POZIONE OBLIVIOSA

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Cari lettori ben tornati.
Spero di esservi mancata.
Grazie per le 50 mila letture, ecco la vostra sorpresa:

Buona lettura.
🖤

~

<<Tom..io non facevo sul serio>>.
<<Ma è geniale Iz!>>.
<<Se ci scoprissero i professori? Se andasse storto qualcosa Tom?>>.
<<Iz non devi avere paura. Fidati di me e andrà tutto bene>>.
<<Che cosa hai in mente?>>.
<<Nulla, solo tanto divertimento>>.

~

06/01/1945
Sala comune
***

Isabella si era messa nelle mani di Tom un'altra volta, continuava ad avere paura, ad essere molto insicura su quello che stavano per fare, ma allo stesso tempo anche lei fremeva dalla voglia di creare scompiglio come non facevano più da molto tempo ormai; il brivido la faceva sentire viva.
Chissà come mai Tom da così pacato abbia dato corda a quella stupida idea della quale Isabella si pentiva tanto di aver dato voce.
Ma ormai il danno era stato fatto, non poteva più tornare indietro, allora si prese le conseguenze anche di quell'azione.
<<Che dici Iz? Raccontiamo tutto? Oppure li lasciamo nella completa ignoranza?>> Tom continuava ad andare avanti e indietro per la sala tra i serpeverde spaventati.
<<Tom..>> Isabella non si aspettava il discorso appena iniziato.
<<Questa sera siete stati davvero sorprendenti. Avete dimostrato che per una sciocca follia gettereste nel fango un sangue così puro, che non meritate>> parlava disgustato Tom <<Pensate che io non conosca i vostri pensieri?>> si faceva spazio tra i ragazzi <<Cosa vuole il mezzosangue? Vuole fare proprio lui la predica? È vero ragazzi? Pensate questo di me?>>.
Nessuno si permetteva di rispondere, se ne stavano tutti con la testa abbassata, con la paura anche di respirare.
Tutto questo non faceva altro che alimentare l'ego smisurato di Tom <<Ragazzi, siamo qui per parlare, non mi arrabbio mica>> si mise a ridere <<Sono un po' deluso, mi aspettavo un minimo di coraggio dopo questa bella serata. Non volete prendervi le responsabilità di questo schifo?>>.
<<Chi ti credi di essere Tom? Nemmeno mio padre parla in questo modo>> disse un ragazzo del sesto anno.
<<Stupeficium!>> Tom fece schiantare il povero ragazzo al muro facendolo svenire <<Chi altro vuole dire la sua?>> sorrise divertito.
Gli amici andarono ad aiutarlo, mentre tutti tremavano.
<<Ti credi forte adesso?>> una voce acuta e schifata echeggiò per la sala.
<<Chi ha parlato?>> domandò Tom soddisfatto.
Si sentirono dei piccoli passi e si mostrò la coraggiosa ragazzina; Walburga Black.
<<Una ragazzina ha più coraggio di uno di voi, mi complimento>> fece cenno col capo <<Sei l'esempio di serpeverde da seguire>>.
<<Io sono una serpeverde, ma di sicuro quando uscirò da Hogwarts a nessuno importerà. Io sono una rispettabile Black dal sangue puro, non ho bisogno dell'accettazione altrui, sei tu che hai sempre bisogno di categorizzarti solo perché sei uno sporco. Potrai essere il più bravo, il più bello, il più forte, potrai anche essere il caposcuola, ma rimani comunque feccia>> disse con aria schifata <<E lo sai anche tu>>.
<<Feccia!?>>.
<<Vuoi che ti spieghi il significato? Mezzosangue>>.
<<Da quando sei diventata così loquace Black?>> camminava verso Walburga.
Isabella era senza fiato.
Tom era fuori controllo, ma non era quello il piano.
Avrebbero dovuto mandare i compagni di casata nei dormitori alla fine della festa, avevano orchestrato quella festa solo per scoprire qualcosa e ricattare chi sarebbe servito in futuro.
Ma adesso la cosa gli stava sfuggendo di mano.
Tom l'aveva fregata di nuovo.
<<Tom..>> lo chiamava Isabella.
Aveva paura per Walburga, paura che potesse farle del male.
<<Quindi per te sono feccia>> esclamò Tom, senza dar conto al richiamo di Isabella.
<<Lo sei per tutti, solo che non hanno il coraggio di dirtelo>> rispose Walburga.
<<Lo so, ma non è meglio così!? Significa che ho il potere!>>.
<<A che prezzo?>> domandò Walburga.
<<In che senso?>>.
<<Sei solo, Tom. Tutta l'ammirazione che credi di avere, è fasulla>>.
<<Ti sbagli. Loro provano ammirazione, ma hanno più paura. Sai cosa significa? Che non mi tradirebbero mai, perché avranno il timore di farmi arrabbiare. E non puoi capire quanto sia divertente>>.
<<Pensi che in questo modo, Tom Riddle e il suo sangue, possano svanire?>>.
Tom si fermò <<No cara Black. Non si può cancellare chi si è stato in passato. Ma puoi fare in modo che gli altri ti riconoscano per ciò che vuoi essere>> spiegava mentre prendeva la sua bacchetta.
<<Illuminami, chi vuoi essere?>> lo provocò ancora di più la ragazzina.
<<Lo scoprirai solo continuando a vivere. Non voglio rovinarti la sorpresa>> fece dei movimenti con la bacchetta e il fumo del camino si divampò trasformandosi in un teschio dalla quale usciva un serpente <<Quando vedrete questo marchio in cielo significherà che questo mondo sarà nelle mie mani, e nessuno potrà più fermarmi>> Tom cominciò a ridere.

