~Capitolo 3~

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La giornata passò in modo lento e ripetitivo. Spesso passavo il tempo a leggere i libri che mi portava mio padre, l'unico passatempo che mi era concesso, anche se era sempre lui a scegliere le mie letture; ma quel giorno stavo solo pensando a quando sarebbe sorta la luna, così sarei potuta finalmente uscire di nuovo.

Finalmente il cielo era diventato completamente scuro, tutti i servitori si erano ritirati nelle proprie stanze e le guardie erano fuori le mura reali.

Ripercorsi la stessa strada del giorno prima, ma stavolta ci misi molto meno tempo, evitando di ciondolare spaesata.

Appena scorsi la luce della luna dal portone, subito ne fui attratta e aumentai passo; inspirai l'aria, avida di quella frescura, la brezza sulla pelle mi faceva sentire viva più che mai. Quella luce chiara fece risaltare ancora di più il pallore dei miei capelli che ricadevano morbidi sulle spalle. In quel momento mi resi conto di aver lasciato il mantello in camera, ma non gli diedi importanza, ero intenta a godermi quella meritata pausa  dalla mia vita. Mi sentivo una persona normale.

Poco dopo mi diressi verso le piante in fiore e i cespugli di rose, avevano lo stesso colorito  delicato delle mie guance in quel momento.

Guardai in alto e mi persi nella vastità del cielo, ammirai le costellazioni tracciandone i contorni con le dita. Mi sdraiai sul prato imperlato di rugiada e continuai a guardare le stelle. Pian piano i miei occhi si appesantirono e, cullata da quella sensazione, mi addormentai.

Qualcosa disturbò il mio sonno, un cielo paonazzo si insinuò nello spazio tra le ciglia e mi destai di scatto.

Il sole stava sorgendo e io ero fuori le mura del castello, senza cappuccio. Da lì a poco si sarebbero svegliati i servitori, dovevo andarmene alla svelta senza farmi vedere e dovevo per forza passare dal portone principale.

Arrivai il più silenziosamente possibile all'entrata e mi affacciai all'interno, non c'era nessuno. Corsi il più velocemente possibile verso le scale, ma un rumore mi paralizzò, delle voci femminili, e stavano vedendo verso la mia direzione; tornai subito dietro e mi nascosi in un punto cieco di un corridoio, le donne mi passarono avanti senza vedermi e io risalii di corsa le scale.

C'è mancato poco.

Ero terrorizzata, il cuore mi batteva fortissimo, continuai il mio percorso tremando incontrollatamente. Continuavo a sentire voci in tutte le direzioni. Mi sentivo spacciata. È giunta la mia fine, mi ripetevo. Non sapevo dove nascondermi, le voci erano sempre di più vicine, le ombre mi stavano circondando, ma fortunatamente, nel panico, scorsi la porta della mia stanza, ero salva. Abbassai la maniglia, colma di gioia ed entrai, quella camera non mi sembrava più così tanto una prigione in quel momento.

Mi sdraiai sul letto e mi godetti gli ultimi istanti prima di rassegnarmi ad un nuovo giorno di quella prigionia.

Ero così tanto vicina dall'essere vista, cosa mi sarebbe successo?!

Era una domanda così scontata da un canto, ma dall'altro un totale mistero per me.  In teoria mia madre era più o meno accettata in società, anche se non poteva ricoprire ruoli importanti, io però non avevo possibilità di ricoprire nessuna mansione. Nulla. Solo la solitudine per il mio bene...

Bene?  Non mi sembra di stare bene.

Il sole era ormai sorto e la colazione non tardò ad arrivare.

Nel pomeriggio venne a trovarmi mio padre, ci furono i soliti silenzi imbarazzanti e raccomandazioni pressanti. Sembrava particolarmente turbato, più del solito, ma non ebbi il coraggio di chiedergli quale fosse il problema; avevo paura di scoprire che qualcuno mi avesse vista e fossero giunte al re voci di avvistamenti sospetti nel castello. La sua agitazione era palpabile, ma continuava ad essere concentrato sul solito discorso della mia discrezione. Ancora più pressante del solito. 

Continuava a ripetere che dovevo stare in silenzio e di non affacciarmi alla finestra, di indossare sempre il mantello...il solito, ma si guardava costantemente intorno circospetto, come se qualcuno ci stesse osservando. Impossibile. La mia stanza si trovava nel punto più alto e angusto del castello, posto battuto solo da alcuni servitori.

 Giunto alla fine dei suoi ragguagli, si defilò e io tornai al mio oblio fatto di frustrazione e solitudine.

Quella notte non uscii, non mi sentivo affatto sicura dopo il comportamento paranoico di mio padre né tantomeno dalla brutta esperienza della notte prima.  Da lì si susseguirono le stesse giornate, la stessa catena mentale che mi teneva buona in quelle mura.

Ma una notte, qualcosa ruppe quella routine.

Un insolito rumore mi destò  e mi affacciai con cautela dalla finestrella. Dalla disposizione e l'attrezza della mia stanza potevo vedere sia il giardino, che, un pò più in lontananza, l'entrata del castello e da lì scorsi quattro guardie reali e due consiglieri del re. Al loro centro scortavano una figura a me sconosciuta, sembrava la sagoma di un uomo, ma non potevo esserne certa dato che portava un mantello come il mio, che mi impediva di distinguere i tratti del suo volto. Ma riuscii a capire che fosse stato catturato, un prigioniero, dalle manette che portava sia ai polsi che alle caviglie.

Era un evento piuttosto insolito, il castello non aveva mai ospitato prigionieri, non che io sappia, anche se effettivamente ogni castello avrebbe dovuto avere delle segrete.

La mia curiosità era impellente, dovevo soddisfare anche questo bisogno, ormai ci avevo preso gusto. Nessuno poteva più fermarmi, ormai stavo per rivendicare la mia libertà.

Seguii con lo sguardo il loro tragitto fino all'ingresso del castello e a quel punto cercai di acuire l'udito per capire dove lo stessero conducendo. Le segrete, si ne ero sicura, ma io non sapevo dove si trovassero, quindi cercai di scorgere qualsiasi rumore che mi avrebbe aiutata.

Quasi un'ora dopo decisi che era giunto il momento di agire. Presi frettolosamente il mantello e lo indossai . Attraversai il lungo corridoio, scesi le scale fino al portone interno del castello e da lì cercai altre scale che conducessero verso le segrete. Perlustrai ogni antro con la massima attenzione e curiosità. E, superato un altro corridoio e svoltato un paio di volte disorientata, finalmente trovai altre scale, di una manifattura diversa da quelle principali e decisamente meno curate.



Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro