergli contro. Quando la procedura di fuoco fu completa la Punta di Lancia ghoul si girò verso i suoi nemici e ghermì la Ruby, lanciandola lontana. Intanto la canna del cannone si raddrizzava all'improvviso in verticale e scaturiva un ampio fascio di luce che per quanto luminosa appariva mista a tenebra. Quando il fascio si schiantò contro il ventre della nave dell'Integrità questa emise un acuto stridio, come un grosso cetaceo morente. L'energia dell'arma ghoul si fece strada tra le lamiere della macchina volante allargando via via lo squarcio mentre la passava da parte a parte. Presto qualcosa cominciò a esplodere, da qualche parte, troppo in alto perché il fragore della detonazione giungesse distinto. Sembrava quasi che ci fosse un temporale, con lampi e tuoni, ma in un cielo diverso da quello sopra di loro, un cielo ancora soprastante, invisibile.

«Ritirata!» urlò il Moderator «Ritirata!»

«Ci hai portate su questo tetto» gli fece notare la White, mentre i suoi pupazzi si schieravano a difesa «ora portaci via!»

«Non hai capito cosa è successo! Dovete andarvene! Andatevene subito!»

Il cielo si accese delle fiamme della grande nave morente. Il vascello, che pure si era portato sopra le nuvole, era perfettamente visibile per la luce che emetteva. Si notò la sua sagoma che cercava di allontanarsi, ma poi si inclinava verso il basso e ricompariva, molto simile a un meteorite. La nave dell'Integrità non assomigliava per niente a una nave umana, sembrava un semplice solido di forma ogivale completamente composto di una lamiera luccicante e pieghettata. Anche ora che era ben visibile in mezzo alle fiamme non si riconoscevano boccaporti, ponti o altre strutture che ci si sarebbe aspettati da un velivolo del genere, solo sulla coda c'erano delle fonti di luce che forse indicavano la presenza di motori. La grande massa di metallo fortunatamente puntò verso il lago e vi si schiantò, a grande distanza dalla costa. Si alzarono enormi nuvole di vapore quando il metallo arroventato incontrò l'acqua, nuvole che l'onda d'urto dello schianto portò sulla città. Onde di mareggiata frustarono la costa.

Purple Vengance si guardò intorno. Hirkan osservava compiaciuto il suo nemico che affondava, unica creatura rimasta sul tetto. Non dubitava che il Moderator avesse trovato un modo per lasciare la scena in sicurezza e aveva visto le maghette nemiche saltare lontano. Una parte di lei, la parte più feroce, avrebbe voluto inseguirle, una a una, e distruggerle prima che potessero fare altri danni, ma in realtà sapeva perfettamente che sarebbe stata una violenza inutile, in quel momento. Doveva essere solo soddisfatta che nessuno le stesse più sparando, che la battaglia si fosse conclusa e che finalmente era riuscita a far provare a Joyjoy e alla sua razza il sapore della sconfitta.

«Anche se sei venuta a combattere me» disse Hirkan strisciando verso di lei «era questo che volevi.»

Purple Vengance aveva creduto che nel momento in cui avesse visto il potere di Joyjoy cadere avrebbe provato una qualche emozione. Gioia forse o anche solo commozione, invece in quel momento non provava nulla. Gli ricordava dolorosamente quello che aveva dentro dopo aver scaricato tutta la sua energia su Nabugoel e aver distrutto Nokata. La distruzione si portava sempre via anche i sentimenti, era qualcosa di troppo grande per suscitare semplicemente emozioni. Si chiese invece che sensazioni le avrebbe dato il suo ricordo, col tempo. Aveva imparato a temere soprattutto i ricordi. «I moderator hanno avuto ciò che meritano.» sancì.

Hirkan intrecciò le sue lunghe dita ad artiglio. «I patti sono patti.»  Il suo sorriso soddisfatto era ancora più terribile della sua espressione in battaglia. «Ci ritireremo attraverso i portali.»

«Veramente? Rinuncerete all'invasione?»

«Molti nella mia razza si chiedono se l'invasione della Terra sia veramente la via per vincere la guerra. Non tutti lo credono. Nonostante il modo in cui venite sfruttati voi non fate parte dell'Integrità.»

«Sono abbastanza sicura che non vorremmo nemmeno far parte dell'impero ghoul.»

L'enorme mostro sembrò emettere un lungo sospiro. «Il futuro è tutt'oggi complicato.»

In quel momento Kyoko si sentì come punta da un insetto dietro la nuca e si accorse di qualcosa che non aveva notato, negli ultimi concitati momenti della battaglia. «Dov'è Azure Foxtrot?» chiese.

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