I serpeverde erano pietrificati.
A Isabella vennero i brividi dietro la schiena e fece un passo indietro per istinto.
Stava per prendere la bacchetta ma qualcuno la fermò stringendole il polso <<Cosa volevi fare Smith?>> era uno dei ragazzi del gruppetto di Tom, indossava una maschera bianca e una mantella nera, prese la bacchetta di Isabella da sotto alla gonna, e gliela puntò dietro la schiena.
<<Potrei farti la stessa domanda>> Isabella lo guardò con la coda dell'occhio.
<<Cammina>> la spinse fino ad arrivare vicino a Tom <<Mio signore, questa ragazza è una traditrice>> iniziò.
Tom si mise a ridere e alzò il mento di Isabella con il dito indice <<Lo so>> disse divertito.
Isabella corrucciò le sopracciglia <<Da parte mia, dì ai tuoi amici che sono degli incapaci>> portò il piede all'indietro facendo lo sgambetto al ragazzo per farlo cadere a terra, con velocità prese la sua bacchetta si abbassò e gliela puntò alla gola <<Quindi caro, cosa volevi fare?>> lo prese per i capelli per tirarlo un po' su <<Non azzardarti mai più a fare quello che hai fatto>> lo lasciò cadere indietro e si alzò guardando Tom.
<<Mi hai fatto venire la pelle d'oca Iz>> fece una risatina passandosi la mano sugli occhi.
<<Tom non è divertente>> disse lei infastidita.
<<Non te l'aspettavi? Eppure te l'avevo detto che ci sarebbe stato un colpo di scena>>.
<<Un colpo di..>> disse sconcertata <<Avevi detto che ci saremmo divertiti come un tempo. Non mi avevi parlato del tuo discorso da genocida>>.
<<Suvvia, era un discorso ad effetto>>.
<<Vorresti farmi credere che tutto questo è un bluff Tom!?>> lo guardò negli occhi con aria di sfida <<Con me non puoi mentire Tom. Non quando ci troviamo faccia a faccia>>.
Tom le afferrò il collo <<Perché non pensi al tuo piano Iz!?>>.
<<Nostro>> puntualizzò lei.
<<No, il piano è il tuo, io ti ho solo dato dei consigli>>.
Lei spalancò gli occhi <<Tu..>>.
Fece un passo indietro lasciandole il collo <<Fai quello che devi fare Iz. Abbiamo fatto tutto questo per coprire le tue cazzate>> disse Tom con disgusto.
<<Abbiamo?>> ripeté Isabella <<Io non volevo>>.
<<Non mi hai dato scelta>> respirò pesantemente <<E visto che non mi piace il tuo atteggiamento, lo farai da sola per prendertene le responsabilità>>.
Isabella rimase zitta.
Si girò verso i dormitori cercando di non guardare i compagni intorno a lei.
L'umiliazione era talmente tanta che avrebbe voluto spaccare qualsiasi cosa.
Aveva il fuoco sul petto ormai rosso di rabbia.
<<Tu non sai niente Tom!>> gridò <<Non sai niente!>> gridò ancora più forte da far indietreggiare tutti dalla paura.
<<Certo>> disse beffardamente, come faceva sempre.
Isabella lanciò un urlo di rabbia per liberarsi, ma dopo averlo fatto non si sentiva ancora soddisfatta.
Con la bacchetta fece levitare una lampada in aria, e la scaraventò su Tom che non riuscì ad evitare completamente il colpo.
La lampada si ruppe sulla spalla, lasciando dei pezzettini di vetro incastrati nella sua pelle, facendo fuoriuscire del sangue.
<<Ti senti meglio?>> domandò Tom togliendosi un pezzo di vetro dalla spalla.
Isabella si voltò verso di lui <<Non sei morto. Quindi no, non mi sento affatto meglio>> poi continuò a camminare ed entrò nei dormitori.
Il piano era prendere Katrine e lasciarla in un posto sperduto lontano da Hogwarts, facendole scrivere una lettera di scuse e spiegando il perché della sua fuga.
Doveva farlo perché quella ragazza era diventata pericolosa; da capodanno aveva sviluppato un'altra personalità, e piano piano la sua sanità mentale stava cedendo, avrebbe potuto raccontare tutto quello che aveva visto - perché purtroppo né Isabella né Tom sapevano quale personalità dovevano obliviare - quindi l'unica soluzione era farla sparire.
Arrivò davanti alla stanza di Katrine e la rabbia che l'aveva accompagnata per tutto il tragitto sparì, lasciando spazio alla rassegnazione.
Posò la bacchetta, aprì la porta e varcò la soglia, ritrovandosi qualcosa di diverso rispetto a ciò che si aspettava.
Katrine stava scrivendo una lettera seduta alla sua scrivania, e sul letto vi era una corda.
<<Pensavi davvero che sarebbe stato semplice?>> sentì la voce di Tom fuori dalla stanza e si girò verso di lui.
Dietro la figura di Tom, vide i loro compagni di casata che tornavano nelle loro stanze come dei sonnambuli.
<<Tom non era questo che avevamo organizzato..>> disse allarmata <<Che stai facendo?>>.
<<Ti metto alla prova>> entrò anche lui chiudendo la porta a chiave <<Non lo senti questo lamento?>> mise la mano sull'orecchio per enfatizzare.
<<Un lamento?>> ripetè confusa.
<<Guarda lì chi c'è>> indicò le tende <<Uscite>> ordinò a qualcuno.
<<Victor..>> pronunciò lei con voce leggerissima.
Victor era tenuto fermo da due compagni di Tom - anche loro avevano una mantella nera con delle maschere bianche sul viso - l'avevano imbavagliato e legato i polsi dietro la schiena; si dimenava come poteva ma non serviva a nulla.
<<Perché è qui?>> domandò lei <<Cosa c'entra lui?>> si alterò.
<<Mi hai detto che di lui non ti importa nulla. Ne voglio la dimostrazione>> si avvicinò a lei spostandole i capelli dall'orecchio per appoggiarne le labbra <<Ti prego Iz..>> le prese poi il volto tra le mani e la guardò negli occhi <<Dimostrami che non mentivi l'altra sera. Dimostrami che tornerà tutto come prima>>.

Tom aveva gli occhi rossi, e Isabella rimase con la bocca schiusa a guardarli, si sentiva vuota come una marionetta appesa a tanti fili.
<<Cosa devo fare?>> domandò mettendogli le mani sul petto.
<<Poni fine alla vita di Katrine>> ordinò.
Cercò di non far trapelare emozioni dai suoi occhi e dalla sua voce <<Va bene>> abbassò lo sguardo e con la coda dell'occhio cercò di guardare Victor sperando che non gli stessero facendo nulla; si girò poi per avvicinarsi a Katrine <<Hai finito di scrivere Kat?>> domandò.
<<Si>> rispose debolmente.
<<Allora alzati>>.
Katrine senza fare nessuna polemica ubbidì alla richiesta.
Victor guardava questa scena surreale, sperando in cuor suo che fosse solo un brutto incubo, ma consapevole che le emozioni che provava erano troppo reali <<Isabella!>> continuava ad urlare con il bavaglio sulla bocca, ma lei continuava ad avere lo sguardo basso.
Tom si avvicinò a lui e gli tolse il bavaglio <<Tranquillo finirà tutto tra pochi secondi>>.
<<Tom fermala, ti prego!>>.
<<Perché dovrei?>> disse con il suo solito sorrisetto, mentre teneva la sua bacchetta tra le mani.
<<Perché fai tutto questo?>> si dimenava più che poteva ma i due che lo tenevano fermo sembravano blocchi di ferro.
<<Questo servizio serve perché Katrine la ficcanaso mi era sfuggito come dettaglio. E non far finta che non sia un problema che non conosci>>.
<<Ma perché ucciderla? Perché farlo fare a Isabella?>> gridava Victor.
<<Pensi che questa sia la prima volta che Isabella si sporchi le mani!?>> Tom si mise di fronte a lui prendendogli il volto con una mano <<Lei non è come te, capitano. Non puoi trascinarla nel tuo mondo di fiorellini e prati verdi, fatti di amore e normalità. Lei è così, come me, e nulla può cambiarla, nemmeno tu con le tue frasi da poeta>> gli mosse il viso per poi liberare la presa.
<<Lei mi ama>> Victor guardò Tom con disprezzo.
<<Cosa te l'ha fatto pensare? I pomeriggi al lago nero? I libri? La sua vicinanza? I baci? Cosa Victor? Cosa? Ho chiesto tutto io. Le ho ordinato di incatenarti, cosicché tu entrassi nel mio cerchio senza mi sbattessi tanto>>.
Victor continuava a fissarlo <<C'eri tu al lago nero? Sai cosa provava Isabella?>>.
<<Isabella non prova nulla!>> Tom gli diede un forte schiaffo <<Voglio che oltre a quel viso angelico che hai imparato a conoscere, voglio che tu veda chi altro è Isabella>> si spostò di lato e tenne il viso di Victor stretto per costringerlo a guardare tutto.
Isabella nel frattempo portò Katrine vicino al letto trascinandosi la sedia della scrivania; fece un nodo alla corda che Tom preparò sul letto e la mise al collo di Katrine, poi la fece salire sulla sedia.
<<Le tue ultime parole?>> domandò Isabella alla sua vittima.
<<Dite a Brad che non ho mai smesso di amarlo>> disse in tono serio, con lo sguardo nel vuoto.
Era stata imperiata, Victor lo capì subito.
A quella risposta, sul viso di Isabella cadde una lacrima nera che non si asciugò.
<<Che c'è Iz?>> le domandò Tom.
Lei si voltò rispondendo <<Nulla>> e tornò a regolare la corda, facendo un nodo nel buco che c'era nella struttura del letto per tenerla tesa.
<<Addio>> furono le parole di Isabella dopo aver tolto la sedia da sotto i piedi di Katrine.
Victor iniziò a piangere per la sua impotenza, e chiuse gli occhi per non guardare.
<<Sei sensibile a queste cose Mcgregor? Sai quante volte Isabella ha visto persone morire davanti ai suoi occhi? Lei non ha mai chiuso gli occhi>> disse Tom beffardo, come se nulla in quella stanza stesse succedendo.
Come se una vita non stesse finendo.
Come se fosse divertente assistere a quello scempio.
Katrine prima cacciò delle urla strozzate, Victor la sentì piangere cercando di allentare la stretta della corda, poi all'improvviso il silenzio tornò a regnare.
Isabella si voltò verso Tom <<Non è più un problema>> poi guardò Victor <<Se quel pomeriggio non ci fossimo visti, tutto questo non sarebbe successo>>.
Victor saltò qualche battito.
Katrine era stata uccisa per averli visti al lago nero.
Il ragazzo sentì la vita di Katrine pesare sulla sua coscienza.
<<Vedi Victor>> Tom si avvicinò a Isabella <<Adesso la conosci veramente>> si mise dietro di lei abbracciandole la vita <<La ami così tanto da accettare anche questo?>> disse con aria di sfida.
Victor guardò Isabella cercando di non cedere alle provocazioni di Tom.
Dal suo volto non passavano emozioni, era bianca e i suoi occhi erano più neri del solito, da definirli completamente spenti.
Ripensò alla festa, a lei che non voleva farlo entrare nei dormitori, pensò agli avvertimenti; "<<Come te lo devo ricordare? [...] Isabella è anche questa che vedi. E non dovrai mai sapere niente della persona che hai di fronte. Se ti dico no c'è un motivo [...]>>"; voleva evitare che ciò accadesse, voleva proteggerlo, voleva che lui non vedesse.
Victor si sentì in colpa vedendo la sua Isabella sconfitta.
Gli tornarono in mente le parole di Tom "<< [...] Isabella è stata complice di tanti piani in sette anni, in alcuni era addirittura il cervello, e non credo voglia gettare al vento i sacrifici di una vita per fare la mogliettina come sua madre>>".
<<Si..io la amerò sempre..e non potrai fare niente per farmi cambiare idea>> continuava a guardare Isabella <<Capito Iz!? Va tutto bene..fidati di me.. andrà tutto bene>>.
Tom lasciò Isabella dalla presa <<Usa la maledizione cruciatus>>.
Isabella esitò un istante, poi prese la bacchetta <<Non sai mai quando stare zitto Victor>> fece qualche passo in avanti <<Perché non demordi mai?>> lo guardò un istante poi lanciò la maledizione su di lui.
Victor si contorse, i due ragazzi che lo tenevano fermo si allontanarono per permettere a Isabella di fare quello che voleva.
<<Isabella!>> si lamentava.
<<Sta zitto!>> andò da lui e lo prese per la camicia <<Non pronunciare il mio nome!>> il suo sguardo era furioso.

Se Isabella avesse potuto, gli avrebbe gridato <<"Te l'avevo detto! Perché non mi ascolti mai!? Perché se ti dico una cosa, tu ne fai un'altra? Hai visto la morte. Mi hai vista uccidere, ma io non volevo! Con la tua testardaggine mi hai messa a nudo. E adesso con le tue continue provocazioni, ti stai facendo torturare. Io ti devo torturare, e non posso oppormi. Se continui così..ho paura che ti farai uccidere!">>.
Avrebbe voluto fermarsi, avrebbe voluto accarezzare il volto di Victor, avrebbe voluto disarmare Tom..avrebbe voluto fare tante cose, ma Tom aveva ragione; lei era una marionetta e aveva troppa paura di andare contro il suo creatore.
<<Basta Iz>> disse Tom.
Isabella lasciò cadere il corpo di Victor a terra.
<<Adesso fagli dimenticare tutto..>> le passò una boccetta con del liquido dentro <<Riportalo in camera e concludiamo tutto, mancano poche ore all'alba>>.
Isabella aprì la boccetta <<Tenetelo fermo!>> i ragazzi lo presero di nuovo per le braccia.
<<Ti prego Iz, ti prego..>> disse disperato.
<<Non mi dai altra scelta>> disse più a lei che a lui, per convincersi di non essere una vigliacca.
Poi gli avvicinò la boccetta alle labbra, ma lui si portava indietro la testa.
Isabella alzò gli occhi al cielo e si leccò le labbra <<Su una cosa sono d'accordo con Tom, sotto questo aspetto io e lui siamo identici>> gli prese il volto con forza e gli fece scolare tutto il contenuto della boccetta.
Tom si mise a ridere.
Victor spalancò gli occhi per la paura che quella non fosse Isabella.
<<Iz vacci piano>> disse Tom continuando a ridere.
Lasciò il viso di Victor <<Se non ti sta bene, la prossima volta fallo tu>> si tirò indietro i capelli.
<<Come sei permalosa>> si avvicinò a lei per accarezzarle il viso <<Adesso sistema tutto come sai. Mi raccomando>> la baciò e si avviò alla porta <<Buonanotte capitano>> disse sorridendo <<Fai sogni d'oro>> schioccò le dita e i due ragazzi lasciarono la stanza facendo cadere Victor a terra.
Isabella andò a chiudere la porta.
Rimase in silenzio tutto il tempo.
Sistemò la stanza per fare in modo che quella morte fosse classificata come suicidio.
<<Isabella..>> Victor era senza forze, cercava di trascinarsi con scarsi risultati <<Isabella ti prego..>> disse mezzo addormentato,
<<Ho finito. Adesso andiamo>> gli tolse le corde che aveva ai polsi, e lo aiutò ad alzarsi <<Riesci a camminare?>>.
<<Si>> rispose mentre si massaggiava i polsi.
Lei gli prese il volto tra le mani, stavolta delicatamente, e gli diede un leggero bacio per poi sussurrare <<Mi dispiace..>> si portò poco indietro tenendo lo sguardo basso.
Rimasero zitti, Isabella perché aveva paura che quella fosse un'altra trappola di Tom, Victor perché non sapeva cosa fare.
L'unica cosa che Victor faceva era guardarla, la vedeva distrutta, credeva che Isabella sarebbe scoppiata in lacrime da un momento all'altro.
Ma Isabella avrebbe voluto mettersi in ginocchio e scusarsi, avrebbe voluto dire a Victor che lei quelle cose non gliele avrebbe mai fatte, che lei non voleva uccidere Katrine, che i piani non erano quelli..ma poi pensò che sarebbe stato inutile spiegarlo, tanto lui stava per addormentarsi e l'indomani mattina non avrebbe ricordato nulla.
<<Andiamo Victor..ti accompagno in camera>> si girò.
Victor le prese la mano e intrecciò le dita con le sue.
Isabella si voltò <<Victor..>> sussurrò.
<<"Facciamo tesoro di sentimenti cari e soavi i quali ci ridestino per tutti gli anni, che ancora tristi e perseguitati ci avanzano, la memoria che non siamo sempre vissuti nel dolore">> Victor citò la parte finale della loro lettera.
Isabella non disse nulla, sorrise semplicemente, strinse forte la mano di Victor e la baciò chiudendo gli occhi, poi lo guardò <<Adesso dobbiamo andare>>.
Victor lasciò la sua mano e uscirono dalla stanza.
Isabella diede un ultimo sguardo a Katrine dicendo <<Riposa in pace>>.
Arrivarono davanti alla porta della camera di Victor, e Isabella aprì dicendo <<Saresti dovuto essere qui..ma hai preferito subire quelle atrocità>> guardò il letto.
Victor entrò in camera e guardò nella stessa direzione di Isabella, e vide che il suo letto ospitava una persona <<Cosa ci fa Diomira qui?>> chiese confuso.
<<Ti prego Victor..vai a dormire>> uscì dalla stanza.
<<Isabella>>.
Si fermò <<Cosa?>>.
<<Che pozione mi hai fatto bere?>>.
<<Obliviosa>> prese la maniglia della porta <<Buona notte>> e chiuse la porta senza dare a Victor la possibilità di controbattere.

Isabella si trovava fuori dalla stanza e non riusciva a muoversi.
Il cuore le diceva di prendere Victor e andarsene da Hogwarts, da Tom, e da tutte le responsabilità che la circondavano.
La testa invece continuava a dirle di non fare stupidaggini, scappare non era la soluzione.
Victor si trovava dall'altra parte davanti alla porta, aspettando che Isabella seguisse il cuore, ma sapeva di non vivere nelle favole.
<<Buonanotte Andrea>> disse lei mettendo una mano sulla porta.

08/01/1945
Funerali di Katrine.
***

<<Mi è stato chiesto..di fare un discorso in questo giorno di pioggia..davanti a tutti voi. Non è facile per me, guardare questo luogo e pensare che per i prossimi anni per poter parlare con Katrine dovrò guardare una lapide. Mi è stato chiesto di omaggiarla, ma non ci riesco. Non ci riesco perché il dolore che provo mi fa da scudo per stare meglio. Mi è stato chiesto di parlare..perché lei avrebbe voluto così. E sono qui a sforzarmi per lei, sono qui a parlare con questa voce tremolante, triste e amareggiata perché glielo devo. Quindi Katrine..se mi senti..sappi che vorrei essere arrabbiato con te, perché te ne sei andata come una vigliacca, in silenzio, senza dire niente a nessuno, senza dirlo a me..e non lo accetto. Però io non riesco ad arrabbiarmi con te, non ci sono mai riuscito, fin da quando eravamo piccoli. E ripensando a quei bei tempi, ricordo ancora quando avevi paura dei temporali, cosa che crescendo non è mai cambiata, e venivi ad abbracciarmi perché io ti facevo sentire al sicuro. Ricordo anche tutte le fantasie che ti facevi sotto all'albero nel giardino di casa mia, pensando ad una futura vita insieme, alle risate dei bambini che avrebbero colorato i muri, alle feste di Natale..e invece adesso quando vedrò quell'albero sentirò solo un buco nel petto. Questa era Katrine. Era una ragazza come tutte le altre. Sognava di avere una vita, voleva avere una famiglia, e voleva sorridere. Katrine era la persona a me più cara..non vi chiedo di piangerla, o di provare pena, vi chiedo di realizzare i suoi sogni, vivete anche per lei..e forse non morirà mai>> disse Brad asciugandosi le lacrime <<Scusate..>> andò ad abbracciare la madre di Katrine, anche lei in lacrime.

Alla fine del funerale quando tutti se ne erano andati Isabella rimase di fronte alla lapide.
Ripensò al corpo della ragazza appeso su quel letto, ai suoi ultimi istanti, ai piedi che si contorcevano dal dolore per poi tranquillizzarsi, alla saliva che cadeva dalla bocca, alle braccia che perdevano la forza e piano piano scivolavano giù <<Mi dispiace tanto Katrine..tu non eri una vigliacca>> posò poi una rosa rossa - il fiore preferito da Katrine - in mezzo agli altri fiori e se ne andò.

***
Qualcuno da lontano, in mezzo agli alberi la guardava <<Questo è solo l'inizio Iz. Il meglio deve ancora venire>>.
***

~

[SPAZIO AUTRICE]
Se ti è piaciuto almeno un po' ti va di votare
Tutto ciò non è stato facile da scrivere🥺

•Secondo voi, tutti questi personaggi avevano una scelta?

•Tom ha fatto un altro passo, quale sarà il prossimo?👀

CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO.
(Si spera presto)🖤

IG: alexia_clare_write 🖤

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